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Domenica sera spettacolo al Foppone a conclusione del laboratorio teatrale targato FOCr

“Dimmi! No, niente”. Questo il titolo dello spettacolo che la Federazione Oratori Cremonesi e la Compagnia dei Piccoli presenteranno domenica 11 giugno, alle 21, nel cortile del Foppone, ancora per poco sede della Pastorale giovanile diocesana.

Si chiude così il primo anno di attività del laboratorio teatrale ed espressivo della pastorale giovanile diocesana. Suo scopo era quello di sostenere le competenze animative ed espressive di un gruppo di giovanissimi, disponibili ad un percorso di formazione e condivisione, sotto la supervisione di Mattia Cabrini. Lungo tutto l’anno pastorale che sta per chiudersi il gruppo ha fatto campo-base all’oratorio Silvio Pellico di Cremona per acquisire tecniche e confrontarsi sulla scrittura e l’interpretazione dei linguaggi propri del teatro.

Protagonisti saranno Gianluigi Agovino, Alberto Bonetti, Alessandro Bonetti, Nicole Cadoria, Emma Loda, Arianna Mancini, Mattia Pagliarini, Giulia Pecorari, Francesca Poli, Ester Tolomini e Marta Vanoli.

Lo spettacolo sarà anche l’occasione per un bilancio del primo anno e un “saluto” alla struttura che la FOCr lascerà tra qualche settimana.

L’ingresso alla serata è libero e tutti sono invitati.

Locandina




Da 11 a 5 zone pastorali

Di seguito il testo del decreto di modifica dell’assetto territoriale della diocesi.

La nostra Chiesa particolare, costituita da molteplici parrocchie e unità pastorali nel territorio diocesano, è articolata in Zone pastorali quali organismi che significano e attuano la comunione organica gerarchica, quali strumenti di partecipazione e corresponsabilità di presbiteri, consacrati e fedeli laici al fine di realizzare la cura pastorale mediante un’azione pastorale unitaria (cfr. Sinodo Diocesano 072).

Sin dai primi mesi del mio ministero pastorale in Diocesi, da più parti mi è stata manifestata l’esigenza di un rinnovato assetto territoriale della diocesi con un ripensamento della configurazione delle zone pastorali e una più organica mappatura delle unità pastorali esistenti e di quelle di futura costituzione.

Al fine di affrontare in modo puntuale e condiviso la questione, ho costituito una apposita Commissione diocesana che, sotto la mia guida, nel periodo settembre 2016 – marzo 2017 si è fatta carico di ripensare l’intero assetto territoriale della diocesi, analizzando la situazione zona per zona. Si è così giunti al convincimento che fosse opportuno passare dall’attuale divisione della diocesi in undici zone ad una rinnovata configurazione territoriale che, tenendo conto dell’esperienza ecclesiale sin qui fatta, prevedesse la riorganizzazione del territorio in sole cinque zone pastorali.

La rinnovata articolazione in cinque zone pastorali e la configurazione geografica di ciascuna ‑ tenendo conto della vita attuale della gente, dell’evoluzione delle Istituzioni e delle tradizioni religiose, sociali, e culturali dei diversi territori ‑ mira a favorire la comunione nel Presbiterio, una migliore partecipazione dei fedeli e delle comunità locali alla vita e alla missione della Chiesa particolare, in armonica convergenza con organismi e istituzioni diocesane.

Ora, ricevuto l’unanime parere favorevole del Consiglio Presbiterale e sentito il Consiglio Pastorale diocesano, sono giunto alla determinazione che si possa procedere, con serenità e fiducia, alla modifica dell’attuale assetto territoriale con la nuova configurazione di cinque zone pastorali.

Affinché si possa iniziare il nuovo anno pastorale 2017-2018 impostando in modo concreto la vita pastorale della diocesi nella prospettiva del nuovo assetto territoriale,

DECRETO

LA COSTITUZIONE DI CINQUE ZONE PASTORALI

i cui confini sono stabiliti dalla cartina geografica della diocesi, allegata al presente decreto, che ne costituisce parte integrante.

Con la costituzione delle nuove zone pastorali, in deroga alle disposizioni dell’ultimo Sinodo Diocesano (cfr. 075), cessano i Consigli pastorali zonali e vengono sostituiti da un Coordinamento pastorale zonale, il cui Regolamento verrà pubblicato in seguito con apposito atto.

Confido che la nuova ripartizione territoriale della diocesi possa favorire una migliore collaborazione pastorale da parte di tutte le componenti ecclesiali diocesane e zonali, per garantire una presenza di sempre maggiore prossimità della Chiesa ai bisogni spirituali dei fedeli e stimolare tutto il popolo di Dio ad un rinnovato slancio nell’annuncio del Vangelo agli uomini del nostro tempo.

+ Antonio Napolioni
vescovo di Cremona

 

I vicari zonali delle 5 nuove zone pastorali sono:

  • zona pastorale 1 – don Marco Leggio
  • zona pastorale 2 – don Pietro Samarini
  • zona pastorale 3 – don Pierluigi Codazzi
  • zona pastorale 4 – don Davide Ferretti
  • zona pastorale 5 – don Davide Barili

 

Istanze e obiettivi del riordino

«Si rende necessario un serio aggiornamento delle articolazioni interne alla diocesi: per individuare le unità pastorali da costituire nei prossimi anni, dobbiamo tener conto innanzitutto della vita della gente, delle trasformazioni civili, del tessuto umano e spirituale, delle risorse pastorali e strutturali. Ai diversi livelli, gli organismi di partecipazione saranno chiamati a praticare un effettivo discernimento comunitario sul territorio, per leggere attentamente il presente e il futuro del proprio contesto sociale ed ecclesiale, in modo da renderci tutti apertamente consapevoli delle scelte da compiere».

Così si esprimeva il nostro Vescovo Antonio, presentando le indicazioni pastorali all’inizio del suo primo anno in diocesi. Il discernimento non richiama solo l’idea di una lettura del territorio per individuare i bisogni che nascono dalle situazioni nuove venutosi a creare, ma uno sguardo di fede che la chiesa cremonese deve avere per individuare i passi concreti da compiere nell’oggi per continuare a servire e annunciare il Vangelo.

Quando si parla di nuove zone pastorali, di unità pastorali, di organismi di partecipazione ecclesiali, non si vuole dare il primato all’efficienza delle strutture e all’organizzazione, ma individuare gli strumenti più adeguati per rendere più vive le comunità parrocchiali (222 in tutte) sparse sul territorio diocesano e per aiutarle ad essere cellule missionarie.

Il discernimento, perché fosse autenticamente comunitario, ha coinvolto le varie componenti ecclesiali, dal Consiglio Presbiterale a quello Diocesano, ai Consigli zonali e, in alcuni casi, anche i Consigli parrocchiali. Il confronto, l’ascolto sincero, la raccolta di osservazioni e proposte, ha permesso al Vescovo di arrivare alla definizione delle nuove zone pastorali, cinque in tutto: la zona 1 bergamasca, la più popolosa; la zona 2 dalla parrocchia di Gallignano fino alle porte della città; la zona 3 urbana con le parrocchie della città e della periferia; la zona 4 dalla città fino a Piadena; la zona 5 casalasca–mantovana.   La drastica riduzione rispetto alle attuali undici risponde alla necessità, considerando la diversa tipologia dei territori della diocesi, di dare più consistenza all’incontro tra comunità parrocchiali, tra sacerdoti e laici.

La zona, sempre animata da un vicario zonale, avrà principalmente il ruolo di animare l’attività pastorale sul territorio, di offrire, in sinergia con gli uffici diocesani, percorsi formativi e spirituali per preti e operatori pastorali laici, di promuovere eventi, di dar voce a istanze e necessità del territorio.

Il vicario di zona presiederà il Coordinamento zonale, un gruppo di sacerdoti, laici e religiosi rappresentanti delle parrocchie e delle unità pastorali, ma soprattutto referenti delle quattro aree pastorali (giovani, famiglia, diaconia e cultura). Il suo ruolo sarà principalmente operativo e, in collegamento con gli uffici pastorali, aiuterà le comunità parrocchiali a crescere nella comunione fra loro in vista anche della costituzione delle unità pastorali e a far maturare una vera ministerialità laicale, a rendere più incisivo l’annuncio del Vangelo in ascolto di ciò che il territorio esprime.

Nelle indicazioni pastorali all’inizio del suo primo anno in diocesi, il vescovo Antonio richiamava l’urgenza di un laicato corresponsabile e maturo: «Conseguentemente, occorrerà promuovere le ministerialità laicali, soprattutto per aver cura anche delle più piccole comunità, e potremo coordinare progetti di ristrutturazione e ottimizzazione delle tante strutture, che spesso costituiscono più un onere che una risorsa».

Non ci facciamo illusioni, nessuna ristrutturazione organizzativa ha la capacità di rinnovare una realtà come la Chiesa che trova la sua origine e la sua anima nello Spirito del Risorto, ma proprio per non mortificare la Forza sempre nuova della sua Presenza, siamo chiamati a creare veri spazi di incontro, di ascolto e di individuare cammini percorribili perché possiamo essere strumenti docili ed efficaci.

Don Gianpaolo Maccagni
Vicario episcopale per la Pastorale

 

 




Nuovi dettagli logistici per la visita del Papa

Disponibili nuove informazioni logistiche in vista della visita di Papa Francesco a Bozzolo il prossimo 20 giugno. In particolare tutti i dettagli sui bus a disposizione dei sacerdoti e del Consiglio pastorale diocesano. Stabilite, inoltre, le modalità di accesso alla chiesa per i possessori di apposito pass: potranno entrare dalle 7 alle 8 dalla porta laterale di via dei Mille.

La scheda con tutti i dettagli tecnici




Oggi l’ingresso dell’arcivescovo Perego a Ferrara

Dopo sessantatré anni un altro cremonese varca la soglia dell’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio: sabato 3 giugno, infatti, è il giorno dell’ingresso dell’arcivescovo Gian Carlo Perego, originario di Agnadello. Prima di lui, nel 1954, l’arcivescovo Natale Mosconi (1904-1988), dopo l’esperienza del cardinale Ignazio Giovanni Cadolini (1794-1850).

Eletto arcivescovo di Ferrara-Comacchio e abate di Pomposa lo scorso 15 febbraio, mons. Perego è stato ordinato vescovo nella Cattedrale di Cremona il 6 maggio scorso.

 

L’ingresso a Ferrara

Intensa la giornata del 3 giugno a Ferrara, con il primo momento ufficiale alle 15 al casello autostradale di Ferrara-sud, dove il Presule si tratterrà per un breve momento di preghiera, mentre a quell’ora le campane di tutta l’arcidiocesi suoneranno a festa.

Quindi il trasferimento alla Basilica di San Giorgio fuori le mura per un incontro con le istituzioni e i giovani.

Poi il trasferimento a Palazzo Arcivescovile: qui, dal portone principale, pochi minuti prima delle 17, inizierà la breve processione verso la Cattedrale. A presiedere il rito di insediamento l’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Maria Zuppi. Tra le tante autorità religiose presenti anche il vescovo Antonio Napolioni che il 6 maggio presiedette l’ordinazione episcopale dell’arcivescovo Perego.

Al termine della Messa in Palazzo Arcivescovile mons. Perego saluterà le autorità.

La celebrazione sarà trasmessa in diretta da Telestense (per la diretta web cliccare qui).

 

I successivi appuntamenti

Domenica 4 giugno la giornata sarà dedicata alla comunità di Comacchio. Le due Chiese – Ferrara e Comacchio – furono infatti unite “in persona episcopi” il 15 luglio 1976, con la nomina di Filippo Franceschi. Il 30 settembre 1986, in forza del decreto “Instantibus votis” della Congregazione per i Vescovi, fu stabilita l’unione delle due diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto l’attuale nome.

Alle ore 10.30, nella sede del Comune, Perego incontrerà le istituzioni locali; alle 11 nella Concattedrale di San Cassiano presiederà la Messa solenne. Alle 12.30 nel cortile della Parrocchia i saluti e il rinfresco, mentre alle ore 16 l’arcivescovo è atteso al Molo di Porto Garibaldi per “La Madonna va in mare”, processione di barche e omaggio alla Vergine dei marinai.

La domenica successiva, 11 giugno, Perego porterà il saluto alla comunità di Pomposa: alle 10.30 nel Palazzo della Ragione l’incontro con le istituzioni locali e alle 11 nell’Abbazia di Pomposa la Messa solenne. Nel pomeriggio, alle 15.30, la visita al Boscone della Mesola e alle 16.30 all’Abbazia di Pomposa “Preghiera e musica” con la partecipazione di alcune corali parrocchiali del Vicariato.

L’agenda del nuovo arcivescovo di Ferrara-Comacchio prevede già diversi appuntamenti per un primo incontro con le realtà locali. Martedì 6 giugno mons. Perego si recherà nella Casa Circondariale di Ferrara; giovedì 8 visiterà l’Ospedale Sant’Anna a Cona; venerdì 9 giugno conoscerà Caritas e Migrantes, servizi a cui ha dedicato gran parte della propria missione sacerdotale. Perego è stato infatti direttore della Caritas diocesana di Cremona dal 1997 al 2002, quando venne chiamato a Roma presso Caritas Italiana come responsabile dell’Area nazionale. Nel 2006 venne incaricato da Caritas Italiana di istituire un Centro documentazione unitario con Migrantes e di curare la nascita dell’Archivio per la storia della Caritas in Italia. Il 1° dicembre 2009 la nomina a direttore generale di Fondazione Migrantes, cui dal 2012 ha affiancato anche l’incarico di consultore del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti.

Locandina

 

L’annuncio della nomina
Foto, video e cronaca dell’ordinazione episcopale

 

Eventi dopo l’ordinazione:




L’arcivescovo Perego si è insediato a Ferrara

Nel giorno del 54° anniversario della morte di Papa Giovanni, monsignor Gian Carlo Perego si è ufficialmente insediato nella diocesi di Ferrara-Comacchio. Il 3 giugno ha assunto quindi un significato particolare: non solo per la concomitanza della festa di Pentecoste, ma anche per il ricordo del Papa Buono che aprì il Concilio e al quale il nuovo vescovo ha idealmente affidato l’inizio del suo ministero episcopale. 

 

Accoglienza al casello

La lunga e prima giornata ferrarese del nuovo vescovo è iniziata nel primo pomeriggio al casello di Ferrara Sud quando ad attenderlo c’era una rappresentanza diocesana per il tradizionale rito del bacio del suolo.

 

L’incontro con i giovani

Il corteo ha poi proseguito per la basilica di San Giorgio, antica cattedrale diocesana, dove mons. Perego ha incontrato i giovani scambiando con loro alcune riflessione, sulla fede e l’impegno cristiano proteso verso gli ultimi.

Sul sagrato della basilica c’è stato poi il saluto di benvenuto delle autorità e il discorso del sindaco Tiziano Tagliani, primo sindaco cattolico del dopoguerra a Ferrara. Il primo cittadino, pur nei ruoli e negli ambiti diversi, ha  auspicato una piena collaborazione per il bene comune della città. «La collaborazione laica tra istituzioni pubbliche e realtà ecclesiali è una realtà consolidata, tanto che ci si può spesso trovare attorno a un tavolo e chiamarsi per nome», ha detto il sindaco di Ferrara. Il testo integrale del saluto

Tanti giovani hanno preferito accogliere mons. Perego piuttosto che andare al mare. È stato molto intenso l’incontro che il nuovo vescovo, come suo primo atto, ha tenuto alla basilica di San Giorgio. Rispondendo alle domande di Francesca e Giovanni, mons. Perego ha ribadito l’importanza degli oratori nelle parrocchie come strumento di aggregazione, come ha insegnato bene don Bosco. In aiuto a questa pratica può venire lo sport, la musica, il teatro. «Cari giovani – ha detto – è bello quando si esce dall’individualismo e si costruisce qualcosa insieme, soprattutto che possa aiutare gli altri. I giovani hanno bisogno di guardare al futuro ed è importante vivere la fede». Il vescovo ha poi ricordato le importanti esperienze che ha avuto quando era parroco a Cremona, quando è stato assistente della Fuci, nella Caritas e infine con Migrantes ha avuto modo di conoscere molti ragazzi (età media 21 anni) arrivati in Italia. La parentesi dei giovani si è conclusa anche con una simpatica esibizione dei piccoli sbandieratori di San Giorgio.Dopo la partenza da San Giorgio il corteo ha proseguito per le strade cittadine arrivando fino a palazzo vescovile che sarà la nuova casa di monsignor Perego.

 

La Messa d’ingresso

Alle 17 è iniziato il rito religioso con la partecipazione di numerosi vescovi e sacerdoti.

Elenco Vescovi partecipanti

Mons. Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara-Comacchio, ha avuto parole di incoraggiamento nei confronti del suo successore al quale ha affidato una diocesi che «si è ritrovata popolo di Dio».

L’arcivescovo metropolita di Bologna, mons. Matteo Zuppi, nel salutare il nuovo vescovo ha ricordato come la Chiasa sia un cantiere e guardando le ferite del terremoto in duomo ha avuto un’ispirazione osservando le reti protettive, «sono reti da gettare», come facevano in pratica i primi apostoli.

Nel corso della cerimonia c’è stato anche il saluto di alcune componenti della società civile e religiosa ferrarese che hanno dato il benvenuto a mons. Perego. Leggi i saluti di benvenuto

L’omelia di insediamento di mons. Perego è iniziata con quattro parole: emozione e preoccupazione,  gioia e speranza. Il testo integrale dell’omelia

A conclusione il saluto del vicario generale dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, mons. Massimo Manservigi, che ha fatto sue le parole del caporedattore del Settimanale diocesano, Barbara Giordano, per descrivere al nuovo Pastore che cosa sia la “ferraresità” in tutte le sue contraddizioni e in tutte le sue speranze. Leggi il testo integrale

 

Photogallery dell’ingresso

 

 

L’accoglienza a Comacchio

Domenica 4 giugno giornata dedicata alla comunità di Comacchio. Le due Chiese – Ferrara e Comacchio – furono infatti unite “in persona episcopi” il 15 luglio 1976, con la nomina di Filippo Franceschi. Il 30 settembre 1986, in forza del decreto “Instantibus votis” della Congregazione per i Vescovi, fu stabilita l’unione delle due diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto l’attuale nome.

Alle ore 10.30, nella sede del Comune, Perego incontrerà le istituzioni locali; alle 11 nella Concattedrale di San Cassiano presiederà la Messa solenne. Il testo dell’omelia

Alle 12.30 nel cortile della Parrocchia i saluti e il rinfresco, mentre alle ore 16 l’arcivescovo è atteso al Molo di Porto Garibaldi per “La Madonna va in mare”, processione di barche e omaggio alla Vergine dei marinai.

 

I prossimi appuntamenti in agenda

Domenica 11 giugno l’arcivescovo Perego porterà il saluto alla comunità di Pomposa: alle 10.30 nel Palazzo della Ragione l’incontro con le istituzioni locali e alle 11 nell’Abbazia di Pomposa la Messa solenne. Nel pomeriggio, alle 15.30, la visita al Boscone della Mesola e alle 16.30 all’Abbazia di Pomposa “Preghiera e musica” con la partecipazione di alcune corali parrocchiali del Vicariato.

L’agenda del nuovo arcivescovo di Ferrara-Comacchio prevede già diversi appuntamenti per un primo incontro con le realtà locali:

  • martedì 6 giugno mons. Perego si recherà nella Casa circondariale di Ferrara;
  • giovedì 8 visiterà l’Ospedale Sant’Anna a Cona;
  • venerdì 9 giugno conoscerà Caritas e Migrantes.

Servizi, questi ultimi, a cui mons. Perego ha dedicato gran parte della propria missione sacerdotale. Perego è stato infatti direttore della Caritas diocesana di Cremona dal 1997 al 2002, quando venne chiamato a Roma presso Caritas Italiana come responsabile dell’Area nazionale. Nel 2006 venne incaricato da Caritas Italiana di istituire un Centro documentazione unitario con Migrantes e di curare la nascita dell’Archivio per la storia della Caritas in Italia. Il 1° dicembre 2009 la nomina a direttore generale di Fondazione Migrantes, cui dal 2012 ha affiancato anche l’incarico di consultore del Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti.

Locandina

 

L’annuncio della nomina

 

Foto, video e cronaca dell’ordinazione episcopale

 

Eventi dopo l’ordinazione:




Veglie di Pentecoste guardando al Sinodo

La veglia di Pentecoste, per il secondo anno consegnata alle zone pastorali, avrà quest’anno per tema l’invocazione dello Spirito sull’esperienza del Sinodo diocesano dei Giovani. Per questo, ad aiutare il momento di preghiera e riflessione, vi sarà anche la testimonianza di un giovane, proprio in merito al cammino di ascolto di questa prima fase diocesana.

Un apposito schema di veglia è stato predisposto dall’Ufficio liturgico diocesano in sinergia con la Pastorale giovanile, che ha predisposto la video-testimonianza di un giovane.

Questa caratterizzazione delle veglie di Pentecoste rappresenta sicuramente un coinvolgimento prezioso delle comunità, soprattutto adulte, che non possono sentirsi estranee al percorso sinodale: un evento di Chiesa che da una parte provoca i giovani e la pastorale giovanile a rinnovare impegno e coraggio, e dall’altra invita gli adulti a sostenere con gioia quanto ha il sapore bello e grande del futuro, generando nella preghiera e nella stima nuove speranze.

Questi gli appuntamenti nelle diverse zone pastorali, in agenda tra giovedì 1° giugno e sabato 3.

Giovedì 1° giugno – Zone 1 e 2 La veglia proposta a livello interzonale per le zone pastorali 1 e 2 inizierà alle 20.45 di giovedì 1° giugno nella chiesa di S. Rocco, a Misano. Da qui partirà il breve pellegrinaggio (circa 1 chilometro) che, con la recita del Rosario, porterà i pellegrini al Santuario di Caravaggio, dove la celebrazione inizierà con il passaggio al Fonte a ricordo del Battesimo. Seguirà, in basilica, il momento di ascolto della Parola di Dio, del magistero e di una testimonianza video sul Sinodo. La conclusione sarà davanti allo Speco con la preghiera di affidamento dei giovani a Maria, composta nel 2003 da san Giovanni Paolo II. La veglia, animata dal coro dei giovani della parrocchia di Caravaggio, sarà presieduta dal vicario zonale della Zona 1, don Marco Leggio. Locandina

Venerdì 2 giugno – Zona 9 Per quanto riguarda la zona 9, quella del Casalasco, l’appuntamento sarà la sera di venerdì 2 giugno, alle 21, nella chiesa di S. Francesco, a Casalmaggiore.

Sabato 3 giugno – Zona 3 Per la zona 3 la veglia è in programma la sera di sabato 3 giugno a Fiesco. Animata dal vicario zonale, don Antonio Bandirali, sarà animata dal coro parrocchiale.

Sabato 3 giugno – zone 4 / 6 / 7 La sera di sabato 3 giugno a Cremona, alle 21, nella chiesa parrocchiale del Maristella, sono convocate le zone pastorali 4, 6 e 7. A presiedere la veglia il vicario generale don Massimo Calvi. Locandina

Sabato 3 giugno – Zona 8 Per la zona pastorale 8 l’appuntamento è la sera di sabato, alle 21, nella chiesa parrocchiale di sospiro. La celebrazione, che sarà presieduta dal vicario zonale don Emilio Garattini, sarà accompagnata dal coro dei giovani della zona.

Sabato 3 giugno – Zona 10 La chiesa di S. Martino dall’Argine sarà il luogo di ritrovo per i le comunità della zona pastorale 8. La veglia sarà presieduta dal vicario zonale don Luigi Pisani.

Nelle comunità – Zone 5 e 11 Nelle zone 5 e 11 non sarà promosso alcun incontro di carattere zonale. Ogni parrocchia sarà chiamata a predisporre in maniera autonoma o in sinergia con le comunità vicine specifici momenti di preghiera e riflessione.




In Cattedrale la toccante testimonianza di Gianna Jessen

Cattedrale di Cremona gremita, la sera di martedì 30 maggio, per l’incontro organizzato da ProVita onlus in sinergia con il Movimento per la Vita, il Centro di Aiuto alla Vita e il Comitato Difendiamo i nostri figli di Cremona. L’occasione è stata la testimonianza di una donna semplice, fragile, minata da una grave disabilità, una paralisi cerebrale e muscolare, che lei considera un «dono»: Gianna Jessen. Secondo i progetti umani non avrebbe neppure dovuto essere nata.

Gianna Jessen è nota in tutto il mondo per essere sopravvissuta all’aborto salino in una clinica di Los Angeles facente capo a Planned Parenthood, la multinazionale pro-choice cui il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha recentemente tagliato i fondi statali.

Proprio nelle parole del parroco della Cattedrale, mons. Alberto Franzini, che ha aperto la serata, l’attenzione è andata a quegli gli Stati, specie in Occidente, schiavi di una «cultura di morte».

Nel suo intervento, tradotto in tempo reale dall’americano, Gianna Jessen ha raccontato la propria storia. Ha parlato della clinica abortista di Los Angeles dove, nel 1977, si recò sua madre, a soli 17 anni, alla 30esima settimana di gravidanza. Troppo giovane per avere un figlio, secondo il suo medico. Così le venne iniettata nell’utero una soluzione salina, che di solito porta, in 24 ore, alla morte del bambino in grembo: corrodendo, ustionando e soffocando. Ma lei è riuscita a scamparvi, pur restando gravemente lesa: «Dio è come un buon padre giunto a soccorrere la propria figlia. Il Signore protegge le persone nel grembo della madre. E io ne ho la prova sulla mia cartella clinica. Sono nata alle sei del mattino – ha ricordato – così il medico che avrebbe dovuto uccidermi per strangolamento o soffocamento, in quanto sopravvissuta all’aborto, non era ancora in servizio. L’infermiera di turno a quel punto ha chiamato un’ambulanza e mi hanno trasferita in ospedale. Quella donna mi ha salvato la vita e io le sono molto grata».

Data per spacciata, Gianna è stata allevata in un orfanotrofio. Era ritenuta senza speranza. A quattro anni è stata adottata da una famiglia che ha saputo volerle bene per quel che era ed è. Contro ogni aspettativa, ha recuperato buona parte della sua disabilità imparando a camminare. Tanto che ha corso un paio di maratone e ha in programma di scalare una montagna. «Dissero che non sarei riuscita mai a muoversi, che sarei restata in stato vegetativo in un letto. Mai avrebbero pensato che io potessi venire in Italia. Eppure eccomi qui! Anche dovessi andare in Cielo gattonando, non mi arrenderò mai!».

Del resto, si è chiesta: chi può arrogarsi il diritto di scegliere chi deve vivere e chi no? Come può una persona sana decidere della vita di una malata? Esistono forse vite indegne?.

E ha proseguito: «Vorrei fare una domanda alle femministe: se l’aborto riguarda i diritti delle donne, come la mettiamo con i miei di diritti? Perché i miei diritti non contano? Oggi si tiene conto solo di un punto di vista, di un’opinione, di una linea di pensiero: questa non è libertà».

Quanto ai rapporti uomo-donna, «si sta portando avanti una guerra contro gli uomini – ha dichiarato -. Una gran parte dei problemi che abbiamo adesso è dovuta a questo fatto: sembra che le donne non sopportino più l’essere uomo degli uomini. È come se volessero togliere quella parte che è tipica dell’uomo con la U maiuscola. È come se questa parola non ci piacesse più. In realtà voi uomini siete stati fatti per essere coraggiosi, per essere grandi, d’onore! Tutte queste cose meravigliose sono dentro di voi. Non siete nati per essere passivi!».

In medicina si utilizza il battito cardiaco per capire se la persona sia viva o meno, ha evidenziato. Se già 16 giorni dopo la fecondazione, grazie alle moderne tecnologie, si può sentire il battito del cuore del bambino, come definire la sua soppressione fisica?

 

Photogallery




Don Claudio Rasoli lascia la direzione del portale diocesano

Don Claudio Rasoli, da 15 anni impegnato nella comunicazione diocesana, lascia questo ambito del servizio pastorale. Ha ricoperto l’incarico di segretario di redazione presso il settimanale diocesano “La Vita Cattolica” dal 2002 al 2014. Dal 2009 al 2014 è stato responsabile dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali e addetto stampa del Vescovo e della Curia. Dal 2009 è stato direttore del Portale internet diocesano “DiocesidiCremona.it”, favorendone il rilancio e accreditandone il ruolo nella informazione istituzionale della Chiesa cremonese. È direttore responsabile del periodico “Chiesa in cammino” del Seminario di Cremona, dal 2013.

I collaboratori del settore della comunicazione sociale in diocesi – sacerdoti e laici – lo salutano e lo ringraziano per la professionale attività di documentazione e commento dell’attualità ecclesiale, svolta con generosa dedizione in questi anni. E gli augurano di proseguire con lo stesso slancio e dedizione il suo servizio all’annuncio del Vangelo: l’unica vera “notizia” che ha il potere di cambiare il mondo.

 

Di seguito il saluto di don Rasoli ai lettori del nostro portale.

Dopo 8 anni, era il 15 giugno 2009, lascio la direzione del portale DiocesidiCremona.it. Una decisione molto sofferta, ma credo necessaria per il bene del settore delle comunicazioni sociali che si sta ridefinendo in maniera radicale e che sempre più ha bisogno di un’unica guida che colleghi in maniera chiara e decisa i diversi mass-media diocesani.

In questo tempo, grazie alla collaborazione fondamentale di Riccardo Mancabelli, che ringrazio di vero cuore per la professionalità e la generosità dimostrate sempre, il portale diocesano si è imposto all’attenzione generale per la velocità, l’esaustività delle notizie e l’autorevolezza. Sempre più i mass-media locali l’hanno utilizzato come vera e propria agenzia di stampa dalla quale attingere informazioni e fotografie.

Il portale è divenuto un punto di riferimento fondamentale anche per gli operatori pastorali, vero e proprio strumento di formazione e di comunione ecclesiale: attraverso il web abbiamo accorciato le distanze di una diocesi che si distende su ben quattro provincie.

L’utilizzo, poi, dei social media – facebook e twitter – ha permesso di intercettare anche il pubblico dei più giovani e ha comunque fatto conoscere il portale a molte più persone.

Un salto di qualità è stato poi il restyling completo avvenuto il 13 novembre 2015 grazie ad un progetto ambizioso finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana. Oggi il portale appare più accattivante dal punto di vista grafico, ma anche più fruibile, chiaro e veloce e con servizi innovativi come Parrocchiemap.

La stretta collaborazione con la televisione diocesana, guidata da don Attilio Cibolini, ha permesso di sviluppare una vera e propria TV digitale che manda in onda, in diretta, gli eventi diocesani più importanti, l’ultimo in ordine cronologico è stata l’ordinazione episcopale di mons. Perego e, non senza sforzi tecnici, anche la sua prima Messa da vescovo nel suo paese di Agnadello.

Un grande grazie ai tanti collaboratori volontari – corrispondenti dalle varie zone, giornalisti, fotografi – che credono in questo progetto e che lavorano con abnegazione e vero spirito di servizio.

Un saluto agli amici che di mestiere fanno il giornalista – lo considero quasi la mia seconda vocazione – e con i quali è nato un rapporto di stima e amicizia.

Un pensiero riconoscente agli oltre 30.000 lettori mensili che non hanno mai fatto mancare il loro apprezzamento e il loro sostengo per un lavoro che è stato molto duro, ma ricco di soddisfazioni ed estremamente arricchente dal punto di vista umano, sacerdotale e professionale.

A tutti l’augurio di una vita serena.

don Claudio Rasoli




Conferito il ministero dell’Accolitato ad Arrigo Duranti

Cappella del Seminario gremita, la sera di giovedì 1° giugno, per la Messa nella quale il vescovo Antonio Napolioni ha conferito il ministero dell’Accolitato al seminarista Arrigo Duranti. Classe 1990, originario di Soncino, frequenta il quarto anno di Teologia.

In prima fila naturalmente i familiari, ma non mancavano neppure tanti compaesani e amici conosciuti durante gli anni di servizio nelle varie parrocchie delle diocesi. Presente anche una folta delegazione dell’Unitalsi, associazioni di cui il giovane seminarista fa parte come barelliere.

Accanto al Vescovo i superiori del Seminario: il rettore don Marco D’Agostino, il vice don Francesco Cortellini e il direttore spirituale don Maurizio Lucini. Sull’altare anche il delegato episcopale per la Vita consacrata, don Giulio Brambilla, e il parroco di Soncino, don Mario Marinoni. Hanno concelebrato diversi altri amici sacerdoti, tra loro il vicario di Soncino, don Fabrizio Ghisoni.

La celebrazione, impreziosita dai canti del coro San Pio V di Soncino diretto dal maestro Roberto Grazioli; la liturgia della Parola è stata caratterizzata dalla chiamata del candidato che, in forma pubblica, ha pronunciato il proprio “Eccomi”, segno della disponibilità ad accogliere la chiamata del Signore al servizio della sua Chiesa.

Proprio sul ministero dell’Accolitato si è soffermato nell’omelia il Vescovo evidenziando come al centro di questa Eucaristia ci fosse una parola di Dio che si fa anche chiamata. L’obiettivo – ora e un domani – è quello di centrare il traguardo. Se mancare il bersaglio altro non è che peccare, la meta da raggiungere nella storia personale di questo seminarista sembra chiara, in netto contrasto con il pensiero comune che oggi i giovani non abbiano orizzonti da perseguire.

A scandire gli obiettivi proprio la Parola di Dio, sulla quale mons. Napolioni si è soffermato, invitando a non far prevalere su noi stessi le scadenze più quotidiane.

L’accolito. Infatti, è colui che si mette sulla via del Signore con i passi quotidiani, nella consapevolezza che i «perché» mostrati da Gesù nello spezzare il pane devono orientare tutta l’esistenza, con una traduzione concreta giorno per giorno nella vita. Così quel Pane, che nutre la Chiesa, dall’altare deve arrivare al mondo.

Nelle parole del Vescovo anche l’ammonimento che l’accolitato non sia vissuto come asettico e formale esercizio liturgico, ma diventi vera occasione di incontro e di amore nel Signore. Da qui l’augurio di un ministero che possa portare da subito molto frutto, una vita che altro non è che palestra per il Regno dei Cieli.

Al termine dell’omelia Arrigo si è portato davanti al Vescovo dove, dopo la benedizione, ha ricevuto la patena con il pane per la celebrazione eucaristica, segno visibile del nuovo servizio ecclesiale che ora è chiamato a svolgere. E la prima occasione concreta è stata proprio al momento delle Comunioni, quando il nuovo accolito ha potuto distribuire l’Eucaristia.
Prima della benedizione finale il saluto del rettore, don D’Agostino, che, prendendo spunto dalla fotografia aerea del Seminario stampata sul libretto della Messa, ha invitato a tenere sempre nel cuore e nelle proprie preghiere questa comunità e i giovani che stanno maturando, anche a fatica, la loro scelta di consacrazione al Signore.

La serata è proseguita all’insegna della festa, salutata anche da un momento conviviale.

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Biografia di Arrigo Duranti

Classe 1990, Arrigo Duranti è originario della parrocchia S. Maria Assunta e S. Giacomo Apostolo in Soncino. Duranti ha vissuto l’esperienza del Seminario Minore dal 2004 al 2010 frequentando un anno il liceo Vida e successivamente l’istituto tecnico Einaudi a indirizzo sociale. Rientrato nel 2012 nella classe propedeutica, ha svolto il suo servizio pastorale presso la Beata Vergine del Roggione (Pizzighettone). In prima e seconda Teologia ha servito la comunità di Spinadesco, ha animato anche le attività del Centro Diocesano Vocazioni. L’anno scorso ha prestato servizio presso la parrocchia Casalbuttano e quest’anno presso comunità della Beata Vergine di Caravaggio in Cremona. Duranti fa parte dell’Unitalsi e come barelliere ha prestato il suo aiuto agli ammalati in diversi pellegrinaggi a Lourdes.

 

Il ministero dell’Accolitato

Il conferimento del ministero dell’Accolitato costituisce una tappa significativa nel cammino di formazione del seminarista che, attraverso l’istituzione come accolito, avrà modo di vivere e sperimentare i diversi aspetti del ministero ordinato, al quale si stanno preparando.

All’accolito viene affidato il servizio all’altare e, quindi, simbolicamente una vicinanza maggiore al sacramento dell’Eucaristia, perché dalla sua celebrazione e adorazione impari a vivere secondo la logica del dono di sé, della gratuità e della comunione.

I ministeri conferiti in vista del presbiterato hanno come funzione primaria l’interiorizzazione del loro significato di servizio alla Chiesa e ai fratelli nella fede, sul modello di Cristo servo, di cui appunto l’esercizio concreto durante le celebrazioni liturgiche altro non è che l’espressione concreta e simbolica più evidente. Inoltre, queste tappe nel cammino di formazione sono volte ad accrescere il senso di appartenenza alla Chiesa, dalla quale si riceve il ministero come dono e come compito, da realizzarsi anche attraverso la coerenza di vita, la maturità umana e cristiana e la continua conversione.

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Messa dell’arcivescovo Perego al Caimi di Vailate

Messa solenne mercoledì 31 maggio all’ospedale Caimi di Vailate con un celebrante d’eccezione: monsignor Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio ed abate di Pomposa. Proprio al Caimi il prelato di origini agnadellesi è nato il 25 novembre del 1960, «potendo beneficiare – come ha detto nel suo saluto introduttivo Mario Berticelli, presidente della Fondazione Ospedale Caimi Onlus – delle attenzioni dispensate in un luogo come questo, dove si operava nel rispetto della dignità umana e dello spirito cristiano, valori che la struttura, pur avendo saputo evolversi, non ha mai perduto».

Diversi i sacerdoti che hanno affiancato mons. Perego sull’altare allestito in cortile. Presenti alla Messa (uno dei tanti eventi ricompresi nella diciannovesima edizione della rassegna “Anziani insieme per le età”, targata Ospedale Caimi ed iniziata domenica 28 maggio) le autorità civili, i carabinieri della stazione di Vailate, il presidente dell’ARSAC (l’associazione delle Rsa della provincia di Cremona) Walter Montini, numerosi ospiti del Caimi ed altrettanti cittadini, vailatesi ma non solo.

La corale della Fondazione ha allietato la messa con i suoi canti mentre i figuranti della rievocazione storica del pellegrinaggio parrocchiale al santuario di Caravaggio, in costumi d’epoca, hanno animato l’offertorio.

Anche il sindaco Paolo Palladini ha rivolto un saluto pubblico all’Arcivescovo, parlando a nome della comunità vailatese: «Rinnoviamo il nostro augurio – ha affermato – affinché il suo ministero sia foriero di valori di solidarietà e sia un punto di riferimento per tutti».

Nell’omelia, facendo riferimento all’anniversario della visitazione di Maria Vergine ad Elisabetta, monsignor Perego ha paragonato i gesti che compì la Madonna nei confronti della cugina (premura, saluto, preghiera e tempo da dedicare) a quelli che quotidianamente avvengono in luoghi come quello in cui lui stava celebrando l’Eucarestia. «Avere un ospedale come questo – ha sottolineato – significa, per una comunità, avere un luogo che stimola la responsabilità sociale, avere un tesoro che educa alla solidarietà. Prego perché il Caimi resti sempre un luogo di accoglienza, di cura e di tutela della vita e che Maria ci renda capaci di essere visitatori di questo stesso luogo con le qualità che lei ci ha insegnato».

A fine celebrazione il saluto di Paolo Regonesi, direttore generale della Fondazione Ospedale Caimi Onlus: «Ricordando il discorso di mons. Giancarlo nella Messa di ordinazione episcopale, quando parlò di due valigie che idealmente avrebbe portato con sé a Ferrara, ecco che noi gliene doniamo altrettante chiedendogli di portare, in una, quella dei ricordi, il ricordo nostro e di tutte le persone che abbiamo nel cuore e, nell’altra, quella dei sogni, una somma raccolta fra gli ospiti e i collaboratori del Caimi che l’Arcivescovo stesso deciderà in quale opera di carità impiegare».

f.c.

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Il Caimi di Vailate

La storia della Fondazione Caimi affonda le proprie radici nel XVII secolo, quando la popolazione della zona, già povera, viene duramente colpita e decimata dalle epidemie e dalle carestie. In quel periodo sono numerose le iniziative spontanee, in special modo da parte di religiosi, avviate per venire incontro ai bisogni della gente. Così nella nella seconda metà del XVII secolo nasce l’idea di creare in Vailate una vera e propria struttura ospedaliera idonea a portare assistenza e cure sanitarie alla popolazione. Tale progetto accomuna le volontà testamentarie di tre sacerdoti di origine vailatese: don Pietro Garioli, don Giuseppe Nazarri e don Giovanbattista Caimi. L’idea si concretizza nel 1792 quando l’Ospedale degli infermi di Vailate avvia la propria attività, rendendo disponibili 8 posti letto. La sede era ubicata sulla via principale di Vailate, nello stesso luogo dove ci troviamo oggi.

La realtà della Fondazione Caimi, nome ereditato da uno dei cofondatori, ha radici profonde nella storia della comunità vailatese ed è ispirata ai principi dell’accoglienza e della. La capacità ricettiva si è sempre mantenuta modesta, anche se per buona parte del secolo scorso si può vantare addirittura la presenza di una sala operatoria e di un reparto “maternità.

Nel corso del 1968 avviene la svolta che porterà allo sviluppo della struttura così come la si vede oggi. Negli anni dal 1968 al 1985 il fabbricato storico viene demolito e ricostruito arrivando gradualmente ad una capienza di 120 posti letto.

L’evoluzione degli standard imposti dalla sanità pubblica impone la riduzione del numero dei posti letto e la netta divisione fra reparti di degenza cronica e riabilitativa.

Grazie alle convenzioni con l’allora ASL della Provincia di Cremona, ora ATS Val Padana, alla possibilità di sfruttare a pieno la capacità della struttura e di usufruire contemporaneamente del contributo forfettario per le RSA, si gettano le basi per la realizzazione di altre importanti opere. A partire dalla nuova struttura ambulatoriale a favore degli utenti esterni e dei ricoverati e la nuova struttura ospedaliera in grado di accogliere la nuova RSA, il Centro Diurno Integrato, i 6 minialloggi protetti.

La nuova struttura ambulatoriale viene aperta nel marzo 2001 e da allora fornisce prestazione in regime di convenzione con il SSN ed in regime privatistico.  Essa costituisce un punto di riferimento per Vailate e per il territorio perché è “vicina” ai fruitori del servizio, in modo speciale a quelli di categorie più deboli, che vedono così ridotto il disagio degli spostamenti, operando peraltro con tempi di attesa notevolmente inferiori rispetto alla media riscontrata a livello provinciale e regionale.

Negli anni che vanno dal 2001 ed il 2006 viene realizzato il nuovo complesso ospedaliero destinato ad ospitare la nuova RSA, il Centro Diurno Integrato, i 6 minialloggi protetti, la nuova cucina, la palestra per la fisiokinesiterapia. L’attivazione a regime è avvenuta nel corso dell’anno 2007.

Queste nuove opere portano ad una capienza della struttura di 67 posti letto nella parte destinata a terapie geriatico-riabilitative, a 37 posti letto nella RSA. Presso quest’ultima nel 2010 sono terminati i lavori di predisposizione di un nuovo reparto che ha permesso l’aggiunta di ulteriori 25 posti letto.

La disponibilità totale in RSA è ora di 62 posti letto a beneficio delle persone iscritte nelle liste di attesa; l’attuale dimensione della Residenza permette l’offerta di un servizio eccellente, con costi di gestione contenuti.