La trasferta marchigiana dei preti giovani con il vescovo Antonio

Mercoledì visita a Camerino e San Severino Marche, le cittadine dove mons. Napolioni ha svolto buona parte del suo ministero sacerdotale

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Prosegue a pieno ritmo la tre giorni marchigiana dei preti cremonesi dei primi setti anni di ordinazione con il vescovo Antonio. Il gruppo, guidato dal responsabile don Giambattista Piacentini, è partito insieme al presule nel primo pomeriggio di martedì 19 aprile ed è giunto a Pievebovigliana in serata. In questo piccolo paese della provincia di Macerata, incastonato in un suggestivo paesaggio naturale a metà tra la fertile pianura  e i primi pascoli montani, preludio del peculiare paesaggio dei Monti Sibillini, si trova la casa natale di mons. Napolioni, che lo stesso vescovo ha trasformato in casa di accoglienza per gruppi. Dopo cena, preparata da alcune famiglie, i giovani preti hanno passato una serata tranquilla insieme.

Mercoledì 20, dopo la celebrazione comunitaria delle lodi nelle cappellina della casa, il gruppo si è spostato a Camerino per la visita alla basilica di San Venanzio, di origine romanica e più volte rimaneggiata. È seguita una breve sosta all’asilo parrocchiale dove mons. Napolioni ha potuto salutare i bambini e gli insegnanti. Un’ulteriore appuntamento con l’arte e la spiritualità è stato nel monastero di Santa Camilla Battista Varano. Qui i preti cremonesi sono stati accolti dalla comunità delle clarisse formata attualmente da cinque religiose. Una particolare preghiera è stata innalzata dinanzi alle spoglie di Santa Camilla. Figlia del principe Giulio Cesare da Varano ella nacque a Camerino il 9 aprile 1458 e all’età di 23 anni, il 14 novembre 1481, abbracciò la regola delle Clarisse di Urbino, prendendo il nome di suor Battista e potendo vestire l’abito dell’Ordine. Poco dopo fondò a Camerino un monastero di cui diventò abbadessa. Famoso fu il suo libro «I dolori mentali di Gesù nella sua Passione». Divenne un punto di riferimento per tutta Camerino e ancor oggi è particolarmente venerata: Benedetto XVI la canonizzò il 17 ottobre 2010.

È quindi seguita la visita alla Cattedrale dedicata a Santa Maria Annunciata. Opera di Andrea Vici e Clemente Folchi, il massimo tempio cittadino è stato ricostruito nel primo Ottocento sul luogo dove sorgeva la chiesa romanico-gotica distrutta dal terremoto del 1799. A fare da guida l’arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, mons. Francesco Giovanni Brugnaro. La comitiva cremonese ha varcato la Porta Santa e compiuto il percorso giubilare all’interno del Duomo. Non è mancata una sosta al museo diocesano con pregevoli opere di artisti locali, ma anche di grandi pittori come Luca Signorelli.

A pranzo i giovani sacerdoti sono stati ospitati nel convento di Renecavata, uno dei primi ad essere stati fondati dopo la nascita dell’ordine cappuccino: ancora oggi 14 religiosi di questo ramo della grande famiglia francescana vive in questo suggestivo luogo.

Nel pomeriggio lo spostamento a San Severino Marche per la visita alla cittadina. Il vescovo Antonio, molto conosciuto, è stato spesso fermato dalle persone per un rapido saluto e una benedizione. Nella parrocchia di San Severino Vescovo, meglio conosciuta come don Orione, il presule ha presieduto la Santa Messa. Proprio questa comunità ha avuto don Antonio come parroco per ben cinque anni.

In serata la visita al convento delle clarisse di San Severino per il canto del vespro e la cena.

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Giovedì mattina, è prevista la visita a don Francesco Miti, classe 1951, sacerdote originario di Calvatone, che dal 2000 è fidei donum nelle Marche. Dal 2000 al 2010 è stato parroco della Sacra Famiglia a Porto San Giorgio e attualmente è guida della comunità di Sant’Anna a Porto Potenza Picena. Nel pomeriggio, nel viaggio di ritorno verso Cremona, il gruppo si fermerà a Ravenna per salutare don Arienzo Colombo, classe 1950, originario di Casirate d’Adda, in servizio nell’arcidiocesi romagnola dal 1986. Attualmente don Colombo è direttore dell’Ufficio Pastorale Viaggi e Pellegrinaggi, direttore del Centro Missionario diocesano e parroco di San Giovanni in Fonte nella Cattedrale.

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