«Don Mario, spiritualizzato dalla sofferenza e dall’amore»

Celebrate dai vescovi Napolioni e Lafranconi le esequie di don Bergami nella parrocchiale di Castelleone nel primo pomeriggio di venerdì 9 dicembre

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«Siamo in cammino verso il Natale, ma non solo noi. Don Mario come e più di noi! Il Natale ci ripropone, nel ministero, l’avvenimento del verbo eterno di Dio che si carne. E la vita cristiana, a maggiore ragione la vita di un sacerdote, è proprio questo dialogo con Dio che si fa carne. Siamo attorno alle spoglie fisiche, ma ancora di più stretti all’anima immortale di don Mario perchè abbiamo creduto alla Parola di Dio. Ed essa oggi ci rivela ulteriormente che cosa è stata la sua vita, cosa è la sua morte, cosa è e cosa sarà la sua eternità: un dialogo col Padre». A Castelleone, in una chiesa parrocchiale gremita di sacerdoti e fedeli mons. Antonio Napolioni ha celebrato, nel primo pomeriggio di venerdì 9 dicembre, le esequie di don Mario Bergami, ricordando anzitutto il mistero del Natale ormai imminente.

Accanto a lui il vescovo emerito Lafranconi, il vicario generale don Calvi, il vicario episcopale don Maccagni, il prevosto mons. Ferrari e una cinquantina di confratelli, tra di essi i compagni di ordinazione (1983), il rettore del Santuario di Caravaggio don Mascaretti con alcuni sacerdoti cooperatori, il rettore del Seminario don D’Agostino con diversi seminaristi che insieme ai ministranti hanno servito all’altare col diacono permanente Angelo Papa.

In prima fila i familiari di don Mario, la sorella Franca, i fratelli Lino e Gualtiero, e poi tanti amici e parrocchiani di Castelleone, suo paese natale, ma anche di Luignano e Fiesco dove esercitò il suo ministero, sempre diviso fra la pastorale attiva e i compiti diocesani soprattutto in campo amministrativo. Presenti anche alcuni rappresentanti della casa di riposo Brunenghi dove era ospite da alcuni anni e dove continuava, anche sulla sedia a rotelle, ad esercitare il suo sacerdozio con dedizione.

Proprio alla Brunenghi il sacerdote è spirato la mattina di martedì 6 dicembre a seguito di alcune complicazioni nel suo stato di salute, già fragile e segnato nel profondo anche dal grave incidente automobilistico del luglio 2012, che lo aveva pesantemente limitato nella possibilità di muoversi e di spostarsi autonomamente.

Nell’omelia mons. Napolioni ha richiamato brevemente la biografia sacerdotale del defunto, ma soprattutto il suo zelo pastorale: «Facciamo un regalo a don Mario? Quando viviamo un lutto non diciamo più “il Signore mi ha tolto questo mio caro”, perchè non è vero! Dio non ci toglie nessuno, ma aspetta e accoglie tutti, Lui che è la sorgente sicura della nostra esistenza». «Non siamo su questa terra per sbaglio – ha proseguito -, ma siamo qui chiamati per nome, consapevoli che il nostro traguardo è sicuro».

Di questo era consapevole don Mario che negli ultimi anni ha vissuto «un sacerdozio a rotelle», segnato magari da una lotta interiore per non perdere la serenità, ma sempre contrassegnato dalla fede. Il suo handicap non lo ha mai distolto dal suo servizio e da una partecipazione costante alla vita del presbiterio diocesano.

Commentando il Vangelo nel quale Gesù invita ad essere sempre pronti, mons. Napolioni ha stigmatizzato il modo di pensare corrente che giudica positivamente una morte improvvisa: «Una volta – ha aggiunto – si pregava per essere liberati da una morte veloce e ci si preparava all’incontro con Dio. Ma cosa significa essere pronti? Significa voler bene, desiderare di incontrare gli altri, amare Dio e i fratelli».

E rivolgendosi direttamente a don Bergami ha concluso: «Grazie don Mario per tutto quello che sei stato, per le cose che hai fatto e anche per quelle che avresti potuto fare e non hai fatto e hai accettato in qualche modo di consegnarti, nel dolore e nell’umiltà, alla presenza del Padre, alla certezza di essere amato in Cristo, alla forza dello Spirito. Ora questo Spirito ci fa sentire quanto sei vivo, quanto sei stato spiritualizzato progressivamente dalla sofferenza e dall’amore».

Omelia di mons. Napolioni

Al termine delle preghiere dei fedeli il Vescovo ha chiesto l’intercessione di don Mario a favore di tutto il prebisterio, perchè sia sempre più unito e capace di vera collaborazione per la diffusione del Regno di Dio.

Dopo i riti di commiato, vescovi e sacerdoti hanno accompagnato il feretro sul sagrato per l’ultima benedizione. Poi si è formato il corteo funebre guidato dal parroco mons. Ferrari; l’ultimo viaggio di don Mario fra le case della sua amata Castelleone, l’ultimo viaggio verso il camposanto dove ora riposa insieme ai suoi cari.

Per volere dei familiari le offerte raccolte in suo ricordo saranno devolute alla casa di riposo Brunenghi e al nuovo oratorio parrocchiale.

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Biografia di don Mario Bergami

Don Mario Bergami, nato a Castelleone il 30 agosto 1952, fu ordinato sacerdote il 18 giugno 1983.

Dopo alcuni anni come vicerettore del Collegio Gregorio XIV, assunse, nel 1986, l’incarico di segretario dell’Istitutio diocesano per il sostentamento del Clero.

Nel 1993 il trasferimento a Caravaggio come sacerdote cooperatore del Santuario di S. Maria del Fonte fino al 1997.

Per alcuni anni è stato anche parroco di Luignano, frazione di Sesto Cremonese. Dal 1997 al 1999 è stato quindi responsabile dell’Ufficio amministrativo della Curia. Nel 1999 la promozione a parroco di Fiesco dove rimase fino al 2009.

Da alcuni anni risiedeva a Castelleone a causa dello stato di salute, che, comunque, non gli ha impedito di continuare ad esercitare con zelo il suo ministero sacerdotale.

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