Oms e Unicef lanciano l’allarme: 1 persona su 3 nel mondo non ha accesso all’acqua

Sono 2,2 miliardi le persone nel mondo che non hanno accesso a servizi di acqua potabile. 4,2 miliardi non hanno accesso ai servizi igienici e 3 miliardi persone non possono nemmeno lavarsi le mani.

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Le disuguaglianze d’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari causano ogni anno 297.000 morti sotto i 5 anni, dovute soprattutto a malattie intestinali. Questo l’allarme lanciato da Unicef e Oms in un rapporto congiunto. Miliardi di persone nel mondo hanno ancora uno scarso accesso all’acqua, mentre, sebbene ci siano stati progressi per l’accesso universale ai servizi idrici e igienico-sanitari di base rispetto al 2000, ci sono ancora forti lacune nella qualità dei servizi forniti.

Ascolta l’intervista integrale a Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia

Il problema dell’acqua potabile 

1,8 miliardi di persone in più hanno ottenuto accesso a servizi di base per l’acqua potabile dal 2000, ma esistono ancora forti disuguaglianze nell’accessibilità, disponibilità e qualità di questi servizi. Circa 1 persona su 10 al mondo non ha ancora servizi di base per l’acqua, nell’80% dei casi in aree urbane. Tra questi, 144 milioni bevono acqua non trattata di superficie.

La mancanza di servizi igienici 

Lo studio rivela inoltre che 2 miliardi di persone non hanno ancora servizi sanitari di base, soprattutto nelle aree rurali dei Paesi meno sviluppati, mentre 3 miliardi di persone – stando agli ultimi dati del rapporto (2017) – non possono ancora lavarsi le mani con sapone e acqua a casa.

Le attività e le richieste di Unicef

La richiesta di Unicef , spiega a Vatican News Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef, è quella di far raddoppiare lo sforzo dei governi per provare a migliorare queste drammatiche condizioni. “Se si continuerà così – aggiunge Iacomini –non sarà possibile raggiungere l’accesso universale a queste risorse entro il 2030, come previsto dagli obiettivi per lo sviluppo sostenibile”. “Unicef eroga centinaia e centinaia di ettolitri di acqua pulita alle popolazioni più bisognose, anche nelle condizioni più estreme e in zone colpite da guerre e catastrofi”, ribadisce Iacomini. Gli scarsi servizi igienico-sanitari e l’acqua contaminata sono legati anche alla trasmissione di malattie – conclude il portavoce – come colera, dissenteria, epatite A e tifo”.

VaticanNews
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