La Chiesa cremonese in preghiera nella casa del Papa Buono

Martedì 5 giugno il vescovo Napolioni ha guidato il pellegrinaggio diocesano a Sotto il Monte

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«La santità è il vero elisir della giovinezza». È facendo proprie le recenti parole di Papa Francesco che il vescovo Antonio Napolioni, in occasione del pellegrinaggio diocesano organizzato a Sotto il Monte nell’ambito della peregrinatio dell’urna di Papa Giovanni XXIII, ha invitato i pellegrini cremonesi a camminare sulla strada della santità sull’esempio del Papa Buono. Circa 200 i pellegrini che martedì 5 giugno, dalle varie parti della diocesi, hanno aderito alla proposta del Segretariato diocesano pellegrinaggi.

Percorsi differenziati per i tre pullman giunti in mattinata a Sotto il Monte. I primi a sostare in preghiera davanti all’urna di Papa Roncalli sono stati i conterranei bergamaschi: quelli del consistente gruppo partito da Caravaggio insieme al parroco don Angelo Lanzeni. Subito dopo è toccato all’altro folto gruppo parrocchiale, quello di Cassano d’Adda, guidato da mons. Giansante Fusar Imperatore.

Photogallery dei gruppi di Caravaggio e Cassano d’Adda all’urna

 

L’itinerario del gruppo che ha raccolto i fedeli del Cremonese, guidato da don Roberto Rota, incaricato diocesano per la pastorale del turismo, ha preso avvio, invece, dalla chiesa dove il piccolo Angelo ricevette il battesimo (all’interno è conservato anche la sua prima lapide funebre). Subito dopo la tappa nella casa in cui è nato il Papa santo. Un vero e proprio salto nel passato, tra tanti cimeli e foto a ricordare la vita di altri tempi.

Photogallery del gruppo di Cremona alla casa natale

 

Per tutti, quindi, l’appuntamento è stato sotto il grande tendone allestito nel campo da calcio dell’oratorio, dove alle 11 il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto l’Eucaristia. Un momento vissuto con grande intensità da tutti i presenti (e non solo della diocesi di Cremona). Dietro ai celebranti una gigantografia del Papa Buono, una cui reliquia è stata posta accanto all’altare.

Iniziando l’omelia il vescovo Napolioni ha voluto ricordare la figura di un cremonese, Gaetano Camillo Guindani, che vescovo a Bergamo cresimò il piccolo Roncalli accompagnandolo nella giovinezza, fino alla soglia del sacerdozio.

Con un richiamo al Sinodo dei giovani, il Vescovo ha proposto una riflessione sulla giovinezza interiore di Papa Giovanni proponendo alcuni passaggi del suo diario di giovane seminarista che «rivelano i fondamenti della sua spiritualità, e confermano quanto detto poche settimane fa da papa Francesco: “la santità è il vero elisir della giovinezza”».

«Le rileggo con voi – ha proseguito mons. Napolioni – col pensiero a tutti i nostri giovani, che hanno bisogno e diritto di incontrare qualcuno che testimoni loro l’entusiasmo sincero della fede e li aiuti a viverla come vocazione alla santità e alla gioia perfetta».

E rileggendo la spiritualità di Papa Roncalli ha tracciato la strada sulla quale poter guardare con fiducia verso il futuro: «mettendoci in ascolto orante, ritroviamo le vie dell’obbedienza e della pace (il motto di San Giovanni XXIII), e vinciamo la paura… e potremo attrarre anche i giovani sulle vie della vita». E ancora: «Anche da Papa ottantenne, Roncalli conservava questo atteggiamento:

“basta la cura del presente, non occorre impiegare fantasia e ansietà per la costruzione dell’avvenire. Il Vicario di Cristo sa che cosa il Cristo vuole da lui, non occorre che gli passi davanti a dargli consigli o ad imporgli progetti… non imbarazzarsi del futuro, aspettandolo invece dal Signore” (Giornale dell’anima 971).

Sembra di riconoscere – anche in questo – la voce di Papa Francesco, che ci esorta a confidare nelle sorprese di Dio, che conduce la storia». Così ha concluso: «Lo so che tutti noi, specie i genitori e i nonni degli uomini e delle donne di domani, sentiamo questa responsabilità e la traduciamo anche in preghiera. Ma oggi, è il sorriso sapiente e umile di Papa Giovanni, santo e felice come un bambino, a dirci come si fa».

Photogallery della Messa

 

Al termine della Messa i celebranti, seguiti da molti fedeli, si sono diretti verso la cappella in cui sono custodite le spoglie del Papa Buono. Una lunga processione che, prima, ha fatto tappa nel suggestivo “giardino della pace”. Qui, dinnanzi alla grande statua di Giovanni XXIII, il vescovo ha recitato la preghiera di affidamento. Subito dopo l’omaggio e la preghiera davanti all’urna del santo.

Protogallery della preghiera del gruppo di Cremona sull’urna

Per i pellegrini è stato possibile anche accedere alla cappella sottostante la chiesa, dove si trova un calco del volto del Papa Buono. Accanto la cappella dove sono tumulati i genitori.

 

Il pomeriggio

Dopo il pranzo, mentre Sotto il Monte si è riempito di pellegrini con lunghe code per accedere ai vari luoghi, i pellegrini cremonesi hanno fatto una sosta alla casa del card. Capovilla, prima di proseguire alla volta di Imbersago per la visita al Santuario della Madonna del Bosco. Di questo santuario Giovanni XIII scrisse:

“Tutti i Santuari di Maria mi sono cari, tanti ne visitai… Ma ricordo con particolare affetto il Santuario della Madonna del Bosco, perché fu il sorriso della mia infanzia, la custodia e l’incoraggiamento della mia vocazione sacerdotale…

Allietiamoci insieme di questa edificazione di pietà mariana, che è motivo di pace festosa e incoraggiante per questa brava gente nostra che … ama volgere gli sguardi e le preghiere verso di Lei, la Regina e Madre di Misericordia”.

 

Il pellegrinaggio dei vescovi lombardi

Solo pochi giorni prima, domenica 3 giugno, nell’anniversario della morte di Giovanni XXIII (avvenuta nel 1963, dopo quasi cinque anni di pontificato), i vescovi Antonio Napolioni e Dante Lafranconi, insieme agli altri vescovi lombardi, hanno partecipato a Sotto il Monte alla solenne Eucaristia presieduta nell’anniversario dall’arcivescovo di Milano.

Di seguito il video integrale della celebrazione.

https://www.facebook.com/lecodibergamo/videos/10155556446525814/

 

La peregrinatio dell’urna

L’urna di Giovanni XXIII rimarrà a Sotto il Monte sino a domenica 10 giugno, quando ripartirà per Roma alla presenza del cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro (dove l’urna con papa Roncalli è sepolta sotto l’altare di San Girolamo) e vicario generale del Papa per la Città del Vaticano.

La peregrinatio è iniziata il 24 maggio a Bergamo, dove è rimasta tre giorni, ricchi di eventi simbolici. A iniziare dalle tappe, nel giorno del suo arrivo, in carcere (per ricordare la storica visita che Giovanni XXIII fece nel carcere romano di Regina Coeli il 26 dicembre 1958, poche settimane dopo la sua elezione alla Cattedra di Pietro) e nel Seminario diocesano (a lui dedicato e che fu fortemente voluto e sostenuto da papa Giovanni XXIII, che ne seguì la costruzione), oltre che in Cattedrale di Bergamo.

Domenica 27 maggio le reliquie sono state portate all’Ospedale Giovanni XXIII; quindi nel pomeriggio la partenza per Sotto il Monte, facendo tappa prima al Santuario della Madonna della Cornabusa in Valle Imagna (a cui era molto devoto Roncalli e che nel 1958 presiedette l’incoronazione della Vergine) e poi al convento di Baccanello a Calusco. Da qui è partita la fiaccolata che ha accompagnato le spoglie di san Giovanni XXIII fino a Sotto il Monte, dove Angelo Giuseppe Roncalli nacque il 25 novembre 1881. Qui l’urna è collocata – sino a domenica 10 giugno – nella Cappella Nostra Signora della Pace.

 

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