19 Marzo – “San Giuseppe è quel Santo che il mio cuore ama”

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Viva + Gesù

San Giuseppe è quel Santo che il mio cuore ama” diceva San Francesco di Sales e questo amore egli l’ha inculcato alle sue figlie, che riservano a San Giuseppe il primo posto dopo la Madonna nella loro devozione personale e comunitaria ed amano pure condividere l’opinione del loro Santo Fondatore, secondo cui quando Gesù, dopo la Sua morte in croce, discese agli inferi e salì al Cielo, portò con Sé San Giuseppe in corpo e anima.

Felici le anime che hanno fiducia nella sua intercessione e imitano le sue virtù!

Dio sia benedetto

San Francesco di Sales e San Giuseppe

San Francesco di Sales ebbe una particolare devozione verso San Giuseppe, perché lo considerava non
soltanto come un grande Santo ma anche come un soave e sapientissimo maestro di spiritualità.
Questa devozione giuseppina era una caratteristica della sua pietà personale, e perciò egli la
raccomandava sovente sia alle anime che desideravano giungere alla perfezione nella vita claustrale, sia ai
semplici fedeli che intendevano vivere la vita della perfezione, pur rimanendo nel mondo.
Nei suoi libri egli parla sovente di San Giuseppe, compiacendosi di dedicare a lui i trattati che andava
scrivendo sopra l’amore di Dio.
Un giorno, rivolgendosi a un Padre della Compagnia di Gesù, esclamò: “Oh, Padre mio, non sapete voi
che io sono tutto di San Giuseppe?”, e voleva dire che egli aveva posto in questo gran Santo ogni fiducia
per le opere che andava compiendo.
Nel suo breviario, San Francesco teneva una sola immagine, ed era quella di San Giuseppe. A lui dedicò
la prima chiesa che eresse nella città di Annecy. Ed infine alle religiose della Visitazione, Congregazione
che egli fondò, coadiuvato da Santa Giovanna Francesca di Chantal, lasciò come guida San Giuseppe,
quale maestro ineguagliabile di vita interiore e nascosta con Dio (La Santa Crociata 1997, n.1)

Altre espressioni

Che Santo è il glorioso san Giuseppe!
Non è soltanto Patriarca, ma il capo di tutti i Patriarchi; non è semplicemente Confessore, ma più di
confessore, perché nella sua confessione è inclusa la dignità dei Vescovi, la generosità dei Martiri e di
tutti gli altri Santi.
È dunque a ragione che viene paragonato alla palma, che è la regina degli alberi, e che possiede la qualità
della verginità, quella dell’umiltà e quella della costanza e del coraggio, tre virtù nelle quali il glorioso
san Giuseppe ha grandemente brillato; e se si osasse fare paragoni, molti sarebbero pronti a sostenere che
supera tutti i Santi in queste tre virtù….

San Giuseppe fu come una palma, che, pur non portando frutto, non è infruttuosa, anzi ha molta parte nel
frutto della palma femminile: non che San Giuseppe abbia contribuito in alcun modo a quella santa e
gloriosa produzione, se non con la sola ombra del matrimonio, che proteggeva la Madonna nostra gloriosa
Signora da tutte le calunnie e le disapprovazioni che l’essere incinta le avrebbe causato.
E benché non vi abbia contribuito con niente di suo, tuttavia ebbe molta parte in quel frutto santissimo
della sua sacra Sposa; infatti, gli apparteneva ed era posta presso di lui come una gloriosa palma femmina
vicino alla diletta palma maschio, che, secondo l’ordine della divina Provvidenza, non poteva e non
doveva portare che la sua ombra e la sua vicinanza; intendo dire all’ombra del santo matrimonio che
avevano contratto, matrimonio che non era abituale sia quanto alla comunicazione dei beni esteriori,
come per l’unione e la congiunzione dei beni interiori.

Quale divina unione tra la Madonna e il glorioso San Giuseppe! Unione che faceva sì che il bene dei beni
eterni, che è Nostro Signore, fosse e appartenesse a Giuseppe come apparteneva alla Madonna; non per
quello che riguarda la natura che aveva preso nelle viscere della nostra gloriosa Signora, natura che era
stata formata dallo Spirito Santo e dal sangue purissimo della Madonna, ma per quello che riguarda la
grazia, la quale lo rendeva partecipe di tutti i beni della sua cara Sposa e che faceva in modo che di mano
in mano crescesse in perfezione; ed è in forza della continua comunione che aveva con la Madonna, che
possedeva tutte le virtù in un grado così eccelso che nessun’altra creatura potrebbe giungervi, tuttavia il
glorioso San Giuseppe era quello che le si avvicinava maggiormente…

Tutti e due avevano fatto voto di conservare la verginità per tutta la vita; ed ecco che Dio vuole che siano
uniti dal vincolo di un santo matrimonio, non per farli cedere o pentire del loro voto, ma per confermarlo
e fortificarsi reciprocamente per perseverare nel loro santo proposito; perciò continuarono a vivere
insieme in modo verginale tutto il resto della loro vita…

Che cos’è il glorioso San Giuseppe, se non un forte bastione, che è stato edificato al di sopra della
Madonna, poiché per il fatto che era sua Sposa, gli era sottomessa ed egli aveva cura di lei?
Quindi San Giuseppe, anziché essere posto al di sopra della Madonna per farle rompere il suo voto di
verginità, le è stato dato come compagno, al fine che la purezza della Madonna potesse più mirabilmente
perseverare nella sua integrità sotto il velo e l’ombra del santo matrimonio e della santa unione esistente
tra di essi…

Passiamo alla seconda proprietà e virtù che troviamo nella palma. Secondo il mio parere, esiste una reale
somiglianza e conformità tra San Giuseppe e la palma per quello che riguarda la loro virtù, virtù che non
è altro che la santissima umiltà. Infatti, benché la palma sia la regina degli alberi, nondimeno è il più
umile, cosa che dimostra nascondendo i propri fiori in primavera, allorché tutti gli alberi li fanno vedere;
e li fa vedere soltanto quando il caldo è intenso…

Non c’è alcun dubbio, mie care Sorelle: San Giuseppe fu più valoroso di Davide ed ebbe una sapienza
superiore a quella di Salomone; tuttavia, vedendolo ridotto a fare il falegname, chi avrebbe potuto
pensarlo, se non fosse stato illuminato dalla luce celeste, tanto teneva chiusi i doni di cui Dio la aveva
arricchito?… È dunque fuor di dubbio che san Giuseppe è stato arricchito di tutte le grazie e di tutti i doni
che richiedeva l’incarico che l’eterno Padre gli voleva affidare…

“Oh! quanto volentieri – scrive alla Chantal – vorrei trattenervi alcun poco delle grandezze del Santo che il
nostro cuore ama, perché egli è il sostegno dell’amore del nostro cuore e del cuore del nostro amore; mi
servirò di queste parole: Signore, fate del bene a coloro che sono buoni, ed hanno il cuore retto. O gran
Dio, quanto cotesto Santo aveva un cuore buono! Quanto doveva essere retto, mentre il Signore lo ha
colmato di tanti favori, affidò alle sue cure la Madre ed il Figlio, e ne fece così oggetto santamente
invidiabile al Cielo ed agli Angeli; perché, che si può trovare fra gli Angeli che sia paragonabile alla
Regina degli Angeli, e in Dio chi sia più di Dio? Preghiamolo questo gran Santo che accarezzò e servì
così spesso il nostro Salvatore; preghiamolo che ci faccia partecipi delle sue carezze, che accrescono
l’amore che abbiamo per questo Salvatore; e ci ottenga con la sua potente intercessione mille benedizioni
che ci facciano godere una profonda pace interna. Viva Gesù! Viva Maria! Viva Giuseppe, il quale è stato
sì lungo tempo il padre nutricatore della vita nostra…

Brani tratti dal capitolo XIX: “Trattenimenti – colloqui con le sue figlie”. Edizioni Città Nuova