Nel 2020 434.000 persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno per ragioni economiche

Banco Farmaceutico, VIII Rapporto: “Il Covid ha aggravato condizioni popolazione più fragile. 1 povero su 2 non ha potuto curarsi attraverso enti assistenziali”

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“Nel 2020 434.000 persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno per ragioni economiche. La richiesta di medicinali da parte degli enti assistenziali che si prendono cura di loro riguarda soprattutto farmaci per il tratto alimentare, per il sistema nervoso, per le malattie metaboliche, per il sistema muscolo-scheletrico e per l’apparato respiratorio. Servono, inoltre, presidi medici e integratori alimentari”. È quanto emerge dai dati contenuti nell’VIII Rapporto “Donare per curare – Povertà sanitaria e donazione farmaci”, edito da Opsan-Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico). Tali dati, rilevati attraverso la rete dei 1.859 enti assistenziali convenzionati con il Banco ed elaborati da Opsan, sono stati resi noti oggi, 10 dicembre, in un convegno in diretta streaming promosso da Banco Farmaceutico e Aifa.

“Mentre le persone non povere hanno una capacità di spesa pro-capite mensile per le cure mediche di 65 euro, le persone povere possono spendere solo 10,15 euro, meno di 1/5 dei non poveri. Le persone non povere, inoltre, possono spendere, in medicinali, 28,18 euro, contro soli 6,38 euro mensili di chi versa in stato di indigenza”, spiega il Rapporto. Ma le difficoltà non riguardano solo gli indigenti: “7 milioni e 867mila persone non povere (3 milioni e 564mila famiglie) nel corso del 2019 hanno dovuto sospendere o limitare almeno una volta la spesa necessaria per visite mediche e accertamenti periodici”. Tale situazione è aggravata dal fatto che “le persone povere spendono il 63% del loro budget sanitario mensile per acquistare farmaci da banco e destinano solo 3,77 euro alle altre cure necessarie, di cui fanno parte anche quelle a scopo preventivo. Per questo tipo di spese le persone non povere destinano 36,82 euro, cioè 10 volte di più”.

“Il diffondersi del coronavirus, le restrizioni e la crisi economica innescata da quella sanitaria hanno ulteriormente peggiorato le condizioni della popolazione più fragile”. Lo rivela l’VIII Rapporto “Donare per curare – Povertà sanitaria e donazione farmaci”. “Quasi un ente assistenziale su due ha subito l’impatto della pandemia: il 40,6% ha dovuto limitare la propria azione o sospendere qualche servizio per un periodo più o meno lungo – si legge nel Rapporto -. Il 5,9% degli enti ha chiuso e non ha ancora ripreso le attività”. Un’indagine effettuata da Opsan, su un campione rappresentativo di 892 enti assistenziali particolarmente strutturati (che si prendono cura di 312.536 indigenti), ha registrato “un calo di oltre 173.000 assistiti (pari al 55% del totale)”. Si tratta di “persone che hanno chiesto assistenza a un ente, ma questo era chiuso o aveva ridotto i propri servizi; oppure, di persone che, poiché impaurite dal Covid, hanno rinunciato a farsi curare”. Pertanto, si stima che “almeno 1 povero su 2 non abbia potuto curarsi attraverso gli enti che forniscono gratuitamente cure e medicine e sia rimasto ancor più deprivato della necessaria protezione sociale”.

“Siamo di fronte ad una situazione particolarmente drammatica quanto inedita. Tanti enti assistenziali, in tutta Italia, a causa della pandemia, hanno chiuso o ridotto le proprie attività”. Lo ha dichiarato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus, in occasione del convegno promosso da Banco Farmaceutico e Aifa. “Centinaia di migliaia di persone povere che, prima della pandemia, chiedevano loro aiuto, durante la pandemia sono rimaste prive di protezione – ha rilevato Daniotti -. Nel nostro piccolo, lanciamo un grido d’allarme affinché le istituzioni comprendano a fondo il ruolo del Terzo Settore nel nostro Paese. Da sempre, le organizzazioni dedite all’assistenza e alla solidarietà sociale che ne fanno parte (fondazioni, associazioni, comitati), contribuiscono alla sostenibilità di tanti settori e servizi essenziali – compreso il Sistema sanitario nazionale”. Per il presidente del Banco Farmaceutico, “ora come non mai, in questa Italia impoverita dalla pandemia, questa grande rete della solidarietà, che è un patrimonio del nostro Paese, non può essere lasciata sola”.

AgenSir
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