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Settimana Santa: i riti presieduti del Vescovo in Cattedrale

Con la Domenica delle Palme, si apre la Settimana Santa. Dopo aver vissuto con i giovani la veglia di preghiera al Palazzetto dello sport di Cremona, il vescovo Antonio Napolioni presiederà domenica pomeriggio in Cattedrale la Messa delle Palme. La celebrazione inizierà alle 17.45 nella vicina chiesa sussidiaria di S. Girolamo dove, dopo la benedizione dei rami di palma e di olivo, si snoderà la processione verso la Cattedrale. Accanto a mons. Napolioni ci saranno il vescovo emerito Dante Lafranconi e i canonici del Capitolo della Cattedrale.

Nella mattinata del 13 aprile, Giovedì Santo, tutti i sacerdoti della diocesi saranno chiamati in Cattedrale per concelebrare la Messa del Crisma, durante la quale rinnoveranno le promesse presbiterali. La liturgia inizierà alle 9.30 con la processione dal Palazzo Vescovile. Nell’omelia mons. Napolioni ricorderà gli anniversari di ordinazione. Quest’anno festeggiano il 65° don Aldo Grechi, don Mario Olivi e don Silvano Rossi; il 60° mons. Giovanni Amigoni, don Ennio Asinari, don Stefano Bonfatti, don Sergio Lodigiani e mons. Giuseppe Soldi; il 50° don Giuseppe Bernardi Pirini, don Giuseppe Giori, mons. Mario Marchesi, don Franco Morandi, mons. Marino Reduzzi e don Angelo Scaglioni. Ricorda il 25° don Claudio Rubagotti. Non mancherà una preghiera di suffragio per i sacerdoti scomparsi durante i dodici mesi precedenti: don Luciano Sottili, don Angelo Merisio, don Giampaolo Rossoni, don Mario Bergami e il diacono permanente Giuseppe Mazzolini. Durante la Messa saranno benedetti gli oli santi che, al termine della celebrazione, il Vescovo consegnerà ai Vicari zonali perché siano distribuiti in tutte le parrocchie. Accanto a mons. Napolioni ci saranno il vescovo emerito mons. Dante Lafranconi, l’arcivescovo eletto di Ferrara-Comacchio mons. Gian Carlo Perego, il vicario generale don Massimo Calvi e il vicario episcopale per la pastorale don Gianpaolo Maccagni. La celebrazione sarà trasmessa in diretta streaming sul nostro portale e in diretta radiofonica su RCN-InBlu.

Alle 12.15, in Seminario, il pranzo dei sacerdoti con il vescovo Napolioni,.

Nel pomeriggio del 13 aprile, alle 18 in Cattedrale, il vescovo Napolioni presiederà la Messa “in Coena Domini” con il suggestivo rito della lavanda dei piedi ad alcuni dei catecumeni che riceveranno i sacramenti dell’Iniziazione cristiana nella Veglia di Pasqua. La celebrazione sarà trasmessa in streaming sul nostro portale e in diretta radiofonica su RCN-InBlu.

La giornata di venerdì 14 aprile inizierà alle 8.45 in Cattedrale con la Liturgia delle Ore presieduta dal Vescovo insieme al Capitolo della Cattedrale.

Alle 18 il vescovo Napolioni guiderà quindi l’Azione liturgica della Passione e Morte del Signore, caratterizzata dalla lettura dialogata della passione secondo l’evangelista Giovanni e dall’adorazione della Croce. La celebrazione sarà trasmessa in streaming sul nostro portale e in diretta radiofonica su RCN-InBlu.

In serata, inoltre, alle 21 il vescovo Antonio presiederà la processione cittadina con la reliquia della Sacra Spina, alla presenza delle autorità civili. Il corteo dei fedeli si snoderà da piazza del Comune in largo Boccaccino, via Mercatello, corso Mazzini, piazza Roma (lato sud), corso Cavour, via Verdi, piazza Stradivari, via Baldesio e di nuovo piazza del Comune. La conclusione della processione come sempre di nuovo in Cattedrale, dove il Vescovo terrà l’omelia e impartirà la benedizione con la preziosa reliquia. Le offerte raccolte durante l’intera giornata saranno devolute ai bisogni della Chiesa in Terra Santa. La celebrazione sarà trasmessa in diretta streaming sul nostro portale.

Anche la giornata di sabato 15 aprile inizierà alle 8.45 in Cattedrale con la Liturgia delle Ore presieduta dal Vescovo insieme al Capitolo della Cattedrale.

In serata alle 21.30, mons. Napolioni celebrerà la solenne Veglia pasquale, che avrà inizio nel cortile del palazzo Vescovile con la liturgia della luce. Quindi proseguirà in Cattedrale dove, dopo l’omelia, il Vescovo amministrerà i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana a 22 catecumeni adulti. La celebrazione sarà trasmessa in streaming sul nostro portale e in diretta radiofonica su RCN-InBlu, oltre che in tv su Cremona1 (canale 211 del digitale terrestre).

All’indomani, alle 11, il Vescovo presiederà in Cattedrale il solenne Pontificale di Pasqua, al termine del quale impartirà la benedizione apostolica con annessa indulgenza plenaria. Anche questa celebrazione sarà trasmessa in streaming sul nostro portale e in diretta radiofonica su RCN-InBlu, oltre che in tv su Cremona1.

Il servizio liturgico di tutte le principali celebrazioni della Settimana Santa in Cattedrale sarà garantito dagli studenti di Teologia del Seminario Vescovile di Cremona, sotto la direzione del segretario e cerimoniere episcopale don Flavio Meani. Canti affidati, invece, al Coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi.

Ultimo appuntamento della Settimana Santa nel pomeriggio, alle 17 in Cattedrale, dove il Vescovo presiederà i Secondi Vespri di Pasqua a conclusione del Triduo Pasquale, alla presenza dei canonici del Perinsigne Capitolo della Cattedrale presieduto da mons. Giuseppe Perotti.




Venerdì Santo del silenzio e del discernimento

Nel pomeriggio del 14 aprile, Venerdì Santo, il vescovo Antonio Napolioni ha presieduto in Cattedrale l’Azione liturgica della Passione e Morte di Gesù. Una celebrazione iniziata nel più completo silenzio, con una breve sosta di preghiera durante la quale il Vescovo si è prostrato ai piedi dell’altare.

Quindi la liturgia della Parola, che ha avuto come centro il racconto che narra la storia di un Dio che ac­cetta di donarsi fino in fondo e per questo affronta la sofferenza e la morte. Dopo la lettura del Passio – proposto dal diacono Nicola Premoli insieme ai seminaristi Arrigo Duranti e Andrea Bassani – la riflessione del Vescovo che, richiamandosi al prologo di Giovanni, si è interrogato su come quella Parola che si è fatta carne ora sia diventata cadavere. Come, dunque, far sì che la Parola non muoia, pur rispettandone il silenzio? Quel silenzio d’amore che – ha sottolineato il Vescovo – non si risparmia il dolore, non lo ignora e vi si accosta con rispetto, ma anche lo sposa con tutta la drammaticità e la fecondità che sprigiona. Una Parola che diventa silenzio nella morte, ma perché esploda il Vangelo. «La Buona Notizia – ha spiegato mons. Napolioni – che non è il lieto fine, ma l’inizio dei tempi nuovi»

Il Vescovo ha quindi ripreso le domande poste da Gesù. E quel «Chi cercate» oggi è rivolta a ciascuno. «È tempo che i cristiani – ha proseguito il Presule – imparino che cosa vuol dire discernere». Così il «Tu lo dici» si traduce in un chiaro inviato a prendere una posizione chiara nella vita. E ancora: «Sta a noi decidere dov’è il Signore, che cosa ne facciamo nella nostra vita, fin dove lo portiamo nella realtà». L’impegno è quello di essere testimoni. «Ma non per considerarci degli eroi – ha precisato il Vescovo – quanto piuttosto perché la comunione con lui è tutto per noi e diventa cemento anche della comunione con gli altri».

Un Venerdì Santo nel silenzio, dunque, che tappa la bocca da ogni pettegolezzo e, risvegliando la coscienza, porta a mettersi in cammino.

La liturgia è continuata con la “preghiera universale”, nella quale si è pregato per la santa Chiesa, il Papa, il Vescovo e i sacerdoti, i catecumeni, l’unità dei cristiani, gli ebrei, i non cristiani, coloro che non credono in Dio, i governanti e i tribolati.

Poi è stata portata la Croce, per la solenne adorazione. Croce non come strumento di morte, ma come segno di salvezza; non come strumento di condanna, ma come segno di liberazione; non come strumento di umiliazione, ma come segno di esaltazione. Per tre volte il Vescovo, mostrando la croce, ha cantato «Ecco il legno della Croce, al quale fu appeso il Cristo, Salvatore del mondo». Poi tutti hanno reso omaggio al Crocifisso, baciandolo.

Infine la celebrazione si è conclusa con la Comunione eucaristica: nel Venerdì Santo nessuna consacrazione, così sono state portate all’altare le particole consacrate il giorno precedente.

Accanto al Vescovo i canonici del Capitolo della Cattedrale e alcuni sacerdoti della città.

Il servizio liturgico è stato garantito dai seminaristi diocesani, mentre i canti sono stati guidati da don Graziano Ghisolfi, accompagnato all’organo dal maestro Fausto Caporali.

I fedeli sono stati quindi congedati ancora nel silenzio, senza alcuna benedizione finale. In serata alle 21 la processione cittadina della S. Spina presieduta dal Vescovo.

 

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Le altre celebrazioni della Settimana Santa:

 




Un giovane medico di Pizzighettone in Sierra Leone con Cuamm

Partirà lunedì 18 marzo, per Freetown, capitale della Sierra Leone, dove presterà servizio per 6 mesi. Michele Orsi, specializzando al quarto anno di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi di Milano, originario di Pizzighettone, ha 29 anni e tanta curiosità e voglia di mettersi in gioco in un contesto così difficile.

«Parto consapevole che per il primo periodo dovrò aprire molto gli occhi e le orecchie e chiudere la bocca – afferma Michele Orsi -, perché siamo ospiti a casa di altri e non abbiamo il diritto di imporre il nostro metodo. Sono curioso di capire come funziona un grande ospedale in Sierra Leone e di sperimentarmi con le ecografie, che sono la mia passione. In valigia metto tanta umiltà e pazienza. Credo che saranno di più le cose che mi “porterò a casa” da questa esperienza che quelle che porterò io, lì».

Il Princess Christian Maternity Hospital (PCMH) è la più grande maternità del paese, serve circa 1 milione di persone, conta 129 posti letto, oltre 9.000 ricoveri l’anno e nel 2017 ha effettuato 6.891 parti.

Michele trascorrerà un periodo di 6 mesi, che gli sarà poi riconosciuto nel percorso universitario, grazie a un progetto di Medici con l’Africa Cuamm chiamato JPO (Junior Project Officer) che, in più di 15 anni, ha permesso a 150 specializzandi, provenienti da oltre 20 università italiane, di effettuare un periodo di tirocinio in Africa.

È possibile sostenere il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm con una donazione su c/c postale 17101353 e online su www.mediciconlafrica.org; con 40 euro è possibile garantire il parto assistito a una futura mamma.

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

Nata nel 1950, Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Realizza progetti a lungo termine in un’ottica di sviluppo, intervenendo con questo approccio, anche in situazioni di emergenza, per garantire servizi di qualità accessibili a tutti. Oggi Medici con l’Africa Cuamm è impegnato in 8 paesi dell’Africa sub-Sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania, Uganda) con oltre 2.200 operatori sia europei che africani; appoggia 24 ospedali, 64 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all’Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 3 scuole infermieri e 1 università (in Mozambico).

L’IMPEGNO IN SIERRA LEONE

Lo staff di Medici con l’Africa Cuamm era presente sul territorio nazionale a Pujehun già dal 2012, prima dell’epidemia di Ebola che dal 2014 ha causato migliaia di morti. Il Cuamm non ha mai abbandonato il paese, dando il proprio contributo per fronteggiare l’epidemia anche nei momenti più difficili. Oggi il paese deve ripartire, nonostante il sistema sanitario in forte crisi. Per questo da febbraio 2015 l’intervento si è esteso alla riabilitazione dell’ospedale di Lunsar, in collaborazione con la Direzione dell’ospedale dell’Ordine Ospedaliero di san Giovanni di Dio. Da marzo 2016 invece il Cuamm ha accettato la richiesta del ministero della sanità di intervenire anche a Freetown, la capitale, per rilanciare il Princess Christian Maternity Hospital, la principale maternità della Sierra Leone. La lotta alla mortalità materno-infantile è la nuova sfida da vincere, nel paese con il tasso più alto al mondo di mortalità di mamme e bambini. In questa direzione si inseriscono anche i nuovi interventi nelle aree di Bonthe, Bo e Makeni, sia a livello ospedaliero, che territoriale. Dal mese di febbraio 2018 il Cuamm ha avviato un grande progetto che mira ad attivare un servizio per le emergenze, ostetriche e chirurgiche, una sorta di 118, su tutto il territorio nazionale.




«L’Eucaristia ci faccia Chiesa felice del suo Signore»

Messa “in Coena Domini”, della cena del Signore, nel pomeriggio di giovedì 13 aprile in Cattedrale, con il pensiero del vescovo Antonio andato subito al Cenacolo. Quello visitato poche settimane prima con gli oltre 200 cremonesi che hanno preso parte con mons. Napolioni al pellegrinaggio diocesano in Terra Santa. L’attenzione è stata rivolta anche ai 22 catecumeni che nella veglia di Pasqua riceveranno i sacramenti dell’Iniziazione cristiana: proprio ad alcuni di loro il Vescovo ha lavato i piedi, ripetendo il gesto compiuto da Gesù nell’Ultima cena.

Un gesto estremo quello compiuto quella sera da Cristo. Eppure «Dio tutti i giorni lava i piedi, il cuore e l’anima» e proprio per questo l’uomo ha la certezza di non essere solo. Non solo: quell’acqua della lavanda dei piedi «è un segno timido del sangue che lava i peccati del mondo».

Solo l’evangelista Giovanni racconta questa scena invece che quella dello spezzare il pane. Segno chiaro, secondo il Vescovo, che l’Eucaristia non deve solo essere celebrata, ma anche vissuta.

Mettendo in guardia dal rischio di abituarsi ai gesti della fede, mons. Napolioni ha voluto augurare ai catecumeni che «l’Eucaristaia e l’amore di Cristo si compia tutti i giorni della vostra vita, nonostante i limiti umani». perché il Signore «vi prende per i piedi e vi tiene in braccio come bambini». Infine un ultimo augurio: «L’Eucaristia stasera ci faccia Chiesa felice del suo Signore!».

 

Proprio subito dopo l’omelia la lavanda dei piedi.

La Messa è stata animata con il canto dal Coro della Cattedrale, accompagnato all’organo dal maestro Fausto Caporali. Il servizio liturgico è stato garantito dai seminaristi, coordinati dal cerimoniere vescovile don Flavio Meani.

Cuore della celebrazione è stata la liturgia eucaristica. Insieme a mons. Napolioni hanno concelebrato i canonici del Capitolo della Cattedrale e alcuni altri sacerdoti della città, tra i quali don Antonio Facchinetti, incaricato diocesano per il Catecumenato. All’altare anche il diacono don Nicola Premoli, prossimo al presbiterato.

Dopo le comunioni un altro gesto caratteristico di questa celebrazione (che al canto del Gloria ha visto risuonare campane e strumenti musicali che rimarranno muti sino alla Veglia di Pasqua): al termine della Messa tutti si sono messi in processione verso la Cappella del Santissimo per la reposizione dell’Eucaristia. Dopo un momento di adorazione l’assemblea si è quindi sciolta nel silenzio.

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Le altre celebrazioni della Settimana Santa:

 




Disponibili i materiali ricordo del pellegrinaggio in Terra Santa con il Vescovo

Sono disponibili, presso la Casa della Comunicazione e l’agenzia turistica ProfiloTour, i materiali a ricordo del pellegrinaggio diocesano in Terra Santa di inizio marzo con il vescovo Antonio Napolioni. Oltre 200 i cremonesi che hanno condiviso questa intensa esperienza di fede.

Nello specifico si tratta di un cofanetto contenente due dvd: uno con tutte le fotografie (ad alta risoluzione) scattate durante il viaggio e già visibili in anteprima nelle gallery del portale diocesano; l’altro con il reportage video del viaggio, in parte già trasmesso nella rubrica “Giorno del Signore” più alcune parti inedite. Nel video anche tutte le riflessioni-video proposte dal vescovo Antonio alla fine delle diverse giornate.

Ad arricchire la proposta anche il supplemento pasquale del settimanale diocesano, dedicato appunto alla Terra Santa: non solo con il ricordo del pellegrinaggio, ma anche con approfondimenti e contributi di riflessioni.

I materiali ricordo sono disponibili alla Casa della Comunicazione (presso il Centro pastorale diocesano di Cremona, in via Stenico 3B, tel. 0372-20666, e-mail paolo@nuovaeditricecremonese.it) e l’agenzia ProfiloTours (piazza S. Antonio Maria Zaccaria 2, tel. 0372-460592, info@profilotours.it).

 

Resoconto del pellegrinaggio:




Nel Pontificale di Pasqua l’invito del Vescovo a “entrare” nel mistero della Risurrezione

«Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello – si è cantato nella antica sequenza di Pasqua – il Signore della vita era morto ma ora, vivo, trionfa». Proprio la gioia per la risurrezione di Gesù, dopo i giorni della passione, è stata il motivo dominante nel solenne pontificale di Pasqua presieduto domenica 16 aprile in Cattedrale alle ore 11 dal vescovo Antonio.

L’affollata assemblea liturgica ha partecipato alla festosa Eucaristia, allietata dal canto del coro della Cattedrale guidato da don Graziano Ghisolfi, accompagnato dall’organo e da una tromba squillante, attorno ad un altare circondato dai colori della primavera ormai avanzata. Accanto al Vescovo ha concelebrato il Capitolo della Cattedrale, assistito dal diacono don Nicola Premoli, prossimo all’ordinazione sacerdotale, ed il gruppo degli studenti di teologia del Seminario diocesano.

Alla celebrazione hanno potuto assistere anche molti fedeli dalle proprie case, anziani e ammalati, grazie alla diretta televisiva prodotta da TeleRadio Cittanova, il centro di produzione della Diocesi, e diffusa dalla frequenze dell’emittente Cremona1, oltre che in streaming dal nostro portale internet e via radio su RCN-InBlu.

Una celebrazione pasquale che il Vescovo ha introdotto facendo memoria dei 22 catecumeni battezzati durante la Veglia Pasquale della notte precedente e rinnovando a tutti i presenti l’invito a riscoprire la grazia del proprio Battesimo. Il segno dell’acqua, aspersa sul popolo, ha così introdotto la lode rivolta al Signore e l’ascolto della Parola.

Riflettendo brevemente sul Vangelo di Giovanni scelto dalla liturgia pasquale, il Vescovo ha voluto sottolineare l’analogia tra l’ingresso nella tomba ritrovata vuota del corpo di Gesù e l’urgenza di “entrare” nel mistero della sua risurrezione.

«Il vero luogo della Pasqua – ha affermato – è il Signore Gesù». Nella sua nuova e vivente presenza tutti i credenti sono invitati a ritrovare il senso della propria vita. Non semplicemente per «ricominciare» – con il rischio di perpetuare scelte e stili appartenenti all’uomo «vecchio» – ma per «ripartire» su nuovi sentieri, allargando il respiro dell’anima e dilatando il cuore ai bisogni degli altri, e alle grida del mondo.

È proprio l’incontro con il Risorto – ha continuato il Vescovo – che ci spinge ad uscire, ad annunciare e testimoniare la fede, e a farci missionari. «Tra la Pasqua nel tempo e quella eterna si snoda la nostra vicenda umana», ha concluso. Una avventura nella quale imparare ad amare, morendo ogni giorno un po’, per risorgere un poco ogni giorno.

La celebrazione si è conclusa – dopo la Comunione – con la benedizione solenne e l’indulgenza plenaria concessa a coloro che hanno pienamente partecipato della grazia pasquale nei sacramenti. Ma non senza aver ringraziato tutti coloro che – a vario titolo – si sono prodigati nella intensa Settimana Santa appena conclusa affinché la Cattedrale potesse diventare luogo accogliente per la preghiera, per celebrare il perdono di Dio e porsi in ascolto della sua Parola.

Una riconoscenza che idealmente si è estesa a tutte le Comunità cristiane della Diocesi, che per i prossimi otto giorni – l’Ottava di Pasqua – continueranno a celebrare la gioia della risurrezione.

 

Il video della Messa del giorno di Pasqua

 

 

Le altre celebrazioni della Settimana Santa:

 




Il 12 aprile a Corte de’ Frati veglia di preghiera per la Siria

Mercoledì 12 aprile, nella giornata di digiuno e preghiera per la Siria, veglia di preghiera a Corte de’ Frati, in chiesa parrocchiale (ore 20.30). L’iniziativa è promossa da Pax Christi, Caritas diocesana, Gruppo Oscar Romero e ACLI provinciali.

Condannando la strage a Idlib, in Siria, Caritas Italiana e Pax Christi Italia annunciano una giornata di digiuno e preghiera per la Siria da celebrare in tutte le Caritas diocesane e i gruppi locali di Pax Christi mercoledì 12 aprile.

“Ancora vittime. Ancora orrore, morte e cancellazione di vite umane, tra cui molti bambini a Idlib, in Siria. – si legge in una nota congiunta –.Mentre Istituzioni internazionali e Governi continuano in sterili negoziati, discussioni inutili e rimpalli di responsabilità, siamo ancora una volta davanti ad un crimine che papa Francesco ha definito “inaccettabile”. Perché ogni guerra è crimine, follia, suicidio dell’umanità, avventura senza ritorno. Stiamo e restiamo dalla parte delle vittime non solo per aiutarle a sopravvivere alla guerra, ma anche a costruire un futuro durevole di pace basato sulla cultura della nonviolenza. Solo grazie ai giovani, la nonviolenza potrà finalmente tornare a sbocciare nella sofferente nazione siriana, come un fiore tra le macerie, come evidenziato nel dossier di Caritas sulla Siria presentato lo scorso marzo.
Così come stiamo e restiamo dalla parte delle vittime in Congo, in Sud Sudan, in Yemen dove i bombardamenti avvengono anche con armi italiane”.

“A Idlib in Siria – scrivono Caritas Italiana e Pax Christi – si è parlato di uso di armi chimiche, di gas. Sappiamo che in guerra la verità è la prima vittima, ma chiediamo a gran voce che sia appurata. Nel contempo chiediamo un deciso impegno a porre fine a questa follia, evitando il rischio reale dell’assuefazione e rassegnazione di fronte ad una terza guerra mondiale combattuta a pezzi”.

Da qui in appello: “Invitiamo alla preghiera per le vittime, ma anche all’indignazione contro la guerra e le armi, comprese quelle nucleari di cui si parla all’ONU in questi mesi e su cui Pax Christi e Caritas sono già intervenute. Facciamo nostre le parole di papa Francesco a Redipuglia, 13 settembre 2014: ‘Anche oggi le vittime sono tante… Come è possibile questo? È possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante! E questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi, hanno scritto nel cuore: A me che importa?”.

Arriva così una concreta proposta di solidarità: “Per evitare che anche nel nostro cuore ci sia scritto ‘A me che importa?’, raccogliendo le ripetute sollecitazioni del Santo Padre, proponiamo alle Caritas diocesane, ai Gruppi di Pax Christi e a quanti vogliano aderire una giornata di digiuno che accompagni la preghiera per la Siria, mercoledì 12 aprile, alla vigilia del Triduo Pasquale; per non dimenticare, per vivere la passione e la croce di tanti innocenti nel mistero della Passione di Cristo, nella luce della Speranza della Pasqua”.

Proprio in questo senso si colloca l’iniziativa promossa, nella setata del 12 aprile, a Corte de’ Frati.




Dal buio alla luce, la potenza della gioia

Veglia pasquale di amore e di gioia nella Cattedrale di Cremona. Così l’ha definita il vescovo Antonio Napolioni rileggendo nell’omelia il passaggio dal buio alla luce. Quello vissuto all’inizio della celebrazione con la benedizione del fuoco e la preparazione del cero pasquale (a causa del maltempo non nel cortile di Palazzo vescovile, ma all’ingresso del transetto meridionale del Duomo). Fino a che «la luce di Cristo» ha rischiarato le tenebre nelle quali era immerso il massimo tempio cittadino, che al canto del Gloria, quando sono state “sciolte” le campane e gli strumenti musicali sono tornati a risuonare, è stato illuminato in tutto il suo splendore al canto.

Dopo l’annuncio di Pasqua, l’intensa liturgia della Parola ha preparato al momento più atteso, quello del conferimento dei Sacramenti a 22 catecumeni. Cinque gli italiani. Gli altri erano stranieri ormai da tempo nel nostro Paese o giunti di recente a seguito dei cosiddetti “viaggi della speranza” sui barconi e attualmente in attesa di un riconoscimento giuridico.

Dodici sono residenti a Cremona: Aphouet Marthe, Caterina, Eric, Isaac, Keren Maraison, Kra Princilia, Lindita Alice, Mika, Nicola, Patene, Roberto, Yves Abo. Hanno svolto il cammino di preparazione in diverse parrocchie cittadine: Cristo Re, S. Abbondio, S. Agostino, S. Bernardo, S. Ilario, S. Pietro al Po, Boschetto e Cambonino. Sei provengono dall’area settentrionale della diocesi: si tratta di Daniela Ketti, Dila, Pavlin, Salvatore, Violeta e Yanelis, delle parrocchie di Antegnate, Brignano Gera d’Adda, Caravaggio e Rivolta d’Adda. Quattro appartengono alla comunità Martignana di Po: Stella, Chiara Alma, Lucia Evisa, Benedetta Antela.

A loro si è rivolto il Vescovo nell’omelia, richiamando anzitutto i segni di oscurità presenti nel mondo (come il terremoto, di cui parla brano evangelico) o dovuti alla debolezza tipica della condizione umana, capace di ricordare che tutto può essere distrutto con bombe ad alto potenziale dal costo da diversi milioni di dollari. Senza dimenticare neppure le sofferenze sopportate da questi catecumeni, che hanno vissuto il travaglio di scelte difficili o il pericolo di guerre e fughe al limite della sopravvivenza.

Storia di peccato e di morte, cui si contrappone una storia di salvezza e santità. Perché – ha ricordato il Vescovo – c’è una vita più forte del tempo: «La vita eterna inaugurata da quella tomba vuota».

In questo senso, secondo mons. Napolioni, i Sacramenti oltre che essere un dono sono anche un compito: quello di vincere la guerra, di sconfiggere il male e mettere in circolo la grazia. «Vi consegno, e riconsegno a tutta la comunità, – ha affermato il Vescovo – la potenza della gioia. Credo che solo la gioia ci salverà. Ma forse non sappiamo cos’è davvero la gioia: cerchiamola! Il Signore che la rivelerà. La farà nascere e crescere in noi. Non è l’allegria, il divertimento o il successo, ma qualcosa che assomiglia alla pace profonda». Una condizione che permette ogni giorno di riscoprirsi amati.

Il protagonista dunque è Cristo, ai cui piedi tutti si trovano: «non come schiavi, ma come innamorati – ha precisato il Vescovo –. E quei piedi daranno ali alla nostra fatica di camminare e ci colmeranno di speranza». Parola d’ordine: amore. Non da intendere come fuga nella storia, ma unica vera traccia che la rende migliore. «Non è mai troppo tardi – ha quindi concluso il Vescovo – per scoprire il senso della vita e camminare sulle tracce di Gesù vivente».

Dopo la benedizione dell’acqua è stato il momento dei Battesimi, seguiti dal conferimento della Cresima. Le nazionalità più rappresentate tra i catecumeni d’origine straniera erano quelle albanese e ivoriana, ma non mancava neppure chi proveniva dalla Bosnia o dal Gambia. I più «lontani» sono nati a Cuba e in Giappone.

Gli italiani per lo più sono cresciuti in un contesto cristiano, ma il disinteresse o l’opposizione dei genitori ha portato a non farli battezzati da ragazzi. Una scelta – o una non scelta – a cui hanno potuto finalmente porre rimedio. Fattore scatenante per la loro decisione è stata, in un caso, una grave malattia, in altri il percorso verso i sacramenti dei figli o, comunque, la loro frequentazione alle proposte educative degli oratori.

Sempre, comunque, ha giocato un ruolo decisivo la vicinanza e l’accompagnamento della comunità parrocchiale in cui si sono inseriti, che ha saputo testimoniare e trasmettere la gioia e l’orgoglio di essere cristiani.

Per quanti sono giunti in Italia dall’Albania, invece, a impedire il battesimo è stata quasi sempre la presenza del regime comunista. In alcuni casi il Cristianesimo era del tutto sconosciuto. In altri era vissuto di nascosto, tanto che per qualcuno che, comunque, in famiglia è stato cresciuto con i valori della fede, è stato davvero uno shock scoprire solo da adulto di non essere mai stato battezzato. Per qualcuno il fatto di diventare cristiano ha significato dare seguito a una promessa fatta ai genitori: essi, infatti, erano costretti, nella realtà islamica in cui vivevano, a una forzata vita da musulmani.

Per alcuni il percorso del catecumenato è stato la ripresa di un cammino interrotto in passato per difficoltà di vario genere. Come ad esempio la fuga dal proprio Paese d’origine a causa della guerra.

Dietro ai volti di questi 22 nuovi cristiani anche storie di sbagli, di vite che hanno ritrovato nuovo senso portando a una conversione anche nella fede.

Dopo la liturgia eucaristica, per tutti loro è stato il momento di ricevere per la prima volta l’Eucaristia.

La Veglia, animata con il canto da alcuni membri del Coro della Cattedrale insieme ai giovani coristi del Boschetto, è stata concelebrata dal Capitolo della Cattedrale, alcuni sacerdoti della città e i sacerdoti delle parrocchie dei catecumeni.

Prima della benedizione finale l’omaggio a Maria con il canto del Magnificat e il Vescovo che ha ringraziato le comunità di origine dei 22 catecumeni per l’accompagnamento. «Si prenderanno ancora cura di voi – ha assicurato mons. Napolioni ai neofiti – ma anche voi ora prendetevi cura di noi. Perché da tutto il mondo queste energie nuove possano ringiovanire e riempire di letizia la Chiesa di Dio, in Cremona e su tutta la terra. Questa è la nostra missione: più forte di ogni minaccia, di ogni terremoto, di ogni paura!».

 

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Il video integrale della Veglia

 

 

Approfondimento sui 22 catecumeni

 

Le altre celebrazioni della Settimana Santa:




Il Vescovo alla processione della S. Spina: «L’amore più potente della libertà»

Messaggio breve ma intenso quello che il vescovo Antonio Napolioni ha rivolto alla città di Cremona al termine della processione della S. Spina del Venerdì Santo. Al centro della riflessione il tema della libertà e dell’amore, con l’individualismo e la solitudine contrapposti a una comunità che si fa accanto a chi soffre, da fratelli e sorelle, umili e fiduciosi e insieme capaci di tenerezza. Con l’invito a un atteggiamento di apertura e dialogo, ma senza neppure tralasciare l’annuncio di un Cristo che è morto per ciascuno e risorge nella carne piagata e sofferta di chi si apre alla carezza dei fratelli.

L’appuntamento è stato alle 21 in Cattedrale, da dove si è mossa la lunga processione dei fedeli. Dietro la croce tante persone, di ogni età. Quindi i religiosi, i ministranti, i sacerdoti della città, i parroci e i canonici del Capitolo in piviale. Così come il vicario episcopale don Gianpaolo Maccagni, il vicario generale don Massimo Calvi e il vescovo emerito mons. Dante Lafranconi, subito prima del baldacchino sotto il quale c’era il vescovo Napolioni con in mano la preziosa reliquia.

Seguiva il gonfalone del Comune, portato da alcuni agenti della Polizia Locale, e le autorità locali: il sindaco Gianluca Galiberti insieme al consigliere Luca Burgazzi, il vicecomandante della Municipale e il consigliere regionale Carlo Malvezzi.

Quindi la carrozzine con gli ospiti della casa di riposo Arvedi, spinte dai volontari e i membri dell’Unitalsi.

La processione, scortata dalle forze dell’ordine, ha percorso piazza del Comune, largo Boccaccino, via Mercatello, corso Mazzini, piazza Roma (lato sud), corso Cavour, via Verdi, piazza Stradivari, via Baldesio e di nuovo piazza del Comune. Tra la curiosità dei tanti che stavano passando la serata in centro. Un lungo corteo, il cui inizio stava già passando accanto ai Giardini pubblici mentre la coda era ancora nei pressi della Cattedrale. Almeno un quarto d’ora è stato necessario perché tutti potessero entrare in Cattedrale, che si è subito riempita.

E qui il Vescovo, rivolgendo il consueto messaggio alla città in occasione del Venerdì Santo, ha voluto condividere i sentimenti di «dolore: perché l’amore non è conosciuto, l’amore non è amato, l’amore non vince sempre. Vince spesso una pretesa di libertà, di autoaffermazione».

A muovere i pensieri del vescovo l’iniziativa in programma esattamente dopo una settimana a Cremona: “A corpo libero. Sia fatta la mia volontà”. Convegno promosso dall’associazione Luca Coscioni sui temi del fine vita tra autodeterminazione “laicità”.

«Non vi nascondo una spina che in questi giorni porto dentro di me. E che voglio condividere senza alcun spirito di polemica. Ormai avete capito – ha precisato mons. Napolioni – che non sono un vescovo da crociate e che desidero il rispetto e il dialogo con tutti. Ma non posso neppure fare sconti alla verità del Vangelo». E ha proseguito: «Discutere per capire come essere a fianco di chi soffre è un tema delicatissimo, degno del massimo rispetto, complesso, che non voglio certamente approfondire ora. Ma quel titolo non mi va giù. Intanto perché è comunque un inno all’individualismo e alla solitudine. E poi perché sembra un prendere la frase del Padre Nostro per capovolgerla: si poteva dare un altro titolo!».

Quindi un duro monito: «Non si scherza con la volontà di ognuno di noi. Quando toccherà me non mi fiderò solo della mia volontà. Spero di potermi fidare della volontà degli amici, dei parenti, di una comunità. Dunque, quando non ci si riesce è un fallimento di tutti: non è la vittoria di una civiltà, ma il dramma di un popolo».

E ancora tornando sul titolo dell’iniziativa ha affermato: «Sia fatta la mia volontà. Se adesso lo pensassero certi potenti della terra, tentati dal loro delirio di onnipotenza, noi staremmo a guardare e a subire». «E, invece, – ha chiarito il Vescovo – noi stasera abbiamo celebrato Gesù che ci ha insegnato a dire: “Sia fatta la tua volontà”. Non per toglierci la libertà, ma per darcela davvero, per rafforzarla. Perché la libertà di chi è solo non è libertà: c’è bisogno di chi ci aiuti, di chi ci spinga la carrozzina, di chi ci tenga la mano. Dunque la vera libertà è la comunione! È l’amore più potente della libertà!».

«Ma l’amore è possibile – ha precisato mons. Napolioni – purché non lo mistifichiamo, purché non lo riduciamo a un sentimento fragile. Gesù è venuto ad assicurarci che il Padre non è prepotente, non è sanguinario, non ci vuole eroi: ci vuole figli fiduciosi e umili, fratelli e sorelle, capaci di quella tenerezza di cui lui stesso ha avuto bisogno e che ha trovato in Maria. Che non l’ha abbandonato e non ha anticipato nulla: è stata con lui fino in fondo ed è continuata a stare con coloro che lui ha affidato a lei».

«Perdonatemi se stasera vi mando a casa un po’ più pensosi e problematici – ha proseguito ancora il Vescovo – ma è tempo nel quale non dobbiamo essere istintivi e superficiali, senza schierarci frettolosamente secondo quello che la pancia ci suggerisce, ma pregare! Pregare per avere lo Spirito, quello che il Crocifisso risorto ci ha dato e ci darà. Lo Spirito che dilata la nostra mente e il nostro cuore e ci rende capaci di dire, come tanti uomini e donne crocifissi: sia fatta la tua volontà. Non per dolorismo, ma per l’abbandono che riempie di pace, per la certezza che quell’amore non viene meno».

Quindi un vero e proprio compito affidato a ciascuno: «Dove questo non è ancora capito, tocca a noi farlo capire. Non con le parole, ma con i gesti, con la vicinanza, con la solidarietà. Saremo un noi, una cosa sola: per questo la volontà del Padre si traduce nella benevolenza fraterna, nel farci carico gli uni degli altri, del non lasciare che qualcuno si senta talmente scartato da non dovere approdare a queste rive di morte, quando, invece, si apre a lui la strada della vita».

Infine, un’ultima richiesta: «Non lasciatemi solo. Non lasciate soli i sacerdoti in queste riflessioni. Non dobbiamo scendere in piazza, ma aprire il cuore come se il nostro cuore fosse la piazza in cui incontrare tutti. Dialogare con tutti, annunciare a tutti che cristo è morto per ciascuno e risorge davvero nella carne piagata, sofferta, di chi, però, si apre alla carezza dei fratelli».

La serata, dopo la raccolta delle offerte destinate alla Terra Santa, si è conclusa con la benedizione impartita dal Vescovo con la reliquia.

 

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Gemellaggio terremoto/38. Tante iniziative di solidarietà nelle scuole e nelle parrocchie

Cremona, 12 marzo 2017

Desidero iniziare questo diario rispettando la promessa fatta alle bambine della scuola primaria di Brazzuoli (Cr) che,  a seguito dell’incontro che abbiamo avuto a scuola qualche giorno fa, mi hanno raccontato piene di entusiasmo la decisione di organizzare un mercatino (con i loro giochi) per raccogliere fondi per i bambini terremotati: mi viene in mente la citazione di Saint Exupery “… se vuoi costruire una nave, non radunare gli uomini solo per raccogliere il legno e distribuire i compiti, ma suscita in loro la nostalgia del mare ampio e infinito”.

Grazie di cuore agli alunni, alla sensibilità delle insegnanti e delle famiglie delle scuole materne, primarie e medie di Castelverde e Brazzuoli per l’interesse sincero dimostrato nei confronti del gemellaggio della Caritas! A tal proposito il 21 aprile, alle 21, presso la Parrocchia di Castelverde, ci sarà un incontro su questo tema e, la settimana successiva, una “camminata di solidarietà” e una raccolta fondi preparata in queste settimane con diversi incontri che abbiamo realizzato nelle loro scuole… al di là del risultato, è importante vedere come si concretizza la funzione pedagogica della Caritas sostenuta dalle parrocchie e dalle scuole.

Ringrazio di cuore anche Rossella Galletti e le sue amiche per aver realizzato un “esercito” di conigli di Pasqua (riciclando materiali semplici…come i calzini) e che abbiamo donato ai ragazzi dell’Anffas dei Sibillini attraverso il signor Giuseppe. Stiamo sostenendo l’Anffas anche tramite la vendita del sale aromatizzato (da loro realizzato in un profumatissimo laboratorio settimanale ad hoc), al fine di raccogliere fondi per finanziare la costruzione della nuova sede. Lo abbiamo proposto in occasione del mercatino della Parrocchia di S. Ambrogio (un successo!) insieme ai prodotti delle zone terremotate, lo proporremo ancora la sera del 21 a Castelverde.

Sempre per i ragazzi dell’Anffas dei Sibillini, e anche per i bambini degli oratori di Sarnano e Pian di Pieca, la prossima settimana un gruppo di volontari della Parrocchia di Picenengo che, guidati da don Bruno Bignami trascorreranno tre giorni in Umbria e nelle Marche all’insegna della solidarietà, organizzerà un pomeriggio di animazione presso il teatro di Pian di Pieca.

Nello stesso periodo verranno a trovarci a Scopoli anche circa trentacinque ragazzi della Parrocchia di Pandino.

Domani ripartirò e mi preparo a trascorrere la Pasqua con gli amici umbri e marchigiani. Porterò con me il materiale didattico donato dalla mia piccola amica Matilde (lo ha raccolto in occasione del suo compleanno) e quello raccolto dalla scuola Canossa di Castelleone insieme ad alcuni giochi.

A Scopoli con Fermano ho iniziato un lavoro di restyling delle casette del Villaggio Menotre: in questa ottica i ragazzi di don Bruno il lunedì dell’Angelo ci aiuteranno a fare alcuni lavoretti al Villaggio e presso il campo sportivo.

Nel frattempo Caritas ha predisposto il finanziamento di alcune pale per rinfrescare le tensostrutture di Camerino e saranno consegnate a breve.

Da ultimo non posso non riportare i ringraziamenti pervenuti dalle insegnanti della Scuola dell’Infanzia di San Ginesio “G: Ciarlantini” che “insieme ai bambini esprimono un sentito GRAZIE per ‘interessamento e per i momenti di pura gioia regalati in occasione del carnevale. Nell’impossibilità di raggiungere tutte le scuole, gli insegnanti e le famiglie che in vari modi hanno voluto essere vicini estendono (attraverso la Caritas) un caloroso ringraziamento a tutti e chiedono eventuali indirizzi e-mail delle scuole coinvolte nel progetto di Carnevale”.

Buona Pasqua!

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