Italia all’avanguardia nell’Ue nella lotta alla plastica

Secondo una rilevazione di Eurobarometro tra gli italiani è cresciuta la consapevolezza relativa ai danni provocati dalla plastica. Intanto dal 2011 sono vietati i sacchetti di plastica non compostabile e dall’inizio di quest’anno c’è il divieto di produzione e vendita dei cotton fioc non biodegradabili.

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La lotta alla plastica è iniziata e l’Italia ha deciso di schierarsi in prima linea. L’entrata in vigore di alcune normative negli anni passati è stata celebrata al di là di alcune discussioni, ma il 2019 potrebbe segnare il punto di svolta a livello di sensibilità diffusa. Le iniziative contro l’uso della plastica infatti sono diventate notizia quotidiana. La situazione è ben fotografata dall’ultima rilevazione Eurobarometro che riporta che un italiano su quattro evita di acquistare oggetti di plastica monouso e più di due su tre trovano giusto pagare un sovrapprezzo.

Nuovi materiali e politiche di riduzione

Come spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente: “l’Italia nella lotta alle plastiche monouso ha sempre avuto un primato: è stata la prima nazione europea a mettere al bando i sacchetti per la spesa consentendo soltanto l’utilizzo di quelli compostabili già nel 2011. È stata poi la prima ad eliminare i cotton fioc e le microplastiche contenute nei cosmetici e oggi si sta distinguendo nell’impegno anche contro l’usa-e-getta”. Tutto questo, dice, è “una vera e propria sfida fatta di nuovi materiali e di politiche di riduzione che sono ormai al centro del dibattito politico”.

In attesa della direttiva europea

“​​Nel 2021 entrerà in vigore una nuova direttiva europea che metterà al bando definitivamente molti prodotti usa e getta in plastica – spiega Zampetti – ma soprattutto obbligherà a mettere in campo prodotti riutilizzabili per prevenire proprio la produzione di rifiuti”. In attesa che tutto ciò diventi realtà anche a livello normativo cosa si può fare già oggi? Zampetti afferma che sarebbe sensato “iniziare ad adottare comportamenti che riducono fortemente il consumo dell’usa e getta. Per fare qualche esempio: utilizzare la borraccia invece della bottiglia di plastica, su questo alcuni stabilimenti si stanno attrezzando con fontanelle e distributori, portare stoviglie e bicchieri riutilizzabili. È un percorso che dal 2021 diventerà obbligo normativo”.

Ascolta l’intervista a Giorgio Zampetti

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L’efficacia della normativa sulle buste della spesa

Le cose non sono sempre andare così, anzi come ricorda Zampetti: “Prima della messa al bando dei sacchetti di plastica per la spesa, l’Italia ne consumava un quantità enorme pari al 25% di tutta l’Unione Europea. Il provvedimento varato nel 2011 ha permesso di sostituire i sacchetti di plastica con quelli compostabili, più facilmente gestibili nel fine vita anche per la raccolta differenziata dell’umido. Successivamente introducendo un lieve pagamento i consumi di sporte monouso sono stati ridotti di oltre la metà – per la precisione del 55%. Il provvedimento quindi è riuscito ad eliminare un uso della plastica inutile e sostituirlo con altri materiali, ma allo stesso tempo anche a ridurre i consumi in generale”.

I prossimi passi

Nonostante i successi però la lotta alla plastica rimane aperta e c’è ancora molto da fare. Zampetti infatti delinea una serie di attività che andrebbero avviate: “Per riuscire ad azzerare l’inquinamento da plastica in mare, in spiaggia e nell’ambiente in generale bisogna migliorare la gestione dei rifiuti e intercettare quanta più plastica possibile attraverso la raccolta differenziata e soprattutto mettere in campo in maniera seria, consistente e uniforme su tutto il territorio italiano attività di riciclo e recupero di materia”. “Con questi passaggi oggi sarebbe possibile azzerare la dispersione di plastica nell’ambiente – prosegue Zampetti – Al tempo stesso però, bisogna mettere in campo una serie di azioni per sostituire la plastica laddove non è necessaria con altri materiali, compostabili o comunque più sostenibili. Infine poi è necessario portare avanti una politica culturale, di regolamenti e forniture di servizi che puntino al riutilizzabile invece che al monouso, altrimenti continueremo ad avere un’alta produzione di rifiuti che rimane il primo degli anelli su cui intervenire”.

VaticanNews
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