Avvento, Corona Virus e conversione

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Smarrimento. Questo mi sembra il termine più adatto per raggruppare in un’unica categoria la vasta gamma di risposte che pare di poter censire in questa nuova ondata di pandemia.

Lo smarrimento, poi, che è uno stato d’animo interiore difficilmente diagnosticabile, può declinarsi in vari tipi di atteggiamenti esteriori, che connotano il tipo di risposta che ciascuno mette in campo per fronteggiare questi tempi di nuova emergenza.

Qualcuno cerca di ignorare il problema e ostenta un attaccamento alle vecchie prassi ed ai vecchi ragionamenti, dando per scontato (o piuttosto illudendosi senza troppa convinzione) che la situazione si normalizzerà e che occorra quindi impiegare fruttuosamente il tempo attuale per poter ritornare prontamente al vecchio stile di vita, appena se ne presenteranno le condizioni.

Altri invece sono in preda all’ansia: paura di ammalarsi, paura di contagiare le persone care, zelo maniacale per tutte le misure di precauzione sanitaria e distanziamento cautelativo, tendenza all’autoreclusione ben oltre le misure raccomandate dagli esperti, disapprovazione e giudizi severi vero coloro che sembrano sottovalutare il problema.

Una terza schiera di persone è data da coloro che minimizzano: i rischi di contagio, la necessità di porre cautele. Costoro ritengono che le libertà personali siano state ingiustamente violate dalle misure restrittive per contenere i contagi e rivendicano il diritto a incontrarsi, a festeggiare il Natale, a ripristinare le abitudini sociali pre-covid.

Poi ci sono coloro che sembrano aver messo da parte il buon senso e iniziano a sragionare. Accusano istituzioni, avanzano pretese assurde, si defilano dai loro doveri, si rifugiano in piccole nicchie tanto artificiali quanto fragili ed illusorie. Alcune insegnanti delle elementari mi raccontano di quanto diventi ogni giorno più difficile avere a che fare con gli adulti (i genitori), che proiettano le loro ansie e scagliano le loro accuse sulla scuola, senza peraltro dimostrare per primi un comportamento responsabile e coerente.

Si potrebbe andare avanti nel tracciare la fenomenologia di questo smarrimento generalizzato, ma preferisco indicare invece un altro tipo di atteggiamento, che ritengo più fruttuoso ed auspicabile, perché basato sulla fede, a sua volta radicata nelle scritture, e che si potrebbe riassumere in “necessità di convertirsi”. In tempi di crisi, chi non ha riferimenti saldi va nel panico, o, per lo meno, in confusione. Le categorie descritte sopra ne sono la dimostrazione. Ma non siamo necessariamente condannati ad uno dei due poli opposti, o far finta di niente, o cedere alla disperazione.

Esiste, secondo me, una terza via, che consiste nel prendere sul serio quel che sta accadendo, e nel trasformarlo in un’occasione chiara, evidente, magari non del tutto spontanea, ma proprio per questo ancor più urgente, di cambiare vita.

2 Ma egli rispose: «Quando si fa sera, voi dite: Bel tempo, perché il cielo rosseggia; 3 e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi? 4 Una generazione perversa e adultera cerca un segno, ma nessun segno le sarà dato se non il segno di Giona». E lasciatili, se ne andò. (Mt 16, 2-4).

E’ evidente che nel mondo sta accadendo qualcosa di grosso, anzi epocale, che non può essere ignorato, minimizzato, derubricato a semplice fase congiunturale. L’Avvento, dal canto suo, ci invita ad attendere la venuta del Signore, a preparare le Sue vie. Credo che le due cose, lette congiuntamente, vadano in una direzione chiara ed inequivocabile: convertirsi non è più facoltativo. Come umanità abbiamo rimandato, dilazionato, ci siamo autoconsolati, autogiustificati, autoassolti. Ora è davvero giunto il momento di tornare a Dio. Con La confessione, l’Eucarestia, i Sacramenti, il Vangelo, la pratica cristiana, il pentimento per i nostri peccati. E’ fuori moda affermarlo? Proviamo a constatare a che punto siamo giunti seguendo le mode. Ora forse è il caso di tornare alle Verità che non seguono fluttuazioni effimere e quindi non tramontano mai, neppure in tempo di pandemia.

Don Davide