Italia: Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime delle mafie

E’ Padova, la piazza principale della XXIV Giornata della Memoria e dell'Impegno, promossa da Libera per ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnovare l’impegno nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione. Intervista a don Luigi Ciotti

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Il 21 marzo, primo giorno di primavera, Libera celebra in tutta Italia il Giorno della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Il tema che accompagna la Giornata del 2019 è “Passaggio a Nord Est, orizzonti di giustizia sociale”. Tra i partecipanti anche i familiari delle vittime innocenti delle mafie. I nomi delle circa 1.000 vittime vengono letti, come ogni anno, nel corso della giornata. Nomi di donne e uomini che erano semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali, che sono morti per mano delle mafie per aver compiuto il loro dovere.

La manifestazione a Padova e in altre città in Italia e nel mondo

A Padova, dopo il corteo mattutino, una serie di seminari tematici si tengono in otto diverse sale della città, poi, alle 18,30, presso la Basilica Sant’Antonio da Padova si svolge la Veglia in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Oltre a Padova, sono migliaia i luoghi e le piazze in Italia e nel mondo in cui si svolge la manifestazione, con momenti di riflessione e di approfondimento.
“Quello della mafia è un problema trasversale in tutto il nostro Paese – dice don Luigi Ciotti, presidente di Libera – e mai come in questo momento abbiamo nuove dimensioni con il progressivo allargamento del raggio d’azione; le mafie hanno profili organizzativi più flessibili, reticolari, sono loro che costruiscono rete; ma, soprattutto, la dimensione più preoccupante è la mafia come promozione di relazioni e di complicità con attori della cosìddetta area grigia, intesa come lo spazio relazionale al confine tra la sfera legale e quella illegale”. Sull’importanza della memoria delle vittime e dell’impegno nella lotta alla criminalità, don Ciotti aggiunge: “Abbiamo un debito di riconoscenza e di responsabilità con chi è stato assassinato, con chi è rimasto solo. Non dobbiamo dimenticare che sono morti, ma i loro sogni e le loro speranze devono camminare sulle nostre gambe; quindi la nostra è una memoria viva, che ci sfida tutti alla responsabilità e a un maggiore impegno”.

Elvira Ragosta

(fonte: VaticanNews)

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