«Le nostre comunità non smettano di generare»: il messaggio del Vescovo ai Focolarini nella Messa a San Francesco d’Assisi

Il 7 marzo il vescovo Antonio ha incontrato i rappresentanti del Movimento, nell'ottavo anniversario della morte della fondatrice Chiara Lubich.

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Molti focolarini e simpatizzanti sono accorsi alla celebrazione eucaristica che il Vescovo ha presieduto lunedì 7 marzo nella parrocchia di San Francesco d’Assisi in Cremona. A radunare i fedeli la commemorazione dell’anniversario della morte di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, scomparsa il 14 marzo 2008 dopo una vita spesa a trasmettere con le parole e con le opere i valori della fraternità universale e il dialogo tra i popoli.

A celebrare la Messa insieme al Vescovo, oltre al parroco di San Francesco, don Gian Paolo Maccagni, don Franco Morandi, responsabile del Segretariato Attività ecumeniche ed esponente del Movimento dei Focolari, don Flavio Meani, don Bernardino Orlandelli, don Angelo Bravi, don Mario Martinengo e don Paolo Tonghini. Il coro Santi Cosma e Damiano di Persico Dosimo, guidato da Ludmilla Krylova, ha animato la liturgia.

«È importante che le nostre comunità non smettano di generare», ha incoraggiato mons. Napolioni nell’omelia, in cui si è soffermato sul senso della partecipazione alla vita del mondo con cuore e sguardo cristiano. Non è mancato inoltre un forte riferimento al dialogo e all’interculturalità, temi particolarmente cari ai focolarini e alla loro fondatrice.

«Dobbiamo essere sempre più uomini, sempre più focolarini… scoprendo che non basta esserlo come lo siamo stati fino ad ora». Il vescovo Antonio ha così richiamato l’attenzione sul rischio di cedere alla tentazione di «sentirsi arrivati» e di accontentarsi di quello che si è già fatto. È decisiva, allora, la capacità di continuare a rigenerarsi, di guardare al futuro senza cercare di comprendere subito tutto ciò che ci accade.

Ha ripreso così l’episodio del Vangelo del giorno (Gv 4, 43-54), nel quale il funzionario del re chiede a Gesù di guarire il figlio malato. «Anche noi capiremo la nostra vita guardandoci indietro, accorgendoci che il Signore c’era anche quando non ce ne eravamo accorti e che la sua promessa si è compiuta: lasciamolo fare, lasciamo che sia davvero la guida della nostra esistenza». La Parola del Signore, ha concluso mons. Napolioni, dev’essere allora come la goccia che scava la roccia del nostro cuore e che ci riporta su quella strada nella quale, alla fine, incontreremo tutta l’umanità redenta da Cristo.

Al termine della celebrazione i rappresentanti del Movimento hanno fatto dono al vescovo della recente pubblicazione “Paolo VI e Chiara Lubich. La profezia di una chiesa che si fa dialogo”, testo nel quale si approfondisce il dialogo intrecciato da Papa Montini con la fondatrice dei Focolari sulle tematiche della fraternità e del dialogo e dell’ecumenismo a partire dal Concilio Vaticano II.

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