La peregrinatio della reliquia del beato Paolo VI – Soresina

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Reliquia Paolo VIGiunta a Cremona la reliquia del beato Papa Paolo VI dopo l’accoglienza a Soresina, diverse le tappe in città, conclusione a S. Sigismondo

È giunta a Cremona, facendo la prima tappa presso la casa di riposo Giovanni e Luciana Arvedi di via Massarotti, la reliquia del Beato Paolo VI. La peregrinatio in diocesi di Cremona ha preso avvio la domenica di Pasqua al monastero della Visitazione di Soresina e si concluderà domenica 12 aprile nel monastero domenicano di S. Sigismondo.

Photogallery delle celebrazioni a Soresina

I Vespri solenni pasquali di domenica 5 aprile hanno segnato l’inizio della Peregrinatio della reliquia del Beato Paolo VI nella diocesi di Cremona, evento promosso e organizzato dall’Unitalsi cremonese. «È con emozione grande – spiega la presidentessa diocesana, Marinella Oneta – che abbiamo accolto l’invito della nostra sezione lombarda e volentieri ci siamo impegnati a preparare un “tragitto con soste speciali” tra realtà della nostra Diocesi. Vedere gli occhi sorridenti e il cuore pieno di gioia delle monache visitandine di Soresina ci ha reso ancora più consapevoli della bellezza spirituale di questo grande uomo».

Già da qualche ora presso il Monastero, posta nel coro delle monache e circondata dalla loro intima preghiera, è stata accolta dai fedeli con i Solenni Vespri. Presenti alcuni volontari, dame e barellieri dell’Unitalsi della sottosezione di Cremona, che per tutta la settimana accompagneranno la preziosa teca nel suo percorso.
Il parroco di Soresina, don Angelo Piccinelli, nell’omelia ha tratteggiato la figura del Beato, soffermandosi in particolare su quattro aspetti.

Commentando alcuni passi di una lettera pastorale del 1955 che Montini aveva indirizzato alla Diocesi di Milano, è stato sottolineato come questo documento prefigurasse già i contenuti del suo pontificato, in particolare in alcuni suoi passaggi: “Tu ci sei necessario, o fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni vere della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il bene sommo della pace. Tu ci sei necessario, o grande paziente dei nostri dolori, per conoscere il senso della sofferenza e per dare ad essa un valore di espiazione e di redenzione. Tu ci sei necessario o vincitore della morte, per liberarci dalla disperazione e dalla negazione e per avere certezza che non tradisce in eterno.
Poi l’attenzione è andata all’attentato di Manila (di cui è testimonianza la reliquia): segno di un Papato crocifisso, stretto tra le critiche dei conservatori, che lo definivano eccessivamente progressista sul Concilio e quelle dei progressisti che lo consideravano troppo conservatore sui temi etici. È stata delineata brevemente la crisi della Chiesa di quegli anni, in cui molti consacrati abbandonavano la via d’amore a Cristo che avevano scelto.

Don Piccinelli ha sottolineato anche come Montini sia stato un Papa dominato dall’avvenimento di Cristo, che ha segnato tutta la sua vita e ne ha determinato la fede. Il Beato, infatti, considerava la vita “nonostante i suoi travagli, i suoi oscuri misteri, le sue sofferenze, la sua fatale caducità, un fatto bellissimo, un prodigio sempre originale e commovente, un avvenimento degno d’essere cantato”. Montini ha messo al centro Cristo, non se stesso, riaffermandone il primato.
Per Paolo VI la fede doveva essere testimoniata, (annunciata in maniera missionaria) respirata (doveva permeare ogni aspetto della vita) e confessata (si doveva renderne ragione).

Parole che hanno contraddistinto anche le riflessioni dei collaboratori parrocchiali, don Davide Ottoni e don Attilio Spadari, nelle omelie delle Messe da loro celebrate: il primo alla casa di riposo nel mattino del Lunedì dell’Angelo, con visita e benedizione nei reparti; il secondo con la solenne celebrazione eucaristica del pomeriggio alle 18 al Monastero, cui è seguito il bacio della Reliquia.
Per due giorni il monastero della Visitazione è stato anche la casa di tanti “visitatori” che si sono messi in preghiera raccolta.

Anche la zona pastorale Terza ha contribuito scegliendo di animare il santo Rosario della domenica sera, con i misteri gloriosi impreziositi da brani tratti da scritti del Beato papa Paolo VI. Il momento di preghiera è stato presieduto dal vicario zonale, don Antonio Bandirali.
In ogni celebrazione sono state spese parole di ricordo e di preghiera per i due sacerdoti diocesani don Giancarlo Gremizzi e don Massimo Morselli, per il loro cammino di sofferenza, trasformato nelle ore successive in cammino al Padre.

Nella mattina di martedì 7 aprile il “saluto” alla reliquia con la Messa delle 7; poi la partenza verso Cremona: prima tappa cittadina la casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi”.

La reliquia – che il card. Angelo Scola ha donato all’Unitalsi lombarda lo scorso 11 febbraio, in occasione della Giornata mondiale del Malato – è un piccolo lembo della veste talare indossata dal grande pontefice bresciano durante l’attentato di Manila. In agosto la reliquia giungerà a Lourdes con il grande e tradizionale pellegrinaggio unitalsiano e sarà consegnata al vescovo Nicolas Brouwet come dono dell’arcivescovo Scola a ricordo del corale pellegrinaggio della Diocesi di Milano, guidato dal beato Montini nel 1958.

Per quanto riguarda il programma nella città di Cremona, la reliquia farà tappa in alcune strutture socio-sanitarie e nella casa circondariale. Ad aprire e chiudere la preregrinatio la presenza, nell’anno dedicato alla Vita consacrata, nei due monasteri di clausura presenti in diocesi.