Domenica e lunedì a Soresina la festa per i 200 anni del Monastero della Visitazione

Il 24 aprile alle 21 incontro sul carisma del fondatore, san Francesco di Sales, con don Foglia; il 25 aprile alle 18 Messa solenne con il vescovo ambrosiano Delpini
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Il 24 aprile 1816 il  vescovo di Cremona, mons. Omobono Offredi, diede ufficialmente avvio alla storia del Monastero della Visitazione di Soresina. Era stato proprio lui a chiedere alle Visitandine di Alzano Lombardo (Bg) di mandare in diocesi di Cremona alcune monache per fondare un nuovo monastero. Egli individuò Soresina, dove la soppressione napoleonica aveva messo fine all’esperienza delle Terziarie Francescane.

L’importante anniversario sarà celebrato con una serie di eventi, inaugurati lo scorso 15 aprile con la veglia diocesana di preghiera per le vocazioni presieduta dal vescovo Napolioni.

Si continua, nel pomeriggio di domenica 24 aprile, alle 16, con la celebrazione del Vespro solenne, cui farà seguito, in serata, alle 21, un incontro su “Il carisma di san Francesco di Sales”, il fondatore dell’Ordine Visitandino, a cura di don Andrea Foglia, il direttore dell’Archivio storico diocesano.

Nel pomeriggio di lunedì 25 aprile, invece, sarà a Soresina il vescovo mons. Mario Delpini, vicario generale dell’arcidiocesi di Milano, che alle 18 presiederà la solenne Eucaristia. La liturgia, animata dal Coro Psallentes di Soresina, sarà concelebrata dai sacerdoti della zona pastorale.

Tutti gli appuntamenti vedranno naturalmente la partecipazione della piccola comunità monastica di  viale Cairoli, guidata da madre Rosa Maria Colombo.

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La veglia per le vocazioni del 15 aprile con il Vescovo

 

Storia del Monastero

A dar vita al monastero della Visitazione di Soresina furono suor Laura Felice Calvi e suor Giulia Domitilli Emili, giunte dalla comunità bergamasca di Alzano Lombardo. Giunsero a Soresina la sera del 23 aprile 1816 in carrozza nell’allora Contrada Albana, all’ex convento dei Terziari Regolari in San Francesco del Dosso.

Il giorno dopo, il 24 aprile, durante l’atto solenne della fondazione, celebrata dal vescovo di Cremona, mons. Omobono Offredi, una “singolare” novizia consegnava alla nuova superiora, madre Laura Felice Calvi, le chiavi della casa ed accettava di divenirne economa: Maria Gaetana Ferrari.

Era questa l’ ultima Priora del Collegio delle Vergini di Santa Chiara che, eretto il 9 dicembre 1700 dal vescovo Alessandro Croce, aveva in Via delle monache, ora Via Teatro, la chiesa ed un fiorente educandato. Purtroppo, il 29 agosto 1811, il decreto napoleonico di soppressione aveva chiuso il lungo periodo di apostolato di preghiera e di azione educativa. Maria Gaetana Ferrari, però, pur ridotta allo stato laicale, desiderosa di ricostituire una famiglia religiosa, non solo aveva acquistato l’ex convento francescano, diventato proprietà privata dopo la soppressione del 1772, ma aveva iniziato il complesso sfibrante iter per ottenere dall’I.R.Governo austriaco (imperatore di allora era Francesco I) la concessione di riunirsi in comunità religiosa, dopo la quale i successivi permessi del Vescovo, del Prefetto, nonché l’autorizzazione pontificia, portarono alla fondazione del nuovo Monastero.

Nello stesso tempo, le monache della Visitazione ebbero in uso dalla Fabbriceria la chiesa di San Francesco che rinnovarono all’interno sia nel presbiterio sia nella sistemazione degli altari, ampliarono nella sagrestia e nel coro, dotarono di arredi quali l’organo Bossi nel 1842 che ancora è funzionante. All’atto della solenne consacrazione il 25 settembre 1834 dal vescovo Carlo Emanuele Sardagna, la chiesa acquistava l’ordinato aspetto euritmico attuale. Nell’ex convento francescano, una serie di lavori portò alla fabbrica del collegio-educandato nel 1818 (ora sede del Centro socio-culturale Terza Età), ma la scarsa funzionalità dell’edificio convinse le monache nel 1859, nei momenti drammatici seguiti alla seconda guerra d’indipendenza, a cercare una nuova sede che venne trovata nell’ex convento dei Minori Osservanti, nell’allora Contrada degli Argini, ora Via Cairoli, soppresso nel 1798 e diventato proprietà privata. Qui venne adattata, e con poche variazioni, alla vita di clausura il fabbricato preesistente e costruita, su progetto dell’architetto Emilio Brilli, la nuova chiesa, l’attuale, sull’aerea di quella demolita dopo l’allontanamento dei frati. La benedizione da parte del vescovo Antonio Novasconi della campana che ancor oggi fa risuonare i suoi rintocchi argentini, il 21 novembre 1859, e la consacrazione della chiesa, il 19 agosto 1862, sembravano finalmente dare un felice compendio alla travagliata storia delle comunità religiose di Soresina, che ci hanno lasciato segni di fede, di operosità, di arte.

Dal 1862 ad oggi, non sempre fu facile la vita del Monastero. Per questo si rimanda al documentatissimo libro del prof. Roberto Cabrini, Il Monastero di Santa Maria della Visitazione in Soresina, edito nel 1994, che ricostruisce con dovizia di particolari vicende storiche, figure di Madri e di Sorelle, come di confessori e di padri spirituali. Sono da ricordare però due momenti dolorosi che segnarono la vita della comunità claustrale: il momento della soppressione del monastero nel 1866 con la riduzione allo stato laicale delle monache ed, altrettanto amara, la chiusura nel 1885 dell’educandato, tanto benemerito in campo educativo. Prove dure che non hanno scalfito la serena e profonda spiritualità delle suore salesiane che accompagna da sempre la vita frenetica e distratta di noi soresinesi.

Il sito internet del Monastero della Visitazione di Soresina