I luoghi della clausura del Monastero della Visitazione eccezionalmente aperti ai visitatori con il Fai

image_pdfimage_print

Sabato 14 e domenica 15 ottobre un evento più unico che raro ha coinvolto il Monastero della Visitazione Santa Maria di Soresina. Questo luogo di clausura, dove solitamente è possibile partecipare alla celebrazioni nella chiesa del convento o incontrare le monache nei parlatori, grazie a una deroga speciale del vescovo di Cremona ha aperto le proprie porte ai visitatori in occasione delle Giornate d’Autunno del Fai.

Una apertura speciale resa possibile dalle guide del Fondo per l’Ambiente Italiano che ogni mezz’ora hanno proposto una visita guidata attraverso luoghi normalmente di ritrovo e di vita per le sole monache: spazi, dunque, solitamente inaccessibili.

Il percorso, dopo il ritrovo fuori dalle mura per una breve preparazione, ha condotto i gruppi (sempre numerosi) nella chiesa per un cenno al luogo e alla storia di san Francesco di Sales, fondatore dell’Ordine, e di suor Margherita Maria Alacocque, particolarmente devota al Sacratissimo Cuore di Gesù.

Ripercorrendo il corridoio la visita continuava quindi verso il “Coro monastico”, la grande sala con grata dove le monache seguono le celebrazioni e dove si ritrovano in vari momenti della giornata per pregare insieme la liturgia delle Ore.

Ulteriore tappa nella “Sala capitolare”, posta esattamente sopra il Coro monastico, che insieme al chiostro e alla chiesa rappresentano i luoghi più importanti: nella sala capitolare le monache si congregano per prendere le decisioni sulla gestione della comunità.

Andando avanti nella visita si giungeva a una delle cella del monastero, esempio di come sono le stanze che accolgono le monache salesiane. Sopra a ogni porta alcune scritte, riferimenti a precetti e regole care all’Ordine. Le camere sono spartane e riconducono all’essenzialità della vita claustrale.

Scendendo verso i corridoi intorno al chiostro l’ultimo aneddoto: la campanella con l’elenco per chiamare le monache e i compiti loro assegnati, ancora oggi in uso dalle otto claustrali ospiti nel monastero.

La superiora, madre Maria Teresa Maruti, sempre presente nell’accogliere e nel salutare i gruppi alla fine del tragitto, si è detta stupita ma anche felice di ciò che ha potuto legge sul viso dei partecipanti e che ha sentito nelle parole di qualcuno che si è avvicinato per un saluto o una domanda. Comune a tutti, credenti o non, è stato il “sentire” la tranquillità, la spiritualità, il valore dell’essenzialità che si percepisce nel monastero di Soresina, anche senza vedere le altre monache, nei due giorni ritirate in altri luoghi della clausura.

Photogallery

 

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

Il Monastero della Visitazione

Pienamente inglobato nel tessuto storico di Soresina, centro abitato che si sviluppa in posizione pressoché baricentrica tra le città di Cremona e Crema, si colloca il Monastero della Visitazione Santa Maria, la cui area di pertinenza si situa nel tessuto urbano in un ampio lotto e la cui facies si impone sulla scena urbana.

Le fonti riportano che nel 1811, nell’ambito delle soppressioni napoleoniche, suor Maria Gaetana Ferrari, priora del Collegio delle Vergini di Santa Chiara, insieme ad alcune consorelle non volle rinunciare all’osservanza religiosa che l’imperatore francese intendeva impedire. La sua perseveranza fu ricompensata e nel 1816 fu nelle condizioni di ottenere la riapertura del monastero, dedicato alla Visitazione di Maria. Fondato grazie al supporto e alla guida di suore provenienti dal monastero della Visitazione di Alzano Lombardo, il monastero soresinese mantiene ancora oggi, dopo oltre due secoli, la regola di piena clausura.

Tra i monasteri claustrali ancora attivi nella diocesi di Cremona, il Monastero della Visitazione Santa Maria di Soresina si caratterizza per l’estesa fronte che si sviluppa lungo via Cairoli, dall’impaginato sobrio e di stampo ottocentesco. La facciata della chiesa, il cui fronte risulta scandito da due coppie di lesene appoggiate su basi quadrangolari che inquadrano le aperture, emerge sui corpi laterali: l’ingresso è sovrastato da un rosone circolare, tra le due aperture una decorazione a rilievo rappresenta un cuore sacro circondato da una corona di spine. Completa la facciata la trabeazione con l’iscrizione “Sanctae Mariae Hospitae” ed il timpano. La parte pubblica della chiesa, ad una sola navata è impreziosita dalla volta decorata a stucco ed è separata dalla chiesa interiore riservata alle suore da una grata. L’aula interna, in cui si trova il coro, è voltata, seppur priva di decorazioni, in linea con i caratteri costruttivi tradizionali delle chiese monastiche. Il complesso è completato dal chiostro porticato al cui intorno si sviluppano gli spazi comuni quale il refettorio, il parlatorio, diverse cappelle, l’aula capitolare, gli ambienti di servizio e le semplici celle.