OGGI IL RE DEL CIELO NASCE PER NOI DA UNA VERGINE, ALLELUIA!

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L’angelo disse ai pastori:

Vi annunzio una grande gioia che sarà di tutto il popolo: *

Oggi vi è nato nella città di davide un Salvatore,

che è il Cristo Signore.

Troverete un bambino avvolto in fasce,

che giace in una mangiatoia.

Oggi vi è nato nella città di davide un Salvatore,

che è il Cristo Signore.

Dalla Liturgia

  «Oggi ci è nato un Salvatore, che è il Cristo Signore, nella città di Davde» (Lc 2, 11). Questa città è Betlemme ed è là che dobbiamo accorrere come fecero i pastori appena udito l’annunzio. «È questo per voi il segno: troverete un bambino, avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia» (Lc 2,12).

  Ecco perché vi ho detto che dovete amarlo: temete il Signore degli angeli, ma amatelo tenero bambino; temete il Signore della potenza, ma amatelo avvolto in fasce; temete il re del cielo, ma amatelo deposto in una mangiatoia.

 Quale segno ricevettero i pastori? «Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». Egli è il salvatore, egli è il Signore: è poi una cosa straordinaria essere avvolto in fasce, giacere in una mangiatoia? Non si avvolgono in fasce anche gli altri bambini? Che segno è questo? Grande certamente, se però riusciamo a comprenderlo. E lo potremo, se non ci limitiamo ad ascoltare questo messaggio di amore, ma anche accogliamo nel cuore la luce che apparve con gli angeli. Essa brillò appena dato questo annunzio, per insegnarci che ascoltano veramente soltanto coloro che accolgono nel cuore la luce del cielo.

  Molte cose ci sarebbero da dire su questo mistero; ma il tempo è passato, perciò dirò ancora poco e in breve. Betlemme, «casa del pane» è la santa Chiesa, in cui si dispensa il corpo di Cristo, il vero pane. La mangiatoia di Betlemme è l’altare in chiesa. Qui si nutrono le creature di Cristo. Di questa mensa è scritto: «Hai preparato una mensa dinanzi a me» (Sal 22, 5). In questa mangiatoia c’è Gesù avvolto in fasce. Le fasce sono il velo del sacramento. Qui, sotto le specie del pane e del vino, c’è il vero corpo e sangue di Cristo. In questo sacramento noi crediamo che c’è Cristo vero, ma avvolto in fasce ossia invisibile. Non abbiamo nessun segno così grande e evidente della natività di Cristo come il corpo che mangiamo e il sangue che beviamo ogni giorno accostandoci all’altare: ogni giorno vediamo immolarsi colui che una sola volta nacque per noi dalla Vergine Maria. Affrettiamoci dunque, fratelli, a questo presepe del Signore; ma prima per quanto ci è possibile, prepariamoci con la sua grazia a questo incontro, perché ogni giorno e in tutta la nostra vita, «con cuore puro, coscienza retta e fede sincera» (2 Cor 6, 6) possiamo cantare insieme agli angeli: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2,14).

  Per lo stesso Cristo nostro Signore, a cui sia onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Dal «Discorso 2 per Natale» di sant’Elredo, abate