Come ormai noto il 30 marzo il Senato ha approvato il testo sull’assegno unico universale per i figli, già approvato dalla Camera il 21 luglio 2020, facendolo quindi diventare legge.
La misura prevede di utilizzare i 15 miliardi di risorse già destinate alle altre misure pro figli riunendole in un solo strumento destinato a tutti i genitori, che siano autonomi, dipendenti, pensionati o incapienti. I decreti che seguiranno dovranno prevedere gli stanziamenti opportuni con clausole di salvaguardia affinché nessuno ci perda, con l’obiettivo di far diventare attuativa la misura a partire dal prossimo luglio 2021.
Una prima sottolineatura è l’esito quasi unanime della votazione: 227 si su 331 al Senato e 452 voti favorevoli su 453 alla Camera. Questo evidenzia che sul tema dei figli le forze politiche, dopo un percorso parlamentare durato qualche anno, hanno trovato un punto di incontro e questo è davvero un bel segnale per l’intero paese perché parlare di figli è parlare di futuro.
Come dichiarato dal Presidente del Forum delle famiglie De Palo «Finalmente in Italia c’è una legge che fissa un principio bello: i figli sono una risorsa, un bene comune… l’assegno unico è un grande investimento per il Paese».
Se inoltre si inserisce questa nuova legge nel contesto della pandemia la si può anche leggere come un riconoscimento di quanto la famiglia sia uno degli assi portanti per superare questo periodo veramente complicato sia da un punto di vista economico che sociale.
È inoltre un primo segnale per cercare di uscire dalla stagnazione delle nascite fotografato dall’ISTAT che tramite i propri indicatori demografici 2019 registra solo 67 nascite su 100 decessi con una popolazione italiana che continua ad invecchiare.
Papa Francesco nel corso delle udienze generali in Piazza S. Pietro ha sottolineato che i bambini «ci ricordano che siamo sempre figli», portano uno sguardo «fiducioso e puro» sulla realtà…, «possono insegnarci di nuovo a sorridere e a piangere». I bambini portano «anche preoccupazioni e a volte tanti problemi», ma «è meglio una società con queste preoccupazioni e questi problemi, che una società triste e grigia perché è rimasta senza bambini!».
Questa nuova legge è un primo passo concreto che, nel contesto del Family Act, chiederà altre scelte coraggiose ed efficaci in una visione di speranza e fiducia di cui il paese intero e le famiglie hanno bisogno.
Commissione diocesana per la Pastorale familiare