Battesimo di Gesù

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OGGI SI APRONO I CIELI,
SI FANNO DOLCI LE ACQUE DEL MARE;
ESULTA LA TERRA,
LE COLLINE FREMONO DI GIOIA:
CRISTO E’ BATTEZZATO NEL GIORDANO SA GIOVANNI.

(dalla Liturgia delle Ore)

 

   In tutte le solennità del tempo natalizio ci troviamo di fronte allo stesso concetto, quello dell’Epifania, vale a dire dell’apparizione della luce di Dio in questo mondo. Così queste solennità rispondono a una domanda e a un’esigenza che nell’uomo sono sempre state vive e che anche oggi si pongono in maniera più o meno chiara, poiché sono insite nella nostra natura. Anche se apparentemente il mondo di oggi vive molto lontano da Dio, anche se la parola di Dio sembra essere diventata quasi un forestierismo, tuttavia non possiamo fare a meno di chiederci se dietro alle forze e ai poteri di questo mondo, dietro a tutto quello che in esso c’è di grande, di bello e di terribile non ci sia la forza originaria del divino. Pertanto nel cuore dell’uomo resta indelebile anche il desiderio che questa forza, se esiste, si manifesti. Che la sua luce risplenda nell’oscurità delle nostre domande, perché si possa sapere da dove veniamo e dove andiamo, perché questa luce ci sia di conforto e al tempo stesso di guida.

   Il ciclo delle solennità natalizie ci parla della nascita di Gesù nella stalla, annunciata dagli angeli circonfusi dallo splendore luminoso di Dio. Ci parla della stella che guida i Magi giunti dall’Oriente fino alla mangiatoia di Betlemme. E infine ci parla del cielo che si apre sul giordano e nel quale risuona la voce di Dio. Sono tutti segni che Dio ha posto nella storia e tramite i quali ci dice: “Sì, sono qui. Vi conosco. Vi amo. C’è una strada che da voi sale a me”. Dio ha assunto dimensioni per così dire umane nel bambino e nell’uomo Gesù, perché noi lo possiamo toccare, vedere e comprendere. E al tempo stesso, con questo suo farsi piccolo, ha fatto risplendere la luce della sua grandezza. Perché, proprio come colui che può permettersi di abbassarsi fino all’impotenza dell’amore, egli dimostra che cosa sia la vera grandezza, anzi, che cosa sia essere Dio.

   Il significato di tali solennità, e in genere il significato dell’anno liturgico, è soltanto quello di avvicinarci ancora una volta a questi segni di Dio, al di là della nostra smemoratezza e del buio della nostra quotidianità, a questi segni che una volta per tutte sono impressi nella storia, affinché il nostro cuore si apra nuovamente e affinché li vediamo e ne siamo guidati. Se il Natale e l’Epifania servono soprattutto a renderci capaci di vedere, ad aprirci gli occhi e il cuore, la festa del battesimo di Gesù ci introduce alla quotidianità della vita. Infatti tramite il battesimo Gesù si è unito a noi, il battesimo è per così dire il ponte che egli ha costruito tra sé e noi, la strada tramite la quale diventa a noi accessibile.

   Così il battesimo di Gesù ci ricorda soprattutto il nostro battesimo e ci chiede che cosa è cambiato nella nostra vita con l’ingresso in essa di Dio. Ci chiede: “Che cosa significa in realtà per me essere battezzato”?

(Dalle omelie di papa Benedetto XVI)

 

Immagine: Beato Angelico, Battesimo di Cristo, Cella n. 24, Firenze, Museo S. Marco.