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Un servizio che diventa missione. La testimonianza di Chiara Gallarini

“Tecnicamente io non sono una missionaria. Sono semplicemente una persona che ha deciso di mettersi al servizio di chi ne ha bisogno”.

Con queste parole Chiara Gallarini ha aperto l’incontro, organizzato dal circolo missionario del seminario, che si è tenuto nella serata di martedì 16 ottobre.

Chiara, 28 anni, originaria di Castelleone, dopo aver vissuto la dinamica del servizio in oratorio, “come tanti altri giovani della nostra dicesi”, ha deciso di “provare ad incarnare davvero questa disponibilità di fondo”.

Il suo è stato un percorso graduale, ma totalizzante.

“L’idea che ho maturato”, spiagava Chiara, “è stata proprio questa: servire significa mettersi a disposizione di chi ha bisogno. Quindi ho deciso di sperimentarmi nel servizio civile con Caritas ambrosiana”.

Da questa decisione sono iniziati i primi esperimenti missionari. Africa, Haiti, Serbia sono le mete che l’hanno vista impegnata negli ultimi anni, sempre per un mese, sempre nel periodo estivo.

Poi il grande passo. “Mi è stata offerta la possibilità di vivere un’esperienza all’estero per la durata di un anno”, ci ha raccontato, “un anno di servizio, sia chiaro. Non ci ho pensato più di tanto: sono partita perché sentivo di essere chiamata a questo. Così mi sono trovata a Mombasa, in Kenya”.

La collaborazione tra Caritas ambrosiana e Caritas locale le ha permesso di mettersi in gioco su più fronti: relazione con le chiese locali, assistenza a bambini che vivono situazioni di disagio, pastorale giovanile…

Non sono mancate le difficoltà: “All’inizio faticavo ad adeguare il mio modo di pensare e di vivere la realtà al loro. Non li capivo. Poi mi sono accorta che, forse, avrei dovuto lasciar perdere i miei paradigmi ed affidarmi. Lì le cose sono cambiate!”.

Probabilmente è stato questo uno dei messaggi più belli che ci ha lasciato, che vale anche per i nostri piccoli impegni quotidiani.

In generale è stato molto significativo vedere con quale entusiasmo e trasporto abbia raccontato la propria esperienza di servizio, definendola una “scelta in risposta ad una chiamata che ho sentito in me”.

E per noi seminaristi ascoltare parole simili da un giovane non può che fare bene.