SEPARATE… MA NON DIVISE: QUARTO CAPITOLO

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La B. Vergine… cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore…

per restaurare la vita soprannaturale delle anime.

Per questo fu per noi Madre nell’ordine della Grazia…

e questa maternità di Maria perdura senza soste,

fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti

(Cost. Dogm. Lumen Gentium, 61, 62)

  La realtà del Corpo Mistico è quella che meglio mette in luce il ruolo di Maria nella nostra vita spirituale: Madre del Capo Gesù e, di conseguenza, Madre delle sue membra che siamo noi.

  Da quando Gesù, pendente dalla croce, disse a Giovanni: «Figlio, ecco tua madre», la Madonna ha iniziato la sua sublime missione in favore dei redenti: attirare su di essi, con la sua intercessione, le grazie meritate dal Sacrificio del Figlio al fine di vedere realizzato in ognuno di noi ciò che dice San Paolo: ‘Che Gesù Cristo giunga alla sua statura perfetta’ (Ef 4, 13).

  Se La vediamo maternamente china su di noi nel momento di inserirci in Cristo con il battesimo, non possiamo non pensarla premurosamente vigilante sullo sviluppo dell’anima che crescendo è destinata a riprodurre i lineamenti di suo Figlio.

  Cosa dire delle attenzioni di Maria verso una creatura che per il dono della vocazione è stata chiamata a diventare un ‘alter Christus‘ in una pienezza tutta singolare?

  Maria, però, conserva nel suo operare quella nota caratteristica di umile e silenziosa modestia, che ci rivela di Lei il Vangelo; infatti la sua mediazione materna non è sempre o subito avvertita, né percettibile. In alcuni casi il suo intervento amoroso, sia quando la vocazione è sbocciata, sia quando incontra gli inevitabili ostacoli, si è manifestato chiaramente.

  «Ho riconosciuto più tardi – confessa candidamente suor Giuliana – che Maria mi ha preservata da tante occasioni che avrebbero messo in pericolo la mia vocazione».

  Suor Luciana descrive, con evidente gratitudine alla Vergine, i momenti difficili che hanno preceduto la sua entrata in religione: «Mancava poco tempo alla data fissata per entrare in monastero quando mi venni a trovare in un mare di guai. E pensare che solo un mese prima mi sentivo così sicura della mia vocazione! Mi rivedo ancora nell’ultimo banco di quel Santuario dedicato alla Madonna. Come il pubblicano del Vangelo, confusa e angosciata, non osavo nemmeno alzare gli occhi per guardare il volto sorridente della Vergine. Devo averLe fatto compassione, perché poco dopo incontrai un sacerdote al quale esposi con schiettezza ciò che mi rendeva dubbiosa sulla validità della mia vocazione ed egli dissipò ogni mia perplessità».

  Diverse di noi hanno incontrato difficoltà di intesa con la mamma, e questo è abbastanza naturale se si pensa al sacrificio che vien chiesto ad una madre portata istintivamente a desiderare la sua creatura sempre vicina a sé anche fisicamente.

  Suor Clara, per usare la massima delicatezza e per essere nello stesso tempo decisa nella sua risoluzione, pensò di rivolgersi alla Madre del Cielo: « … Con semplicità e affetto filiale mi raccomandavo alla Madonna; quasi sempre le esponevo le difficoltà che trovavo con la mamma, la quale nel suo affetto materno, forse un po’ egoistico, non si rassegnava al pensiero di vedermi lasciare la casa. La reciproca comprensione si faceva difficile. La Madonna rispondeva ottenendomi quella pace del cuore che mi aiutava ad essere paziente e amabile e nello stesso tempo risoluta nel mio proposito di essere tutta per sempre di Gesù».

  «Alle volte – ci confida suor Elena – quando guardo la corona del Rosario, mi viene spontaneo un sorriso. Avevo sperimentato che non dovevo aspettare fino a sera per unirmi a Maria con la preghiera del Rosario, perciò avevo preso l’abitudine di sfruttare tutti i ritagli di tempo, tra un orario e l’altro di lavoro, per mantenermi fedele a questa preghiera, che misurava la mia costanza e mi era di grande aiuto. Quel pomeriggio, in cui avevo deciso di manifestare alla mamma il mio proposito di partire, ci trovavamo tutte e due in chiesa. Era un giorno di festa. ‘Mamma recitiamo il rosario?’ La mamma acconsentì volentieri. Io pregai più intensamente del solito chiedendo in cuor mio la grazia alla Madonna di saper rivelare la mia decisione. Alla sera, dopo cena, presi il coraggio a due mani e in un fiato espressi il mio desiderio di partire al più presto. La mamma mi guardò un po’ addolorata, poi mi disse: ‘La Madonna non mi ha esaudito quando pregavo con te! Oggi le chiedevo la grazia di farti restare sempre a casa con noi!’. Allora non potevo ridere, ma adesso che sono in monastero, e che la mamma non solo è rassegnata ma contenta di vedermi felice della mia scelta, posso ricordare con gioia quella preghiera detta insieme a lei rivolta alla Madonna».