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Chiesa Cattedrale e Parrocchia S. Maria Assunta, le decisioni del Vescovo per assicurare continuità di servizio

A seguito del doloroso decesso di mons. Alberto Franzini, il vescovo Antonio Napolioni dovendo assicurare continuità di servizio alla Parrocchia “S. Maria Assunta” e alla Chiesa Cattedrale di Cremona, in attesa di scelte più stabili da assumere con la necessaria ponderazione nei prossimi mesi, riserva a se stesso la responsabilità di reggere la Chiesa Cattedrale, nominando quale pro-rettore mons. Attilio Cibolini, che continuerà ad avvalersi della collaborazione di mons. Antonio Trabucchi.

Nel contempo, nomina amministratore parrocchiale della parrocchia “S. Maria Assunta” in Cremona don Antonio Bandirali, già parroco delle parrocchie cittadine “Ss. Clemente e Imerio” e “S. Giorgio in S. Pietro al Po”, affinché – pur mantenendo ogni Parrocchia la sua identità giuridica – prosegua il cammino avviato verso l’unità pastorale.




Lettera del vescovo Antonio a don Alberto

Di seguito pubblichiamo la lettera che il vescovo Antonio Napolioni ha idealmente indirizzato a monsignor Alberto Franzini, parroco e canonico della Cattedrale di Cremona, deceduto nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 aprile.

 

Confesso: ho cominciato a scrivere queste righe appena ho saputo che non c’era più niente da fare per salvare la tua vita, caro don Alberto. Con grande dolore. Non l’ho fatto come un giornalista che prepara il “coccodrillo”, il pezzo per un prossimo morto da ricordare. L’ho fatto per parlarti ancora, mentre eri qui, per un ultimo dialogo tra amici. Per dirti quello che l’isolamento ci impedisce di dire ai nostri cari, in questa disumana maniera di morire.

Certo, un Vescovo non deve avere preferenze tra i suoi preti, ma tradirei la legge dell’incarnazione se ignorassi l’assiduità di rapporto che abbiamo avuto in questi quattro anni, come è ovvio tra un vescovo e il parroco della sua cattedrale, ma soprattutto come è stato facile nell’incontro tra la tua e la mia umanità, per certi versi assai simili. E’ la mia piccola tessera colorata, che depongo con delicatezza nel mosaico dei tantissimi e ben più antichi legami che hanno costellato la tua vicenda umana e sacerdotale.

Ricordo i giorni tra la mia nomina e la venuta a Cremona: guardavo il sito della diocesi, si citava il canonico e teologo Franzini e un po’ mi spaventavo, perché avrei avuto a che fare con pezzi grossi, preti molto preparati, ce l’avrei fatta? Dal nostro primo incontro mi hai aiutato, con la tua cordialità, divenuta ben preso familiarità, anche grazie al caffè che venivi liberamente a prendere nella cucina dell’episcopio, ogni settimana, come occasione di fugace ma sempre utile incontro, confronto, aggiornamento sulla vita della nostra Chiesa. Tu eri il mio parroco, e io ero il tuo vescovo, con reciproca soddisfazione per la lealtà del rapporto.

La nostra cattedrale è stato il teatro principale degli incontri e dei dialoghi, come splendida dimora del popolo di Dio, senza alcun problema di coesistenza tra due “padroni di casa”, entrambi innamorati della Chiesa di persone e di pietre, entrambi disponibili a nuovi progetti per servirne la vitalità, per esaltarne la bellezza.

Tu sei arrivato a questa ultima missione dopo una vita intensa, nello studio, nell’insegnamento e nella passione pastorale, che ti ha visto cercare il dibattito appassionato con tutti, specie negli anni di Casalmaggiore. La tua predicazione, curata e attesa, è stata fonte di luce per generazioni di credenti, e ce ne mancherà il pungolo. Nel presbiterio la tua presenza è sempre stata di stimolo, oltre che di cordiale partecipazione alla vita comunitaria, e te ne ringrazio tanto.

Poi, però, sono arrivati i giorni della pena, dapprima per l’infausta diagnosi arrivata “a ciel sereno” il 4 marzo: tumori avanzati al pancreas e ai polmoni. Il tempo appena di affrontare il primo smarrimento, di attivarci per alcuni approfondimenti e poi, il virus. Prima il mio ricovero e poi il tuo, scanditi da uno scambio di messaggi in cui abbiamo gareggiato da fratelli ad interessarci l’uno per le condizioni dell’altro. Ti ho immaginato nella mia stessa camera, in Pneumologia, assistito con passione dai sanitari che avevo imparato a conoscere e apprezzare. Uno degli ultimi tuoi messaggi assomigliava tanto a parole che dissi in duomo al mio ingresso: “L’è dura e lunga… grazie!”. Non ce l’hai fatta, per un drammatico concorso di fattori. Credo che così il tuo calvario sia stato più breve e meno doloroso di quello che si profilava comunque all’orizzonte. Ma soprattutto, so che ti sei orientato con pace alla volontà di Dio, consumandoti nell’amore per il Cristo e per la Chiesa.

Ora riposati… e gioisci, all’incontro con il Signore che in giovinezza hai scelto come “parte della tua eredità e tuo calice”. Sono sicuro che il parroco della tua infanzia, don Primo, ti viene incontro e ti accompagna alla scoperta della sterminata comunione dei Santi. Da lì, continua a tifare per la Chiesa cremonese, consola parenti e confratelli che ti piangono, dammi ancora una mano per essere degno di servire il popolo santo di Dio. E aspettaci, che comunque prima o poi arriviamo tutti e la festa sarà senza fine.

                                                                                                              + Antonio, vescovo




Monsignor Franzini e don Primo Mazzolari: racconto d’infanzia e scoperta di fede (AUDIO)

In occasione della visita del Papa a Bozzolo, in una intervista alla Radio Vaticana mons. Franzini torna al giorno del funerale di Don Mazzolari, nel 1959 (in foto, con mons. Franzini in veste di chierichetto), quando i ragazzi dell’oratorio si resero conto di quanto il loro parroco fosse una persona importante per tanta gente, ben oltre i confini del loro piccolo paese.

«Io ho scoperto la grandezza di don Primo soprattutto nel giorno dei funerali quando, facendo il chierichetto, ho visto una calca, una marea di gente proveniente da tutta Italia; e lì, per noi ragazzi di allora, è chiaro che si è come aperto un velo, uno scenario sulla figura di questo prete che sapevamo singolare, sapevamo già allora molto famoso, ma ovviamente non ce ne rendevamo conto. E’ evidente che il funerale mi ha come aperto lo scenario su questo prete e poi, entrando in seminario – un anno o due dopo – e incominciando a leggere i suoi libri, i suoi scritti, i suoi articoli che allora – tra l’altro – erano abbastanza proibiti nella Chiesa, e quindi nei seminari si vedevano di malocchio i libri di don Primo Mazzolari, perché era stato diverse volte censurato da parte anche dell’autorità ecclesiastica … quindi, è evidente che poi durante gli anni di seminario c’è stata una scoperta della grandezza autentica di questo prete».

Lei, peraltro, fu con don Primo Mazzolari proprio il giorno in cui si sentì male e poi morì, l’ultimo giorno della sua vita terrena …
«Esattamente. Sì, sì: io ero in chiesa il giorno in cui lui stava predicando; si sentì male durante l’omelia e quindi lo sorressero, lo portarono in sagrestia; si è accasciato su una sedia e poi è stato trasportato a Cremona, direttamente da Bozzolo, e morì esattamente la domenica dopo: da domenica a domenica. Vidi quindi anche questo processo di sofferenza forte, in don Primo; e poi non lo vedemmo più se non da morto, nella canonica di Bozzolo».

Una testimonianza che continua, quella di don Primo … A un giovane che magari ne ha solo sentito parlare in modo superficiale, che cosa direbbe? Chi era don Primo Mazzolari?
«È difficile condensare un poche parole, ma certamente era un uomo intanto di una profonda spiritualità, uomo di grande preghiera e di grande fede. Io lo ricordo, da bambino: veniva sempre in chiesa al mattino presto, gli servivamo la Messa ma lui alle cinque e mezza del mattino era in chiesa, nel suo banco, e pregava. Quindi, forte spiritualità. Una robusta attrezzatura culturale e intellettuale – era un uomo che leggeva moltissimo, soprattutto autori di area francese; e poi, un uomo di grande spessore anche sociale e politico, nel senso – ovviamente – ampio del termine, perché sentiva il bisogno di partecipare alla vita pubblica, alla vita sociale; voleva che i cristiani fossero presenti nella vita pubblica a partire al secondo dopoguerra, per ricostruire una società che aveva perso molti valori, durante l’epoca fascista».

Cosa rappresenta la visita di Papa Francesco? Visita privata, ma di grande valore …
«Rappresenta certamente la chiusura di un cerchio, nel senso che finalmente la massima autorità della Chiesa – ma direi già sulle orme di alcuni pontefici precedenti, Papa Giovanni e Paolo VI in modo particolare, porta a compimento una stima verso questo sacerdote, travagliato in vita – proprio come disse il grande Papa Paolo VI: “Come tutti i profeti, lui correva troppo avanti e noi non si riusciva a stargli dietro …».




Dalle Palme alla Pasqua, la veglia per i giovani e le celebrazioni dalla Cattedrale in diretta

Dalle Palme alla Pasqua, il programma liturgico quest’anno subisce alcuni cambiamenti a motivo delle misure di contenimento del Coronavirus, a cominciare dal fatto che non vi saranno celebrazioni aperte ai fedeli, che comunque potranno vivere i momenti forti della Settimana Santa in comunione spirituale attraverso i mezzi della comunicazione sociale. In particolare i momenti solitamente presieduti dal Vescovo si svolgeranno nelle seguente modalità.

 

Sabato 4 aprile ore 18 – diretta portale e social
La Veglia delle Palme con i giovani, che solitamente si vive al palazzetto dello sport di Cremona, sarà organizzata in modo inedito per vivere comunque anche quest’anno a livello diocesano la Giornata mondiale della gioventù. Insieme alla Federazione Oratori Cremonesi, monsignor Napolioni invita i giovani e gli educatori a unirsi in ascolto e preghiera alle 18 di sabato 4 aprile attraverso il nostro portale diocesano e i canali social della Diocesi. «Potremo incontrarci sotto la croce che abbiamo imparato ad adorare – scrive il Vescovo – e commenteremo insieme il messaggio di papa Francesco “Giovane, dico a te: alzati!”». [per saperne di più cliccare qui]

 

Domenica 5 aprile ore 11 – diretta portale, social e in tv su Cremona1
La Domenica delle Palme alle 11 Messa dalla Cattedrale di Cremona. La liturgia, solo in Duomo, sarà celebrata nella seconda forma prevista dal Messale Romano, con una breve processione all’interno della chiesa con rami d’ulivo o di palma.

 

Giovedì 9 aprile ore 10.30 – diretta portale e social
La Messa Crismale è rinviata a una data successiva, al termine dell’emergenza sanitaria, in modo da condividerla solennemente come una ripartenza della pastorale diocesana. Comunque, al mattino del Giovedì Santo, alle ore 10.30, il Vescovo – in una diretta web rivolta innanzitutto al Presbiterio – condividerà con i presbiteri e i diaconi un breve momento di preghiera e un suo messaggio, che non sostituisce l’omelia della Messa Crismale. Il gesto pasquale di solidarietà del Presbiterio diocesano è già stato promosso nelle modalità indicate. Si ricorda che, in caso di vera necessità, ogni presbitero può benedire l’olio per l’Unzione degli infermi (cfr. Sacramento dell’unzione e cura pastorale degli infermi, Introduzione, n, 21 e 77bis).

 

Giovedì 9 aprile ore 18 – diretta portale, social e in tv su Cremona1
La Messa nella cena del Signore sarà presieduta dal vescovo Napolioni in Cattedrale alle 18 del Giovedì Santo.

 

Venerdì 10 aprile ore 18 – diretta portale, social e in tv su Cremona1
La Celebrazione della Passione del Signore sarà presieduta dal vescovo Napolioni in Cattedrale alle 18 del Venerdì Santo.

 

Sabato 11 aprile ore 21 – diretta portale, social e in tv su Cremona1
La Veglia pasquale sarà presieduta dal vescovo Napolioni in Cattedrale alle 21 del Sabato Santo.

 

Domenica 12 aprile ore 11 – diretta portale, social e in tv su Cremona1
La Messa nella Risurrezione del Signore sarà presieduta dal vescovo Napolioni in Cattedrale alle 11 della  Domenica di Pasqua.

Tutte le indicazioni per la Settimana Santa 2020
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Assoluzione collettiva senza confessione per pazienti e personale medico di ospedali e case di riposo

Nella giornata di sabato 4 aprile il vescovo di Cremona Antonio Napolioni ha firmato un decreto che dispone, vista la situazione di emergenza sanitaria, la possibilità per i sacerdoti assistenti presso le strutture sanitarie di impartire assoluzione senza previa confessione a pazienti e personale medico dei presidi ospedalieri e delle case di riposo.

Con tale decreto il Vescovo, considerato quanto indicato nella Nota della Penitenzieria Apostolica in data 19 marzo 2020 e l’indirizzo orientativo offerto dalla Presidenza della CEI e «valutate le circostanze straordinarie in cui si trova anche la nostra Diocesi in questa grave epidemia virale» dispone

«che i sacerdoti assistenti religiosi presso le strutture, i presidi ospedalieri e le case di cura possano impartire l’assoluzione a più penitenti senza previa confessione individuale quando gli ammalati ivi ricoverati siano in pericolo di vita o si trovino in reparti in cui non sia possibile garantire il segreto della confessione e le adeguate misure sanitarie».

«L’assoluzione – aggiunge – potrà essere impartita anche al personale sanitario che ne faccia richiesta».

Nel documento si fa riferimento anche alle modalità attraverso cui, nel rispetto di tutte le disposizioni di sicurezza, impartire l’assoluzione «in modo che i presenti possano ascoltare le parole del sacerdote, rispettando, per quanto possibile, le sensibilità dei non credenti o di chi non sia cristiano», avvisando i penitenti per quanto possibile delle condizioni previste per ricevere l’assoluzione: «il pentimento per i propri peccati e il proposito di confessare quelli gravi quando, superate le attuali circostanze o riottenuta la salute, si potrà accedere alla confessione individuale»

Il Vescovo dispone inoltre

«che l’operatore sanitario, l’infermiere, o il medico che operano nei reparti in cui il sacerdote assistente religioso non può accedere possono essere costituiti, dal sacerdote stesso, per questa circostanza, Ministri Straordinari della Comunione ad acta con il rito proprio dell’incarico temporaneo. Si dovranno individuare precedentemente persone disponibili e ovviamente idonee».

«Al termine delle circostanze straordinarie e di emergenza a causa della grave epidemia Covid-19 – conclude il provvedimento vescovile – sarà emanato un decreto che indicherà la scadenza di tali disposizioni».

Scarica qui il testo completo del decreto

 




Per vivere la Settimana Santa 2020

 

Gli auguri di Pasqua del vescovo Antonio

 

La lettera del Vescovo alla comunità diocesana (30/03/20)

Il video messaggio del vescovo Napolioni (29/03/20)

 

 

Le iniziative di solidarietà e carità nell’emergenza Coronavirus

 

 

Le celebrazioni della Settimana Santa live:

Rivivi tutti gli eventi della Settimana Santa (13/04/20)
con cronaca degli eventi, video e foto

 

Sussidi liturgici:

 

Per i parroci e le parrocchie:




Palme 2020, sabato alle 18 una Veglia “a distanza” per celebrare in rete la GMG. Ecco come seguirla

La veglia delle Palme: insieme, comunque!

La Veglia delle Palme cambia, ovviamente, formato, come tante abitudini in questo tempo di fatica ed emergenza. Invitiamo i giovani degli Oratori, delle Associazioni e dei Movimenti a collegarsi con il sito diocesano sabato 4 aprile alle 18.

Andrà in onda una versione “a distanza” della Veglia, ridotta nei tempi, ma non nel suo scopo: entrare insieme, come giovani, nella Settimana santa; ascoltare il Vangelo e il messaggio di papa Francesco; sostare sotto la croce e considerare questo tempo con la misura della fede; rivedere il Vescovo Antonio dopo il suo ricovero e ascoltarne parole e augurio; sapere che da tante case confluiremo comunque, in rete, per un appuntamento che non vogliamo perdere.

Il video resterà a disposizione perché lo si possa rivedere nelle sue parti, come pure sarà possibile leggere e meditare il messaggio del Papa, scritto settimane fa, ma forse mai come quest’anno capace di risuonare adatto, forte e potente per tutti noi.

ECCO COME SEGUIRLA

  • sul portale diocesano: diocesidicremona.it
  • sul canale YouTube della diocesi 
  • sulla pagina Facebook della Diocesi di Cremona (e in condivisione su quella della Federazione Oratori Cremonesi)

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#restiamocomunità – #chiciseparerà




Video messaggio del Vescovo all’intera comunità diocesana (VIDEO)

«Finalmente possiamo cominciare a rivederci». Inizia così il video messaggio del vescovo Antonio Napolioni diffuso nella serata di domenica 29 marzo e rivolto all’intera comunità diocesana.

Un saluto commosso, un pensiero per «i tanti che non ce l’hanno fatta» e per tutti coloro che, a diverso modo, sono in prima linea in queste ore difficili. Ma nelle parole del Vescovo anche il fatto che, pur nella tragedia, la gente sta testimoniando «grande dignità, solidarietà, coraggio». «Sono fiero di essere con voi parte di questo popolo», ha detto monsignor Napolioni prima di allargare lo sguardo alle diverse situazioni, dicendo grazie e insieme invitando a non temere.

Il riferimento poi è stato per questo ultimo squarcio di Quaresima, con il riferimento al Vangelo di Lazzaro (proposto dalla liturgia odierna). Per volgere quindi lo sguardo alla Pasqua, che sarà vissuta «ancora nel distanziamento, che ci fa soffrire. Ma che, se vogliamo, non ci isola, anzi ci unisce». Da qui l’invito a vivere in famiglia i preziosi momenti della Settimana Santa, anche grazie al sussidio che sarà reso disponibile sul nostro portale e attraverso le celebrazioni a porte chiuse trasmesse dai media e da vivere nella comunione spirituale.

Il Vescovo ha anche anticipato alcune delle disposizioni imposte dall’emergenza coronavirus, già anticipate ai sacerdoti e che da lunedì saranno approfondite sul portale: dal divieto di distribuire rami di palme e ulivi, all’impossibilità di ricevere la confessione sacramentale.

Il Vescovo ha voluto ricordare anche l’impegno della Chiesa cremonese anche in questo momento di emergenza. Anzitutto grazie all’impegno dei sacerdoti nelle parrocchie, che continuano a garantire una preziosa presenza. E poi anche tramite alcune forme concrete di solidarietà e vicinanza: dal sostegno spirituale a distanza al servizio di sostegno psicologico dei consultori, dall’accoglienza dei sanitari in alcune strutture diocesane a specifiche raccolte fondi.

«La preghiera è la nostra forza», ha sottolineato il Vescovo prima di recitare la preghiera del Padre Nostro e impartire la benedizione.

«Vi auguro davvero, in queste circostanze, comunque, di vivere una bella, buona, profonda, feconda, settimana santa. E arrivederci a presto – ha concluso – come desideriamo tutti dal più profondo del cuore».

 

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La confessione pasquale

Poiché si verificherà l’impossibilità di celebrare il sacramento della penitenza, per la ragionevole e responsabile prudenza legata all’emergenza sanitaria, si ricordi quanto la Chiesa insegna: quando si è sinceramente pentiti dei propri peccati, ci si propone con gioia di camminare nuovamente nel Vangelo e, per un’impossibilità fisica o morale, non ci si può confessare e ricevere l’assoluzione, si è già realmente e pienamente riconciliati con il Signore e con la Chiesa (cf. Catechismo della Chiesa Cattolica 1451-1452).

Pertanto, in base alla sincerità del pentimento e del proponimento, nell’intimità con il Signore si faccia un atto di profonda contrizione e si scelga un gesto di penitenza che in qualche modo ripari al male commesso e rafforzi la volontà di servire il Signore.

Non appena venga meno quell’impossibilità, si cercherà un confessore per la confessione e l’assoluzione. L’impossibilità di celebrare il sacramento non impedisce alla misericordia infinita di Dio di raggiungere, perdonare, salvare ogni suo figlio, ogni sua figlia.

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Settimana Santa, le disposizioni per le Parrocchie

Le indicazioni che seguono concretizzano per la Diocesi di Cremona le norme date dalla Congregazione per il Culto Divino in data 25 marzo 2020 e precisate successivamente dalla Conferenza Episcopale Italiana. «Chiedo a tutti – scrive il Vescovo – di attenersi correttamente a quanto ci consentirà di vivere in comunione il tesoro della nostra fede».

 

 

Le chiese, secondo le disposizioni dell’autorità, salvo cambiamenti ulteriori, e al di fuori delle celebrazioni, rimangono aperte solo se si garantiscono tutte le necessarie misure igienico-sanitarie e si evitano assembramenti e contatti tra le persone. Non si organizzino perciò celebrazioni della penitenza, distribuzioni di rami di ulivo, adorazioni eucaristiche, adorazioni della Croce, esposizioni del Cristo morto o Via Crucis.

 

Nelle Unità pastorali e nelle Parrocchie la Messa della Domenica delle Palme, la Messa nella cena del Signore, la Celebrazione della Passione del Signore, la Veglia Pasquale e la Messa della Pasqua di Resurrezione si possono celebrare, ma tutte in assenza di popolo, evitando la concelebrazione qualora non fosse possibile adottare il rispetto delle misure sanitarie, a partire dalla distanza fisica.

Ogni parroco è invitato a celebrare nella propria chiesa parrocchiale. I responsabili di Unità pastorali decidono in quale chiesa celebrare, evitando la duplicazione delle celebrazioni.

Nell’osservanza delle identiche misure, per garantire un minimo di dignità alla celebrazione, accanto al celebrante è possibile la partecipazione – al massimo – di un diacono, di un ministrante, oltre che di un lettore, un cantore, un organista.

Per vivere maggiormente la comunione diocesana, piuttosto che moltiplicare le celebrazioni parrocchiali in streaming, è opportuno sintonizzarsi con la celebrazione della Veglia pasquale in Cattedrale, e privilegiare semmai la dimensione parrocchiale per la Messa del giorno di Pasqua.

La Domenica delle Palme si celebra nella chiesa parrocchiale, l’ingresso del Signore in Gerusalemme viene invece commemorato in forma semplice (terza forma del Messale Romano). Non si tiene quindi alcuna benedizione e distribuzione degli ulivi benedetti, che semmai potrà essere rimandata ad una celebrazione successiva, al termine dell’emergenza sanitaria, in tono di ringraziamento, richiamando l’evento della fine del diluvio annunciato da una colomba con nel becco un ramoscello d’ulivo.

Per la Messa nella Cena del Signore, il Decreto concede in via straordinaria ai presbiteri la facoltà di celebrare senza concorso di popolo. Siano omesse la lavanda dei piedi e la processione al termine della celebrazione: il Santissimo viene riposto nel tabernacolo.

Il Venerdì santo la celebrazione della Passione del Signore si svolge secondo i Libri liturgici. L’atto di adorazione alla Croce mediante il bacio sia limitato al solo celebrante. Alla preghiera universale si aggiunga un’intenzione “per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti” (scarica qui in formato.docformato.pdf).  Al di fuori delle celebrazioni si può esporre nelle chiese il Crocifisso, evitando la pratica devozionale del bacio. Ovviamente, non sarà possibile attuare quest’anno la colletta per la Terra santa.

La Veglia Pasquale sarà celebrata solo nella Cattedrale ed eventualmente nelle Chiese Parrocchiali. Per l’“Inizio della veglia o lucernario” si omette l’accensione del fuoco, si accende il cero e, senza la processione, si continua con il preconio e la liturgia della Parola. Per la “Liturgia battesimale” si mantenga soltanto il rinnovo delle promesse.

Si ricorda che, in caso di vera necessità, ogni presbitero può benedire l’olio per l’Unzione degli infermi (cfr. Sacramento dell’unzione e cura pastorale degli infermi, Introduzione, n, 21 e 77bis).

 

Le comunità religiose possono celebrare il triduo pasquale nelle proprie case, nella misura in cui il presbiterio locale può provvedere alla presenza di un presidente delle celebrazioni.

 

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