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22/02/2024 – Quaresimali di Soresina/1




17/03/2024 – Esercizi spirituali di Quaresima Zona 2 (Soresina)




La Parrocchia di Trigolo in festa per la restituzione della una pala d’altare di san Luigi Gonzaga rubata nel 1995

 

“San Luigi Gonzaga in preghiera davanti alla Beata Vergine Maria”: questa la pala d’altare seicentesca restituita alla comunità di Trigolo nel pomeriggio di venerdì 21 giugno, proprio in occasione della memoria liturgia di san Luigi Gonzaga.

Una data significativa dunque per un ritorno atteso da trent’anni, per placare, almeno in parte, il dolore e l’umiliazione, per la chiesa spogliata, non solo della pala, ma di tutti i suoi beni culturali ad opera di ignoti in quel lontano 20 ottobre 1995. Il grande dipinto, recuperato dai Carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Torino, fu sottratto nella notte, insieme ad altre opere e arredi liturgici, durante un furto accuratamente pianificato da abili ladri che, per agire indisturbati e assicurarsi la fuga, avevano inibito la linea telefonica della canonica tagliandone i cavi e impedendo così al parroco di lanciare l’allarme.

La riconsegna della pala è avvenuta al termine della celebrazione presieduta dal parroco don Marino Dalè, affiancato dal collaboratore don Silvio Aboletti e dal diacono permanente Raffaele Ferri. Presenti anche don Giuseppe Ferri, parroco all’epoca del furto, e don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i Beni culturali. Per l’Arma presenti il comandante del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Torino Ferdinando Angeletti, alcuni rappresentanti dell’Arma territoriale e la sindaca Mariella Marcarini.

Ad accogliere il ritorno della pala “San Luigi Gonzaga in preghiera davanti alla Beata Vergine Maria” i parrocchiani e i bambini del Grest che hanno accolto l’Arma con tante bandierine tricolore realizzate proprio come attività del Grest.

Il parroco, dopo i saluti, ha espresso la propria gioia e quella di tutta la comunità per il ritrovamento e la riconsegna dell’opera. Quindi ha ricordato la vita di san Luigi Gonzaga e la sua consacrazione alla Vergine Maria, proponendo alcune riflessioni sulla condizione giovanile e la sua spiritualità. Don Marino Dalé ha quindi sottolineato l’impegno, l’attenzione e la solerzia dell’Arma nel ritrovamento della pala, ma ha anche auspicato che le indagini proseguano e che anche le opere minori trafugate possano essere restituite alla comunità trigolese.

Il comandante Angeletti, dopo aver ricordato come avvenne il furto, ha spiegato le circostanze del ritrovamento e le indagini che ne hanno permesso la restituzione. Ai presenti ha detto: «Oggi possiamo restituire alla parrocchia e alla comunità l’opera di san Luigi. Non è importante il valore venale dell’opera. È importante il valore culturale, ma soprattutto il valore della riunione dell’opera alla sua comunità».

Quindi don Gianluca Gagliardi, anche a nome del vescovo, ha ringraziato l’Arma per aver restituito alla parrocchia di Trigolo un’opera preziosa per la comunità, per il suo valore artistico, spirituale e simbolico. Nell’apprezzare il «bel momento comunitario», ha anche rivolto un plauso all’Arma che, unica tra le istituzioni militari, ha istituito un nucleo ad hoc per la tutela dei beni culturali, un anno prima che l’UNESCO invitasse gli Stati a dotarsi di una struttura di questo tipo.

Infine don Giuseppe Ferri, parroco di Trigolo all’epoca del furto, ha rievocato l’umiliazione e la tristezza provati trovando una chiesa sfasciata dopo il sacrilego scempio. E ha aggiunto: «La chiesa spoglia è stata, nel tempo, arricchita da altri dipinti, da opere e oggetti d’arte, ma il recupero della pala di san Luigi Gonzaga è una soddisfazione che fa anche sperare nella protezione del Santo per tutta la comunità».

 

I DETTAGLI DEL RITROVAMENTO

Le indagini del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vercelli, sono scaturite dall’individuazione, da parte dei militari del Comando TPC, di un’opera che era stata posta all’incanto presso una casa d’aste piemontese, le cui fattezze erano molto simili al dipinto sottratto nella parrocchiale di Trigolo. La comparazione dell’immagine dell’opera con quella contenuta nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più completa banca dati di opere d’arte rubate esistente al mondo, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha consentito di scoprire che l’opera in vendita era proprio la stessa che era stata sottratta quasi trent’anni prima dalla chiesa di San Benedetto a Trigolo.

Ulteriori conferme sono poi giunte dal riscontro con i documenti presenti negli archivi fotografici della Diocesi di Cremona che l’Ufficio Beni culturali della Curia ha potuto fornire, anche grazie alla dovizia del parroco all’epoca del trafugamento, che diligentemente custodiva documenti e foto dei beni conservati in chiesa.

La cerimonia di restituzione ha testimoniato ancora una volta l’importanza che riveste l’opera di sensibilizzazione che le articolazioni del Comando Carabinieri TPC compiono quotidianamente con i responsabili degli Uffici diocesani per i Beni culturali della Diocesi, anche attraverso la divulgazione ai parroci della pubblicazione Linee Guida per la Tutela dei Beni Culturali Ecclesiastici, realizzata dal Comando nel 2014 unitamente alla Conferenza Episcopale Italiana: un documento che, oltre a contenere consigli pratici per la difesa dei beni chiesastici da eventi predatori, diffonde e valorizza le iniziative di catalogazione e censimento dei beni delle Diocesi che, con grande impegno, conducono in ordine al proprio patrimonio culturale.




“Conversazioni in musica”, dal 17 giugno a Soresina su iniziativa del Gruppo culturale San Siro

Il Gruppo culturale San Siro della parrocchia di Soresina, con il patrocinio del Comune e la collaborazione della Pro Loco, propone, come da tradizione ormai consolidata, i “Lunedì d’estate”, appuntamenti estivi che coniugano cultura, musica e arte. Il tema di quest’anno, “Conversazioni in musica”, è eloquente del tema scelto: la musica al centro di tre appuntamenti tra racconti e “dimostrazioni” sul campo.

Si parte lunedì 17 giugno con “Syntagma Musicum Consort” per un viaggio musicale nel Medioevo tra luoghi e occasioni. “Syntagma Musicum Consort” è un ensemble di musica antica, nato a Cremona nel 2015, formato da musicisti dediti allo studio e all’esecuzione del repertorio medievale e rinascimentale eseguito con ricostruzioni di strumenti d’epoca. L’ensemble si esibirà a partire dalle 20.45 nella Sala Robbiani (via A. Robbiani 4) con abiti e strumenti d’epoca. Seguiranno altri due lunedì.

Lunedì 24 giugno “Un tempo la musica meccanica” con Ernesto Marchetti, direttore e divulgatore del Museo strumenti musicali meccanici Amarcord di Torricella del Pizzo. Il museo traslocherà virtualmente per una sera a Soresina per presentare un movimento culturale che, per oltre cinquecento anni, ha attraversato tutte le fasce sociali e culturali, dove è possibile visitare ciò che testimonia una cultura e una civiltà, purtroppo dimenticata. La serata si svolgerà presso l’Arena Sirino di via don Bosco 7 (in caso di maltempo all’interno della chiesa del Buon Pastore).

Lunedì 1° luglio “Le campane di San Siro … a corda come una volta”. Maurizio Bertazzolo, studioso di arte campanaria, presenterà il concerto campanario della torre annessa alla chiesa prepositurale di San Siro. Un concerto di 12 campane con una storia secolare tutta da scoprire. La serata si svolgerà direttamente ai piedi della torre, in piazzetta della Canonica (in caso di maltempo nella chiesa di San Siro), a partire dalle 20.45.




Sagra di Ariadello, il Vescovo: «Non c’è nessuno che non può ricevere il perdono e non essere ammesso alla festa»

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Si è svolta al meglio la sagra di Ariadello riservando agli organizzatori, tutti volontari, la ricompensa più attesa: la soddisfazione dei tanti partecipanti alle varie iniziative, religiose e di aggregazione, che per tradizione di svolgono la seconda domenica di maggio e nei giorni immediatamente precedenti e successivi.

Addobbato con i colori della Madonna, il bianco e l’azzurro, il santuario ha accolto migliaia di visitatori, alcuni giunti a piedi, in pellegrinaggio, fino alla chiesetta campestre. Anche tutte le celebrazioni – le Messe e l’Ora mariana – sono state molto partecipate. La chiesa, sempre aperta anche in notturna per tutta la durata della festa, non è mai stata sguarnita. Tutti i visitatori hanno fatto tappa per un saluto alla Madonna del Portico in segno di devozione alla Madre per eccellenza, la Madonna del miracolo e delle intercessioni rappresentate dagli ex voto esposti sulla controfacciata del santuario. In tanti si sono mossi a piedi, come in pellegrinaggio verso il Santuario, come una storia che ritorna: Ariadello, infatti, è capacità di ripetersi, di anno in anno, sempre con rinnovato entusiasmo di fede e partecipazione.

Domenica 12 maggio, giornata che da sempre unisce strettamente sacro e profano, religione e folklore, il santuario è stato affollato da famiglie, bambini, ragazzi, anziani che hanno partecipato alle Messe e all’Ora mariana, giocato nel parco adiacente il Santuario, passeggiato tra i banchi di dolciumi, fatto su e giù dalle giostre, raggiunto il punto ristoro allestito dai volontari.

Lunedì 13 maggio, ultimo giorno di festa, è intervenuto il vescovo Antonio Napolioni che ha presieduto la Messa delle 18, animata dal Coro Psallentes. 

Nell’omelia il Vescovo ha sottolineato il bisogno di speranza, di fronte all’immagine della festa che sta per fallire presa a prestito dal brano evangelico, metafora anche della società di oggi, che ha tutto eppure non ha speranza e si dà alla morte. Non è mancata una riflessione su Maria, madre della speranza perché madre di Gesù: lei che indica Gesù, unica fonte di vera speranza, venuto al mondo conoscendo la natura umana e che ha scelto una sconfitta per ridare speranza a tutti gli sconfitti: Lui, che non aveva peccato, ha preso su di sé il peccato del mondo perché il peccatore non pensasse di non poter ricevere il perdono, di non essere ammesso alla festa. La gioia di credere in Lui – ha sottolineato il Vescovo – deve prevalere sulle difficoltà e diventare contagiosa, così da essere pellegrini di speranza, ha detto richiamando lo slogan del Giubileo 2025.

 

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Al termine monsignor Napolioni ha impartito una speciale benedizione ai bambini sul sagrato della chiesa e incontrato i ragazzi che riceveranno per la prima volta il sacramento della Cresima e della Comunione.

Il Vescovo si è poi fermato per un momento conviviale. Una chiusura in bellezza che ha premiato tutti i volontari coinvolta per la perfetta riuscita della sagra.

 

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Il Santuario di Ariadello si tinge di festa per la sagra e il 13 maggio Messa con il vescovo Napolioni

La tradizione si ripete, ma non stanca … anzi! I soresinesi, infatti, si apprestano a “traslocare” ad Ariadello per l’amata sagra della Beata Vergine, manifestazione che prende il nome proprio dal Santuario di Ariadello che le è stato dedicato. Il perché di tanta fortuna per la sagra fuori paese si spiega solo con l’affezione a una tradizione che si è sviluppata nel tempo e nasce dalla devozione di una ricca e nobile famiglia che costruì l’imponente santuario a ricordo di un miracolo avvenuto in quel luogo campestre nel lontano XVII secolo.

Nei tre giorni di festa, religione e folklore si mescolano, gli aromi dell’incenso e delle candele si confondono con quelli delle griglie e dei cestini da pic-nic delle famiglie che, con ampi plaid a quadrettoni, mangiano sui prati attigui al santuario. La storia tramandata oralmente e poi trascritta, per raccontare le antiche tradizioni, vuole che la Madonna sia apparsa a una giovinetta di nobile famiglia in visita alla Madonna del Portico, in località Ariadello. La giovinetta, sordomuta dalla nascita, indicando la Madonna, parlò a sua madre e le disse: “Vedi, mamma, la Madonna di Ariadello”. Dal giorno del miracolo, tra lotte con il clero che combatteva forme di superstizione e continue espressioni di fede da parte dei soresinesi, generose offerte si assommarono nelle casse del progetto per la costruzione del santuario e, finalmente, il 30 maggio 1666, la chiesa fu benedetta da don Orazio Molossi, allora parroco di Soresina. Non molto è cambiato da quella lontana data: la devozione per la Madonna, la voglia di ritrovarsi nel santuario per una visita e un ricordo, forse anche per un “miracolo”, e poi il gioco e lo stare uniti insieme all’aria aperta e alle stelle restano i motivi che portano i soresinesi ad Ariadello.

Da un lato la partecipazione, dall’altro l’organizzazione (affidata alla Parrocchia attraverso i volontari di San Siro, i ragazzi dell’oratorio e tanti volontari estemporanei che prestano la loro opera nei giorni clou della sagra) per garantire l’apertura del Santuario, le celebrazioni e offrire anche un punto “ristoro” ben attrezzato.

Per i giorni di sagra non mancheranno attrazioni per bambini, giostre, autoscontri e angoli della fortuna, oltre a bancarelle tipiche per una fiera, dolciumi, fette di cocco, bibite ghiacciate, gadget, occhiali da sole, morbidi peluche e palloni pronti per essere acquistati per passare un pomeriggio giocando.

Il giorno della Madonna (domenica 12 maggio) si celebreranno al santuario quattro Messe: alle ore 7, alle 9, 11 e alle 17; e alle ore 16 l’ora mariana.

Lunedì 13 maggio, invece, sarà presente il vescovo Antonio Napolioni per la celebrazione della Messa solenne delle 18, cui seguirà, alle 19, l’affidamento alla Vergine Maria e la benedizione dei bambini da zero a 6 anni; alle 19.15 il Vescovo incontrerà i bambini dei sacramenti dell’iniziazione cristiana.

Il Santuario di Ariadello è già protagonista del mese mariano a partire dal 6 maggio con la recita del Rosario tutte le sere alle 20.45 per invocare la pace nel mondo; il 10 maggio alle 17 Messa in suffragio dei defunti dell’Azione Cattolica; l’11 maggio adorazione eucaristica dopo il Rosario; martedì 14 maggio Messa per i benefattori del Santuario.

Infine, lunedì 27 maggio pellegrinaggio notturno ad Ariadello con partenza alle 20.15 dalla chiesa di San Siro: alle 21.15, Messa e affidamento della comunità alla Vergine Maria.

In occasione della sagra di Ariadello, sarà promossa l’iniziativa “La luce di Maria”. Nei giorni della festa della Beata Vergine di Ariadello, presso il Santuario, sarà possibile acquistare un cero da accendere nella notte tra il 12 e il 13 maggio sulla propria finestra di casa, per unire la propria casa alla casa di Maria e invocare la sua protezione su ciascuna famiglia e su tutta la comunità soresinese.

 

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Don Marco Pozza ha chiuso il ciclo di Quaresimali della parrocchia di Soresina

Tutto esaurito per l’ultimo appuntamento dei Quaresimali proposti dalla parrocchia di Soresina. A riempiere il Salone Parrocchiale Mons. Natale Mosconi è stato don Marco Pozza (Cappellano del carcere di Padova, commentatore del Vangelo festivo per Rai 1 e autore di numerose pubblicazioni) tornato ospite a Soresina proprio per gli appuntamenti in preparazione alla Pasqua.

“La pace nasce da un cuore nuovo… strategie di cambiamento da dietro le sbarre”: questo il tema affrontato da don Pozza con slancio e coinvolgimento. Testi biblici, esortazioni di Papa Francesco, riflessioni di don Primo Mazzolari, poesie di Alda Merini, pagine de I Promessi Sposi e storie vere vissute nel carcere di Padova o in seno alla propria famiglia d’origine: tutti esempi per sottolineare che il motore di tutto è sempre il cuore e che anche un cuore “nero” o “spento” può tornare ad amare e ripartire. Il male, come ha più volte sottolineato don Pozza, è affascinante ed è facile lasciarsi attrarre da questo fascino ed essere trascinati in un baratro che allontana da Dio e dal fare del bene. Ma ha anche aggiunto che «la vera tragedia del peccato è, dopo aver fatto il male, impedire a Dio di aiutarci a fare del bene». Ecco perché è importante vedere oltre il male e fare in modo di risvegliare anche il cuore più duro. E di questo percorso di recupero ha portato alcuni esempi incontrati in carcere e ha anche invitato a vivere gli appuntamenti della Settimana Santa pensando al sacrificio di Cristo che ha preferito la croce per pulire dal peccato e dal male il cuore degli uomini piuttosto di scegliere il male.

 

 

 

Ai Quaresimali di Soresina sotto la lente la figura dell’imperatore Carlo I d’Austria, uomo di pace in tempo di guerra




“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, a Soresina il ritiro zonale di Quaresima

La chiesa del Buon Pastore dell’Oratorio Sirino di Soresina ha ospitato domenica 17 marzo il ritiro spirituale di Quaresima della Zona pastorale 2. Promosso dall’Azione Cattolica, il ritiro è stato guidato dal vescovo Antonio Napolioni che ha proposto una meditazione ispirata al salmo 22 “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.

Dopo aver invitato i presenti a leggere a cori alternati il salmo, il Vescovo ha ricordato i motivi per cui il salmo 22 è considerato una delle preghiere più intense di tutto il Salterio, in cui profonda fiducia in Dio e totale abbandono a lui si alternano all’angoscia e alla sofferenza dell’orante.

Nel periodo antecedente la Settimana Santa, il salmo è stato lo spunto per riflettere sulla passione di Gesù e la sua glorificazione, ma anche la sua umiltà e compassione. E proprio questi due concetti sono stati “offerti” dal Vescovo ai presenti alla fine della meditazione quale spunto per una riflessione personale: Dio servo manifesta che l’umiltà è alla base della gloria e dell’amore ed è sempre gratuita e creatrice; la Passione avviene per compassione degli uomini e genera compassione perché la Passione di Cristo rende l’uomo capace di compassione verso il prossimo.

La meditazione è stata il fulcro del ritiro a cui sono seguiti un momento di silenzio per la riflessione individuale e le preghiere spontanee. La preghiera finale è stata comunitaria attraverso il Padre Nostro. La celebrazione è stata animata dai cantori soresinesi. Il Vescovo ha sciolto l’assemblea con la benedizione e l’augurio di passare una buona settimana Santa.




Ai Quaresimali di Soresina sotto la lente la figura dell’imperatore Carlo I d’Austria, uomo di pace in tempo di guerra

Si è svolto giovedì 14 marzo il quarto Quaresimale proposto dalla Parrocchia di Soresina. È intervenuto il giornalista cremonese Mauro Faverzani con un tema, se non inedito, poco conosciuto: “L’imperatore Carlo I d’Austria uomo di pace in tempo di guerra”. L’imperatore fautore di pace, che si oppose al primo conflitto mondiale e che, di fronte all’impossibilità di evitarlo, cercò di limitare le catastrofi, le stragi e l’uso di armi eccessivamente distruttive, è stato raccontato da Faverzani, co-autore del libro “Carlo I, un imperatore per l’Europa”.

Faverzani ha inquadrato l’uomo, il marito, il padre, il sodato, l’imperatore, il cristiano, il beato evidenziando il suo atteggiamento costante e coerente, al limite dell’insistente nel perseguire la pace. Carlo I fu un uomo che cercò sempre la pace, in famiglia e al potere, ma che non si sottrasse agli obblighi imperiali e che combatté una guerra decisa da altri. Amò però profondamente la pace, perché sapeva cos’era la guerra, per formazione e come soldato sul campo.

Di Carlo I d’Austria e di Ungheria si è sempre saputo e parlato poco: rare sono le sue autobiografie ufficiali e solo in lingua tedesca. La sua figura è stata approfondita solo dopo la sua beatificazione per quella sua ostinata ricerca e difesa della pace.

Faverzani ha offerto ai presenti una ricostruzione storica puntuale, ricca di approfondimenti sulla situazione politica e bellica dell’epoca, ma soprattutto ha fatto emergere il lato umano e cristiano di un imperatore, affiancato dall’inseparabile consorte Zita, che è stato prima di tutto servitore della famiglia, della vita e della pace. Valori che ha trasmesso agli otto figli (per l’ultima figlia, nata dopo la sua morte, è stato un esempio postumo) e che ha testimoniato senza vergogna a corte, al fronte, in esilio.

 

 

Il prossimo e ultimo appuntamento dei Quaresimali sarà giovedì 21 marzo. Interverrà don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, commentatore del Vangelo festivo per Rai1 e autore di numerose pubblicazioni. Il suo intervento sarà una testimonianza derivante dal suo ruolo di cappellano. L’incontro è intitolato “La pace nasce da un cuore nuovo… strategie di cambiamento da dietro le sbarre” e si svolgerà presso il salone parrocchiale Mons. Natale Mosconi a partire dalle ore 20.45.

Inoltre, la Parrocchia di Soresina ospiterà, domenica 17 marzo, il ritiro spirituale zonale con la lectio divina proposta dal vescovo Antonio Napolioni presso la Chiesa del Buon Pastore dell’Oratorio Sirino a partire dalle 20.30.

 

 

Quaresimali di Soresina, sotto la lente il messaggio di pace di don Mazzolari e don Milani




Quaresimali di Soresina, sotto la lente il messaggio di pace di don Mazzolari e don Milani

Per il terzo appuntamento dei Quaresimali, giovedì 7 marzo, la Parrocchia di Soresina ha chiesto l’intervento del prof. Matteo Truffelli per una relazione sulla scomoda profezia di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani sul tema della pace da perseguire con ostinazione.

Presidente della Fondazione don Primo Mazzolari di Bozzolo, docente di Storia del pensiero politico all’Università di Parma e già presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, Truffelli, dopo un’introduzione del parroco don Angelo Piccinelli, ha ampiamente documentato la storia di Mazzolari, il suo percorso e il suo cambiamento, fino al radicale “no” alla guerra, sotto qualunque forma, raffrontando il suo pensiero a quello di don Milani. Ne è uscito un quadro di pace, anzi di “profeti della pace”: in tempi di guerre drammatiche, hanno maturato pensieri di pace e invitato a non scegliere la guerra come soluzione. Un invito rivolto ai singoli, alla collettività e alla politica che comportò non pochi “problemi” ai due sacerdoti. Due preti il cui pensiero è sempre più attuale.

Numerosi i passaggi degli scritti lasciati come eredità da Mazzolari e Milani proposti dal professor Truffelli, oltre al ricordo di vicende che hanno segnato il percorso di fede dei sacerdoti e alla visita di Papa Francesco, il 20 giugno 2017, sulle tombe dei due sacerdoti: un recupero della loro memoria e del loro pensiero di pace, così necessario in questi tempi di guerre in cui i deboli diventano più deboli e gli innocenti pagano il prezzo di guerre promosse sulla scia di nostalgici imperialismi, integralismi e manie di potere.

Truffelli ha lasciato ai presenti alcuni spunti di riflessione ispirati soprattutto agli scritti di Mazzolari: la pace è una questione urgente, serve ora (Adesso o mai più come sosteneva Mazzolari) ed è un cammino di conversione personale che può essere condiviso e, diventando collettivo, può condizionare la politica, perché c’è bisogno di una politica diversa, capace di più creatività attraverso una riscoperta del senso evangelico della politica (pensiero che accomunava Mazzolari e Milani).

Alla fine della sua relazione, il professor Truffelli si è reso disponibile per un dibattito informale con la platea.

 

Il prossimo appuntamento sarà giovedì 14 marzo sul tema “L’imperatore Carlo I d’Austria uomo di pace in tempo di guerra”, che si oppose all’inutile strage del primo conflitto mondiale. Relatore sarà il giornalista Mauro Faverzani, co-autore del libro “Carlo I, un imperatore per l’Europa”. L’incontro sarà alle 20.45 nella Sala del Podestà (via Matteotti 4).

Inoltre, la Parrocchia di Soresina ospiterà, domenica 17 marzo, il ritiro spirituale zonale con la lectio divina proposta dal vescovo Antonio Napolioni. La Lectio si terrà presso la Chiesa del Buon Pastore dell’Oratorio Sirino a partire dalle 20.30.

 

Dal pellegrinaggio di Paolo VI in Terra Santa all’oggi, la relazione del giornalista Gianpiero Goffi ai Quaresimali di Soresina