SEPARATE… MA NON DIVISE: SESTO CAPITOLO

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Molti sanno che San Domenico di Guzman è il fondatore dei Frati Predicatori, più conosciuto come Ordine Domenicano, i cui frati sono chiamati a svolgere nella Chiesa un servizio di contemplazione e di studio della Verità rivelata, che si riversano nell’azione apostolica. Pochi, però, sanno che San Domenico ha fondato anche le suore di clausura; anzi, in ordine di tempo, prima ha fondato le monache, poi i frati.

A Prouille, in Francia, verso il 1207, il Santo radunava giovani donne convertite alla fede cattolica in un Monastero, associandole alla sua predicazione della Parola di Dio con la preghiera e la penitenza. Le affidò poi alla sollecitudine dei suoi primi frati come parte integrante della stessa famiglia religiosa. Il nostro Fondatore perciò è San Domenico e la nostra famiglia religiosa è l’Ordine Domenicano.

Vediamo come andavano le cose in quel lontano 1207. San Domenico di Guzman (1170-1221), ancora giovane sacerdote ebbe modo di constatare personalmente in quali tristi condizioni versava la Chiesa a causa dell’eresia albigese che dilagava nel mezzogiorno della Francia. Il suo amore alla verità e la sua compassione per le anime in pericolo non gli permisero di restare indifferente. Lasciata la Spagna, suo paese natale, si stabilì in Francia e si adoperò con instancabile zelo all’apostolato della predicazione, attirando anche altri uomini generosi a condividere il suo ideale e la sua missione provvidenziale. Così nacque l’Ordine dei Frati Predicatori, una grande famiglia che comprese subito i frati e le monache e poi, col trascorrere del tempo si arricchì con suore di diverse congregazioni di vita attiva e con le fraternite laicali.

San Domenico, da uomo di Dio, era profondamente convinto che la conversione delle anime deriva non dall’eloquenza umana, ma dalla grazia di Dio. Per questo egli ebbe particolare cura nel raccogliere e formare le sue prime Monache ad una vita di preghiera e di ascesi totalmente orientata a glorificare Dio con una lode perenne, e ad affiancare in questo modo l’opera apostolica dei predicatori per la diffusione del Vangelo e la salvezza delle anime.

Una cooperazione spirituale e silenziosa iniziò subito tra le prime contemplative domenicane e gli annunciatori della Parola di Dio.

Ovunque i Frati si stabilivano – in Francia, in Spagna, in Italia e negli altri paesi dell’Europa – accanto alla fondazione di nuovi Conventi facevano sorgere Monasteri in cui prendevano dimora donne che avevano saputo cogliere la bellezza dell’ideale di San Domenico.

Mentre a Bologna il beato Giordano di Sassonia seminava la Parola divina attirando all’Ordine numerosi studenti universitari, la beata Diana d’Andalò e le sue Consorelle del Monastero domenicano di Sant’Agnese collaboravano a questa celeste conquista, facendo salire al cielo ardenti preghiere. In Ungheria, a Vezprem, una giovane monaca, S. Margherita d’Ungheria, rifiutava la corona di regina per preferire una vita di preghiera nel nascondimento del chiostro e per preparare con la sua testimonianza evangelica il terreno apostolico dell’Europa dell’Est a ricevere il seme della Parola sparso da S. Giacinto di Polonia e i suoi compagni di missione.

L’aiuto spirituale tra frati e monache sin dalle origini si è dimostrato scambievole. La vita interiore delle monache domenicane e il loro cammino verso le più alte vette della contemplazione venivano facilitati dagli insegnamenti dei confratelli, insegnamenti fatti di solida e luminosa dottrina tanto necessaria per chi aspira ad una vita di unione con Dio. Il venerabile Giovanni Taulero e il beato Enrico Susone, ad esempio, hanno condotto moltissime monache all’intimità con il Signore, additando loro il cammino da percorrere, cioè la piena e generosa conformazione al divino Crocifisso.

Questo stile di vita claustrale, a cui ha dato inizio S. Domenico, non ha perso mai la sua attualità attraverso i secoli, poiché poggia su un ideale che risponde alle esigenze perenni e spirituali della Chiesa di tutti i tempi. La conoscenza della Verità e la sete del Dio vivente, infatti, restano l’anelito profondo di ogni uomo; e la necessità di invocare la grazia di Dio, con la preghiera e la penitenza, sulle persone a cui viene annunciato il messaggio di salvezza non ha perso nulla della sua urgenza nella Chiesa di oggi.

Come l’ideale così la spiritualità che conduce a realizzarlo è viva e attuale: essa è imperniata sulla liturgia solenne che già San Domenico viveva intensamente nella celebrazione della S. Messa e della Liturgia delle Ore, ed è alimentata da uno studio appassionato e amoroso della Parola del Signore.

San Domenico era attratto particolarmente dal mistero della presenza eucaristica di Gesù e passava intere notti ai piedi dell’altare. Dopo le fatiche apostoliche del giorno egli trovava ristoro nel Cuore di Gesù Cristo, da Lui attingeva energia ed entusiasmo per parlare di Dio ai suoi contemporanei.

S. Domenico ha inoltre amato con tenerezza di figlio Maria Santissima. La materna intercessione di Maria è stato l’appoggio più valido della sua predicazione. La devozione alla Madonna, insieme all’amore a Gesù eucaristico è una delle note caratteristiche della spiritualità dell’Ordine Domenicano tanto che i nostri primi confratelli erano conosciuti col nome di “frati di Maria”.

Noi monache condividiamo con i frati domenicani l’amore filiale di San Domenico alla Regina del Rosario. La Beata Vergine, infatti, si offre a noi come il modello più perfetto di contemplativa e come l’aiuto prezioso per realizzare la nostra vocazione, imitandoLa nel suo abituale atteggiamento di ‘custodire e meditare in cuore’ (Lc 2,19) le parole di Gesù e nel seguirlo fedelmente sul monte del sacrificio, per donare a tanti fratelli la gioia di ritrovare la Casa del Padre.