Medaglia d’oro ai nonni, patrimonio dell’umanità

A Torrazzo con vista una puntata dedicata ai nonni, a pochi giorni dalla festa che ne celebra l'importanza e il valore per famiglie e società

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«Le braccia dei nonni sono ali spalancate pronte ad accogliere, coccolare e consolare».

Con queste parole di Barbara Ravazzola, insegnante di scuola dell’infanzia e nonna, si è aperta la terza puntata della seconda stagione di Torrazzo con vista, in onda domenica 5 ottobre, a pochi giorni dalla Festa dei Nonni che si è celebrata il 2 ottobre.

Un’occasione colta dal video-podcast di Trc per portare nel suo racconto del territorio e dei suoi valori un tema che tocca da vicino la quotidianità di tante famiglie: i nonni. Figure che, soprattutto dopo gli anni della pandemia, sono tornate al centro dell’attenzione sociale e comunitaria per il loro ruolo insostituibile nella crescita dei nipoti e nel tessuto delle famiglie.

A testimoniarlo proprio le parole degli ospiti ai microfoni dello studio ricavato nel cuore del Torrazzo. Le testimonianze di Ravazzola e Alberto Bruschi, docente di scuola secondaria ormai in pensione e nonno a tempo pieno, restituiscono l’essenza di un rapporto basato sulla gratuità. «Accompagnare un nipote nel suo cammino di crescita – ha spiegato l’ex professore – è un’esperienza di amore che regala una pienezza incredibile, che va oltre, ma in modo differente, la gioia del matrimonio e della paternità».

Ed è proprio sul tema della gratuità relazionale che si è focalizzata anche Barbara Ravazzola: «Noi nonni abbiamo bisogno di stare con i nipoti e i nipoti hanno desiderio di stare con noi. Sperimentano il nostro essere a loro disposizione per ascoltarli, accoglierli, condividere del tempo insieme». In questa reciprocità nasce uno spazio educativo e affettivo che nessuna istituzione può sostituire.

Parlando di educazione, il luogo comune del «viziare» i nipoti è sempre alla ribalta. A darne una lettura particolare è stato Alberto Bruschi, il quale ha osservato che «non si tratta di sovvertire le regole, ma semplicemente di differenze di ruolo. Ci sono cose che i nonni concedono e i genitori no, e viceversa. Sono i bambini poi ad adeguarsi. Ciò che conta è che i più piccoli riescano a vedere un desiderio di bene che accomuna tutti i componenti della famiglia». In altre parole, la presenza dei nonni non crea confusione educativa, ma arricchisce il repertorio relazionale dei piccoli, offrendo loro esperienze, linguaggi e tempi diversi.

Il filo che unisce le parole degli ospiti è chiaro: i nonni come custodi di memoria, ma anche come ponte verso il futuro. Non solo trasmettitori di racconti e tradizioni, ma compagni di gioco, di passeggiate, di scoperte.

Tanto che, per Ravazzola, «i nonni sono patrimonio dell’umanità. Meriterebbero una medaglia d’oro, dei riconoscimenti perché senza di loro per molte famiglie sarebbe davvero dura. Sono persone che hanno lavorato una vita e tornano a mettersi in gioco per i loro piccoli, facendo del loro meglio. Lo dico da nonna, ma anche da maestra che, quotidianamente, vede tanti nonni prendersi cura con amore infinito dei nipoti».

E non è solo, come citato con ironia da Bruschi, «indossare il cappello da tassista per accompagnarli ai vari impegni della settimana», ma l’espressione di un amore reciproco che fa sì che «il tempo passato con i nonni – secondo Ravazzola – per i bambini non è mai abbastanza».

Lungo la scalinata del Torrazzo, simbolo di stabilità e radici, la voce dei nonni risuona allora come invito alla cura reciproca. Perché – come ricordato dagli ospiti – i nonni non sono solo una risorsa da celebrare una volta l’anno, ma una presenza viva, capace di educare, consolare e accompagnare, e al tempo stesso di lasciarsi accompagnare dai più piccoli in un cammino di crescita condivisa.

TeleRadio Cremona Cittanova
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