1

Aperta dal vescovo Antonio a Caravaggio la Missione parrocchiale

Quella di sabato 27 febbraio è una di quelle giornate che rimarrà nella storia della Parrocchia di Caravaggio. La comunità, dopo un anno di preparazione, ha aperto solennemente la Missione Parrocchiale con i Fratelli e le sorelle di San Francesco, alla presenza del Vescovo Antonio, che per la prima volta ha visitato la Parrocchia. Sono stati tre i momenti forti che hanno caratterizzato la giornata.

 

L’incontro con gli annunciatori

Il Vescovo Antonio, il giorno della sua prima Messa presso il Santuario, ha esplicitamente chiesto al parroco di Caravaggio, don Angelo Lanzeni, di poter incontrare i laici, adulti e giovani, che nel mese di febbraio si sono dedicati ad entrare in tutte e 5000 le famiglie della parrocchia per portare l’invito della Missione. Questo desiderio è stato prontamente esaudito sabato, alle ore 16.30, presso il teatro San Carlo dell’Oratorio.

Dopo il saluto del parroco, il Vescovo ha preso in mano il microfono e, come un presentatore televisivo si è rivolto ai presenti con queste parole: “I missionari sono stati bravi, la missione splendida ma… il pane di tutti i giorni sono il parroco, il vicario, i catechisti, i genitori. I missionari sono il dolce della domenica. Oppure sono dei buoni panettieri che aiutano questo forno a sfornare pane buono tutti i giorni?”. Il Presule ha quindi sottolineato come “La missione serve per scoprire che nessuno è irraggiungibile”.

Non sono mancati neppure alcuni consigli, a cominciare da quello di saper ascoltare. “Guardate gli occhi delle persone e quello che dicono – ha detto il Vescovo –: noi non abbiamo un prodotto da vendere, ma una gioia da comunicare. Il frutto sarà una parrocchia che prende un volto nuovo”. “Il volto missionario in un mondo che cambia – ha proseguito –, volto non lamentoso o che si sopravvalutata, ma che si manifesta nell’incontro con gli altri”.

Una Missione, dunque, per scoprire la vocazione di ciascuno, nella consapevolezza che ognuno è missionario, non solo i frati e le suore.

Durante l’incontro mons. Napolioni ha chiamato vicino a sé alcuni laici: due mamme e un papà; due giovani, fra cui uno scout, e ha chiesto loro di raccontare l’esperienza vissuta entrando nelle case a incontrare le persone.

 

La Messa e il mandato

Alle 17.30, nella parrocchiale intitolata ai santi mariti Fermo e Rustico si è aperta ufficialmente la Missione con l’Eucaristia presieduta dal Vescovo. Nella sua semplice solennità, il momento dell’Eucaristia è stato davvero toccante e in chiesa si percepiva un’atmosfera di gioia diversa dal solito.

Oltre ai cinque frati francescani e alle tre sorelle, erano presenti tutti i sacerdoti della parrocchia e due del Santuario.

Ripercorrendo le letture della terza domenica di Quaresima, il Vescovo si è rivolto in modo provocatorio e simpatico ai fedeli che riempivano la chiesa con alcune domande: “Perché fare due settimane di missione parrocchiale? Perché i frati e le sorelle di Francesco proporranno per due settimane la Parola di Dio? Per minacciarci? Lasciamoci guardare dall’amore di Dio che non ci condanna ma ci converte”.

Il cuore della celebrazione è stata la consegna, da parte del Vescovo, del crocifisso ai Missionari, ha definiti un “dono grande per la parrocchia”.

Alla fine della celebrazione, durante il silenzio dopo la comunione, il Vescovo Antonio ha stupito tutti con un fuori programma. Rimanendo seduto alla sede e senza l’uso del microfono ha gridato a tutta l’assemblea: “Siete pronti a vivere la Missione? Lo volete questo momento di grazia?”.

Photogallery della celebrazione

 

La testimonianza di Beatrice Fazi

In serata nel teatro parrocchiale si è svolto l’incontro testimonianza dell’attrice Beatrice Fazi. Tra i suoi ruoli di successo la simpatica Melina della serie “Un medico in famiglia”.

Durante la serata, Beatrice ha raccontato della sua vita sottolineando che tutto quello che gli è capitato è stato un dono.

Cresciuta in un ambiente cattolico, ha sofferto moltissimo per la separazione dei suoi genitori.

Già fin da piccola le piaceva recitare – con chiunque le capitasse a tiro – gli sceneggiati che vedeva in Tv (per esempio il Mistero della Baronessa di Carini del 1975). Coltivando la passione del teatro è rimasta lontana dai pericoli della “strada”. Ma in un mondo superficiale, come quello della fiction, il suo desiderio di felicità non veniva appagato completamente.

A 20 anni è rimasta incinta di un uomo che aveva quasi il doppio dei suoi anni: ma la vita appena sbocciata è stata interrotta con l’aborto. Scelta che l’ha dilaniata per anni. Non aveva trovato nessuno con cui confrontarsi su quello che stava per compiere. Poi l’anoressia e la bulimia.

Eppure con la sua esperienza è riuscita a testimoniare che un miracolo è possibile. Dio l’ha aspettata e lei, dopo avergli chiesto aiuto, ha risollevato la testa. “Quando il tuo cuore è una pietra – ha confessato – non riesci ad amare gli altri”.

Una sera, in una chiesa, il suo sguardo si fissa sul Santissimo Sacramento, e percepisce che era una Presenza che era lì solo per lei. Ha pianto tutte le sue lacrime. “Dio ci ha amato e vuole che ci rendiamo conto di questo”.

Ha conosciuto un uomo di 7 anni più grande di lei: se non avesse incontrato il Signore non sarebbe durata la sua storia con Pierpaolo, suo marito.

Prima vedeva la Chiesa come una realtà che la opprimeva con i 10 comandamenti per toglierle la libertà. “La Croce – ha detto – di solito la evitiamo perché non la associamo con la Resurrezione. L’unica felicità è la comunione con Gesù”.

Solo rientrando in se stessa ha potuto ricominciare.

 

Presentazione della Missione nell’intervista al vicario don Zanaboni