Scout in marcia da Crema a Caravaggio: l’apertura del pellegrinaggio con il vescovo Antonio

L'occasione è stato il 70° del gruppo di Crema che, sin dalle origini, con questo gesto ha voluto ringraziare la Madonna per la rinascita dello Scoutismo che era stato soppresso dal fascismo

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È stato il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, già assistente nazionale Scout, ad aprire ufficialmente, nella serata di sabato 28 gennaio, il tradizionale pellegrinaggio Scout da Crema a Caravaggio. Una appuntamento che proprio quest’anno ha festeggiato la sua 70esima edizione, coincidendo con il 70° di fondazione del gruppo Scout di Crema. L’evento si è collocato, inoltre, nell’ambito del centenario della nascita dello Scoutismo cattolico in Italia.

Il pellegrinaggio, che aveva come meta il Santuario di S. Maria del Fonte, ha preso le mosse da quello dedicato a S. Maria della Croce. È qui che mons. Napolioni, prendendo spunto proprio da questa sintonia mariana, oltre che da un brano tratto dal Vangelo di Matteo (Mt 25, 31-46), ha offerto alla comunità, costituita da Scout di oggi e di ieri dell’AGESCI e del MASCI, tante occasioni di riflessione e l’esortazione a cercare e vedere Cristo nel fratello ammalato, affamato, assetato, bisognoso e straniero, spesso molto più vicino di quanto si possa immaginare.

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Dopo il canto della Promessa e la benedizione impartita dal Vescovo, verso le 21 gli Scout sono partiti alla volta di Caravaggio: alcuni con lo zaino in spalla per il pernottamento e le attività di Branca, altri con il fardello degli anni ma con lo stesso entusiasmo dei giovani.

Il percorso è stato scandito in due momenti, ben diversi tra loro. Il primo, fino a Capralba, libero, ha dato l’opportunità di riflettere sulle parole del Vescovo; il secondo, da Capralba a Caravaggio, è stato cadenzata dalla recita del Rosario. L’arrivo intorno all’1.30, quindi un momento di preghiera a chiusura del pellegrinaggio.

Lo scoutismo cremasco, così come la storia della marcia da Crema a Caravaggio, risale al 1947, tra le rifioriture, con vecchi capi e ragazzi nuovi, dei gruppi scout soppressi dal regime fascista. In questo contesto ebbe inizio anche la tradizione della marcia verso il santuario di Caravaggio: un vero e proprio pellegrinaggio voluto dagli Scout per ringraziare la Vergine, la Madonna degli Scout, dell’avvenuta rinascita dell’ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani) e dello scoutismo in generale.

Solo un anno prima, infatti, nel settembre 1946, a Villa Doria Pamphili, in Roma, si era svolto il campo nazionale ASCI. Le Aquile Randagie potevano simbolicamente riconsegnare i vecchi guidoni e le fiamme all’Associazione Scout, risorta dopo ben diciassette anni di clandestinità dovuta alla soppressione da parte del regime fascista. La promessa pronunciata nel 1928 da parte di un manipolo di eroici uomini e ragazzi – Giulio Uccellini (Kelly), son Andrea Ghetti (Baden), Vittorio Ghetti (Volpe azzurra), Virginio Binelli (Aquila rossa), Beniamino Casati (Lupo bigio), mons. Enrico Violi (Denvi) – che lo Scoutismo sarebbe durato almeno un giorno in più del fascismo era stata mantenuta.

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