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Una mostra racconta la vita di San Francesco Spinelli a Rivolta

“Non si può pensare a padre Spinelli senza pensare a Rivolta”. Così suor Paola Rizzi nella sua introduzione alla serata di presentazione, giovedì 18 ottobre, della mostra dedicata a San Francesco Spinelli a Rivolta d’Adda, allestita nell’atrio del Municipio fino al 31 ottobre in collaborazione fra suore Adoratrici del Santissimo Sacramento (istituto fondato dallo stesso Spinelli nel 1882) e Comune. Nove pannelli illustrativi, corredati da fotografie, documenti dell’epoca (a cavallo fra la fine del 1800 ed i primi anni del 1900) e descrizioni, più uno riassuntivo, raccontano delle opere di San Francesco nel borgo rivierasco, che lo accolse per due volte. “La prima – ha detto suor Paola – come missionario; la seconda come profugo in cerca di asilo (causa allontanamento dalla diocesi di Bergamo per il suo coinvolgimento in un dissesto finanziario) ed è in quel momento che Rivolta gli rivela che Dio è fedele” .

“Questa mostra – ha spiegato Cesare Sottocorno, storico locale, curatore dell’iniziativa assieme a suor Ivana Signorelli – vuole riportare padre Spinelli fuori dalle mura del convento testimoniando le sue opere di carità e la sua santità, fatta di attenzioni particolari, piccole e semplici”. Opere che hanno visto, fra le tante cose, nascere la casa-madre delle suore Adoratrici, la casa-famiglia e la casa Santa Maria a Rivolta.

Il parroco, monsignor Dennis Feudatari, nel suo intervento di inquadramento storico dell’epoca, ha definito San Francesco Spinelli come “un figlio del suo tempo ma anche un innovatore”.

Conclusione con il saluto del sindaco di Rivolta Fabio Calvi e con la proiezione di 5 minuti del film-documentario sul Santo e con tre riflessioni di suor Paola: “San Francesco Spinelli – ha precisato – è stato definito come l’angelo tutelare di Rivolta, l’apostolo di bontà ed il puro seguace di Cristo”.




Le scuole cattoliche incontrano San Francesco Spinelli

Una bella mattinata di sole ha accolto in piazza del Duomo e poi all’interno della Cattedrale le centinaia di bambini delle scuole cattoliche che hanno risposto all’invito delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento a fare la conoscenza di san Francesco Spinelli.

A gruppi, colorati e in buon ordine, sono arrivati circa 700 alunni degli istituti Sacra Famiglia, Beata Vergine, Sant’Angelo, Canossa, Trento e Triste e Immacolata di Soresina. Ad attenderli la sagoma di un sorridente padre Spinelli e l’animazione preparata per loro dalle Suore Adoratrici. «Abbiamo voluto dedicare una giornata ai bambini – spiega la madre generale Isabella Vecchio – per avvicinarli a san Francesco, alla sua storia e alla bellezza e all’importanza che questo momento riveste per la nostra Chiesa. E loro, i bambini, sono i più semplici e i più disponibili ad accogliere i valori della santità». E a lasciarsi coinvolgere e stupire da un incontro inaspettato.

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L’incontro con il padre fondatore si è svolto in alcune tappe significative, pensate per coinvolgere i piccoli studenti. Prima i giochi in piazza, pensati per condividere con i visitatori alcuni dei valori che fondano la santità di Francesco Spinelli come il perdono e la generosità. In piazza anche il tempo per scattare una foto di gruppo con la sagoma del Santo.

La vita di padre Spinelli è stata poi raccontata attraverso la proiezione di un cartone animato pensato proprio per spiegarne la vita ai più piccoli, all’interno della chiesetta di san Girolamo.

Il momento centrale della mattinata, però, è stato per tutti il passaggio in Cattedrale per la visita all’urna contenente il corpo del santo. «Un santo buono come il pane, saporito e croccante» hanno spiegato le suore , raccontando ai bambini alcuni episodi emblematici della carità e della santità del padre fondatore, prima del passaggio silenzioso accanto all’urna di cristallo che custodisce le reliquie del santo. Le suore hanno lasciato un segno, un pezzo di pane per ciascuno, e una preghiera: «San Francesco, aiutaci a diventare buoni come il pane».

Prima di uscire ogni gruppo ha sostato per alcuni minuti presso l’altare del Santissimo, per un momento di preghiera. Perché – ha spiegato ancora madre Isabella Vecchio – San Francesco invita tutti ad andare verso Gesù».

 




San Francesco Spinelli in Cattedrale: video e foto

Il suono festoso delle campane della Cattedrale e il gioioso applauso dei tanti presenti in piazza del Comune hanno accolto, nel tardo pomeriggio di domenica 21 ottobre, l’arrivo a Cremona delle reliquie di san Francesco Spinelli, il sacerdote, fondatore delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda, che papa Francesco ha canonizzato lo scorso 14 ottobre in piazza S. Pietro.

L’urna con il corpo del Santo è giunta all’ombra del Torrazzo puntuale alle 16.45 scortato da due moto della polizia stradale. Era partita nel primo pomeriggio da Rivolta d’Adda: non dalla chiesa della Casa madre delle Adoratrici, dove solitamente l’urna è custodita, ma dalla chiesa parrocchiale, dove è stata eccezionalmente trasferita nei giorni scorsi. Una peregrinatio che è proseguita portando il Santo a Cremona, dove rimarrà sino a domenica 28 ottobre.

Ad accogliere san Francesco Spinelli in piazza c’erano anzitutto le sue suore, giunte numerose da Rivolta, insieme a una piccola folla di cremonesi, assiepati nei pressi del portone principale del Duomo, dove erano posizionati i canonici insieme al parroco della Cattedrale, mons. Alberto Franzini.

La pesante teca di cristallo, grazie al supporto di tre vigili del fuoco che hanno aiutato i volontari, superati i gradini, ha fatto il suo ingresso solenne nel massimo tempio cittadino, gremito di fedeli.

Giusto il tempo di posizionare l’urna nella navata centrale, di fronte al pulpito, ed è iniziata la preghiera del Vespro, presieduta dal vicario generale, don Massimo Calvi, affiancato dal presidente del Capitolo, mons. Giuseppe Perotti, e il parroco di Rivolta d’Adda, mons. Dennis Feudatari, nominato delegato episcopale per questa peregrinatio. Il servizio liturgico è stato garantito da un gruppo di ministranti delle parrocchie cittadine di S. Agata e S. Ilario, guidati dal responsabile dell’Ufficio liturgico diocesano, don Daniele Piazzi, anche nella veste di notaio del pellegrinaggio dell’urna di san Spinelli a Cremona.

In prima fila la superiora generale delle Adoratrici, madre Isabella Vecchio (designata quale “custode portitore” della peregrinatio), affiancata dalla postulatrice suor e dal Consiglio. Tante le adoratrici, giunte da Rivolta d’Adda e non solo. E non mancavano neppure alcune dei “prediletti” di don Spinelli, con una rappresentanza degli ospiti di Casa famiglia.

Il canto del Vespro è stato animato dal Coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi, autore delle melodie degli inni della Liturgia delle Ore propria dell’Istituto appena approvata che l’Ufficio per il Culto Divino della Diocesi ha omaggiato alle Adoratrici in occasione della canonizzazione. I testi degli stessi inni, composti dalle Suore Adoratrici con citazioni degli scritti del Fondatore, sono stati resi in metrica dal responsabile dell’Ufficio liturgico diocesano, don Daniele Piazzi.

Suggestivo l’omaggio al Santo, mentre il coro ha proposto “Pane spezzato”, l’inno dedicato a don Francesco Spinelli composto in occasione della canonizzazione dal maestro mons. Marco Frisina. Per saperne di più.

Al termine del Vespro tutti i presenti hanno voluto fermarsi qualche istante in preghiera davanti all’urna del Santo.

 

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Di seguito i decreti della Congregazione che autorizza il pellegrinaggio delle reliquie e il decreto del Vescovo che nomina il suo delegato, il custode–portitore  e il notaio che redigerà i verbali. Le disposizioni canoniche da osservare sono contenute nell’Istruzione della Congregazione per le Cause dei Santi, Le reliquie nella Chiesa: autenticità e conservazione, 8 dicembre 2017, articoli 31-38.

Decreto della Congregazione          Decreto vescovile

 

In occasione della canonizzazione di don Francesco Spinelli, l’Ufficio per il Culto Divino della Diocesi di Cremona ha omaggiato alle Suore Adoratrici la melodia degli inni della Liturgia delle Ore propria dell’Istituto e appena approvata. Le melodie sono di don Graziano Ghisolfi, responsabile diocesano per la Musica Liturgica; i testi, composti dalle Suore Adoratrici con citazioni degli scritti del Fondatore, sono stati resi in metrica dal responsabile dell’Ufficio Diocesano, don Daniele Piazzi.

Melodie Inni San Spinelli

 

 

Programma della settimane

Durante la settimana dal 22 al 27 ottobre la Messa delle 18 sarà animata dai gruppi parrocchiali della città, che saranno convocati insieme la sera di mercoledì 24 ottobre per la veglia missionaria zonale presieduta dal Vescovo (ore 21).

Nelle mattinate di lunedì 22 e martedì 23 ottobre si faranno pellegrini in Cattedrale i ragazzi delle scuole cittadine che, accompagnati dalle Suore Adoratrici, avranno modo conoscere più da vicino la storia di questo nuovo santo e il carisma delle sue “figlie”.

Tutta la settimana il corpo del Santo sarà esposto nella navata centrale della Cattedrale per la preghiera e la venerazione dei fedeli, che potrà avvenire in modo straordinario anche la sera di venerdì 26 ottobre al termine dello spettacolo “Scolpisci te stesso”, pièce teatrale liberamente ispirata alla vita del Santo che la “Compagnia dei piccoli” proporrà alle 20.45 presso l’auditorium “Giovanni Arvedi” del Museo del Violino di Cremona (ingresso libero).

Ultimo solenne appuntamento la mattina di domenica 28 ottobre quando, alle 11, il vescovo Antonio Napolioni presiederà la solenne Messa diocesana di ringraziamento dopo la canonizzazione di don Spinelli (celebrazione in diretta tv su Cremona1 e in streaming sul nostro portale e i canali social diocesani). Al termine l’urna del Santo tornerà a casa, nella chiesa di Casa Madre delle Adoratrici a Rivolta d’Adda.




Veglia missionaria/zona 1. A Rivolta d’Adda con il vescovo Napolioni davanti all’urna di don Spinelli

“Giovani per il vangelo”. Questo il tema della Giornata missionaria mondiale e delle veglie svolte sabato 20 ottobre nelle diverse parti della diocesi. Molto partecipata quella per la zona pastorale 1 che si è tenuta nella basilica di Santa Maria e San Sigismondo, a Rivolta d’Adda, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. Forte e continuo, durante la serata, il riferimento alla figura di san Francesco Spinelli, il fondatore dell’istituto delle suore Adoratrici del Santissimo Sacramento canonizzato da papa Francesco domenica 14 ottobre.

“Maestro di fraternità”, “Piccolo prete capace ogni giorno di scoprire come Dio ci prende per mano e ci plasma” lo ha definito il Vescovo che, a inizio celebrazione, insieme al parroco di Rivolta mons. Dennis Feudatari, ha reso omaggio all’urna con il corpo del Santo, esposta eccezionalmente al centro della chiesa.

Animata dal “Coretto” parrocchiale e scandita, nei momenti dedicati alla preghiera, dal vicario don Luca Bosio, la veglia è stata caratterizzata dall’omelia di monsignor Napolioni e dalla testimonianza di una suora Adoratrice.

“Il tema della veglia missionaria di quest’anno – ha detto il Vescovo nel passaggio più significativo del suo intervento – ci chiede di guardare al futuro con speranza. La missione non è un’invenzione della Chiesa per convertire gli altri, per piazzare le nostre idee. La missione è cosa di Dio, è Padre che genera il Figlio e lo manda a noi, a tutti noi. La missione è dono e come tale noi dobbiamo farlo circolare. Come San Francesco Spinelli, si è missionari anche nei propri paesi, anche con i vicini di casa e allora sia benedetta questa sera come lo sono stati questi giorni di grazia. Dio – ha concluso – ha i suoi tempi, noi abbiamo fretta ma dobbiamo lasciarci prendere per mano dalla sua fedeltà”.

Ad offrire la propria testimonianza di vita e di fede è stata suor Louise Saar, Adoratrice originaria del Senegal, attualmente in servizio a Rivolta presso la casa Santa Maria delle suore anziane e malate. “Vengo da un Paese – ha spiegato – dove lo Stato garantisce la libertà di religione, esemplare nel vivere le diversità. A 23 anni avevo già dei progetti per la mia vita ma lo sguardo amorevole di Gesù e la sua chiamata, attraverso la figura di padre Spinelli, mi hanno fatto cambiare idea. Nel 1996 sono diventata Adoratrice. Da allora ho condiviso gioie e fatiche ma la grazia, quella non mi è mai mancata. Ho incontrato mille visi ma un solo volto, quello di Dio e mai ho perso la gioia”.

Conclusione con l’invito (accolto) del vescovo ai giovani presenti in chiesa di portarsi al centro della navata per la benedizione e per il canto finale.

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Da venerdì a domenica l’urna di san Francesco Spinelli nella chiesa parrocchiale di Rivolta d’Adda

Passati i giorni romani della canonizzazione di don Francesco Spinelli, il fondatore delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento, Rivolta d’Adda (dove si trova la Casa madre delle religiose) si appresta a vivere una serie di eccezionali eventi, naturalmente legati al nuovo santo. Si inizia giovedì 18 ottobre, alle 21, con la presentazione della mostra “San Francesco Spinelli a Rivolta” nell’atrio del Municipio sarà presentata. Da venerdì 19 a domenica 21 ottobre l’urna con il Corpo del Santo sarà quindi trasferito dalla Casa madre delle Adoratrici alla chiesa parrocchiale, prima di partire alla volta di Cremona, dove per una settimana l’urna sarà accolta in Cattedrale.

Il trasferimento delle spoglie di san Spinelli avrà luogo la sera di venerdì 19 ottobre dopo i vespri in Casa Madre (ore 20.30). Il corpo di don Spinelli rimarrà in basilica sino al pomeriggio di domenica 21 ottobre. Tra le principali celebrazioni in programma da segnalare la veglia missionaria che la sera di sabato 20 ottobre il vescovo Napolioni presiederà per le parrocchie della Zona pastorale 1.

Sarà invece il vescovo emerito Dante Lafranconi a presiedere, all’indomani, la Messa solenne (ore 11 in chiesa parrocchiale). Nel pomeriggio di domenica 21 ottobre alle 15 un momento di preghiera saluterà la partenza dell’urna con il corpo del Santo, che sarà trasferita per alcuni giorni a a Cremona.




A S. Maria Maggiore la veglia in preparazione alla canonizzazione di don Spinelli

È nella basilica di S. Maria Maggiore, a Roma, che nel pomeriggio di sabato 13 ottobre hanno preso ufficialmente il via le celebrazioni per la canonizzazione di don Francesco Spinelli, il fondatore delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda. Alle 17.30 la veglia di preghiera nella quale, attraverso brani evangelici e testi del sacerdote bergamasco, si è riflettuto sul mistero dell’Incarnazione e il dono dell’Eucaristia. I due elementi che ispirarono Spinelli per la nascita nell’istituto religioso.

Proprio in questa basilica, davanti a quella che la tradizione vuole sia la culla di Betlemme, nel dicembre 1875 – forse il giorno di Natale – il 22enne sacerdote novello sognò delle donne consacrate dedite alla contemplazione del mistero eucaristico. Proprio da questo elemento ha preso spunto il vescovo Napolioni iniziando l’omelia della Messa che ha fatto seguito alla veglia. Il Vescovo ha ricordando proprio le parole di Spinelli:

«Mi sono inginocchiato davanti ad essa (la culla di Betlemme, ndr), piansi, pregai e, giovane allora, sognai uno stuolo di vergini che avrebbero adorato Gesù in sacramento».

Proprio questi tre verbi sono stati il filo conduttore della riflessione del vescovo di Cremona.

Quel pianto giovanile di don Spinelli – conosciuto da tutti per il suo sorriso, nonostante le molte amarezze provate durante il suo ministero – è stato lo spunto per guardare ai giovani di oggi e alle loro scelte di vita, nel contesto anche del Sinodo, in corso a Roma proprio in queste settimane. «Quanti giovani – ha affermato – oggi chiedono di essere aiutati a decifrare la propria sete di vita. Per non spegnerla in fretta». E ha proseguito:

«Affido a quelle potenti lacrime del nostro giovane Santo la ricerca di senso di tanti ragazzi e ragazze, il percorso vocazionale dei seminaristi e delle Adoratrici di domani, la bellezza delle coppie di innamorati che cercano una roccia su cui costruire un futuro di feconda fedeltà».

Poi un passaggio sulla preghiera, «fruttuosa, perché plasmata dall’assidua meditazione del Vangelo» e che «non obbedisce a piccoli interessi umani», ma è «preghiera senza calcolo, che vince la paura, e che si lascia dilatare dallo Spirito Santo, dato da Dio per concepire anche in noi la presenza di Gesù, risorto e vivo».

Senza tralasciare quel sogno che, di fronte al mistero dell’Incarnazione, portò a una speciale sequela che scaturisce proprio da quel Bambino che si è fatto pane spezzato e ha dato la propria vita per l’umanità. Così come richiama con evidenza il mosaico che nella casa di spiritualità delle Adoratrici a Lenno, sul lago di Como, caratterizza la meravigliosa cappella “Adorationis mysterium”. Realizzata nel 2007 da padre Marko Ivan Rupnik e che presenta la scena del presepio con un richiamo evidente al Calvario, in quella particolare culla che già prefigura la morte in croce.

«Se anche noi non avremo paura di piangere, pregare e sognare, come ha fatto il giovane don Francesco – ha concluso il Vescovo – gusteremo la verità delle parole del Salmo: “Si è manifestata ai tuoi servi la tua opera… rendi salda per noi l’opera delle nostre mani… e gioiremo per sempre”».

Accanto al vescovo Napolioni hanno concelebrato il vescovo emerito Dante Lafranconi e mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo (terra d’origine di don Spinelli), insieme anche ad alcuni altri presuli dei Paesi in cui le Adoratrici operano.

In prima fila, naturalmente, c’erano le «figlie» di don Spinelli, insieme a tanti amici dell’Istituto: molti dei quali provenienti dalla diocesi di Cremona e dalle altre parti d’Italia dove le Adoratrici sono presenti. Ma – nonostante le difficoltà ad ottenere i visti – in tanti sono giunti a Roma anche dai luoghi di missione delle suore cremonesi, presenti ormai in varie parti il mondo.

Emozionato, all’inizio della celebrazione, il saluto della superiora generale, madre Isabella Vecchio, che ha ha voluto ricordare come «Da quel giorno l’Eucarestia celebrata e adorata è al centro di ogni Adoratrice, di ogni giornata, di ogni attività, perché anche ogni piccola cosa sia espressione di un eccesso d’amore di Dio».

Dopo la Messa un vero e proprio pellegrinaggio alla culla di Betlemme. Con una sorta di arrivederci a lunedì. All’indomani della canonizzazione, infatti, il vescovo Napolioni presiederà ancora in questa basilica la Messa di ringraziamento per il nuovo santo.

A breve i contributi audio

Photogallery:   Gruppi in viaggio verso Roma    Messa di sabato a S. Maria Maggiore




In tanti pellegrini a Roma per la canonizzazione di don Spinelli

14 ottobre 2018: una data che rimarrà nella storia della Chiesa cremonese, delle Suore Adoratrici, di Rivolta d’Adda e della Chiesa intera. Insieme ad altri sei beati, anche don Francesco Spinelli, il sacerdote bergamasco fondatore delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento, sarà riconosciuto tra i santi.

Tanti i fedeli in viaggio per Roma. I viaggi organizzati prevedono spostamenti in pullman o in treno. Ma non manca chi si è organizzato autonomamente, raggiungendo la capitale con mezzi propri e aggregandosi al pellegrinaggio solo per i momenti comuni. E ci sono pure i coraggiosi iscritti al viaggio notturno: partenza sabato sera da Rivolta d’Adda per raggiungere direttamente Piazza San Pietro domenica mattina e rientrare a casa subito dopo la solenne canonizzazione.

Primi fra tutti i pellegrini sui passi del beato Spinelli, il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, e il vescovo emerito, mons. Dante Lafranconi; quindi numerosi sacerdoti e tante Adoratrici, le “sue” suore, da lui fondate nel 1875. E poi numerosissimi laici, legati all’Istituto o personalmente a lui. In tanti hanno voluto essere presenti a Roma per ringraziare dei doni ricevuti per intercessione di don Francesco.

Sarà così per Rosanna di Vergo, per Arianna di Lecco, per Antonella di Varese, per Gabriella di Casalmaggiore e Rachele di Milano. E per tanti altri, che non hanno visto vane le loro preghiere al nuovo Santo. Sarà un grazie rinnovato anche quello che dirà con tutta la sua famiglia Agostina Figaroli di Costa Volpino (BG), oggi 75enne, che nel 1948 fu guarita miracolosamente per intercessione di padre Spinelli; quel miracolo che lo portò alla beatificazione nel 1992.

Si eleverà forte il grazie dei genitori del piccolo Francesco, provenienti dall’Angola. Nel 2007, neonato, fu guarito miracolosamente dalla preghiera al beato Spinelli che – improvvisamente – fece sì che emergesse una grossa vena sul suo braccino, così da poter trasfondere il sangue che lo salvò dalla morte certa.

Non mancherà il grazie da parte delle delegazioni dei paesi in cui le Adoratrici sono in missione: Argentina, Congo, Senegal, Camerun.

 

Sabato 13 ottobre il primo appuntamento vede i fedeli stringersi attorno alle reliquie della culla di Betlemme, conservate nella basilica di S. Maria Maggiore, lì dove nel 1875 don Francesco ebbe “il sogno” di fondare un Istituto dedito alla contemplazione del mistero eucaristico. Circa 1500 fedeli daranno inizio al grande evento con la veglia presieduta dal vescovo di Cremona, alla presenza anche del vescovo di Bergamo e da diversi vescovi provenienti da Africa e America Latina.

Domenica 14 ottobre alle 10.15 sul sagrato della basilica di S. Pietro, in Vaticano, la canonizzazione. Insieme al fondatore delle Adoratrici papa Francesco proclamerà santi anche Paolo VI, Oscar Arnulfo Romeo, Vincenzo Romano, Maria Caterina Kasper, Nazaria Ignazia di Santa Teresa del Gesù e Nunzio Sulprizio. La Messa sarà trasmessa in diretta su Cremona1 (canale 211) e sul nostro portale oltre che sui canali Facebook e YouTube della Diocesi.

Lunedì 15 ottobre, alle 10, sempre in S. Maria Maggiore, il vescovo Napolioni presiederà la Messa di ringraziamento dopo la canonizzazione.




A S. Maria Maggiore la Messa di ringraziamento dopo la canonizzazione di don Spinelli

«Portiamo ancora negli occhi e nel cuore la grande esperienza di fede condivisa ieri (domenica 14 ottobre, ndr) con tutta la Chiesa. E siamo nuovamente qui, nel luogo degli inizi, per ringraziare Dio e riprendere il nostro cammino, in compagnia di un nuovo San Francesco». Con queste parole il vescovo Antonio Napolioni ha aperto l’omelia della Messa di ringraziamento dopo la canonizzazione di don Francesco Spinelli, il fondatore delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda. Una celebrazione che ha avuto luogo nella mattinata di lunedì 15 ottobre a S. Maria Maggiore, dove il giovane Spinelli, da sacerdote novello, ebbe l’intuizione che portò alla nascita delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento.

Mons. Napolioni – affiancato dal vescovo emerito Dante Lafranconi – ha voluto esprimere pubblicamente la sua personale emozione, quale successore del vescovo Geremia Bonomelli che, alla morte di don Spinelli, affermò: “Lo dicevo io che era un santo!”. «Ora lo dice la Chiesa, e lo dobbiamo dire tutti – ha affermato mons. Napolioni -, perché ne venga segnata la nostra vita, che non può uscire indenne dall’incontro coi Santi di Dio. Con un Santo così nostro, soprattutto per le sue Figlie Adoratrici».

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La madre generale delle Suore Adoratrici di Rivolta d’Adda Isabella Vecchio

La tonalità del “grazie” dopo la Canonizzazione non poteva essere che «squisitamente eucaristica», come ha voluto sottolineare lo stesso Vescovo: «Il Mistero di Cristo celebrato, adorato e servito è davvero il tutto dell’esperienza originale di san Francesco Spinelli. Di quanto ne è scaturito fino ad oggi, e del futuro che lo Spirito ci darà».

Il vescovo di Cremona ha voluto quindi suggerire ai numerosi presenti alcune suggestioni, prendendo spunto dalla conclusione del Salmo 15: “Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”.

 

Mi indicherai il sentiero della vita Il ricordo di come, sin dagli anni di Seminario, in tanti intuirono i caratteri peculiari di questo santo è stato l’occasione per un invito a saper andare controcorrente per seguire la strada del bene. «Mentre urlano i prepotenti e i profeti di sventura – ha detto mons. Napolioni – la società ha bisogno di maestri e testimoni di luce, che siano credibili segnali indicatori per il sentiero della vita. Penso soprattutto all’urgenza educativa, che ci chiede di essere a fianco di ogni nuova vita, con una proposta integrale di crescita, che non tema di orientarsi al Sommo Bene. E di fidarsi della Sua Parola».

Gioia piena alla tua presenza Poi il richiamo alla sua personale esperienza contemplativa, con un altro forte monito: «Che lezione per noi che ci riduciamo a contare i minuti della Messa, o che proliferiamo le tante Messe come riti senza un prima e senza un dopo! La vita di san Francesco Spinelli è veramente una Messa continua, in cui l’adorazione non solo precede la missione, ma l’accompagna e sostanzia, impregnandola di amore divino, unica motivazione capace di generare i concretissimi gesti di carità che gli ultimi sempre attendono. Si realizza così un’obbedienza gioiosa, sponsale, a Cristo e al suo corpo che è la Chiesa, con tratti di matura libertà, che anche oggi rendono affascinante la vocazione delle Adoratrici».

Dolcezza senza fine alla tua destra Traendo ancora spunto dalla figura del Santo, il Vescovo ha voluto rimarcare due aspetti per il quale san Spinelli ancora può essere di esempio. «La sua casa a Rivolta era un cenacolo sacerdotale, e tanti preti lo consideravano e amavano come un papà – ha ricordato -. Oggi come allora, non c’è futuro per un ministero solitario, per l’individualismo pastorale. L’unità della Chiesa esige innanzitutto la condivisione e la corresponsabilità tra i suoi ministri. Perché si veda “come è bello che i fratelli stiano insieme” (Sal 133)».

Il secondo aspetto in riferimento alla donna, nei confronti della quale il nuovo Santo ha sempre dimostrato grande stima, ritenendola portatrice di sensibilità e idee, anche diverse dalle sue. «Ha insegnato alle sue figlie – ha detto ancora mons. Napolioni – un senso vivo e adulto di Chiesa e di famiglia, che fa tanto bene ai poveri, ai giovani, a tutti noi. Egli diceva loro: “Sono unito a voi, anzi vivo in voi”, e questo atto di fiducia nelle donne è oggi più necessario che mai. Un’altra frontiera su cui il Santo ci precede».

Ascolta l’audio dell’omelia

A caratterizzare la celebrazione, che ha chiuso ufficialmente la tre giorni di pellegrinaggio romano, la presenza di una reliquia del nuovo santo, portata in processione e che ha ricevuto la venerazione dei tanti fedeli presenti.

A tutti loro, insieme ai vescovi presenti, è andato il ringraziamento della superiora generale, madre Isabella Vecchio, che ha rivolto alcune parole finali, anche a nome del Consiglio dell’Istituto di Rivolta d’Adda. Non è mancato un pensiero per le religiose anziane e ammalate che hanno seguito il grande evento romano in comunione spirituale.

Prima di lasciare la basilica tutti i pellegrini hanno sostato in preghiera davanti a quelle che la tradizione vuole siano le reliquie della culla di Betlemme, consci che san Francesco Spinelli oggi non sia più solo delle Adoratrici, di Rivolta d’Adda e della Diocesi di Cremona, ma dell’intera Chiesa.




Don Francesco Spinelli è santo

Sono le 10.37 di domenica 14 ottobre 2018 quando la Chiesa può contare sette nuovi santi: tra loro il sacerdote don Francesco Spinelli, fondatore dell’Istituto delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda. L’annuncio ufficiale nelle parole di Papa Francesco, durante la solenne Messa di canonizzazione da lui presieduta sul sagrato della basilica di S. Pietro in Vaticano:

A onore della Santissima Trinità, per l’esaltazione della fede cattolica e l’incremento della vita cristiana, con l’autorità del nostro Signore Gesù Cristo, dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, dopo aver lungamente riflettuto, invocato più volte l’aiuto divino e ascoltato il parere di molti Nostri Fratelli nell’Episcopato, dichiariamo e definiamo santi i beati Paolo VI, Oscar Arnulfo Romeo Galdamez, Francesco Spinelli, Vincenzo Romano, Maria Caterina Kasper, Nazaria Ignazia di Santa Teresa del Gesù e Nunzio Sulprizio e li iscriviamo nell’Albo dei Santi, stabilendo che in tutta la Chiesa essi siano devotamente onorati tra i Santi. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Una solenne formula pronunciata in latino, salutata dal canto “Iubilate Deo”, un forte applauso e tanta commozione.

La celebrazione era iniziata poco prima con il card. Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi che, dopo il canto “Veni, creator Spiritus”, aveva domandato la canonizzazione di questi sette Servi di Dio. Accanto a lui i sette postulatori e tra questi l’Adoratrice suor Concetta Dipietro.

 

L’omelia di Papa Francesco

Dopo questa prima intensa fase, la Messa è proseguita – dopo che il Pontefice ha autorizzato la redazione della lettera apostolica circa la canonizzazione avvenuta – con la liturgia della Parola e l’omelia di Francesco che ha anzitutto ricordato che «la Parola di Dio non è solo un insieme di verità o un edificante racconto spirituale, no, è Parola viva, che tocca la vita, che la trasforma. Lì Gesù in persona, Lui che è la Parola vivente di Dio, parla ai nostri cuori.

Gli ulteriori stimoli alla sua riflessione sono arrivati dal brano evangelico (cfr Mc 10,17) che invita all’incontro personale con il Signore con una nuova prospettiva: non quella dei precetti osservati, ma del dono di sé. «Anche a te – ha affermato il Pontefice – Gesù dice: “vieni, seguimi!”. Vieni: non stare fermo, perché non basta non fare nulla di male per essere di Gesù. Seguimi: non andare dietro a Gesù solo quando ti va, ma cercalo ogni giorno; non accontentarti di osservare dei precetti, di fare un po’ di elemosina e dire qualche preghiera: trova in Lui il Dio che ti ama sempre, il senso della tua vita, la forza di donarti».

Poi la questione della povertà e della ricchezza: «Gesù ti chiede – ha proseguito Francesco – di lasciare quello che appesantisce il cuore, di svuotarti di beni per fare posto a Lui, unico bene. Non si può seguire veramente Gesù quando si è zavorrati dalle cose. Perché, se il cuore è affollato di beni, non ci sarà spazio per il Signore, che diventerà una cosa tra le altre. Per questo la ricchezza è pericolosa e – dice Gesù – rende difficile persino salvarsi».

E ha proseguito: «Gesù è radicale. Egli dà tutto e chiede tutto: dà un amore totale e chiede un cuore indiviso. Anche oggi si dà a noi come Pane vivo; possiamo dargli in cambio le briciole? A Lui, fattosi nostro servo fino ad andare in croce per noi, non possiamo rispondere solo con l’osservanza di qualche precetto. A Lui, che ci offre la vita eterna, non possiamo dare qualche ritaglio di tempo. Gesù non si accontenta di una “percentuale di amore”: non possiamo amarlo al venti, al cinquanta o al sessanta per cento. O tutto o niente».

Un concetto ulteriormente spiegato con l’immagine della calamita:

«Cari fratelli e sorelle, il nostro cuore è come una calamita: si lascia attirare dall’amore, ma può attaccarsi da una parte sola e deve scegliere: o amerà Dio o amerà la ricchezza del mondo (cfr Mt 6,24); o vivrà per amare o vivrà per sé (cfr Mc 8,35). Chiediamoci da che parte stiamo».

E ha aggiunto:

«Gesù interroga ciascuno di noi e tutti noi come Chiesa in cammino: siamo una Chiesa che soltanto predica buoni precetti o una Chiesa-sposa, che per il suo Signore si lancia nell’amore? Lo seguiamo davvero o ritorniamo sui passi del mondo, come quel tale? Insomma, ci basta Gesù o cerchiamo tante sicurezze del mondo? Chiediamo la grazia di saper lasciare per amore del Signore: lasciare le ricchezze, le nostalgie di ruoli e poteri, le strutture non più adeguate all’annuncio del Vangelo, i pesi che frenano la missione, i lacci che ci legano al mondo. Senza un salto in avanti nell’amore la nostra vita e la nostra Chiesa si ammalano di “autocompiacimento egocentrico” (Esort. ap. Evangelii gaudium, 95): si cerca la gioia in qualche piacere passeggero, ci si rinchiude nel chiacchiericcio sterile, ci si adagia nella monotonia di una vita cristiana senza slancio, dove un po’ di narcisismo copre la tristezza di rimanere incompiuti».

Poi il riferimento ai setti nuovi santi:

«Gesù oggi ci invita a ritornare alle sorgenti della gioia, che sono l’incontro con Lui, la scelta coraggiosa di rischiare per seguirlo, il gusto di lasciare qualcosa per abbracciare la sua via. I santi hanno percorso questo cammino».

Un primo richiamo è stato per Paolo VI che «anche nella fatica e in mezzo alle incomprensioni, ha testimoniato in modo appassionato la bellezza e la gioia di seguire Gesù totalmente». «Oggi ci esorta ancora, insieme al Concilio di cui è stato il sapiente timoniere, a vivere la nostra comune vocazione: la vocazione universale alla santità. Non alle mezze misure, ma alla santità». Poi il richiamo al martirio del vescovo Romero (il Papa indossava sotto i paramenti il cingolo con tracce di sangue del beato Oscar Romero) e alla testimonianza degli altri cinque nuovi santi, a cominciare da Francesco Spinelli e con alcune parole a braccio tutte per il giovane Nunzio Sulprizio.

«Tutti questi santi – ha concluso Papa Francesco –, in diversi contesti, hanno tradotto con la vita la Parola di oggi, senza tiepidezza, senza calcoli, con l’ardore di rischiare e di lasciare. Fratelli e sorelle, il Signore ci aiuti a imitare i loro esempi».

È seguita la liturgia eucaristia, presieduta dai numerosissimi concelebranti. Tra loro in particolare i vescovi Antonio Napolioni e Dante Lafranconi, insieme a diversi sacerdoti diocesani che hanno voluto essere vicine alle Suore Adoratrici in questo storico giorno.

Il testo integrale dell’omelia di Papa Francesco

 

Pellegrini e autorità in Piazza S. Pietro

Un posto privilegiato, ai piedi del sagrato, non lontano dai concelebranti, l’hanno avuto alcuni dei “prediletti” di san Sapinelli, alcuni degli ospiti della casa famiglia di Rivolta d’Adda. Tutti con indosso il foulard giallo che ha colorato la piazza, segno distintivo del gruppo legato alle Adoratrici, presenti numerosissime da ogni parte del mondo con la generale, madre Isabella Vecchio.

Proprio una suora Adoratrice, inoltre, ha letto una delle intenzioni della preghiera universale, quella in lingua francese e dedicata ai giovani in discernimento vocazionale.

In piazza anche i due miracolati da don Spinelli. Giunta dall’Angola la famiglia del piccolo Francesco, che nel 2007, neonato, fu guarito miracolosamente dalla preghiera al beato Spinelli che – improvvisamente – fece sì che emergesse una grossa vena sul suo braccino, così da poter trasfondere il sangue che lo salvò dalla morte certa (Leggi tutto). E non mancava neppure, con la sua famiglia) Agostina Figaroli di Costa Volpino (BG): oggi 75 anni, nel 1948 fu guarita miracolosamente per intercessione di padre Spinelli: quel miracolo portò alla beatificazione di don Spinelli nel 1992.

Presenti le delegazioni ufficiali di 12 Paesi: Italia, con il presidente Sergio Matterella; Spagna, con la regina Sofia; Cile, con il presidente Sebastián Piñera Echenique; El Salvador, con il presidente Salvador Sánchez Cerén; Panama, con il presidente Juan Carlos Varela Rodríguez; Honduras, con la vicepresidente Olga Alvarado; Taiwan, con il vicepresidente Chen Chien-jen; Uganda, con il vicepresidente Edward Kiwanuka; Camerun, con il primo ministro Philippe Mbarga Mboa; Francia, con il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian; Malta, con il ministro degli Esteri, Carmelo Abela, e Principato di Monaco, con il ministro dell’Interno, Patrice Cellario. Presenti anche il direttore generale della Fao, J José Graziano Da Silva.

Hanno concelebrano con il Santo Padre, tra gli altri, mons. Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, monas. José luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvadore e il card. Gregorio Rosa Chavez, vescovo ausiliare di San Salvador; mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, mons. Dante Lafranconi, vescovo emerito di Cremona, il card. Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, il card. Carlos Osoro Sierra, arcivescovo di Madrid, mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara, e mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto. Tra i numerosissimi concelebranti anche i 267 padri sinodali.

Prima dell’inizio della Messa, mentre i pellegrini di ogni parte del mondo accedevano in piazza S. Pietro, è stato eseguito “Pane spezzato”, l’inno di san Francesco Spinelli composto proprio per l’occasione dal maestro mons. Marco Frisina. L‘inno è cantato dal grande coro che ha animato la celebrazione papale, composto anche dal coro della Diocesi di Cosenza (dove le Adoratrici sono presenti da alcuni anni. Per saperne di più

Da segnalare la presenza in piazza anche di un gruppo cremonese legato alla figura di Óscar Romero, con la presenza dell’assistente delle Acli cremonesi don Antonio Agnelli, profondo conoscitore del vescovo di San Salvador.

 

 

 

Il libretto della Messa di canonizzazione

 

Le reliquie dei sette santi:

Le reliquie che saranno presentate:

  • Paolo VI: maglietta dell’attentato di Manila, con le macchie di sangue della ferita
  • Óscar Arnulfo Romero y Galdámez: parte di un osso
  • Francesco Spinelli: ossa di un piedi
  • Vincenzo Romano: vertebra
  • Nunzio Sulprizio: frammento d’osso del dito della mano
  • Maria Caterina Kasper: ossa della spina dorsale
  • Nazaria Ignazia March Mesa: ciocca di capelli

La tomba di Paolo VI rimarrà nello stesso posto, per dare compimento al suo testamento: “La tomba: amerei che fosse nella vera terra, con umile segno, che indichi il luogo e inviti a cristiana pietà. Niente monumento per me”.

 

Altri eventi della tre giorni romana:

Nella mattinata di lunedì 15 ottobre nella basilica di S. Maria Maggiore il vescovo Napolioni presiederà la Messa di ringraziamento dopo la canonizzazione di don Francesco Spinelli.




Presentato al teatro Filo il film dedicato a Francesco Spinelli

Si è svolta in un cinema Filo gremito la serata di presentazione del docufilm “Un silenzio che parla”, la pellicola che racconta la vita e il carisma del beato Francesco Spinelli attraverso l’opera delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda, l’istituto Religioso da lui fondato. L’evento, organizzato dallo stesso Istituto e dall’Ufficio Comunicazioni della diocesi di Cremona, con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Cremona, è uno degli appuntamenti proposti alla diocesi in vista della canonizzazione del 14 ottobre.

Protagoniste della pellicola con le testimonianze delle opere che l’Istituto fondato da padre Francesco svolge sul territorio a servizio di persone fragili ed emarginate, le Suore Adoratrici sono state anche ospiti d’onore della serata della prima proiezione assoluta. Sono state infatti suor Paola Rizzi e suor Luisa Ciceri ad introdurre la visione del film sottolineando alcune significative chiavi di lettura: le parole del beato Spinelli, i luoghi della sua vita e delle sue opere, gli incontri con le persone e la profonda spiritualità del futuro santo che ha messo al centro di tutta l’opera l’adorazione eucaristica.

Ascolta l’audio della presentazione

Dopo la visione del film che, attraverso lo sguardo e la tecnica narrativa della regista, conduce al cuore dell’intuizione di padre Spinelli raccontando la quotidianità nelle strutture dove oggi operano le sue Suore – Casa Famiglia Spinelli di Rivolta d’Adda, la comunità di recupero di Marzalengo per donne con un passato di dipendenze, la realtà educativa presso la città dei ragazzi a Modena, Casa Santa Maria dove si accolgono le suore anziane e la casa di spiritualità di Lenno – sono stati la Madre Generale Isabella Vecchio e il Vescovo Antonio Napolioni a salutare il pubblico suggerendo ulteriori spunti per una riflessione che accompagni la Chiesa cremonese verso il grande evento ecclesiale della canonizzazione del Beato Spinelli, domenica 14 ottobre in piazza San Pietro.

Ascolta l’audio degli interventi di Madre Isabella Vecchio e Mons. Antonio Napolioni

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