Al Santuario della Misericordia la festa di un incontro

L’11 maggio a Castelleone il ricordo del 507° anniversario delle apparizioni della Madonna con i vescovi Napolioni e Lafranconi

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Come ogni anno la giornata dell’11 maggio a Castelleone è stata di grande festa. L’intera cittadina, sin dal mattino, ha fatto tappa nel luogo più caro alla devozione di questa gente: il Santuario della Madonna della Misericordia. Le scuole chiuse, le bancarelle attorno al santuario, gli abiti eleganti sfoggiati da tanti erano il segno evidente di questo giorno speciale.

A renderlo ancor più solenne, come ormai tradizione, è stata la presenza dei vescovi Napolioni e Lafranconi. Entrambi, insieme ai castelleonesi, hanno percorso in pellegrinaggio viale Santuario, pregando il Rosario, prima della solenne celebrazione delle 11.

Tutto ha avuto inizio nella chiesa parrocchiale di Castelleone da dove, dopo un breve momento di preghiera, è partita la processione diretta al Santuario. Un cammino in cui riscoprire – come ha sottolineato il vescovo Napolioni – l’essere figli e fratelli.

Ad aprire la processione la croce e i ceri, sotto la supervisione del vicario don Vittore Bariselli. Poi la lunga schiera dei fedeli. A cominciare dai più piccoli: i bambini e ragazzi dell’oratorio. Seguivano gli altri: famiglie, giovani e anziani, tra cui anche alcuni degli ospiti della locale casa di riposo, sulle carrozzine spinte da familiari e volontari.

Un lungo cammino che è stato cadenzato dalle decine del Rosario e dall’accompagnamento della banda di Castelleone.

A chiudere il corteo, dopo i ministranti, i sacerdoti: il castelleonese don Cristiano Labadini (da poco nominato parroco di Casanova del Morbasco e Cortetano), mons. Amedeo Ferrari, parroco di Castelleone e rettore del Santuario (recentemente destinato come nuovo rettore del Santuario di Caravaggio) e i vescovi Antonio Napolioni e Dante Lafranconi. Dietro a loro, in fascia tricolore, il sindaco Pietro Fiori.

Giunti al Santuario, prima dell’ingresso in chiesa, tutti sono stati aspersi con l’acqua benedetta dal custode del Santuario, don Rinaldo Salerno.

Quindi un ulteriore gesto della tradizione: l’omaggio del cero da parte dell’Amministrazione comunale, cui ha fatto seguito la richiesta di affidamento alla Vergine.

Alle 11 la Messa solenne presieduta dal vescovo Napolioni. Numerosi i concelebranti presenti sull’altare, in particolare preti del circondario, originari di Castelleone o che qui in passato hanno prestato servizio. Tra loro il custode emerito, don Silvio Spoldi. La celebrazioni è stata animata con il canto dalla corale giovanile della parrocchia.

Nelle parole iniziali di saluto, mons. Ferrari ha voluto lasciare la parola proprio alla Vergine, ricordando il messaggio da lei affidato a Domenica Zanenga nel 1511.

Nell’omelia il Vescovo ha proposto l’immagine di alcuni incontri. A partire da quelli sperimentati la stessa mattina a Castelleone e dai quali emergeva il tono di festa di questa giornata. Sino ad arrivare agli incontri narrati nelle letture: quello raccontato da san paolo agli Efesini e il racconto dell’Annunciazione, sfociato poi nel Magnificat. Senza naturalmente tralasciare un riferimento al tema della misericordia, qui così di casa: misericordia di Dio – ha sottolineato il Vescovo – che ridà salvezza, dignità di figli e capacità di amare.

Questo giorno allora va custodito con cura – ha raccomandato mons. Napolioni – : «Siatene fieri, raccontatelo in modo che ognuno dei vostri giorni sia meritevole di essere narrato come dono di Dio messo a frutto secondo lo spirito del Vangelo».

La festa al Santuario è proseguita per l’intera giornata, così come le sue celebrazioni. Nel pomeriggio alle 15.30 la recita del Rosario con benedizione eucaristica; alle 17 il Vespro. Ultimo appuntamento della giornata, che come sempre si è svolta nella cornice delle bancarelle presenti attorno al Santuario, la Messa delle 19 presieduta dal parroco.

Nel programma delle celebrazioni anniversarie anche la tradizionale processione da piazza Fondulo al Santuario la sera di lunedì 14 maggio (ore 21) e, lunedì 15 maggio alle 17, l’Ufficiatura per i benefattori e sacerdoti defunti.

Photogallery della mattinata

 

Le apparizioni della Vergine

Nei giorni 11, 12, 13 e 14 maggio del 1511, la Madonna, presentatasi come Madre della Misericordia, apparve alla veggente Domenica Zanenga chiedendo che si digiunasse per alcuni giorni, che si facesse penitenza dei peccati, che si pregasse Dio, chiedendo perdono del male compiuto, che si rispettasse il riposo festivo e che si costruisse una chiesa chiamandola S. Maria della Misericordia.

Queste le parole della Vergine: «Alzati, Domenica, non temere! Io sono la Madre di misericordia. Tutti preghino Dio e facciano penitenza dei loro peccati. Troppo è offeso il Signore. Assicura tutti che io non mancherò mai di intercedere per i peccatori pentiti e di ottenere per loro perdono e misericordia. Si facciano pubbliche preghiere e rigorosi digiuni nei giorni di mercoledì, venerdì e sabato. Siano santificati e non profanati i giorni di festa. È mio desiderio che si costruisca in questo luogo una chiesa e sia chiamata Santa Maria della Misericordia».

 

La storia del Santuario

Nel 1513 iniziarono i lavori per la costruzione del santuario, su disegno di Agostino de Fondulis. Il tiburio fu ultimato nel 1525 e il campanile nel 1575. La statua della Madonna fu scolpita dallo scultore Giovanni Paolo Maltempo nel 1560, e solo recentemente è riapparsa nella sua semplice bellezza, complice il restauro del ricco e sontuoso abito ottocentesco. Diverse e importanti le opere d’arte conservate al suo interno, come varie sono state le vicende religiose e architettoniche del santuario, se ne ricordano due: nel 1866 l’incoronazione della statua della Beata Vergine della Misericordia (evento ricordato alla seconda domenica di settembre) e l’allungamento di una campata della chiesa nel 1910.

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