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Domenica sera a Castelleone il musical su padre Arsenio da Trigolo, che sarà beato il prossimo 8 ottobre

La figura del servo di Dio padre Arsenio da Trigolo, il sacerdote originario di Trigolo al secolo Giuseppe Migliavacca, fondatore della Congregazione delle Suore di Maria Santissima Consolatrice, che il prossimo 8 ottobre sarà proclamato besto, sarà al centro del recital musicale che la sera di domenica 23 aprile (ore 21) sarà proposto dal gruppo teatrale “La Cometa” di Annicco presso il cineteatro Giovanni Paolo II di Castelleone (viale Santuario). “Servo di Dio, servo del mondo. Padre Aresenio da Trigolo, il Musical” il titolo dello spettacolo, il cui ricavato sarà devoluto parte per la costruzione del nuovo oratorio di Castelleone e parte al Gruppo solidale ospiti Brunenghi onlus.

Il musical nasce dall’idea di alcune suore dell’Istituto di Maria Consolatrice di Milano: proporre, in occasione della futura beatificazione di padre Arsenio, uno spettacolo per far conoscere questo religioso cremonese, raccontare la sua vita e diffondere il suo messaggio di misericordia, umiltà e obbedienza.

Ha accettato la sfida il gruppo teatrale “La Cometa” dell’oratorio di Annicco (paese vicino a Trigolo, luogo natale di padre Arsenio). Dopo quasi un anno di lavoro il frutto sono stati dieci nuovi brani musicali, dialoghi emozionanti, colonne sonore, balli, scenografie, filmati. Un prodotto artistico nato dalla fantasia di Marialuisa Bignardi e Mario Pedrinazzi, registi della compagnia, che hanno steso i testi dei dialoghi e delle canzoni. Per la parte musicale la compagnia si è avvalsa dell’indispensabile collaborazione di un musicista professionista come Michele Lombardi.

Le coreografie sono state affidate a Francesco Lo Cascio e Chiara Faviana che, attraverso l’espressività delle danze, hanno animato gli episodi della vita di padre Arsenio; le scenografie a Giulia Cardia e Davinia Contardi che hanno disegnato i fondali che consentono di immergersi nelle vicissitudini, nei luoghi e negli ambienti della vita del Servo di Dio.

A Massimo Guindani e Giovanni Stefanoni il compito di lavorare di martello, chiodi, cacciaviti e pialla: sono stati definiti “gli operai” di padre Arsenio, nel segno del servizio gratuito.

La creazione dei costumi di scena è stata affidata alla grande abilità sartoriale di suor Venanzia, Angela Cremona, Romina Taglietti, Cinzia Pagliari. I personaggi di oggi e di allora hanno preso vita permettendo allo spettatore di tuffarsi con il cuore, gli occhi e la mente nella vita del sacerdote cremonese e delle “sue” suore.

La compagnia teatrale “La Cometa” è una compagnia amatoriale, quasi familiare, nata dall’esperienza religiosa e di catechesi svolta all’interno dell’oratorio Piergiorgio Frassati di Annicco, con la preziosa spinta iniziale data dal diacono permanente Raffaele Ferri. È composta da intere famiglie, bambini, ragazzi e genitori che con entusiasmo cercano di trasmettere la fede attraverso uno strumento alternativo, come il teatro e la musica.

Locandina del musical          Cast dello spettacolo

 

Il 7 ottobre padre Arsenio sarà beato 




Canticum novum, il 22 aprile al via la rassegna di musica sacra nel ricordo di don Concesa

 

Sabato 22 aprile inizierà la XIII edizione della rassegna “Canticum Novum”, concerti per la valorizzazione dei cori e del patrimonio organario della diocesi di Cremona. La rassegna, promossa dall’Associazione Marc’Antonio Ingegneri insieme alla Scuola diocesana di musica sacra Dante Caifa, prenderà il via da Casalsigone per terminare il 4 giugno con un concerto nel Santuario di Caravaggio.

Dal 2005 la manifestazione opera nel territorio della diocesi di Cremona promuovendo la pratica corale e l’utilizzo e il restauro dei numerosi organi storici.

Quest’anno un filo comune lega le proposte musicali dei cori: in occasione della ricorrenza del 50° anniversario della scomparsa di don Antonio Concesa tutti i cori eseguiranno un omaggio alla figura del prete musicista e compositore, attivo a Cremona come insegnante presso il Seminario e come direttore di coro presso la chiesa di S.Ilario, la cui vicenda umana e artistica, dai risvolti certamente non felici, ci ha consegnato una feconda produzione di musica sacra tutt’ora viva nell’uso liturgico.

Nell’ambito della rassegna continuerà anche il sostegno e la presentazione delle attività di restauro degli organi presenti nella diocesi e promosse dalla sensibilità dei parroci e dalla generosità dei fedeli. Sarà presentato il recente restauro, a cura dell’organaro Daniele Giani, dell’organo Amati di Pizzighettone e quello dello strumento di Gabbioneta, sempre costruito dal medesimo artefice, il cui ripristino fu completato alcuni anni or sono dalla Casa Organaria Pedrini.

L’itinerario prevede 7 appuntamenti presso le chiese parrocchiali di Casalsigone, Pandino, Gabbioneta, Pizzighettone, Torre de’ Picenardi, Sabbioneta, per concludere presso il Santuario di Caravaggio dove si potrà ascoltare il pregevole organo Balbiani Vegezzi-Bossi, notevole esempio di organo sinfonico italiano.

Altrettante formazioni corali, impegnate nel servizio liturgico presso le chiese della diocesi, consentiranno di ascoltare un ampio estratto della produzione di musica sacra scorrendo dal barocco al contemporaneo e dalle forme del mottetto fino alla proposta di intere messe musicate in stile classico e moderno.

 

Calendario della rassegna

  • 22 aprile – ore 21, Casalsigone, Coro S.Bernardino di Soncino, dir. Giorgo Scolari, org. Gianmaria Segalini;
  • 29 aprile – ore 21, Pandino, Coro Claudio Monteverdi di Pizzighettone, dir. Marco Molaschi, org. Ugo Boni;
  • 6 maggio – ore 21, Gabbioneta, Corale S.Cecilia di Corte de’ Frati, dir. Piero Barbieri, org. Marco Fracassi;
  • 13 maggio – ore 21, Pizzighettone, Coro Psallentes di Soresina, dir. Alessandro Manara, org. Enrico Viccardi;
  • 20 maggio – ore 21, Torre de’ Picenardi, Coro della Cattedrale di Cremona, dir. Don Graziano Ghisolfi, org. Stefano Molardi;
  • 28 maggio – ore 18.30, Sabbioneta, Coro Marc’Antonio Ingegneri, dir. Vatio Bissolati, org. Marco Granata;
  • 4 giugno – ore 18.30, Santuario di Caravaggio, Unione Corale don Domenico Vecchi, dir. Giovanni Merisio, org. Emilio Brambilla.

Locandina dell’edizione 2017

Programma completo della Rassegna




Questione di stili, altre tre schede per il Sinodo

Con la pubblicazione delle schede 7, 8 e 9, si è chiusa la sequenza dei materiali di ascolto predisposta dalla Segreteria del Sinodo diocesano dei giovani. Queste ultime occasioni scaturiscono dalle idee lanciate alla Veglia delle Palme e supportate dai testimoni che, con grande concretezza e a partire da una esperienza vissuta, hanno raccontato fede, speranza e carità in versione “giovane”.

La Veglia è partita dalle suggestive ed energiche parole di Papa Francesco che ha sospinto ancora i giovani a scendere da posizioni comode e rinunciatarie per connettersi alla lunghezza d’onda del Vangelo e trasformare il mondo, sull’esempio di Maria, la donna che ha visto compiersi le grandi opere del Signore nella sua vita.

È proceduta poi sulla scorta di quattro ascolti: quello di altrettanti testimoni giovani, non famosi né straordinari, ma espressione della vita vera di ogni giorno; quello del vescovo Antonio; quello della Croce animata dalle parole del Vangelo; infine quello dei giovani presenti, che con lo strumento semplice delle cartoline hanno goduto di uno spazio di interazione con quanto ascoltato e percepito.

Come uno stile di fede possa costituire il cammino ordinario di un giovane, come la speranza possa parlare ai giovani e come la scelta – non scontata – della partecipazione alla cosa pubblica possa interessare i giovani sono rispettivamente le domande che animano le schede 7, 8 e 9 a chiusura dei materiali di ascolto.

 

Questa le sequenza dei materiali, tutti disponibili sul sito www.focr.it e consegnati alla disponibilità e fantasia dei gruppi e dei singoli.

 

Le 10 schede:

 

Altri materiali:




A Pizzighettone nuova iniziativa nel ricordo di san Vincenzo Grossi

Proseguono a Pizzighettone gli appuntamenti dedicati al centenario della morte di san Vincenzo Grossi, avvenuta il 7 novembre 1917. Venerdì 21 aprile, infatti, la chiesa di S. Bassiano ha ospitato una serata meditativa basata su tre diverse modalità espressive, ma strettamente collegate tra di loro: la musica, la parola e l’immagine.

Il primo tipo di linguaggio è stato celebrato dalla Corale interparrocchiale e dal “Coro Monteverdi” che, sotto la direzione del maestro Domenico Spelta, ha cantato brani come il “Magnificat” di Perosi e l’ “Ave Verum” di Mozart.

La parola, invece, è stata messa in risalto da alcuni tra gli scritti di san Vincenzo Grossi scelti per l’occasione da Camilla Geroli e interpretati da Agostino Delcerri.

Infine, l’attenzione si è focalizzata sull’immagine e più precisamente sul meraviglioso affresco di Bernardino Campi situato sulla controfacciata della chiesa.

Per coniugare al meglio questi differenti modi di comunicazione le panche della chiesa sono state girate con le spalle all’altare maggiore dove il coro si esibiva: in questo modo i presenti hanno potuto concentrarsi maggiormente sulla musica e sul significato che voleva trasmettere, con uno sguardo sempre attento verso il dipinto. La potenza della musica, quindi, fusa alla bellezza del dipinto e alla profondità delle parole del Santo, si è rivelata spunto per la meditazione.

Di seguito uno stralcio tratto da “Traccia di un discorso sul rinnegamento di San Pietro”: “Vi sono due morali: di Gesù Cristo e del mondo; ambedue fra loro inconciliabili nemiche. Gesù Cristo vuole una cosa, il mondo ne vuole un’altra. Gesù Cristo vuole il perdono delle offese ed il mondo invece vuole il contrario. Gesù Cristo vuole la penitenza, il mondo l’accontentamento dei sensi. Gesù Cristo esige di non accontentare le nostre passioni, di opporsi ai nostri capricci, di frenare le nostre cattive inclinazioni; il mondo non vuole forse tutto il contrario?”.




Sabato a Cremona il convegno regionale dei diaconi permanenti

Si svolgerà quest’anno a Cremona l’annuale convegno regionale dei diaconi permanenti. L’appuntamento è per sabato 22 aprile con la prima parte, di tipo formativo, in Seminario riflettendo sul ministero diaconale in relazione al tema del lavoro, quindi nel pomeriggio in Cattedrale la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni.

 

I diaconi permanenti in Lombardia

Sono più di 260 i diaconi permanenti in Lombardia, alcuni dei quali sposati e con figli, altri celibi. La diocesi con la presenza numericamente più consistente è naturalmente quella ambrosiana (143) seguita da Brescia (53). Al terzo posto Cremona e Vigevano, entrambe con 13 diaconi permanenti.

Diocesi Diaconi Candidati Aspiranti
Milano 143 16 10
Brescia 53 14 4
Cremona 13 5 3
Vigevano 13 1 0
Mantova 12 7 4
Como 12 6 3
Bergamo 10 2 3
Pavia 4 1 0
Lodi 3 3 0
Crema 0 2 1

Ma la diocesi cremonese può contare un maggior numero di candidati e aspiranti, seguiti nel loro cammino di discernimento vocazionale da don Antonio Facchinetti, incaricato diocesano per il Diaconato permanente.

Fisionomia del diacono permanente

 

 

Il programma del convegno

La 12esima edizione del convegno dei diaconi permanenti della Lombardia avrà inizio in mattinata nel Seminario vescovile di via Milano. L’accoglienza è prevista per le 9.15.

Dopo la celebrazione delle Lodi, alle ore 10 il sociologo Giovanni Castiglioni interverrà sul tema “Tra ministero e professione: il diacono e il mondo del lavoro in prospettiva”. Seguiranno alcune testimonianze e i lavori di gruppo.

Dopo il pranzo il gruppo si trasferirà in autobus verso il centro di Cremona. Prima tappa in Cattedrale per una visita guidata e, alle 15, la Messa presieduta dal vescovo Napolioni.

La giornata si concluderà con la visita turistica al centro cittadino.

Locandina del convegno

 

Elenco dei diaconi permanenti in diocesi

Gianmario Anselmi, classe 1964 di Derovere, ordinato nel 2008, collabora con gli uffici Catechesi e Scuola

Umberto Bertelle, classe 1958 di Castelverde, ordinato nel 1999, collabora in Parrocchia

Mario Buttarelli,classe 1934 di Cremona (S. Maria Zaccaria), ordinato nel 1994, collabora in Parrocchia e in Ospedale

Flavio Carli, classe 1942 di Cremona (Cristo Re), ordinato nel 1999, collabora in Parrocchia

Luigi Raffaele Ferri, classe 1947 di Trigolo, ordinato nel 1998, collabora nelle parrocchie di Soncino, Isengo, Casaletto di Sopra e Melotta

Cesare Galantini, classe 1956 di Cicognolo, ordinato nel 2012, collabora con l’Ufficio Caritas

Eliseo Galli, classe 1949 di Cremona (S. Bernardo), ordinato nel 2008, collabora in Parrocchia e in Cattedrale, al Centro pastorale dicesano di Cremona e alla Coop. Cittanova

Luigi Lena, classe 1950 di Cappella di Casalmaggiore, ordinato nel 2008, collabora con gli uffici Catechesi e Famiglia

Paolo Leoni, classe 1950 di Spinanedesco, ordinato nel 1994, collabora in Parrocchia

Mario Mantovani, classe 1939 di Cremona (Cavatigozzi), ordinato nel 1999, collabora con la Casa della Speranza

Franco Margini, classe 1954 di Cremona (S. Pietro al Po), ordinato nel 1994, collabora in Parrocchia

Angelo Papa, classe 1955 di Castelleone, ordinato nel 1999, collabora in Parrocchia

Marco Ruggeri, classe 1971 di Cremona (Cristo Re), ordinato nel 2013, collabora con l’Ufficio Caritas

 

Cremonesi in cammino verso il diaconato

Tra i cinque candidati cremonesi al diaconato permanente quattro sono stati ammessi il 7 dicembre 2013 nel Santuario di Caravaggio e hanno ricevuto il ministero del Lettorato il 22 febbraio 2015 a Cicognolo e quello dell’Accolitato il 14 febbraio, nella pieve di Santa Maria Assunta in Soncino. Si tratta di:

Roberto Cavalli, 52enne di Caravaggio, laureato in Economia e commercio, impiegato nel settore bancario.

Walter Cipolleschi, 58enne di Cremona (San Michele Vetere), laureato in Economia e commercio, imprenditore nel settore informatico, sposato con Maria dalla quale ha avuto due figli.

Emilio Frassini, 57enne di Soncino, perito elettrotecnico.

Luigi Sangalli, 39enne di Brignano Gera d’Adda, tecnico nell’industria meccanica.

Il 26 marzo scorso, invece, è stato ammesso al percorso di formazione e discernimento verso il diaconato permanente Fabio Antonio Bonanno, della parrocchia di S. Francesco d’Assisi in Cremona, operatore presso la Cooperativa sociale Nazareth di Cremona, sposato con Jessica dalla quale ha avuto due figli.

Sono invece 3 gli aspiranti.

 

 




Enrico Letta a Cremona per la presentazione dell’ultimo libro di don Bignami

Sarà presentato nel pomeriggio del 21 aprile, alla presenza dell’on. Enrico Letta, il libro “Un’arca per la società liquida” (Edizioni Dehoniane Bologna), ultima pubblicazione del sacerdote cremonese don Bruno Bignami, teologo morale e presidente della Fondazione “Don Primo Mazzolari”, oltre che parroco di Picenengo, a Cremona.

La presentazione del libro avrà luogo venerdì 21 aprile, alle 18, nella sala della Consulta del Palazzo Comunale di Cremona.

Presente l’autore, interverranno il sindaco Gianluca Galimberti, l’onorevole Enrico Letta, decano della Scuola di Affari Internazionali presso Science Po Paris, e Franco Vaccari presidente di Rondine Cittadella della Pace (AR). Moderatore sarà Michele Bellini, studente di Affari internazionali presso Science Po Paris.

Il volume si propone come testo di morale sociale nel mondo contemporaneo, in particolare alla luce del magistero sociale di Papa Francesco. Nel dialogo fecondo tra Evangelii gaudium e Laudato si’ si può scorgere la possibilità di un percorso che rilanci la riflessione sociale cristiana: l’etica potrebbe essere vista come l’arca di Noè per una società liquida che sembra togliere ogni punto di riferimento.

Don Bruno Bignami offre due tracce di riflessione: una fa riferimento ai fondamenti etici della vita sociale e l’altra analizza alcuni temi su cui si misura il cambiamento d’epoca in atto.

Locandina dell’incontro




In duecento a pregare per le vocazioni sacerdotali

Oltre duecento persone hanno partecipato, nel pomeriggio di martedì 25 aprile, festa liturgica di San Marco evangelista, all’annuale incontro di preghiera e fraternità promosso dal Seminario e dal Centro Diocesano Vocazioni per tutti i gruppi parrocchiali di preghiera per le vocazioni. Negli anni Sessanta del secolo scorso, l’allora direttore spirituale mons. Mario Bassi, ebbe la felice intuizione di fondare i gruppi «Rosario perpetuo» per le donne e «Fortes in fide» per gli uomini che ancora oggi si ritrovano periodicamente per impetrare da Dio «numerose, sante e perseveranti» vocazioni alla vita consacrata.

I diversi gruppi giunti a partire dalla ore 14 sono stati accolti nel grande cortile del Seminario da alcuni stand: quello del magazine «Chiesa in Cammino» per il rinnovo degli abbonamenti, quello dei fiori e della lotteria il cui ricavato è stato destinato alle missioni.

Alle 14.30 don Davide Schiavon, nuovo incaricato di pastorale vocazionale, ha guidato, nella grande cappella superiore, la preghiera del Rosario e al termine ha esortato i vari gruppi a promuovere nelle parrocchie degli incontri di spiritualità e di riflessione con l’équipe del CDV.

A seguire è stata celebrata una solenne Eucaristia presieduta dal rettore, don Marco D’Agostino e concelebrata da don Maurizio Lucini, direttore spirituale, da don Francesco Cortellini, vicerettore e dallo stesso don Schiavon. Serviva all’altare don Nicola Premoli, il diacono originario della parrocchia di Covo, che il prossimo 10 giugno sarà ordinato sacerdote dal vescovo Napolioni in Cattedrale.

I canti sono stati eseguiti dal coro «San Pio V» di Soncino diretto e accompagnato all’organo dal maestro Roberto Grazioli. La stessa compagine alla fine ha offerto un piccolo concerto con canti della tradizione mariana proposti a più voci : tra i più apprezzati «Nome Dolcissimo», l’inno della Madonna di Caravaggio e quello della Madonna di Lourdes.

Nell’omelia don D’Agostino ha ringraziato quanti pregano quotidianamente per le vocazioni e ha ricordato che, sull’esempio di San Marco, ogni cristiano deve essere un evangelizzatore entusiasta e convinto. Ha quindi esortato ad avere fiducia in Dio nonostante le avversità della vita: «San Pietro al termine della sua lettera, che abbiamo appena ascoltato, ci ricorda che il Signore ha cura di ciascuno di noi. Egli non ci abbandona, ma ci guida e ci protegge».

 

Il pomeriggio di festa è proseguito all’esterno con una merenda condivisa durante la quale rosarianti e fortes in fide hanno potuto dialogare con i superiori del Seminario e con i giovani che si stanno incamminando verso il sacerdozio ministeriali. Tra questi anche Arrigo Duranti, di quarta teologia, che il prossimo 1° giugno, in Seminario, riceverà il ministero dell’accolitato.

La giornata si è conclusa con l’estrazione dei biglietti della lotteria e l’arrivederci al prossimo anno.

Photogallery




Il 20 aprile in Cattedrale il Concerto di Pasqua

Giovedì 20 aprile, alle 21, nella Cattedrale di Cremona si rinnova la consolidata tradizione del Concerto di Pasqua del Coro Polifonico Cremonese, reso possibile dal sostegno della Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini. Esecutori, con il Coro Polifonico, il tenore Cosimo Vassallo, il baritono Valentino Salvini e l’Orchestra Filarmonica Italiana. Direttore Federico Mantovani. In programma: Johannes Brahms (1833-1897), Geistliches Lied op. 30; Giacomo Puccini (1858-1924), Messa di Gloria; Federico Mantovani, O salutaris Hostia e Alleluia. La serata, che vedrà la presenza del vescovo Antonio Napolioni, è a ingresso libero e gratuito.

 

Programma del concerto

Composto da Brahms nel 1856, quando aveva 23 anni, il Geistliches Lied op. 30 è un breve mottetto, originariamente accompagnato dall’organo, qui presentato nell’orchestrazione di Mantovani. Musica il Canto spirituale del poeta barocco Paul Flemming (1609-1640), un invito alla pace interiore e alla fede in Dio, l’Unico, che provvede sempre al destino dell’uomo:

“Non lasciarti affliggere dalla tristezza, /sii sereno come Dio dispone, / sia così compiuta la mia volontà! / Perché vuoi preoccuparti oggi del domani? /L’Unico che a tutto presiede /dà anche a te il tuo. /Sii solo stabile in tutto ciò che fai, / tieniti saldo a ciò che Dio decide: /questo è ed è proprio il meglio.”

La musica di Brahms incarna questa pace interiore, con un andamento lento e sereno, dove le linee vocali si intrecciano in un contrappunto sempre cantabile. Brahms ebbe esperienza diretta come direttore di coro, e al coro dedica pagine sublimi (si pensi al Deutsches Requiem), trattando le voci con grande cura e piegandole ad un disegno melodico chiaro e intenso.

Sicuramente la migliore composizione di Giacomo Puccini al di fuori del repertorio operistico è la Messa a quattro, più conosciuta come Messa di Gloria, per tenore, baritono, coro e orchestra sinfonica. Si tratta di una Messa composta per l’esame di diploma all’Istituto Musicale “Pacini” di Lucca ed eseguita per la prima volta il 12 luglio 1880 (il Credo in realtà era già stato composto come brano a sé stante ed eseguito due anni prima). Concepita per un grande organico, la Messa si rivela come la prima opera di Puccini di grande ambizione.

Al contrappunto “in stile osservato”, che ritroviamo nella grandiosa fuga del Cum Sancto Spiritu affidata al coro, si oppongono linee melodiche sinuose e il gusto per un’orchestrazione ricca, cifra stilistica del Puccini della maturità. L’opera è inoltre piena di spunti tematici che manifestano la fantasia di un talento proteso verso il teatro. Puccini apprezzava talmente questa Messa che utilizzò alcuni temi per le opere successive, come per esempio il tema dell’Agnus Dei che riproporrà, leggermente modificato, in Manon Lescaut, e quello del Kyrie, che ritornerà in Edgar.

Il manoscritto completo della Messa non fu mai pubblicato dall’autore, e solo alla fine della seconda guerra mondiale il musicologo sacerdote Fra Dante del Fiorentino ne curò una pubblicazione con il titolo di Messa di Gloria.

Concludono il programma due pagine di Mantovani.

O salutaris Hostia, per tenore, baritono, coro e orchestra, è tratto dalla Cantata La più bella avventura, eseguita per la prima volta nel 2010 e composta per ricordare la figura profetica di don Primo Mazzolari. Così scriveva il parroco di Bozzolo, per il quale è stato aperto il processo di beatificazione: «L’ostia, al pari della croce, sono due braccia e due cuori che s’incontrano. La piccola ostia, la briciola che è tutto il Signore, a questo pover’uomo, mercante di felicità, insegna che la felicità è Qualcuno: tu, mio Signore. Se no, il povero sarebbe fuori dal banchetto e nessuno potrebbe credere alla tua giustizia né alla tua carità». Il brano musicale è segnato da una felice vena melodica e da una ricca orchestrazione, con un crescendo dinamico che asseconda il percorso testuale. Solisti, coro e orchestra si intersecano nell’esposizione del tema principale, armonizzato con soluzioni moderne e di forte impatto emotivo.

Anche l’Alleluia era inserito in questa Cantata, ed è poi stato utilizzato per l’ultimo lavoro di Mantovani presentato in Cattedrale, il Canto di misericordia composto ed eseguito lo scorso anno in occasione del Giubileo. Si tratta del solenne giubilo alleluiatico, il “grande Hallel” del Salmo 136, la celebrazione della festosa gioia dell’anima redenta. La realizzazione musicale è ricca e sontuosa, proclamazione solenne della misericordia del Padre.

 

Curricula:     Federico Mantovani    Coro Polifonico Cremonese




Adolescenti a Roma, itinerario tra santità e impegno

A caratterizzare la seconda giornata romana degli adolescenti in pellegrinaggio con la Federazione Oratori Cremonesi è stato un itinerario alla scoperta di alcune figure che nella propria vita hanno saputo incarnare il Vangelo: grandi nomi del passato accanto a cristiani “comuni” di oggi, capaci comunque di imprimere, con la forza del Vangelo, la propria orma. In questo senso ha preso significato la tappa al Centro Astalli, il servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia.

La mattinata, nella quale si sono alternati momenti di pioggia ad altri di sole, è iniziata presso la basilica di S. Maria in Aracoeli, punto di ritrovo di tutti gli oratori partecipanti che quindi, guidati, dai volontari della FOCr, hanno iniziato il loro percorso divisi in tre gruppi. A scandire ogni tappa è stata la figura di un santo.

A S. Maria in Cosmedin (quella della piazza della Bocca della verità) lo sguardo si è focalizzato su sant’Omobono, cui è dedicata la chiesa poco distante. Ai ragazzi è stata ricordata l’attenzione per gli ultimi e l’impegno a favore della pace del patrono della città e della diocesi di Cremona, prima di chiedere a loro di evidenziare alcuni gesti, compiuti personalmente o da altri, che hanno permesso di cambiare in bene certe situazioni.

Al Circo Massimo, a pochi passi dal Palatino, protagonista è stato, invece, san Filippo Neri, molto attivo a Roma nel XVI secolo e vero precursore dell’oratorio, su cui si è stata focalizzata l’attenzione. Tramite alcune immagini, agli adolescenti è stato chiesto di precisare l’idea di oratorio, riflettendo quindi sul proprio ruolo e sulla sua missione.

Sul Colle Aventino, tappa presso la basilica S. Sabina per guardare, quindi, alla figura di san Domenico, insieme a S. Francesco d’Assisi rinnovatore nella Chiesa rimanendo all’interno della Chiesa. L’occasione per ricordare che ogni cristiano è chiamato a essere artefice di una riforma continua nella fedeltà al Vangelo.

Conclusione del percorso nel Giardino degli aranci a ridosso di S. Sabina, aiutati da Edith Stein (Teresa Benedetta della Croce), uccisa nel campo di concentramento di Auschwitz. Proprio il clima di pace e serenità di quest’area, ricca di aranci e pini marittimi, ha fornito lo stimolo per riflettere sul male nel mondo e l’impegno di vita e di fede per contrastarlo. L’incontro si è svolto in una cornice particolarmente suggestiva, con la meravigliosa vista della Capitale che da qui si poteva godere, con il Cupolone a dominare il panorama cittadino.

Photogallery della mattinata

Dopo il pranzo insieme nel Giardino degli aranci, il gruppo si è trasferito in pullman nella zona del Quirinale, e nello specifico nella chiesa di S. Andrea per un incontro di testimonianza servito a presentare il Centro Astalli, la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, da oltre trent’anni impegnata in numerose attività e servizi che hanno l’obiettivo di accompagnare, servire e difendere i diritti di chi arriva in Italia in fuga da guerre e violenze, non di rado anche dalla tortura, impegnandosi anche nel far conoscere chi sono i rifugiati, la loro storia e i motivi che li hanno portati fin qui.

Il Centro Astalli ha iniziato le sue attività nel 1981 nella sede di via degli Astalli, accogliendo l’appello di dell’allora padre generale dei Gesuiti padre Pedro Arrupe, profondamente colpito dalla tragedia di migliaia di vietnamiti in fuga dal loro Paese devastato dalla guerra: esortò i gesuiti di tutto il mondo a “portare almeno un po’ di sollievo a questa situazione così tragica”. Così nacque il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati-JRS.

L’accompagnamento dei rifugiati e la condivisione delle loro esperienze è al centro di tutti i servizi del Centro Astalli, da quelli di prima accoglienza (per chi è arrivato da poco in Italia: dalla mensa alle docce, all’ambulatorio), fino alle attività di sensibilizzazione e all’impegno di advocacy, che ha l’obiettivo di modificare le politiche ingiuste a livello locale, nazionale o internazionale. Una realtà davvero variegata che è stata presentata ai ragazzi cremonesi da Bernardette, una delle operatrici.

Poi ha preso la parola Frank, giornalista camerunese che 15 anni fa è dovuto fuggire dal proprio Paese: lui e la moglie furano arrestati e torturati, dopo che nei propri articoli aveva denunciato i brogli nelle elezioni. Grazie all’aiuto di alcuni colleghi, riuscì a fuggire in Nigeria e da lì imbarcarsi clandestinamente su un aereo diretto a Fiumicino. Proprio al Centro Astalli ha trovato protezione: con gli anni ha ottenuto il permesso di soggiorno come richiedente asilo ottenendo anche il ricongiungimento con la moglie. Dopo aver svolto i più svariati lavori, oggi frequenta un master in comunicazione e lavora per una web-radio africana, sulle cui frequenze racconta la vita reale in Europa, sfatando il mito del bengodi.

Due testimonianze che hanno interessato i ragazzi cremonesi, che hanno posto domande e chiesto ulteriori spiegazioni rispetto all’impegno quotidiano di cristiani che continuano a lasciare orme importanti nel segno della carità.

Photogallery dell’incontro a S. Andrea del Quirinale

Il pomeriggio è proseguito, quindi, in libertà, con la possibilità di visitare il centro di Roma. Una città semideserta, se non per la presenza dei turisti. Tra questi da segnalare i circa 7mila adolescenti dell’arcidiocesi di Milano che in questi giorni stanno vivendo a Roma l’annuale esperienza di pellegrinaggio, analoga a quella proposta dalla FOCr. In una città blindatissima, con controlli molto severi da parte delle forze di polizia e dell’esercito, non è comunque mancato il clima di generale calma e serenità.

La tre giorni si concluderà mercoledì con la partecipazione all’udienza generale di Papa Francesco. Dopo il pranzo, il rientro per Cremona.

 

Resoconto della prima giornata

 




Un’arca per la società liquida, presentato l’ultimo libro di don Bignami

A catturare l’occhio, nel pomeriggio di venerdì 21 aprile nel Palazzo comunale di Cremona, erano da una parte la sala della Consulta gremita, con molta gente in piedi, e dall’altra le otto sculture qui poste, realizzate dallo scultore Gianpaolo Pasini, una per ogni capitolo del libro, scritto dal sacerdote cremonese don Bruno Bignami, Un’arca per la società liquida-La moralità nel cambiamento d’epoca. La cui presentazione, moderata dal giovane Michele Bellini, studente di Affari Internazionali presso il prestigioso Istituto di Studi Politici SciencesPo di Parigi, ha visto la presenza anche dell’on. Enrico Letta.

È stata l’occasione, come ha ricordato nel proprio intervento il sindaco Gianluca Galimberti, di ritrovare nelle pagine “una parola di grande attualità, che è coscienza”, ed una sfida, “quella della virtù”, in particolare “prudenza”, “capacità di discernimento” e “cura”, ovvero “la capacità di interpretare il bene nei gesti quotidiani”. In questo senso il testo di don Bignami rappresenta “un progetto politico”, vale a dire un “progetto di costruzione della comunità”.

È poi intervenuto Franco Vaccari, presidente dell’associazione Rondine Cittadella della Pace, che nel proprio studentato internazionale accoglie giovani di diverse culture per un’esperienza di convivenza e dialogo, anche quando provenienti da Paesi tra loro in conflitto. Sua è la prefazione, scritta, anzi riscritta il 22 marzo 2016, mentre i media davano “la notizia degli attentati terroristici all’aeroporto e alla metropolitana di Bruxelles. Davanti a fatti del genere le parole si spengono” e testimoniano un bisogno di speranza, da coltivare. Anche attraverso gli otto percorsi, uno per capitolo, proposti nel libro di don Bignami.

Atteso l’intervento dell’on. Enrico Letta, già presidente del consiglio nel 2013 e 2014, più volte ministro, nonché parlamentare europeo, attualmente decano della Scuola di Affari Internazionali presso Sciences Po di Parigi, presidente dell’Istituto Jacques Delors ed autore di numerosi libri, tra cui l’ultimo Contro venti e maree-Idee sull’Europa e sull’Italia. Letta ha evidenziato come già il titolo del testo di don Bignami accosti l’idea antica dell’arca e della saggezza di Noè all’idea moderna della “società liquida” di Zygmunt Bauman. Da qui lo spunto per evidenziare le trasformazioni avvenuto nell’ultimo decennio, in cui si è passati da una società schematica, dove ciascuno sapeva quale fosse il suo posto e che rapporti avesse con il contesto, ad una società “molto meno definibile e classificabile”. In tal senso lo sforzo fatto da don Bignami nel suo volume compie “un esercizio straordinario”, quello di riclassificare in modo moderno quei valori, anche biblici, imparati nella società rigida, insegnando a non aver paura del nuovo ed a ritenerlo non negativo, semmai “affascinante”.

Ha quindi preso la parola l’autore per evidenziare come abbia scritto queste pagine nel tentativo di “costruire segni di speranza”. A fronte di un cambiamento epocale, la reazione immediata può essere quella della paura, della chiusura in sé stessi, perdendo di vista la relazione con gli altri. La proposta è quella di superare questa fase, perché “ce n’è già fin troppa di gente che si piange addosso”.

In tal senso c’è ancora molto da fare, poiché – ha incalzato l’on. Letta, evidenziando un passaggio del libro di don Bignami – la tentazione è quella di fare come Caino, che non dice di aver ucciso Abele, ma “risponde in modo indiretto. È ognuno di noi, quando si gira dall’altra parte. Si evita il problema, che è il contrario della fraternità. Oggi abbiamo un’idea statica della nostra vita”, senza tener conto della possibilità che qualcosa possa rompere “l’equilibrio di questo schema”, come la rivoluzione digitale, che ha offerto nuove, forse insperate possibilità anche ai Paesi in via di sviluppo.

Si ha successo se si è uniti: “La Chiesa di Papa Bergoglio, come quella di Wojtyla, capisce che la dimensione è mondiale”, ha detto. I lunghi viaggi, i cardinali non europei, il fatto stesso del primo Papa non europeo della storia ne sono segni.

Da qui l’invito a non buttare “via questa Europa, culla dei valori teorizzati e declinati: i diritti dell’uomo, dei lavoratori, l’accoglienza dei migranti, la parità uomo-donna, il fatto che i bambini non vadano toccati e non debbano lavorare, la difesa dell’ambiente, la laicità dello Stato”, l’opposizione alla pena di morte. Occorre evitare – ha proseguito – “la peggiore delle scelte, il ritorno al nazionalismo”, oggi incarnato ad esempio dalla Brexit, che sembra essere “la volontà di tornare alla Compagnia delle Indie, di essere al centro del mondo, il che è impossibile. Non ci rendiamo conto che la logica dell’omogeneità e dell’identità non è moderna”, occorre creare o sostenere meccanismi “di andamento orizzontale, non leadership solitarie, bensì dinamiche di partecipazione. “Noè non è il leader che sa tutto, mette insieme le diversità”. Così anche la proprietà privata deve convivere con “un uso che abbia una dimensione sociale”.

Molte le autorità presenti all’incontro, tra cui il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni.

I convinti applausi del folto pubblico hanno sancito la riuscita dell’incontro, che ha offerto molte suggestioni.

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