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Autonomia Giovani, l’8 dicembre a Cremona l’inaugurazione di Casa San Giuseppe

Dopo la realizzazione del “Laboratorio di produzione sociale”, progetto sperimentale inaugurato nell’aprile 2022, nell’intento di attivare percorsi occupazionali per quelle persone in disagio sociale che vengono giudicate non adatte ad un’occupazione stabile, “Autonomia Giovani” (A.Gio) propone, venerdì 8 dicembre, alle 16, l’inaugurazione della Casa famiglia San Giuseppe, struttura dedicata all’accoglienza di giovani che vivono in situazioni di disagio, offrendo loro – e alle famglie – un supporto socio-educativo.

Durante l’evento, caratterizzato anche da un momento di riflessione intorno alla figura di don Lorenzo Milani, nel centenario dalla sua nascita e con il tema a lui molto caro “I care: mi importa, ho a cuore”, interverranno mons. Attilio Arcagni, collaboratore dell’unità pastorale “Cittanova”, della quale S. Agostino è parte, e il professor Antonio Ariberti. Modererà l’incontro la professoressa Daniela Negri.

La Casa San Giuseppe è costituita da un’ampia area interna con spazi dedicati ad attività varie ed è strutturata come un luogo di vita familiare confortevole e accogliente. È situata in via Breda, a Cremona, negli spazi dell’oratorio di S. Agostino, nel quale sono presenti anche i laboratori sociali dell’associazione “Autonomia Giovani” (A.Gio).

«Il progetto coinvolge reti formali (servizi sociali, accademici e sanitari) e informali (organizzazioni sportive, culturali e ricreative locali) e mira a soddisfare i bisogni dei singoli ospiti e a garantire il benessere psicofisico dei minori e, ove possibile, del nucleo familiare di appartenenza – spiegano dall’associazione –. Il soggiorno mira ad avere una funzione di supporto educativo oltre che di protezione e accoglienza. Inoltre di fondamentale importanza è la possibilità di usufruire di laboratori a carattere sociale e artigianale che, oltre a garantire spazi di relazione con i coetanei cremonesi, vuole essere un’occasione di apprendimento tecnico-pratico per i giovani ospitati atto ad un inserimento lavorativo fattivo».

Un ulteriore progetto che riflette appieno il motto di “A.Gio”: “Non ti do il pesce, ma la canna da pesca, e ti insegno a usarla, perché tu possa pescare da solo”. Un’ulteriore occasione per aiutare i giovani preadolescenti e adolescenti “poveri” ad aiutarsi da soli, attraverso il supporto di un gruppo di professionisti e volontari con diverse capacità e formazione, di orizzonti diverse che hanno aderito ad un progetto comune per la valorizzazione delle persone preadolescenti e adolescenti deboli attraverso l’inclusione sociale, l’aiuto e il supporto verso “tutti i colori della vita”, senza distinzioni, creando cosi una rete di persone solidali che potranno in futuro accudire ad altri nel bisogno e che necessitano un accompagnamento nel loro percorso di vita.

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