Le origini

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Colonia romana fin dal 218 a. C., Cremona aveva già perduto, verso la fine del primo secolo cristiano, la sua posizione preminente tra i territori settentrionali, conservando però un ruolo importante nella rete delle comunicazioni, grazie anche alla sua posizione lungo il corso del Po. Tutto ciò dovette in qualche modo favorire il passaggio dei primi missionari cristiani e si presume che la città abbia ricevuto abbastanza presto l’annuncio del Vangelo, anche se sono senz’altro da scartare alcune tradizioni, certamente leggendarie, come quella che vorrebbe la chiesa cremonese fondata addirittura da san Barnaba.

Eusebio   

   Sant’Eusebio:

   tomba e mosaico

   nelle grotte 

   della Basilica

   della Natività (Betelemme)

 

La prima testimonianza certa della diffusione del cristianesimo a Cremona resta pertanto legata alla figura di sant’Eusebio, documentato tra la seconda metà del IV secolo e i primi decenni del V. Abbandonata la carriera giuridica, fu monaco e sacerdote al seguito di san Girolamo, che lo ebbe discepolo e fedele collaboratore nella sua lotta contro l’eresia: succeduto al maestro nella guida del monastero di Betlemme, morì poco dopo, verso il 423, ed è sepolto nella basilica della Natività.

Tra i vescovi, il primo di cui si abbia sicura documentazione è Giovanni, che compare tra i firmatari degli atti del concilio provinciale di Milano, nel 451. Anche le notizie posteriori sono piuttosto scarse, fino agli ultimi decenni del secolo VIII: per questo periodo non si conosce con sicurezza che il nome di due vescovi, un Eustasio, intorno al 501, e un Desiderio, verso il 580; soltanto con Stefano, a partire dal 774, la serie dei vescovi si conserva pressoché ininterrotta.

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