1

Chiusa la Settimana della Carità con un focus su Casa della Speranza

L’oratorio San Luigi e Sant’Agnese di Mozzanica ha ospitato, venerdì 18 novembre, l’ultimo appuntamento della Settimana della Carità nel quale si è posta l’attenzione sulle cosiddette “Opere segno” di Caritas cremonese, strutture oramai inserite a pieno titolo nel sistema integrato dei servizi al territorio. Di una in particolare si è parlato nel paese della bassa bergamasca, la Casa della Speranza di Cremona, quartiere Borgo Loreto, comunità-alloggio per dodici malati di Aids.

Presso la Casa della Speranza presta servizio, come diacono permanente e come psicologo, Mario Mantovani, relatore della serata mozzanichese assieme a Cristiano Beltrami, vicedirettore della Caritas diocesana. Mantovani ha incentrato il suo intervento sulla malattia di cui sono affetti gli ospiti della Casa della Speranza: l’Aids, la sindrome da immunodeficienza acquisita, della quale se ne parla, a torto, oramai sempre meno.

“Il malato di Aids – ha spiegato – è soggetto ad una procedura d’isolamento ma lui stesso fa fatica ad ammettere di esserne affetto ed inizia così a negare di essere portatore di questa malattia. Bisogna allora informare per prevenire essendo al tempo stesso consapevoli della complessità di queste informazioni. Per chi si avvicina a questi malati l’ostacolo più grande è quello di educare all’accettazione della morte senza uccidere le speranze. L’Aids – ha proseguito – è una malattia stranamente insabbiata. Anche la famiglia del malato tende a disinteressarsi di lui. La maggior parte di coloro che hanno in casa malati di Aids si sono allontanati da queste persone è più facile accettare uno schizofrenico oppure un malato di cancro piuttosto che un uomo o una donna che hanno contratto il virus dell’HIV.

La Casa della Speranza – ha concluso Mantovani -, rappresenta un grosso merito che la Chiesa cremonese ha, e non dico per piaggeria. Questa struttura è uno dei segni di carità più grandi che si possano avere da un sistema che è si ecclesiale ma più in generale è un sistema umano”.

“Come Caritas – ha spiegato Cristiano Beltrami – nostro obiettivo è portare a riflettere sulle povertà nascoste ma presenti in tutte le strutture. È bello tornare nelle comunità a ricordare, in serate come queste, che strutture come la Casa della Speranza sono un’opportunità. Un’opportunità anche per chi vuole fare della carità una professione”.

Introduzione di Beltrami all’incontro

Intervento di Mantovani

Intervento di Beltrami

Dibattito

Dopo una riflessione di don Mario Martinengo, parroco di Agnadello, seduto fra il pubblico, secondo il quale contro l’Aids non sarebbe sbagliato, pur con il rischio di essere tacciati di oscurantismo, tornare a proporre stili di vita adeguati, la serata si è conclusa con un test anonimo sottoposto ai presenti sulle loro conoscenze riguardo l’HIV.

Intervento di Beltrami in risposta alle suggestioni di don Martinengo

Prima della preghiera conclusiva, affidata al parroco di Antegnate don Marco Leggio, qualche notizia data da Beltrami sugli aiuti ai terremotati del centro Italia che saranno indirizzati alla diocesi di Camerino e San Severino Marche.

cof

 

Resoconto della Settimana della Carità: