Il vescovo Antonio alla veglia della vita: «Svegli e attenti ad ogni seme dato in dono da Dio»

Sabato 6 febbraio nella palestra di Cavatigozzi la preghiera promossa dall'ufficio famiglia. Al Cav di Casalmaggiore è stato assegnato il premio «Mariolina Garini»
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«Misericordiosi come il Padre è il tema di questo Giubileo. Stasera lo traduciamo così: svegli e attenti a ogni seme di vita che Dio ci ha dato in dono perchè fiorisca». È l’invito finale di mons. Napolioni alla veglia per la vita celebrata nella serata di sabato 6 febbraio nella palestra comunale di Cavatigozzi. Nella folta assemblea, composta anche da tanti volontari delle diverse associazioni e realtà ecclesiali che si occupano della tutela e dello sviluppo della vita, c’era pure il vescovo emerito Lafranconi che più volte è stato citato e ringraziato per il suo impegno a favore della dignità dell’uomo, soprattutto del più debole e fragile.

La veglia, ottimamente preparata dall’ufficio famiglia diretto da don Giuseppe Nevi, ha ripercorso le quattro parti del messaggio dei vescovi dal titolo “La misericordia fa fiorire la vita”: la vita è cambiamento, la vita è crescita, la vita è dialogo, la vita è misericordia. Attraverso i contributi di riflessione e preghiera di grandi testimoni del nostro tempo come San Giovanni Paolo II, il genetista francese Jérôme Jean Louis Marie Lejeune o Benedetto XVI  è stata ribadita la necessità di abbondonare stili di vita sterili, come quelli ingessati dei farisei, e di allargare il cuore trasformando la vita in dono. Particolarmente forte la condanna dell’aborto, della carenza di autentiche politiche familiari, del calo demografico frutto di un’esistenza troppo opulenta, ma anche di tante forme di oppressione.

A metà della veglia diverse aggregazioni che si impegnano a tutelare, custodire e promuovere la vita si sono presentate al nuovo vescovo: dal Centro Aiuto alla Vita nato nel lontano 1982, all’associazione “Difendere la vita con Maria” che si occupa di seppellimento dei feti abortiti, ai Consultori UCIPEM di Cremona, Viadana e Caravaggio, all’associazione “Il Cireneo” che gestisce “Casa d’oro” che accoglie durante il giorno bambini diversamente abili, fino all’associazione il Girasole di familie affidatarie, ai Centri Aiuto alla Vita di Cremona, Cassano d’Adda e Casalmaggiore, alla Cooperativa Nazareth attenta soprattutto ai giovanissimi stranieri sino a tre realtà impegnate nell’accoglienza di ragazze in difficoltà come Casa Famiglia S. Omobono, Focolare Grassi e Casa Ozanam della San Vincenzo. Un vero e proprio mosaico di bene che di fronte a mons. Napolioni si è formato pian piano e che ha mostrato la vivacità di una Chiesa che si sente in prima linea nella difesa e promozione di ogni persona.

Nella sua riflessione mons. Napolioni ha ricordato che la Chiesa, riprendendo immagini tanto care a papa Francesco, è «madre di ogni uomo e donna della terra, maestra non saccente in umanità, infermiera del mondo». Un ruolo fondamentale soprattutto in questo tempo malato di individualismo e di paura di chi è diverso: «Abbiamo bisogno – ha affermato – di uomini e donne che sappiano vegliare e scorgere ciò che ci unisce prima di ciò che ci divide, che amino il bene comune prima di quello privato, che siano convinti costruttori di dialogo con tutti. Perchè pacificati nel profondo». E poi ancora: «Come cristiani non vogliamo restare soli a vegliare in chiese sempre più vuote, quando possiamo uscire, anche nel buoio di certi notti, incontro a chi – senza saperlo – cerca Dio, attende la Parola, e non può vivere senza il dono della salvezza».

Infine un invito, grande e lieto, a riconoscere che la vita è impreziosita dalla misericordia di Dio. «Lo sanno le lacrime di quelle donne che hanno finalmente consegnato alla misericordia di Dio e alla maternità della Chiesa i loro aborti non confessati per decenni, a costo di perdere serenità e dignità, ritrovate finalmente in Cristo» e «lo sanno anche certi “scarti” della società che meritano ogni cura da parte di chi sa, nella luce della fede, quanto essi sono preziosi e potenti agli occhi di Dio. E lo sa chi veglia gli inutili, i “terminali”, i morenti: autentici battistrada dell’eternità, che ci insegnano la misura vera del tempo e delle cose». E infine: «Lo sapremo ciascuno di noi, se faremo dell’amore alla vita, alla vita di tutti, a tutta la vita, il nostro progetto, metodo e stile, nella quotidianità di gesti magari nascosti ma efficaci».

Al termine della veglia è stato consegnato il Premio “Mariolina Garini” al Centro Aiuto alla Vita di Casalmaggiore per l’impegno costante profuso nella difesa dell’uomo. Il riconoscimento è stato consegnato dal dottor Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la Vita, e da Alfeo Garini, marito di Mariolina, alla presidente del Cav Casalasco.

La serata è stata particolarmente suggestiva soprattutto grazie alle ombre cinesi sulle diverse fasi della vita proposte dai ragazzi di Vicomoscano-Casalbellotto-Quattrocase-Fossa Caprara e al monologo dell’attore viadanese Simone Coroni che ha attualizzato nell’oggi quell’elogia alla follia di Erasmo da Rotterdam.

Un plauso a chi ha animato nel canto la serata: il coro giovanile Joy Voices di Casalmaggiore che ha letteralmente coinvolto l’assemblea e anche i due vescovi.

Le offerte raccolte al termine andranno al Progetto Gemma che prevede l’adozioni di giovani donne che, senza un aiuto economico, interroperebbero la gravidanza.

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