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Papa Francesco “presenta” don Mazzolari

È in uscita presso le Dehoniane di Bologna un volume di don Primo Mazzolari intitolato “La parola ai poveri”. Si tratta di una raccolta di testi del parroco di Bozzolo, pubblicati negli anni ’50 sul quindicinale Adesso in una rubrica apposita. Il testo è curato da padre Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa pontificia, stretto collaboratore dei papi Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco e spiritualmente molto legato alla figura di don Mazzolari.

Il libro presenterà una pagina autografa di Papa Francesco, che non solo consiglia la lettura delle meditazioni di don Primo, ma ne vede la profezia evangelica. Le parole del Papa incoraggiano con forza a dare voce ai poveri, a fare della Chiesa la voce di chi non ha voce, ad aprire il cuore verso le necessità degli ultimi.

L’invito ad accostare Mazzolari da parte di Papa Francesco fa intuire un suo avvicinamento e una profonda sintonia con il messaggio del parroco di Bozzolo, già indicato come modello di sacerdote nel discorso di apertura del Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma nella Basilica di San Giovanni in Laterano lo scorso 16 giugno. In quell’occasione era stato il riferimento all’omelia del 3 aprile 1958 su “Nostro fratello Giuda” a motivare la citazione di don Mazzolari.

Ora è uno scritto di suo pugno, custodito in Fondazione come preziosa testimonianza.

Il volume sarà presentato in anteprima a Bozzolo mercoledì 19 ottobre alle ore 21 in Sala Civica di piazza Europa 19. Interverrà don Virginio Colmegna, presidente della Fondazione “Casa della Carità” di Milano: il suo impegno nel dare voce ai poveri aiuterà a entrare nelle pagine di don Primo e a stimolare una generosa carità.

L’iniziativa è promossa dalla Fondazione “Don Primo Mazzolari”, dalla Parrocchia e dal Comune di Bozzolo.

La serata sarà introdotta da don Bruno Bignami, presidente della Fondazione.

Locandina




Don Gaiardi: «Chiedetemi di essere prete»

«Non chiedetemi di fare, ma di essere prete». Con queste parole don Gianluca Gaiardi si è rivolto ai suoi nuovi parrocchiani di S. Felice e S. Savino, a Cremona. Lo ha fatto al termine della Messa di insediamento presieduta dal vescovo Antonio, nel pomeriggio di sabato 15 ottobre, a S. Felice. L’ultimo degli ingressi dei nuovi parroci nominati dal Vescovo nei mesi scorsi, di cui diversi nella città di Cremona.

Lo ha ricordato anche il primo cittadino di Cremona, nel suo saluto sull’esiguo sagrato della parrocchiale, affiancato dal consigliere comunale Alessio Antonioli che ha poi rappresentato l’Amministrazione durante la celebrazione. Il sindaco Galimberti ha sottolineato come la città, fatta di quartieri, centro e periferie, sia un’unica comunità. Non è mancato il riferimento all’incarico di don Gaiardi, nuovo responsabile dell’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici. Lo ha fatto guardando all’opera d’arte che è la coscienza di ciascuno e che insieme formano una comunità, opera d’arte d’umanità.

Poi l’ingresso in una chiesa stracolma di persone, con la navata centrale che già prima della celebrazione era gremita di gente. Folta la rappresentanza di Cassano d’Adda, con il parroco mons. Giansante Fusar Imperatore e una rappresentanza dei ragazzi scout così come degli adulti del Masci. E ancora la sua Soncino, con il parroco don Mario Marinoni, e naturalmente i famigliari del nuovo parroco.
Oltre una ventina i sacerdoti concelebranti. Tra loro molti compagni di Messa, il predecessore don Claudio Rossi e il vicario zonale don Pierluigi Codazzi che, dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, ha letto il decreto di nomina di don Gaiardi che, subito dopo, ha asperso l’assemblea con l’acqua benedetta.

Quindi Alessandra Brunelli Ruggeri ha rivolto al vescovo e al nuovo parroco il saluto a nome delle due comunità parrocchiali, segnato dai sentimenti di affetto ed entusiasmo. Quindi la fotografia di una parrocchia «con potenzialità che stentano a emergere», senza tralasciare la storia di questo piccole paese risalente al XII secolo oggi inglobato dalla città, di cui è «quartiere periferico privo di tutti i servizi», «una sorta di cantiere».
Da qui l’auspicio che chiesa e oratorio possano sempre essere luoghi di incontro, di aggregazione e confronto: «Non facciamoci fermare da quel che manca, ma riappropriamoci di quel poco che c’è».

Iniziando l’omelia, facendo riferimento alla domanda di Gesù “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”, il Vescovo ha scherzato citando il commento di un suo professore: «Forse non troverà la fede, ma certamente tutti i beni culturali ecclesiastici archiviati e catalogati». Così, facendo riferimento all’incarico di responsabile per i Beni culturali ecclesiastici di don Gaiardi, ha proseguito: «Gianluca ha proprio bisogno di questa parrocchia, perché si è fatto prete, non impiegato. Ben venga il servizio che farà alla Diocesi nei Beni culturali e ben venga, soprattutto, questa appartenenza alla comunità».

Le letture sono quindi state lo spunto per tre rapide riflessioni, richiamando come «La fede nasce dall’ascolto, si nutre della preghiera e si rafforza con la missione».

Al termine dell’omelia il nuovo parroco ha recitato da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità.

La celebrazione, supportata con il canto dal coro parrocchiale, si è conclusa con il saluto del nuovo parroco. Nelle parole di don Gaiardi tanti grazie, in particolare rivolti alla propria famiglia e agli amici sacerdoti, con un riferimento particolare al proprio predecessore. E poi il ricordo della comunità che ha servito: Pomponesco da diacono e come vicario Covo, Brignano, Vailate e Cassano d’Adda.

Accanto a una citazione di Renzo Piano, circa il cosiddetto «rammendo urbano» con la periferia «dove nessuno ha speso tempo e denaro per fare manutenzione», anche se proprio lì si concentra l’energia urbana con le «periferie che sono la città del futuro», un’altra della Laudato si’: “È necessario curare gli spazi pubblici, i quadri prospettici e i punti di riferimento urbani che accrescono il nostro senso di appartenenza, la nostra sensazione di radicamento, il nostro “sentirci a casa” all’interno della città che ci contiene e ci unisce. È importante che le diverse parti di una città siano ben integrate e che gli abitanti possano avere una visione d’insieme invece di rinchiudersi in un quartiere, rinunciando a vivere la città intera come uno spazio proprio condiviso con gli altri. Ogni intervento nel paesaggio urbano o rurale dovrebbe considerare come i diversi elementi del luogo formino un tutto che è percepito dagli abitanti come un quadro coerente con la sua ricchezza di significati. In tal modo gli altri cessano di essere estranei e li si può percepire come parte di un “noi” che costruiamo insieme».

Per il nuovo parroco nessun programma e nessun progetto, se non il desiderio di mettersi al fianco delle nuove comunità, «a servizio della vostra gioia». «Non chiedetemi di fare il prete – ha detto … – ma essere prete, con voi e per voi. Uomo di Dio appassionato di Cristo, tanto da farlo amare a tutti».

La «tavolozza dei colori è pronta», ha quindi concluso prima di condividere una preghiera suggerita dagli amici di Soncino attraverso un immagine del pittore Chagall.

Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni: Giancarlo Pini (S. Felice) e Francesco Fappanni (S. Savino). Quindi in oratorio il tempo per i saluti e un momento di festa.

Per le parrocchia di S. Felice e S. Savino il prossimo appuntamento sarà martedì sera in oratorio per l’assemblea parrocchiale, aperta a tutti.

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Biografia del nuovo parroco

Don Gianluca Gaiardi è nato ad Orzinuovi (Brescia) il 21 dicembre 1971 ed è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1996 mentre risiedeva nella comunità di Soncino. È stato vicario a Covo dal 1996 al 2000, quindi a Brignano Gera d’Adda dal 2000 al 2005 e a Vailate dal 2005 al 2009.
Dal 2009 era vicario nella comunità di S. Maria Immacolata e S. Zeno in Cassano d’Adda.

Il 16 giugno 2016 mons. Napolioni lo ha nominato incaricato diocesano per i Beni e le attività culturali; quindi a metà luglio gli ha anche affidato la guida delle comunità di S. Felice martire e S. Savino Vescovo in Cremona.




Giubileo Scout: non parole, ma fatti di misericordia

«Le opere di misericordia sono i fatti per cui siamo fatti». Questo l’augurio di «buona strada» che il vescovo Antonio Napolioni ha rivolto ai suoi scout al termine del pellegrinaggio in Cattedrale nella serata di venerdì 14 ottobre.

Un incontro dal carattere straordinario, come il Giubileo voluto da Papa Francesco e per il fatto che è difficile vedere uniti insieme gli scout della diocesi a motivo delle diverse zone AGESCI di appartenenza che durante l’anno dividono il cammino dei gruppi di Cremona-Lodi, da quelli del Mantovano o del Milanese e della Bergamasca.

Per una sera, insieme all’assistente diocesano don Giuseppe Manzoni, tutti i gruppi erano rappresentati: Cassano d’Adda, Caravaggio, Fornovo S. Giovanni, Soncino, Cremona 2 (Cristo Re), Cremona 3 (S. Bernardo), Bozzolo e Viadana. Le branche R/S (Rover e Scolte, cioè i giovani e le giovani tra i 17 e i 20 anni) con le Comunità Capi (Co.Ca.) e gli adulti del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Non solo scout AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), ma anche una rappresentanza del laico CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani).

Tutto ha avuto inizio all’oratorio S. Giovanni Bosco di via del Giordano, a Cremona, intorno alle 19, con una pastasciutta insieme. Poi un momento di riflessione guidato dal Vescovo-Scout. Al collo di mons. Napolioni il fazzolettone Gilwell (quello dei capi che hanno completato la formazione), lui che dopo essere stato in gioventù per sei anni Akela (capo della branca dei Lupetti) ha vestito i panni di Baloo (assistente ecclesiastico), ricoprendo nelle Marche la carica di assistente ecclesiastico regionale AGESCI dal 1986 al 1992 e quella di assistente nazionale dal 1992 al 1998.

Un momento di approfondimento iniziato con il canto “L’Acqua, la Terra, il Cielo” guidato dallo stesso Vescovo.

Parola d’ordine nella riflessione del Vescovo il termine «esperienza», che bene accomuna il Giubileo allo Scoutismo. Quindi l’attenzione si è focalizzata sulla preghiera del “Padre nostro” a partire dal brano evangelico di Matteo (Mt 6,7-13) e l’invito «non sprecate parole». «Non parole, ma fatti», ha quindi sintetizzato mons. Napolioni sottolineando il «dna divino» di tutti, «fatti di Dio» e dunque con la una vocazione a «stare da Dio», abitando il mondo alla sua maniera. Da qui tre domande sulle quali gli scout sono stati chiamati a dare risposta dopo una condivisione a gruppi negli spazi dell’oratorio messi a disposizione dal vicario, don Roberto Musa.

La prima condivisione ha avuto luogo proprio nel cortile interno dell’oratorio. Come non ridurre questa realtà divina a riti fini a se stessi? E come lo Scoutismo aiuta in questo? Perché lo Scoutismo – anche attraverso la sua «praticità» – aiuta a vivere meglio la fede, è stato sottolineato evidenziando l’importanza dell’assistente ecclesiale. Lo Scoutismo è una preghiera – è stato detto ancora – nell’incontro con i fratelli e nel riconoscersi figli di Dio. Altri termini chiave quelli di «esperienzialità» e «servizio», oltre all’appartenenza a una comunità che aiuta a instaurare legami, condividere e valorizzare.

È quindi iniziato il pellegrinaggio verso la Cattedrale, prima con il canto e poi nel silenzio. Mentre la pioggia ha lasciato una piccola parentesi di tranquillità.

Percorsa via del Giordano e corso Vittorio Emanuele II, grazie al servizio d’ordine garantito dalla Polizia locale, il gruppo, attraversata piazza Stradivari, ha fatto tappa in cortile Federico II. Qui la condivisione si è concentrata sul binomio Vangelo-Scoutismo. «Lo Scoutismo è Vangelo» è stato ribadito richiamando anche il legame tra la Legge Scout e i Comandamenti, messi in pratica con le “Parole maestre”. Anche se c’è chi ha ricordato come base fondante non sia tanto la religione, quanto piuttosto la scelta personale. Anche per questo lo Scoutismo non è qualcosa che si può dare per scontato, ma deve diventare scelta concreta ogni volta, per costruire il proprio progetto di vita.

Passando davanti alla Cattedrale, gli scout si sono quindi diretti nel cortile di Palazzo Vescovile dove la riflessione è proseguita su come la comunità scout possa far diventare “costruttori di ponti”. E qui non solo è stata sottolineata l’importanza delle relazioni e dei legami, ma soprattutto l’impegno nel servizio.

Il pellegrinaggio ha quindi vissuto il suo momento culmine con il passaggio dalla Porta Santa, seguito dall’atto penitenziale davanti alla croce.

La liturgia è continuata con il Vescovo che, dopo le letture, ha preso la parola per un’ultima riflessione di questo pellegrinaggio giubilare, ma anche inizio di quello che mons. Napolioni ha definito il «Sinodo degli Scout». Con un impegno chiaro: «Ora lo dovrete fare con gli oratori, con le parrocchie, con gli amici e con quelli che ci vedono per strada. Dobbiamo osare, tendere la mano, sorridere e ascoltare!». E ancora: «Come faremmo senza scout, che sanno osservare, riconoscere le tracce, ascoltare i massaggi? Aiutateci! Permettete che un vescovo che viene dagli Scout lo pretenda da voi! Perché so quanto lo scoutismo mi ha dato e quanto può dare a tutti voi se ci fa scoprire la Chiesa e l’amore di Dio. Il cammino è appena iniziato!». Quindi l’appello al servizio: «Le opere di misericordia ci attendono, i fatti per cui siamo fatti».

L’aspersione di tutti i presenti e la benedizione da parte del Vescovo hanno quindi concluso questa sera di Giubileo e di festa, che prima del congedo ha rivolto lo sguardo a Maria, la madre del cammino, onorata nel canto “Madonna degli Scout”:  “È il ritmo dei passi ci accompagnerà
là verso gli orizzonti lontani si va”.

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Domenica in Seminario la festa diocesana di AC

“Infestaci di gioia giovane” è il titolo dell’appuntamento diocesano che l’Azione Cattolica di Cremona propone domenica 16 ottobre. Un titolo che gioca sulle parole Festa e ACI, perché rappresenta un momento di avvio dell’anno associativo che, nella consuetudine, è diventato una festa per tutti gli archi di età dell’Associazione.

Il tema della gioia, inoltre, riprende i contenuti proposti per quest’anno dal cammino nazionale associativo, sulla scia dell’Evagelii Gaudium.

Il luogo di incontro sarà il Seminario vescovile di Cremona, che ben si presta, nei numerosi spazi messi a disposizione, ad accogliere gruppi diversi per esigenze diverse.

Al tempo stesso, la festa parte dall’occasione – per bambini, giovani ed adulti – di incontrarsi dopo i campiscuola estivi, una delle opportunità più significative della proposta formativa di AC.

Infine la festa rappresenta un’occasione unitaria per dare il via all’esperienza associativa, che si vive nelle singole associazioni parrocchiali, dopo il momento di presentazione a presidenti e responsabili che si è svolto nelle inter-zone lo scorso mese di settembre.

L’appuntamento si apre alle 9 con un momento di accoglienza in cui i partecipanti avranno la possibilità di condividere le belle immagini estive di gruppo e di attività, oltre ad alcune brevi testimonianze sui momenti vissuti insieme.

Ci si dividerà poi in attività per almeno tre gruppi di settore: i giovani, l’ACR e gli adulti. I tre percorsi si svilupperanno su attività diverse, ma tutte orientate a condividere con i partecipanti contenuti e attività che presentano il cammino dell’anno.

In particolare, l’ACR presenterà personaggi di un circo vero e proprio per rappresentare l’ambientazione che l’iniziativa annuale propone per i ragazzi. Gli adulti, invece, rileggeranno in chiave associativa le beatitudini, brano evangelico di riferimento per l’anno, cercando di collegarle all’azione dell’ ”uscire”, il verbo a valenza missionaria che Papa Francesco ha consegnato all’AC. Ai giovani il compito di riprendere il cammino nella gioia dello stare insieme.

La mattinata si chiuderà con la celebrazione della Messa, prevista per le ore 12, presieduta dal vescovo Antonio, che incontra così per la prima volta tutta l’Associazione in un appuntamento diocesano e avrà modo di indicare possibilità di servizio e di impegno per la Chiesa cremonese.

Come d’abitudine, la giornata si concluderà con il pranzo condiviso.

Alle 14.30, infine, tutti si sposteranno autonomamente verso la Cattedrale, in cui verrà proposto un momento di preghiera per la celebrazione dell’Anno Santo della Misericordia, come occasione di preghiera comunitaria, varcando la Porta Santa insieme. In questo modo, la chiusura della Festa si inserisce anche nella grande occasione che l’Anno Santo offre per fare comunità e condividere, nella preghiera, le speranze e le fatiche dell’esperienza umana e di fede.




Sabato a S. Felice l’ingresso di don Gianluca Gaiardi

Con l’ingresso di don Gianluca Gaiardi, nuovo parroco delle parrocchie di S. Felice martire e S. Savino Vescovo, nelle omonime frazioni della città di Cremona, si concludono gli insediamenti dei nuovi parroci nominati dal vescovo. Mons. Napolioni presiederà l’Eucaristia nella chiesa di S. Felice alle ore 16 di sabato 15 ottobre.

 

Programma dell’ingresso

La processione con i sacerdoti concelebranti prenderà le mosse dall’oratorio e, prima di fare ingresso in chiesa, sosterà come consueto sul sagrato della chiesa dove il nuovo parroco e il vescovo riceveranno il saluto del sindaco Gianluca Galimberti, che sarà affiancato dal presidente del Consiglio Comunale, Simona Pasquali.

All’inizio della Messa, dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, il vicario zonale don Pierluigi Codazzi, darà lettura del decreto di nomina di don Gaiardi che, al termine, aspergerà l’assemblea con l’acqua benedetta e incenserà la mensa eucaristica.

Quindi un rappresentante della parrocchie porgerà il saluto al vescovo e al nuovo parroco a nome delle due comunità.

Al termine dell’omelia, tenuta dal Vescovo, il nuovo parroco reciterà da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità.

Alla fine della celebrazione, supportata con il canto dal coro parrocchiale, don Gaiardi prenderà la parola per il saluto ai nuovi parrocchiani.

Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni.

Seguirà un festoso momento conviviale in oratorio.

 

Biografia del nuovo parroco

Don Gianluca Gaiardi è nato ad Orzinuovi (Brescia) il 21 dicembre 1971 ed è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1996 mentre risiedeva nella comunità di Soncino. È stato vicario a Covo dal 1996 al 2000, quindi a Brignano Gera d’Adda dal 2000 al 2005 e a Vailate dal 2005 al 2009.

Dal 2009 era vicario nella comunità di S. Maria Immacolata e S. Zeno in Cassano d’Adda.

Il 16 giugno 2016 mons. Napolioni lo ha nominato incaricato diocesano per i Beni e le attività culturali; quindi a metà luglio gli ha anche affidato la guida delle comunità di S. Felice martire e S. Savino Vescovo in Cremona.




“Ricondurre tutto a Cristo che nutre ogni giorno la nostra vita”

Un pellegrinaggio che non finisce, ma che inizia nella vita di ogni giorno, forti della testimonianza degli apostoli e dei martiri, consolati dalla parola e dell’esempio di Papa Francesco, rinfrancati dall’indulgenza giubilare, confortati dalla creatività della fede che, nel corso dei secoli, ha prodotto monumenti di rara bellezza. Più volte, nel corso dell’ultima giornata romana il vescovo Antonio ha spronato gli oltre 200 cremonesi a non disperdere le ricchezze spirituali accumulate nei quattro giorni di pellegrinaggio diocesano a Roma dal 10 al 13 ottobre.

La giornata di mercoledì 13 ottobre si è aperta nel caratteristico quartiere di Trastevere, nella basilica di Santa Maria, il più antico luogo di culto capitolino dedicato alla Vergine Maria, vero e proprio scrigno di opere d’arte. Particolarmente suggestivo l’abside, in esso si può ammirare un mosaico raffigurante la Vergine e Cristo assisi sullo stesso trono (XII secolo), ornato, nella parte inferiore, da Storie della Vergine, sempre a mosaico, opera di Pietro Cavallini (1291).

“In questi giorni – ha esordito il vescovo Antonio nell’omelia – visitiamo queste basiliche stupende che ci lasciano senza fiato. Che segno sono? Certamente della fede dei nostri padri, di generazioni di credenti, ma non rendono automaticamente sicuri coloro che vi entrano di essere nella volontà di Dio, nella sua grazia. Non bastano le pitture, i mosaici, le sculture, anzi! Talvolta possono depistarci. E allora che cosa possiamo e dobbiamo fare? Qual è il frutto di questi giorni di pellegrinaggio? Dobbiamo renderci conto che tutto deve sempre essere ricondotto a Cristo”.

Mons. Napolioni ha quindi offerto un suggerimento molto pratico: “Se siete stati qui in due, marito e moglie, se siete stati qui tutta la famiglia, potrete guardarvi in faccia e dire: l’abbiamo vissuto insieme questo gesto, che effetto ci ha fatto? Ci ha ricondotto a Cristo? In che modo? Parlatene”.

Quindi un sguardo sulla prima lettera, il bellissimo inno di Paolo agli Efesini: “Essere ricondotti a Cristo – ha spiegato – significa sapere finalmente chi siamo: Dio in Gesù ci ha scelto per essere santi e immacolati, figli adottivi! Questa è la nostra vera carta d’identità. Lo stupore nel riconoscerci amati da Dio. Non solo sorvegliati da lontano dopo che ci ha dato la vita, ma nutriti giorno per giorno perchè questa vita fruttifichi”.

L’omelia di mons. Napolioni

Terminata l’Eucaristia Silvia Marangoni, membro della Comunità di Sant’Egidio che da cinquant’anni ha sede a Santa Maria in Trastevere ha spiegato brevemente la missione di questo movimento laicale fondato da Andrea Riccardi quando era ancora studente universitario. Si tratta di una realtà ecclesiale ormai sparsa in tutto il mondo che a partire dalla preghiera e dalla meditazione della Parola di Dio si adopera in diversi campi: da quello assistenziale a quello dell’accoglienza dei profughi, dall’impegno per la pace nel mondo a quello della promozione dell’unità dei cristiani e il dialogo tra le religioni. Proprio poche settimane fa per iniziativa della Comunità di Sant’Egidio i leader religiosi di tutto il mondo – compreso papa Francesco – si sono ritrovati ad Assisi per invocare da Dio il dono della pace al mondo.

La mattinata si è quindi conclusa nella basilica di San Paolo fuori le mura, con il passaggio dell’ultima porta santa. Nel grande tempio dedicato all’apostolo delle genti, proprio dinanzi all’altare della confessioni, si è tenuto l’ultimo breve momento di preghiera durante il quale è stato recitato l’inno contenuto nella lettera ai Colossesi.

Dopo il pranzo in un ristorante poco distante, i 200 cremonesi, divisi in quattro pullman, hanno fatto ritorno a Cremona. L’arrivo in tarda serata sotto una pioggia battente.

Don Roberto Rota, presidente dell’agenzia Profilotours e direttore del segretariato diocesano pellegrinaggi, traccia un bilancio particolarmente positivo del secondo pellegrinaggio diocesano giubilare a Roma: “I pellegrini sono rimasti particolarmente soddisfatti del programma che abbiamo proposto e nonostante la pioggia che ha accompagnato il secondo e ultimo giorno siamo riusciti a completare gli itinerari previsti”.

Photogallery dell’ultima giornata

Cronache e foto dei giorni precedenti:




Traiettorie di sguardi 2016/17: il sale della terra

Torna anche quest’anno Tds-Traiettorie di sguardi, il progetto di formazione per i giovani 20/30enni della città, e non solo, promosso dalla Parrocchia del Maristella in sinergia con l’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile. “Il sale della Terra. Giovani, per trasmettere il gusto della vita” il titolo dell’edizione 2016. Primo appuntamento domenica 16 ottobre con il prof. Piero Stefani.

L’incontro, che ricalca lo schema organizzativo già consolidato negli anni, è per le 18.30 all’oratorio del Maristella, in via Agreste 11, a Cremona. Dopo il momento di accoglienza e preghiera, la relazione dell’ospite e il confronto con i giovani presenti. Il pomeriggio terminerà quindi con la cena condivisa.
In sintonia con i suggerimenti diocesani per questo anno pastorale, il ciclo d’incontri intende approfondire con un approccio antropologico gli spunti del “Discorso della montagna” guardando anche al sinodo dei giovani, diventando così ulteriore occasione per dar voce ai giovani e alle loro istanze.

«Il sale – spiegano gli organizzatori spiegando il titolo dell’edizione 2016/2017 di Tds – è ciò che dà sapore, ma anche ciò che preserva dalla corruzione e aiuta a custodire e conservare. La comunità cristiana è sale quando vive e resta fedele alle beatitudini, quando è capace di pagare di persona la fedeltà a Dio e all‘uomo, quando è in grado di anticipare in questo tempo e in questa storia i cieli nuovi e la terra nuova». E ancora: «I doni di Dio sono fatti all’uomo, ma questi non lo chiudono in una beatitudine che lo autorizza a estraniarsi dal mondo, anzi! Il senso e il compito della fede non risultano pienamente sviluppati quando dovesse mancare o venir meno il rapporto col mondo. La comunità è per la terra e per il mondo».

 

Resoconto degli incontri:

Conclusione del percorso, come consueto, con la veglia diocesana delle Palme al palasport di Cremona nel pomeriggio di sabato 8 aprile.

 

Brochure di Tds 2016/2017




Benedetta dal Papa “Casa di Nostra Signora”

Il Sinodo dei giovani, don Mazzolari e la prossima apertura di Casa di Nostra Signora. Questi gli argomenti al centro del breve colloquio tra il vescovo Napolioni e Papa Francesco al termine dell’udienza di mercoledì 12 ottobre in piazza S. Pietro. Un incontro addolcito anche dal dono di un po’ di Torrone e nel quale il Santo Padre ha benedetto un quadro che sarà posto nella nuova struttura di via Ettore Sacchi, a Cremona.

Per il gruppo diocesano, in pellegrinaggio a Roma nell’ambito del Giubileo della Misericordia, la mattinata di mercoledì 12 ottobre è stata caratterizzata dalla partecipazione all’udienza generale del Papa in piazza S. Pietro.

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Gli oltre 200 cremonesi, guidati dal vescovo Napolioni, sono giunti nei pressi del Vaticano intorno alle 8 del mattino e non senza qualche fatica sono riusciti a prendere posto in una piazza davvero gremita.

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Circa 32mila, infatti, i fedeli presenti. Numeri così importanti da rendere impossibile al gruppo cremonese di rimanere compatto. La maggior parte, comunque, ha preso posto nei pressi dell’obelisco, dove non per tutti è stato garantito un posto a sedere.

Mons. Napolioni ha preso posto, insieme agli altri vescovi, accanto all’altare papale, non lontano dal quale si è collocata anche la delegazione diocesana, formata dal segretario episcopale don Flavio Meani e Sonia Amici, dell’Agenzia ProfiloTours. Sono stati loro, al termine dell’udienza, ad avere la fortuna di incontrare, insieme al vescovo Antonio, il Papa.

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L’incontro con Papa Francesco

Pochi minuti, ma carichi di grande intensità, nei quali mons. Napolioni ha avuto modo di scambiare alcune parole con il Santo Padre. L’occasione per presentargli, in estrema sintesi, i punti nodali del cammino diocesano. È in questo contesto che Papa Francesco ha espresso gioia per la coincidenza tra il Sinodo dedicato ai giovani da lui voluto e il Sinodo diocesano dei giovani.

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Mons. Napolioni ha poi ringraziato il Papa per l’introduzione scritta per il libro “La parola ai poveri”, il volume edito dalle Dehoniane di Bologna e curato da padre Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa pontificia. Si tratta di una raccolta di testi di don Primo Mazzolari pubblicati negli anni ’50 sul quindicinale Adesso in una rubrica apposita e ora riproposti. Proprio all’interno del libro – che sarà presentato ufficialmente il 19 ottobre a Bozzolo – è pubblicata una pagina autografa di Papa Francesco, che non solo consiglia la lettura delle meditazioni di don Primo, ma ne vede la profezia evangelica; uno scritto che incoraggia con forza a dare voce ai poveri, a fare della Chiesa la voce di chi non ha voce, ad aprire il cuore verso le necessità degli ultimi.

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Altro passaggio significativo del colloquio tra il Papa e il Vescovo è stata la presentazione del progetto di accoglienza e sostegno alle donne in stato di fragilità e disagio nella Casa di Nostra Signora del S. Cuore di Gesù, in via Ettore Sacchi 15, a Cremona, che sarà ufficialmente presentato alla vigilia di sant’Omobono.

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In particolare è stata portata al Papa per la benedizione la copia del quadro che sarà installato nella nuova struttura: si tratta di una fotomontaggio realizzato dal fotografo cremonese Mino Boiocchi (stampa FantiGrafica) che affianca la Cattedrale di Cremona al bassorilievo di Ferraroni posto all’ingresso della casa. Una delle due copie resterà dunque a Roma, in dono al Papa, l’altra sarà posta nella rinnovata struttura cremonese. Nell’occasione don Flavio Meani e Sonia Amici hanno presentato al Papa l’operato del “Tavolo Rosa” che sta portando avanti il progetto di Casa di Nostra Signora.

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L’udienza di Papa Francesco

In una giornata di sole e dal clima temperato, Papa Francesco ha fatto il suo ingresso in piazza intorno alle 9.15, in anticipo rispetto alla consueta tabella di marcia, in modo da poter dedicare tempo sufficiente agli oltre 32mila fedeli presenti, che ha incontrando girando con la papamobie nei diversi settori della piazza.

Al centro dell’udienza generale una catechesi sulle opere di misericordia corporali e spirituali, con una consapevolezza: “Non basta fare esperienza della misericordia di Dio nella propria vita, bisogna che chiunque la riceve ne diventi anche segno e strumento per gli altri”. “La misericordia – ha quindi sottolineato il Pontefice – non è riservata solo a dei momenti particolari, ma abbraccia tutta la nostra esistenza quotidiana”.

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Per “esser testimoni di misericordia” – ha spiegato – non serve “compiere grandi sforzi o gesti sovraumani”: il Signore “ci indica una strada molto più semplice, fatta di piccoli gesti che hanno però ai suoi occhi un grande valore, a tal punto che ci ha detto che su questi saremo giudicati”. Di qui l’attualità del brano di Matteo che suona un po’ come il “testamento” di Gesù, il quale afferma che ogni volta che diamo da “mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete, che vestiamo una persona nuda e accogliamo un forestiero, che visitiamo un ammalato o un carcerato, lo facciamo a lui”.

Di qui la necessità di riscoprire le opere di misericordia corporali e spirituali, che “riguardano altre esigenze ugualmente importanti, soprattutto oggi, perché toccano l’intimo delle persone e spesso fanno soffrire di più”. “In un mondo purtroppo colpito dal virus dell’indifferenza – ha affermato il Pontefice – le opere di misericordia sono il miglior antidoto”.

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Il suggerimento del Papa è di “iniziare da quelle più semplici, che il Signore ci indica come le più urgenti”. Le opere di misericordia, per Francesco, “educano all’attenzione verso le esigenze più elementari dei nostri fratelli più piccoli, nei quali è presente Gesù”.

Poi un vero e proprio compito: compiere “almeno” un’opera di misericordia al giorno, per realizzare “una vera rivoluzione culturale”. “Quanti Santi – ha spiegato il Papa, citando Madre Teresa – sono ancora oggi ricordati non per le grandi opere che hanno realizzato, ma per la carità che hanno saputo trasmettere”.

Salutando i fedeli di lingua italiana, dopo un accorato appello per l’immediato cessate il fuoco in Siria e l’invito a “unire gli sforzi in modo lungimirante nella tutela della nostra casa comune, promuovendo una cultura di prevenzione, con l’aiuto anche delle nuove conoscenze, riducendo i rischi per le popolazioni più vulnerabili”, il pensiero è andato proprio al gruppo della Diocesi di Cremona, cui ha chiesto di “essere annunziatori del Vangelo con una coerente testimonianza di vita”.

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Nel triplice saluto finale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli Francesco ha citato la memoria di San Giovanni XXIII, celebrata ieri: “Invocate la sua celeste intercessione – l’invito ai giovani – per imitare la dolcezza del suo amore paterno; pregatelo nei momenti della croce e della sofferenza, cari ammalati, per affrontare le difficoltà con la sua mansuetudine; imparate da lui, cari sposi novelli, l’arte dell’educare i figli con la tenerezza e l’esempio”.

Il testo integrale dell’omelia

 

Reportage del pellegrinaggio giubilare:




Venerdì 14 ottobre il Giubileo Scout con il Vescovo

Giubileo degli Scout venerdì 14 ottobre a Cremona. L’evento, che culminerà con il passaggio dalla Porta Santa della Cattedrale, inizierà all’oratorio S. Giovanni Bosco di via del Giordano, a Cremona, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni. Momenti di preghiera e riflessione caratterizzeranno la serata, che segnerà anche una nuova tappa del Sinodo dei giovani.

Assume un carattere tutto particolare l’incontro pensato, all’inizio del nuovo anno associativo, per gli Scout della diocesi insieme al loro nuovo vescovo, che dopo essere stato in gioventù per sei anni Akela (capo della branca dei Lupetti) ha vestito i panni di Baloo (assistente ecclesiastico), ricoprendo nelle Marche la carica di assistente ecclesiastico regionale AGESCI dal 1986 al 1992 e quella di assistente nazionale dal 1992 al 1998.

A caratterizzare l’incontro del 14 ottobre sono, infatti, due significative coincidenze: da un lato il Giubileo della Misericordia, dall’altro il Sinodo diocesano dei giovani. Due eventi straordinari che faranno da filo conduttore all’evento, riservato pertanto alla fascia d’età dei giovani-adulti.

L’invito è esteso a tutti i gruppi diocesani: Cassano d’Adda, Caravaggio, Fornovo S. Giovanni, Soncino, Cremona 2 (Cristo Re), Cremona 3 (S. Bernardo), Bozzolo e Viadana. Andando dunque al di là della suddivisione tra zone AGESCI lombarde, ma guardando all’appartenenza diocesana. Vi saranno le branche R/S (Rover e Scolte, giovani tra i 17 e i 20 anni), le Comunità Capi (Co.Ca.) e gli adulti del MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Non saranno presenti solo scout AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), ma anche una rappresentanza del laico CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani).

Tutto avrà inizio alle 19 presso l’oratorio di via del Giordano con un semplice momento conviviale, cui seguirà l’incontro con il vescovo Napolioni, che sarà affiancato dall’assistente ecclesiastico diocesano don Giuseppe Manzoni. Poi spazio alla riflessione con lavori di gruppo, misti per età e gruppi di appartenenza.

Dopo un primo momento di condivisione, intorno alle 21.30, con un momento di preghiera avrà inizio il cammino verso la cattedrale. Un vero e proprio pellegrinaggio che prevede una sosta nel cuore della città per un secondo momento di condivisione, che proseguirà successivamente nel cortile di Palazzo vescovile. Da qui si formerà la processione che, passando dalla Porta della Misericordia, condurrà tutti in cattedrale per un ultimo momento celebrativo, sempre presieduto dal Vescovo.




In Seminario l’incontro della famiglia diaconale

Sabato 15 ottobre si è svolto in Seminario l’incontro della famiglia diaconale. Dopo una prima parte di tipo organizzativo, servita a mettere a punto i prossimi impegni, l’incontro è proseguito con l’adorazione eucaristica, che è servita a continuare la riflessione personale sulla Misericordia, e la Messa.

La celebrazione eucaristica, oltre che a rinsaldare la comunione tra gli appartenenti al gruppo, è stata l’occasione per ricordare il fratello di un diacono permanente, recentemente scomparso.

I prossimi appuntamenti vedranno impegnati i diaconi secondo il seguente calendario:

  • 5 novembre, Convegno diocesano della Caritas;
  • 1° dicembre, ritiro diocesano del clero in Seminario;
  • 10 dicembre, incontro formativo centrato in particolare sul capitolo ottavo di Amoris Laetitia.

Il prossimo anno vedrà impegnati i diaconi, oltre che negli incontri spirituali e formativi, nell’organizzazione del Convegno regionale dei diaconi, che si terrà proprio a Cremona il 22 aprile 2017.