Ai preti anziani e malati della Lombardia il regalo del Papa

Francesco ha donato una corona del Rosario a tutti i sacerdoti che il 21 settembre hanno preso parte a Caravaggio al pellegrinaggio regionale promosso dall'Unitalsi

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Una giornata emozionante e toccante, quella di giovedì 21 settembre al Santuario Santa Maria del Fonte presso Caravaggio, dove anche quest’anno ha avuto luogo l’ormai tradizionale pellegrinaggio dei preti ammalati e anziani proposto dall’Unitalsi, di concerto con la Conferenza Episcopale Lombarda. Un appuntamento segnato da un regalo particolare: quello fatto direttamente dal Papa quale segno di gratitudine per il contributo offerto, nella sofferenza, al cammino pastorale della Chiesa. 

Dopo la mattinata nella quale i Vescovi lombardi si sono ritrovati presso il Centro di Spiritualità per la prima seduta autunnale della CEL presieduta dall’arcivescovo Delpini, tutti si sono uniti al folto gruppo di sacerdoti provenienti da ogni parte della regione per il pranzo, dopo la recita dell’Angelus e con il nuovo Arcivescovo di Milano che ha portato il proprio saluto uno ad uno a tutti i presenti, compreso lo staff dell’Unitalsi, anche in veste di camerieri e cuochi.

Intorno alle 15 ha avuto inizio la processione dal Centro di spiritualità alla basilica del santuario: nelle prime file i presbiteri in carrozzina e i più anziani. Tutti hanno pregato il Rosario con nelle mani la coroncina donata da Papa Francesco per l’occasione e consegnata a ciascuno da mons. Delpini.

Alle 16 la celebrazione della Messa introdotta dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, che nel suo saluto ha dato lettura del messaggio del Santo Padre che – dopo un ricordo affettuoso a mons. Roberto Busti, vescovo emerito di Mantova e assistente regionale dell’Unitalsi, assente a motivo di un incidente occorsogli nei giorni scorsi in Terra Santa – si è rivolto direttamente ai sacerdoti anziani e malati radunati a Caravaggio: «Voi, con la vostra sofferenza e le preghiere costanti che salgono a Cristo, contribuite in maniera peculiare al cammino pastorale della Chiesa lombarda e universale».

Circa 150 i sacerdoti presenti, oltre ai vescovi lombardi, tra i quali anche il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi.

«Perché l’angelo dell’annunciazione non è entrato nelle nostre case?», la domanda dell’Arcivescovo nell’omelia: «Perché la porta è chiusa: ascoltiamo allora quel “rallegrati” che porta la gioia di Dio e dice che c’è motivo per fare festa». E ancora «qualsiasi sia la vostra condizione, non siete soli, il Signore è con voi». Rileggendo la preghiera del Magnificat mons. Delpini ha evidenziato che «Questo amore totale vuole dire che siamo autorizzati ad avere stima di noi stessi, nella certezza che così come siamo fatti, nella condizione in cui siamo adesso, siamo comunque adatti a compiere le opere di Dio, il suo progetto, non per nostro merito, ma perché l’amore di Dio e senza riserve»

Il pensiero del nuovo Arcivescovo di Milano è andato quindi a chi, anziano o malato, si sente inutile: «Il Signore è ancora con te. L’opera che ti è affidata è di offrire il tuo tempo sul letto di malattia: qualsiasi sia la condizione, non sei solo. Il Signore ti accompagna, Lui è la roccia su cui costruire la vita, la vite che rende fecondo il tralcio». Come a dire, non bisogna «far troppo conto delle risorse di cui possiamo vantarci, dei talenti di cui siamo ricchi (che pure vanno trafficati in ogni modo e in ogni tempo)», ma coltivare sempre il rapporto con Dio.

A conclusione della celebrazione il ringraziamento del presidente dell’Unitalsi lombarda, Vittore De Carli. «Grazie a tutti, ma soprattutto ai Vescovi e sacerdoti che sono stati un angelo per l’intera nostra vita, con il calore umano di una famiglia grande, nonostante le fatiche fisiche e morali che ogni giorno incontrate».

Non sono mancate anche alcune parole di mons. Delpini: «Grazie per quello che siete stati, siete e sarete. Preghiamo insieme la Madonna perché ci aiuti a camminare nella fede. Oggi, tra Vescovi lombardi, ci siamo guardati in faccia e abbiamo detto: impariamo a dire parole di Vangelo, camminando insieme, facendo il proposito di prendere in mano la situazione guardando alle sfide del presente e mirando al futuro, nella continuità con i predecessori Siamo una squadra che deve affrontare tante sfide: non siamo eroi solitari, ma servi del Vangelo per la gioia degli uomini».

L’intensa celebrazione si è conclusa con la preghiera dei Vescovi al Sacro Speco.

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