Il vescovo Antonio insieme agli ospiti della Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro

Nel pomeriggio di venerdì 13 maggio, dopo aver incontrato il Consiglio di amministrazione, mons. Napolioni ha visitato i reparti della grande struttura cremonese

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Un pomeriggio intenso, fatto di rapporti umani capaci di consolidarsi profondamente anche solo con poche parole, un sorriso o una carezza. Tanta commozione in un clima di festa, non senza momenti in cui è stato necessario confrontarsi con una realtà fatta di sofferenza, per la vecchiaia che avanza o a motivo di particolari condizioni personali. Si riassume così la visita che il vescovo Napolioni ha fatto, nel pomeriggio di venerdì 13 maggio, alla Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro.

Una visita iniziata alle 15 con l’incontro con il Consiglio di amministrazione. È stato il giovane presidente Fabio Bertusi a presentare al Vescovo questa complessa realtà. Una vera e propria cittadella che il presule ha potuto iniziare a conoscere anche grazie a una cartina. Nel bilancio di Bertusi i tanti servizi, le attività e i progetti, tutto proteso verso il futuro.

Presente all’incontro anche il vice presidente Francesco Boccali e i consiglieri Claudio Bodini, Giovanni Scotti e Liana Boldori. Non mancavano Giorgio Landi, il sindaco di Sospiro Paolo Abruzzi, il parroco don Federico Celini e il collaboratore don Giacomo Ghidoni.

L’incontro, durato pochi minuti, è terminato con alcuni omaggi al Vescovo: un quadro realizzato dagli ospiti della Fondazione, il libro “Il rifugio” di Paul Young e alcune altre pubblicazioni della Fondazione.

È quindi iniziata la lunga visita del Vescovo nella struttura, durante la quale ha incontrato il personale in servizio e gran parte dei circa 700 ospiti di questa articolata realtà di multiservizi, in grado di offrire prestazioni socio-sanitarie residenziali, semiresidenziali e ambulatoriali suddivise in due principali dipartimenti: disabili e anziani.

Mons. Napolioni si è intrattenuto in modo informale con tutti. Gli spunti per iniziare un breve, seppur intenso, colloquio erano dei più disparati: dalle auto alle attività svolte, dai paesi di origine ad alcuni canti, di fronte ai quali il Vescovo non si è tirato indietro.

Parole di conforto e incoraggiamento agli ospiti e ai loro familiari, unite al grazie e al riconoscimento della professionalità dei tanti addetti, affiancati anche da alcuni giovani del Servizio civile.

Tanta commozione in un generale clima di festa, fatto di spontaneità e una iniezione di speranza, insieme all’invito del Vescovo alla fiducia. Un fidarsi e un affidarsi al Signore così anche ai tanti operatori della struttura. Un particolare ringraziamento mons. Napolioni lo ha voluto indirizzare anche ai volontari dell’associazione Dies Domini: una sessantina di persone che garantiscono l’accompagnamento di anziani e disabili alle celebrazioni liturgiche.

L’Istituto di Sospiro è sorto nel 1897 come ricovero per fornire assistenza ai malati cronici poveri, aprendosi successivamente alle persone affette da demenza. Nato come Ipab (Istituzione di pubblica di assistenza e beneficenza), è stato costituito Ente Morale nei primi anni del ‘900 e trasformato in Fondazione di diritto privato dal 1° marzo 2004. Ulteriore passaggio nel dicembre 2009 quando ha acquisito la qualifica di Olus. Oggi la Fondazione Istituto Ospedaliero di Sospiro Onlus si presenta come un’azienda multiservizi che, nell’ambito della Regione Lombardia, offre servizi socio-sanitari residenziali, semiresidenziali e ambulatoriali a circa 700 persone. Nello specifico, le aree di intervento riguardano sia persone anziane che affette da disabilità.

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