Nucleare, Santa Sede: test sono una minaccia continua. Accelerare sul Trattato

L'uso dell'energia atomica per scopi bellici è un crimine e continuare ad effettuare sperimentazioni è una minaccia costante alla pace. Questi i punti forti dell'intervento di monsignor Frederik Hansen, incaricato d’affari della Missione dell’Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Onu di New York, il 26 agosto, in occasione di un incontro per la promozione della Giornata internazionale contro i test nucleari di sabato 29 agosto

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La Santa Sede è pronta a sostenere tutti gli sforzi dell’Onu per giungere all’entrata in vigore del Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), firmato nel 1996. Lo ha detto monsignor Frederik Hansen, incaricato d’affari della Missione dell’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, nel suo intervento al Palazzo di Vetro, a New York, il 26 agosto, in occasione di un incontro virtuale per la commemorazione e la promozione della Giornata internazionale contro i test nucleari, che si celebra il 29 agosto.

I test che si susseguono e minacciano la pace

“Sono passati tre quarti di secolo da quando il primo test di armi nucleari – chiamato impropriamente “Trinity” – è stato effettuato nel deserto del Nuovo Messico negli Stati Uniti” ha affermato monsignor Hansen.  “Da allora hanno avuto luogo più di 2.000 test, di cui sette in questo secolo – ha proseguito -, causando danni ambientali e incidendo sulla salute delle persone che si trovavano nei pressi dei siti di test o esposti in direzione sottovento alla radioattività rilasciata nell’atmosfera. C’è da sperare – si è augurato – che il test nucleare di tre anni fa sia stato l’ultimo ad essere condotto” .

Lavorare al Trattato per la messa al bando degli esperimenti

Per questo motivo, è fondamentale che la Commissione Preparatoria del Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari, lavori assieme agli otto Stati le cui ratifiche sono necessarie per la sua entrata in vigore – ha spiegato – , e che questi Stati si convincano che la sicurezza nazionale e internazionale sarà rafforzata solo con l’entrata in vigore del CTBT.

Ulteriori test nucleari, infatti, non potranno che diminuire la sicurezza globale, e quindi la pace e la stabilità di tutti i membri dell’Onu e dei popoli che essi rappresentano. Il Trattato è, dunque nelle parole del rappresentante della Santa Sede, un passo fondamentale verso la creazione di un mondo senza armi nucleari.

L’impegno delle Nazioni Unite va rinvigorito

Nell’anno in cui ricorre il 75.mo anniversario della bomba atomica, ricordando le vittime, monsignor Hansen ha invitato a riappropriarsi dello spirito con cui sono state fondate le Nazioni Unite e a raggiungere tutti insieme “non solo l’obbligo permanente e vincolante di non testare mai più armi nucleari, ma l’obiettivo di un mondo senza armi nucleari: un obiettivo reso ancora più urgente nel contesto di una pandemia globale”, che ha evidenziato ulteriormente l’assurdità di utilizzare risorse preziose per la manutenzione di armi di distruzione quando nel pianeta molte persone stanno lottando per sopravvivere.

Uso energia atomica per scopi bellici è un crimine

Citando le parole del Papa, pronunciate durante la sua visita a Hiroshima lo scorso novembre, monsignor Hansen ha ribadito che “l’uso dell’energia atomica per scopi bellici è oggi più che mai un crimine non solo contro la dignità degli esseri umani, ma contro ogni possibile futuro per la nostra casa comune” e che “l’uso dell’energia atomica per scopi bellici è immorale, così come è immorale il possesso di armi nucleari”.

VaticanNews
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