Il 19 settembre l’ingresso di don Massimo Sanni parroco di Calvatone, Tornata e Romprezzagno

Ingresso nuovi parroci / 4

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Si è insediato ufficialmente nel pomeriggio di sabato 19 settembre nella parrocchiale di S. Maria Immacolata don Massimo Sanni, nuovo parroco di Calvatone, Tornata e Romprezzagno. A presiedere la solenne Eucaristia il vescovo Dante Lafranconi che ha invitato a guardare la storia «alla luce dello sguardo di Dio». Riflettendo poi sulla figura del parroco ne ha sottolineato il ruolo di pastore e servo, indicando anche una priorità: «essere servo nella comunione delle tre parrocchie».

Circa cinque chilometri separano Calvatone dal paese natale del suo nuovo parroco, Bozzolo. In direzione opposta la stessa distanza porta alla terra del suo precedente ministero pastorale: Piadena, dove era vicario, così come a Vho e Drizzona. Da queste due principali direttrici sono giunti amici e conoscenti, accolti, così come i nuovi parrocchiani, sul sagrato della chiesa.
È qui che alle 16.30 don Sanni e il Vescovo hanno ricevuto il saluto ufficiale della comunità civile da parte di Pierugo Piccinelli, sindaco di Calvatone e presidente dell’Unione dei Comuni di Calvatone e Tornata, rappresentata dal primo cittadino Mario Penci. Un benvenuto ricco di speranza, con l’assicurazione di una collaborazione che potrà contare anche sulle tante realtà di volontariato presenti sul territorio, molte delle quali erano rappresentante dai propri gonfaloni, compreso quello dell’Associazione Alpini, presenti in uniforme.

In chiesa, dopo il saluto liturgico, il vicario zonale, don Luigi Pisani, ha dato lettura del decreto di nomina del nuovo parroco che, al termine, ha asperso l’assemblea con l’acqua benedetta e incensato la mensa eucaristica.
Poi ha preso la parola Giuseppe Mazzi che, porgendo il saluto al Vescovo e a don Sanni, ha subito espresso anche un pensiero di vicinanza per l’ex parroco, don Vincenzo Cavalleri. Quella proposta dal rappresentante delle tre parrocchie ha voluto essere propriamente una «accoglienza unitaria». Lo dimostrava anche la corale che ha animato la celebrazione, per l’occasione formata dai coristi delle tre comunità. «Anche prima eravamo pastoralmente uniti – ha ricordato Mazzi – ma ora lo dovremo essere ancora di più e, sicuramente, in modo diverso. Sapendo superare le difficoltà e abbandonando quelle forme di divisione che non hanno ragione di essere portate avanti. Questo è il compito che ci attende, il cammino che con don Massimo dovremo percorrere».

Nell’omelia il Vescovo, prendendo spunto in particolare dal brano evangelico, ha rinnovato l’invito fatto ai discepoli da Gesù: «non guardare la storia – ha detto il Vescovo – solo fin dove arriva il nostro sguardo, ma alla luce dello sguardo di Dio». «La fede – ha precisato – è assumere questa disposizione: guardare al di là della nostra storia, avere uno sguardo che non è limitato dentro ciò che vediamo, ciò che tocchiamo, ciò che ci serve e ciò che ci piace; ma uno sguardo che va oltre! Se non ci fosse questo sguardo non avremmo martiri! Né dei secoli passati, né dei giorni presenti. Martire è colui che vive in prima persona quello che Gesù ha detto: “Se uno vuol seguirmi prenda la sua croce”».
Una riflessione che ha portato a guardare anche alla figura del parroco «che in una comunità cristiana – ha spiegato mons. Lafranconi – è un compagno di viaggio nella fede, ma che vive il suo viaggio nella propria identità di prete, di sacerdote, di pastore». E ha proseguito: «Noi accogliamo il nuovo parroco desiderosi di compiere con lui un cammino di fede, sulla base di questa comune vocazione di essere cristiani, ma lo accogliamo anche riconoscendo che egli ha il compito di essere pastore e guida, e pregando perché non perda mai la consapevolezza di essere servo! Perché è ciò che il Signore domanda».

«Questa missione di servizio – ha detto ancora – ha tante modalità, tante occasioni e tanti modi concreti per manifestarsi. Non ultima, e forse non la più facile, sarà l’occasione di essere servo nella comunione delle tre parrocchie. In genere è la cosa un po’ più precaria e difficile. È da costruire costantemente e con pazienza, nella consapevolezza che essa richiede impegno, fede, sacrificio, pazienza, apertura di dialogo e capacità di soffrire come il Signore Gesù, che sulla croce morì per riunire i figli di Dio che erano dispersi».
Circa una quindicina i sacerdoti concelebranti. In particolare erano presente don Giuseppe Manzoni, parroco di Piadena e don Giovanni Maccalli arciprete di Bozzolo.

Al termine dell’Eucaristia ha preso la parola don Sanni, che ha ripreso alcuni passaggi della pagina evangelica come consegne per il proprio ministero. “Nessuno lo sapesse” è stato tradotto in «meno protagonismo intorno alla figura del prete»; “Il figlio dell’uomo deve essere consegnato”, come il sacerdote è consegnato alla propria comunità”; e “Accogliere nel mio nome”, che è diventato l’augurio per la reciproca conoscenza tra il parroco e i nuovi parrocchiani. Non sono mancati i saluti e i ringraziamenti, con un ricordo particolare per don Pietro Osini e mons. Maurizio Galli.
Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di sei testimoni, due per ognuna delle tre parrocchie: per Calvatone Roberta e Gianni Pini; per Romprezzagno Carolina Cappelli e Francesco Barbiani; per Tornata Simona Durantini e Ottorino Rossi.

Il pomeriggio è quindi proseguito nel vicino oratorio con un momento di festa.

Omelia del Vescovo:    mp3   pdf

Saluto del nuovo parroco (mp3)

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Biografia del nuovo parroco

Don Massimo Sanni è nato a Bozzolo (Mn) il 20 maggio 1974. Ordinato sacerdote il 17 giugno del 2000, ha iniziato il proprio ministero pastorale a Viadana come vicario della parrocchia S. Pietro apostolo. Nel 2008 il trasferimento, sempre come vicario, nelle parrocchie di Piadena, Drizzona e Vho. Ora mons. Lafranconi l’ha promosso parroco, affidandogli la cura d’anima delle comunità di Calvatone, Tornata e Romprezzagno, succedendo a don Vincenzo Cavalleri.

 

Il saluto di don Sanni sul giornalino

Una semplice parola di saluto alle Comunità di Calvatone, Tornata e Romprezzagno.

Presto inizieremo a lavorare insieme, condividendo le bellezze e le difficoltà della vita pastorale e quotidiana. Potete immaginare la mia emozione, nel contempo vi rendo partecipi del fatto che so di non essere esperto in nulla, ho molto da imparare e da ascoltare. Ma il desiderio di camminare e di collaborare con voi è più forte di ogni comprensibile paura o incertezza.

È un po’ come camminare sulle acque … e, come l’apostolo Pietro, anch’io corro il rischio di affondare se non saranno la speranza e la fede a dettare il passo del nostro relazionarci.

Il prete, che è uomo di carità, ha pur sempre bisogno egli pure, forse più degli altri, di altrettanta carità, perché “dispensa con povere mani e labbra di uomo la divina e ineffabile Parola e presenza di Dio”.

E non sempre ne è all’altezza. C’è una bella espressione che voglio fare mia nel presentarmi a tutti voi. Chi vorrò essere, quale stile incarnare, quale figura di pastore proporre e hiamare in causa? “Servitore della vostra gioia”. Sì, questo desidero essere con voi e in mezzo a voi. Una gioia che non si compra e neppure si baratta, ma solo si riceve dopo aver preparato e aperto il cuore. Questa gioia da scoprire insieme è il Signore.

Con la protezione materna della Vergine Immacolata, l’essenzialità di Antonio, l’autorevolezza di Ambrogio e la letizia di Francesco, nostri patroni, vi saluto e vi abbraccio fraternamente.

Don Massimo

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