“Parole di pace. La strada del dialogo”: se n’è parlato lunedì 30 dicembre a Viadana, in auditorium Gardinazzi, nel corso di un incontro promosso dalla Zona pastorale V e dall’Azione cattolica insieme ad Acli, Age e Amici del dialogo. «L’obiettivo – ha spiegato Silvia Corbari, presidente diocesana Ac – è di riflettere insieme, valorizzando alcune esperienze che sul territorio si impegnano a costruire pace».
La prima testimonianza è stata affidata a Gilberto Pilati, responsabile formazione Csi Mantova. «Lo sport, quello vero – ha spiegato il professore – può diventare esperienza di pace e inclusione, perché incentrato su un incrocio di sguardi tra ragazzi, allenatori, dirigenti, volontari e genitori. Lo sport può testimoniare buone pratiche: e noi sappiamo che gli esempi trasformano più dei discorsi».
Pierangela Cattaneo (volontaria della Tenda di Cristo, coordinatrice della comunità Casa Paola a Rivarolo del Re) ha assicurato che la pace è una sfida che può essere vinta: «Noi oggi accogliamo circa sessanta persone, provenienti dalle più diverse situazioni di povertà e disagio. Costituiamo una comunità variopinta ed eterogenea, in cui convivono età, religioni, culture e problematiche diverse: eppure le nostre giornate sono all’insegna di dialogo, accettazione, accompagnamento e collaborazione. L’ingrediente fondamentale è l’amore, perché è creativo e costruisce sentieri di speranza».
La riflessione finale è stata affidata a don Pierluigi Codazzi, direttore della Caritas diocesana. A partire dall’esperienza presso la Casa della carità, il sacerdote ha offerto una testimonianza particolarmente accorata e sofferta, ma anche concreta e costruttiva, soffermandosi in particolare sui fondamenti e le dimensioni della pace: «La prima cosa è far pace col nostro passato personale e coi contesti da cui proveniamo: la memoria inchioda, i rancori rischiano di trascinarsi per una vita. Fondamentale poi è il tema della dignità: la pace è possibile solo dove c’è giustizia, e se il dono che si riceve genera a sua volta autonomia e responsabilità». Secondo don Codazzi, non c’è vera accoglienza se l’altro diventa uno “sgabello” per la nostra realizzazione, e se non si riconosce con umiltà che tutti abbiamo bisogno: «Non c’è pace senza mitezza, senza accantonare il desiderio di essere forti e primeggiare, foss’anche nella generosità».
L’incontro si è chiuso con un breve confronto con il pubblico.
Nel corso della serata, l’attore Simone Coroni ha letto alcuni brani del “Tu non uccidere” di don Primo Mazzolari. Del grande sacerdote bozzolese è stato diffuso pure un contributo audio, che ha impressionato i presenti per la passione che si percepiva nella voce di don Primo. Il coro della chiesa viadanese di San Pietro ha animato l’incontro con l’esecuzione di alcuni canti: “Grazie alla vita”, “Vivere la vita” e “Pace sia”.