“Letizia d’amore, stelle e precipizio”: nuova Cantata Sacra del maestro Federico Mantovani

Ispirata alla "Amoris laetitia" di papa Francesco sarà eseguita in prima assoluta nella Cattedrale di Cremona il prossimo 26 aprile

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L’Amoris laetitia di papa Francesco – Esortazione Apostolica sull’amore nella famiglia – fiorisce in musica nella nuova fatica del maestro Federico Mantovani: “Letizia d’amore, stelle e precipizio”, Cantata Sacra che sarà eseguita in prima assoluta il prossimo 26 aprile nella Cattedrale a Cremona.

Promossa da Diocesi e Cattedrale di Cremona e dalla Fondazione Arvedi Buschini, l’opera prende avvio dalla convergente volontà del compositore e del vescovo Napolioni di non disperdere, a poco più di due anni dalla sua promulgazione, la positività e profetica energia del denso documento pontificio.

«Mentre le comunità ecclesiali discutono e si attivano per un rilancio appassionato e credibile della vocazione al matrimonio e alla famiglia – scrive il Vescovo – noi abbiamo pensato di dar vita a questa “Cantata all’Amoris laetitia”. La forza della gratuità, infatti, vince ogni calcolo e allontana il pessimismo, risvegliando lo stupore per la vera bellezza, seminata dal  creatore e rigenerata dalla Pasqua del Figlio. D’altronde, le pagine del Papa spesso sono come un canto, e perché non sprigionarne la musica nascosta?».

Il libretto della Cantata è del poeta Davide Rondoni, amico e collaboratore di antica data del maestro Mantovani – è suo, nel 2011, il testo poetico dell’Oratorio di Avvento “Accendere attendere” – “un testo denso e vivo – a detta del compositore cremonese – mai scontato, lontano dalle vacue chiacchiere sull’amore e la famiglia, pieno di riferimenti alla Parola”.

L’esecuzione musicale sarà affidata al Coro Polifonico Cremonese, all’Orchestra sinfonica dei Colli Morenici con Marco Ruggeri all’organo Mascioni. Voci soliste la soprano Federica Zanello e il tenore Cosimo Vassallo, con gli intermezzi della voce recitante di Alberto Branca.

«La musica colora il testo poetico e le sue molteplici immagini, cercando di evidenziarne le tinte, di sottolinearne le ferite e i respiri, le ombre e le accensioni – continua Mantovani –. Ho lavorato sulla poesia e sui sentimenti che evoca . È nato così un intarsio di brani in sé conclusi, incastonati l’uno nell’altro, con interludi strumentali di raccordo, dove la letizia dell’amore, luce di stelle, luce di precipizio, come la declina Rondoni, si fa strada a poco a poco, mai banalmente gioiosa, ma sempre fecondata dalle fragilità e dal dolore».

Appuntamento in Cattedrale giovedì 26 aprile, quindi, per una serata che si preannuncia ricca di emozioni e feconda di riflessioni.

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