Mercoledì delle Ceneri, il Vescovo: «Andiamo insieme a Gerusalemme»

Nel pomeriggio del 1° marzo mons. Napolioni con la Messa presieduta in Cattedrale ha aperto ufficialmente il cammino quaresimale

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«Andiamo insieme a Gerusalemme». Questo l’invito che il vescovo Antonio Napolioni ha rivolto celebrando in Cattedrale, nel pomeriggio del 1° marzo, la Messa del Mercoledì delle Ceneri. Lo spunto è arrivato dal pellegrinaggio diocesano in Terra Santa che proprio il Vescovo presiederà dal 6 al 13 marzo insieme a oltre 200 cremonesi. Ma quello quaresimale è un pellegrinaggio che va oltre l’esperienza di un viaggio. «Il cammino che oggi iniziamo è il cammino verso Gerusalemme», ha spiegato il Vescovo delineando tre direttrici.

Il primo sguardo verso Gerusalemme è stato certamente in riferimento alla realtà storica che i pellegrini avranno modo di toccare con mano. Ma anche chi rimarrà a casa – ha assicurato il Vescovo – potrà sentirsi spiritualmente vicino. Anche grazie ai reportage quotidiani che saranno garantiti dal nostro portale, come proprio mons. Napolioni ha ricordato. «Abbiamo davvero tutti bisogno di ciò che è accaduto là, di non dimenticarlo, di approfondirne la contemplazione – ha affermato il Vescovo –. Come contempleremo il deserto e il lago, il volto di ogni ragazzina palestinese che ci farà pensare a Maria e i vicoli di Gerusalemme che hanno visto il dolore di Gesù caricato della croce. Lo vedremo mescolato nella vita di oggi, con il peso della storia, con la confusione dei nostri pensieri. Quel fatto, quella vicenda, quel Gesù di Nazareth è tutto per noi, è il momento decisivo della storia della salvezza, è il momento rispetto al quale noi oggi viviamo nell’attesa del suo ritorno, nella memoria della sua venuta, nella celebrazione della sua presenza. La Quaresima di ogni anno ci ripropone il cammino storico, reale, vissuto e sofferto di Gesù verso la sua ora».

Mons. Napolioni ha quindi guardato alla Gerusalemme della Pasqua del Signore. «È la nostra Pasqua, è il nostro passaggio in Cristo dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla liberazione, dal buio alla luce», ha detto il Vescovo, che ha proseguito: «Di che Pasqua abbiamo bisogno, in particolare quest’anno? Chiediamocelo. Personalmente e comunitariamente, come Chiesa. Credo che abbiamo un grande bisogno di grazia e di salvezza». Poi un augurio: «Vorrei tanto, per me e per tutti noi, che fosse un passaggio da una vita a pezzi, da una vita un po’ mascherata (…) a una vita intera, unica, armonica, limpida; magari più semplice, più povera e più umile, ma trasparente». Come? Lasciandosi riconciliare dal Signore e accogliendo la sua grazia.

Da una Gerusalemme della storia a quella del presente, dunque. Ma il pensiero del Vescovo si è spinto anche oltre: alla Gerusalemme del Cielo. Perché ha precisato: «Il nostro traguardo ultimo del pellegrinaggio della vita, Pasqua dopo Pasqua, giorno dopo giorno, è la Pasqua eterna. Che non è semplicemente il Paradiso, il premio o il castigo. Ma è la manifestazione piena di quel Gesù che ha rivelato il volto del Padre nella sua carne, nella sua umanità perfetta, tenera, esigente, concreta, incontrata, e nella vita della Chiesa». E ha proseguito: «Noi siamo ora l’umanità di Gesù. Noi, attraverso il travaglio del nostro rinnovamento personale e comunitario, siamo in cammino verso la manifestazione piena del Cristo e della sua sposa: le nozze eterne!».

«Mi sembrano coordinate belle – ha sintetizzato mons. Napolioni concludendo l’omelia – per non guardare da lontano, solo con un pizzico d’invidia, chi partirà lunedì, ma per partire tutti, oggi, verso queste tre Gerusalemme che ci attendono. E ci accorgeremo lungo la strada di quanti frutti il Signore, nella sua bontà, ci farà raccogliere e spartire».

Dopo l’omelia il Vescovo ha benedetto le ceneri, che subito dopo i sacerdoti hanno posto sul capo dei fedeli presenti insieme alle parole “Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai” e “Convertitevi, e credete al Vangelo”.

La Messa è stata concelebrata dal vescovo emerito Dante Lafranconi insieme a diversi membri del Capitolo della Cattedrale, i superiori del Seminario e alcuni altri sacerdoti.

Il servizio liturgico è stato garantito dai seminaristi diocesani, mentre l’animazione con il canto è stata a cura del Coro della Cattedrale diretto dal maestro don Graziano Ghisolfi e con l’accompagnato del maestro Fausto Caporali all’organo Mascioni.

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