IL CUORE DI SAN FRANCESCO DI SALES NEL MONASTERO DELLE VISITANDINE DI SORESINA

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A Soresina nei giorni 11, 12 e 13 giugno 2022

La presenza di San Francesco di Sales in mezzo a noi è portatrice del suo messaggio di umiltà e dolcezza e con lui siamo chiamati a “riscoprire la vocazione universale alla santità; ad approfondire la ricerca di Dio attraverso la via del silenzio, dell’ascolto della Parola di Dio, della contemplazione”.

“Il cuore parla al cuore”

Per ricordare e festeggiare i 400 anni della morte di san Francesco di Sales (1622-2022), nostro padre e fondatore, nei giorni 11, 12 e 13 giugno, accoglieremo con gioia nel nostro monastero la reliquia del cuore di san Francesco di Sales.
(a breve la locandina con il programma)

In un tempo in cui tutto è connesso e globalizzato, dove prevale la tecnologia e la cultura mediatica fa da regina, cosa significa, oggi, esporre al pubblico e venerare una reliquia?

E cosa rappresenta per noi monache della Visitazione questo cuore peregrinante nei monasteri della Federazione Nord per essere onorato anche dal santo popolo di Dio?

Per rispondere alla prima domanda possiamo attingere dal discorso che papa Benedetto XVI pronunciò il 18 agosto 2005 a Colonia nella festa di accoglienza dei giovani: «Le reliquie ci indirizzano a Dio stesso: è Lui infatti che, con la forza della sua grazia, concede a esseri fragili il coraggio di testimoniarlo davanti al mondo. Invitandoci a venerare i resti mortali dei martiri e dei santi, la Chiesa non dimentica che, in definitiva, si tratta, sì, di povere ossa umane, ma di ossa che appartenevano a persone visitate dalla potenza viva di Dio. Le reliquie dei santi sono tracce di quella presenza invisibile ma reale che illumina le tenebre del mondo, manifestando il Regno dei cieli che è dentro di noi. Esse gridano con noi e per noi: “Maranatha!”, “Vieni Signore Gesù!”».

Alla luce di questo si fa così più chiara anche la seconda risposta riguardo al valore che ha per noi visitandine l’insigne reliquia del cuore del santo Dottore Francesco.

Francesco di Sales venne definito dai suoi contemporanei l’immagine dell’Uomo-Dio realizzata attraverso l’amore, attraverso il cuore. Nell’Incarnazione e nella Redenzione il Figlio di Dio vive in sommo grado l’umiltà e Francesco di Sales lo imitò in ogni momento della sua vita con una grande passione d’amore. Nel 1620 scriveva a santa Giovanna di Chantal: “Non ci sono anime al mondo che amino più cordialmente, più teneramente e, per dir tutto, alla buona, più amorosamente di me: poiché è piaciuto a Dio di far così il mio cuore”.

Questo cuore è un eloquente testimone dell’amore ardente di Francesco per il Cuore di Gesù che contemplò assiduamente e fece contemplare anche alle sue figlie visitandine, tanto che lo scelse come stemma per l’Ordine. Non è un caso che proprio in un monastero della Visitazione, quello di Paray-le-Monia, il Sacro Cuore di Gesù scelse la sua confidente santa Margherita Maria Alacoque per diffondere e far conoscere al mondo i tesori infiniti del suo amore.

Non dimentichiamo che Francesco fu proclamato Dottore della Chiesa col titolo di Dottore dell’Amore. Con la vita, con le Opere e con le innumerevoli Lettere riuscì ad essere un riflesso di quel “troppo grande Amore” che il Padre donò all’umanità tramite suo Figlio. Come Vescovo e come guida spirituale seppe condurre molte anime a vivere, nel loro tempo e nello specifico della loro vocazione, una vita cristiana impregnata di carità verso Dio e di grande dolcezza verso il prossimo. Il suo linguaggio era fondamentalmente quello dell’amore. Il suo cuore parlava veramente al cuore di chi ricorreva a lui: i suoi preti, le sue figlie visitandine, i gentiluomini, le donne di corte o le umili contadine… A ciascuno si rivolgeva in modo del tutto personale, con fermezza, ma anche con tanta tenerezza e bontà d’animo, convinto, già allora, che la “civiltà dell’amore” si poteva edificare solo attraverso relazioni umane sane e sante. Anche noi oggi abbiamo bisogno di recuperare uno stile di vita in cui queste relazioni ci permettano di divenire profondamente umani «fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo» (Ef 4.13).

E questo è possibile se anche noi, come Francesco, sappiamo attingere dolcezza e umiltà dal Cuore misericordioso di Gesù.

Venerare la reliquia del cuore di san Francesco di Sales permetterà a noi sue Figlie di mettere il nostro cuore in sintonia con il suo e sarà l’occasione per “sentirlo” ancora parlare con “cuore di padre”, non solo a noi, ma anche a chi vorrà venire nella Chiesa del monastero nei giorni 11, 12 e 13 giugno.

 

Preghiera a San Francesco di Sales

O amabile San Francesco di Sales,
il cui cuore fu così simile
a quello dolcissimo del Salvatore,
noi ti preghiamo:
ottienici da Dio le virtù
della dolcezza e dell’umiltà.
La nostra vita,
ad imitazione della tua,
possa essere una gioiosa adesione
alla volontà di Dio.
Ottienici
di saper vivere nel quotidiano
la santità della nostra vocazione
poiché tutti siamo chiamati
ad essere santi come Dio è santo.
Lui che vive e regna
nei secoli dei secoli.  Amen