L’8 gennaio a Castelleone l’incontro del Vescovo con politici e amministratori guardando a san Bernardino Realino

A motivo delle coincidenza con il referendum slitta all'inizio del 2017 il tradizione incontro promosso dall'Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro

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Slitta quest’anno a gennaio il tradizionale incontro del Vescovo con gli esponenti del mondo politico, amministrativo, economico e sociale del territorio diocesano. L’iniziativa, promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, diretto da Sante Mussetola, era stata messa in agenda per domenica 4 dicembre, ma la coincidenza con la data referendaria ha portato a un necessario spostamento.

L’appuntamento si svolgerà, dunque, domenica 8 gennaio. Il ritrovo non è fissato, come consueto, al Centro pastorale diocesano di Cremona, ma a Castelleone.

«La scelta – spiega Sante Mussetola, incaricato diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro – è caduta su Castelleone per una occasione particolare: il 400° anniversario della morte di san Bernardino Realino, legato a questa terra per la funzione civile che qui ha ricoperto prima di abbracciare la vita religiosa. Guardando alla sua figura, e nello specifico alla bontà del suo governo, vi sarà modo di sottolineare il modo di stare nel mondo con lo stile del servizio, richiamando il motto del coordinamento pastorale in cui l’Ufficio è coinvolto».

L’incontro avrà luogo, a partire dalle 9.15, presso il salone dell’ex Cinema “Leone” di Castelleone, in via Garibaldi 27. Il tema della riflessione sarà: “Nel mondo con lo stile del servizio alla luce della testimonianza di san Bernardino Realino”.

Seguirà quindi la Messa presieduta dal vescovo Napolioni, alle 11.30, nella chiesa parrocchiale, intitolata ai Ss. Filippo e Giacomo apostoli.

Altro appuntamento promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro nelle prossime settimane è la Messa natalizia per il mondo del lavoro. Quest’anno a ospitare la celebrazione sarà la ditta Ballarini di Rivarolo Mantovano, dove lavorano più di 250 dipendenti che producono ogni anno oltre 12 milioni di pentole antiaderenti in alluminio. L’appuntamento la mattina di sabato 17 dicembre.

 

Biografia di san Bernardino Realino

SanBernardinoRealinoNato in una illustre famiglia di Carpi, che per i suoi primi studi gli faceva venire i maestri a casa, fu poi mandato all’Accademia modenese. A 26 anni si laurea in diritto civile e canonico e, sotto la protezione di Cristoforo Madruzzo, Bernardino si avvia sulla strada dei pubblici uffici. Governò con giustizia e onestà il comune di Felizzano e quello di Cassine, nel Monferrato, dopo aver esercitato per due anni l’ufficio di avvocato fiscale ad Alessandria.

A servizio di Ferdinando Francesco Davalos, marchese di Pescara e del Vasto, Bernardino fu inviato a Castelleone come magistrato del feudo, devastato da lestofanti. Se a Felizzano e a Cassine Bernadino aveva lasciato sbalordita la gente per la benevolenza usata con tutti, l’alto senso della giustizia e l’illibata onestà nell’amministrazione del pubblico erario, a Castelleone meravigliò tutti con la sua santità. Vigilò con assiduità alla quiete privata e pubblica; fu mite per natura, ma acerbo contro i delitti; fu discreto nel comando, ma esigente nel fare osservare la legge.

Egli fece della carità l’arma infallibile del suo governo: ai bisognosi diede sempre a piene mani, fino a contrarre debiti quando le sue tasche erano vuote.

Gli evidenti miglioramenti apportati dal Bernardino a Castelleone indussero il marchese di Pescara a designarlo suo uditore e luogotenente generale nei feudi che possedeva nel regno di Napoli (1564). Svolse l’ufficio con la sua solita onestà, ma solamente per tre mesi perché nell’udire predicare, nella chiesa del Gesù Vecchio, padre Giambattista Carminata, tocco dalla grazia, decise di entrare nella Compagnia di Gesù, nonostante i suoi 34 anni.

Nel 1567 è ordinato sacerdote e diventa il maestro dei novizi gesuiti. Sette anni dopo, a Lecce, crea un collegio al quale si dedicherà fino alla morte.

Diventò patrono di Lecce mentre era ancora in vita. Nell’estate del 1616, mentre stava morendo, 42 anni dopo essere arrivato in città, venne visitato in forma ufficiale dai reggitori del Municipio che gli facero richiesta di voler essere il protettore della città. Lui, che tanto aveva fatto del bene a Lecce, acconsentì.

Papa Pio XII lo proclamò santo nel 1947.

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