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Sicurezza, acqua e condivisione della Summerlife di Crotta e Grumello

Anche l’Unità Pastorale di Grumello e Crotta d’Adda, in collaborazione con i rispettivi Comuni, si  è attrezzata durante il periodo di lockdown per organizzare un’estate all’insegna del divertimento e della collaborazione aderendo al progetto “Summerlife”.

Dal 29 giugno al 17 luglio, presso Cascina Castello e il campo sportivo a Grumello e presso l’oratorio, la polisportiva e il parco del Principio a Crotta d’Adda, dal lunedì al venerdì  (8.30-12 e 14-17), si svolgeranno attività ludico-ricreative destinate a bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni d’età.

All’insegna dell’unità pastorale anche l’intensa formazione che i giovani volontari hanno ricevuto e che ha previsto incontri prima online e poi in presenza, finalizzati a delineare i confini pedagogici ed etici entro cui le attività di andranno a svolgere, oltre che a programmare le settimane di intenso lavoro che, nonostante le circostanze del tutto particolari, anche quest’anno non mancheranno.

Grazie alla costante collaborazione con i Comuni, sarà possibile anche la presenza di due educatori professionali e del personale di pulizia che si occuperà della sanificazione quotidiana degli ambienti e di fornire quanto necessario per l’igiene e la sicurezza di ciascuno, in ottemperanza alle direttive nazionali.

È inoltre previsto l’intervento di un educatore CSI che organizzerà attività ludico-sportive rivolte ad ogni fascia d’età, per supplire alle uscite che, durante i grest estivi organizzati dagli oratori negli scorsi anni, si svolgevano almeno una volta alla settimana e che, ad oggi, non sono ancora possibili.

Per rendere ancora più accattivante l’offerta, gli organizzatori hanno deciso di sostenere la partecipazione al progetto “Padania Acque estate 20.20”, affrontando così il tema dell’acqua quale bene comune, e ricevendo un Acqua kit per partecipante e una chiavetta usb contenente due spettacoli teatrali realizzati da Padania Acque e dalla “Compagnia dei Piccoli” che potranno essere visionati liberamente durante il centro estivo. Il tutto in linea con il tema attinto dalle linee emanate dalla Federazione Oratori Cremonesi relativo alla riflessione attorno agli atteggiamenti corretti da tenere nei vari ambienti in cui i bambini si troveranno a trascorrere le loro giornate.

Da ultimo va segnalato che, a seguire questo periodo di divertimento, l’Unità Pastorale prevede, quale ulteriore proposta per i ragazzi, una settimana al mare con il parroco don Francesco Pigola dal 22 al 30 luglio e, sul finire dell’estate, un paio di settimane di accompagnamento allo studio propedeutiche al rientro a scuola a settembre.




A San Daniele parrocchia, scuola e comune insieme per l’estate dei ragazzi – VIDEO

Nell’ambito dei progetti “Summerlife” il Comune di San Daniele Po, in collaborazione con la Parrocchia e la Biblioteca Comunale, propone dal 22 giugno al 24 luglio momenti di aggregazione e sostegno allo studio presso i locali dell’oratorio.

Una sinergia intensa quella che anima la volontà di tutte le realtà educative della comunità di San Daniele a realizzare una valida proposta per bambini e ragazzi che, a causa dell’emergenza Covid, hanno vissuto in isolamento per molti mesi.

«L’oratorio ha messo a disposizione gli ambienti e i volontari- dichiara don Roberto Musa parroco di San Daniele- mentre il Comune ha fornito il materiale e quanto necessita per l’osservanza delle regole Covid, oltre ad occuparsi della gestione della mensa e del dopo mensa». Una collaborazione, quella tra Comune e Parrocchia, consolidata nel tempo e che trova in questao periodo un’occasione in più per concretizzarsi in azioni incisive.

La giornata sarà scandita da attività ludiche organizzate dai volontari dell’oratorio, letture animate e ascolto di fiabe e racconti proposte dagli operatori della biblioteca, pranzo a prezzi calmierati grazie al sostengo economico del Comune, e attività di sostegno allo studio realizzate grazie alla disponibilità di alcune maestre della scuola primaria che, a titolo gratuito, accompagneranno i bambini nel fissaggio di alcune competenze acquisite nel periodo di didattica a distanza e li aiuteranno nello svolgimento dei compiti estivi.




A Casa di Nostra Signora un centro estivo per i bimbi di famiglie “fragili”

Avrà inizio il prossimo 29 giugno il progetto “Estate ragazzi”, giunto alla sua terza annualità, promosso dalla Cooperativa Servizi per l’Accoglienza presso Casa Nostra Signora, a Cremona.

Per otto settimane, dal 29 giugno al 4 settembre, una ventina tra bambini e ragazzi si incontreranno quotidianamente presso la struttura di via Sacchi per avvicendarsi in attività ludico-ricreative, uscite sul territorio, compiti pomeridiani.

A coordinare i lavori Nicoletta D’Oria Colonna che ci spiega il senso dell’iniziativa. «La finalità del progetto “Estate ragazzi” è garantire a famiglie, in molti casi monogenitoriali, un sostegno concreto a favore di una rinnovata socializzazione tra pari, offrendo un servizio di affiancamento ai figli in età prescolare e scolare».

Destinatari finali di questo percorso estivo – sostenuto dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona – sono bambini e ragazzi dagli 0 ai 15 anni che, a causa del Covid-19, hanno vissuto momenti di isolamento sociale e che, per la condizione famigliare di precarietà lavorativa, necessitano di un supporto alla socializzazione e allo studio in vista del prossimo inserimento scolastico autunnale. La partecipazione non prevede alcun costo di iscrizione e anche i pasti consumati sono a totale carico della struttura, che come ogni anno si autofinanzia per far sì che nessuna famiglia venga discriminata da una retta troppo elevata da sostenere.

Il programma giornaliero prevede l’accesso alla struttura per piccoli gruppi (massimo 10 bambini) e attività che vanno da giochi di gruppo, laboratori creativi, yoga all’aperto, pet-therapy, laboratori di cucina, biciclettate, uscite didattiche guidate e piscina. Il tutto ogni giorno dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 15.30.

Oltre agli educatori professionali e alle volontarie e volontari da tempo impegnati in Casa Nostra Signora, novità di quest’anno è la presenza di giovani volontari provenienti dalla collaborazione con la Federazione Oratori Cremonesi.

Per chi volesse dare il suo contributo personale in questa veste, c’è posto per tutti!




Catecumenato/1, a Casalmaggiore l’iniziazione cristiana di Pietro

Domenica 21 giugno, presso la chiesa parrocchiale di Santo Stefano in Casalmaggiore, il vescovo Antonio Napolioni ha battezzato Pietro, catecumeno adulto che, dopo un lungo percorso di educazione alla fede, ha ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Avrebbe dovuto ricevere Battesimo, Cresima e Comunione nella veglia pasquale, ma le stringenti norme sanitarie del lockdown hanno costretto al rinvio.

Accompagnato dalla famiglia, padrino e madrina, in un cerimonia semplice ma rigorosa, Pietro ha assunto il suo impegno di fronte all’intera comunità ecclesiale cittadina, entrando a far parte a pieno titolo della parrocchia casalasca.

Facendo appello al riconoscimento che Dio opera verso tutti i suoi figli, mons. Napolioni si è soffermato sull’attualizzazione della Parola del giorno per Pietro, che ha riconosciuto in età adulta la chiamata di Dio a riconoscerlo e a seguirlo nella fede cristiana. La scelta del nome Pietro per la nuova vita da battezzato deriva da questo: «Tante volte l’ho tradito – ci ha spiegato – ma ora che l’ho riconosciuto non lo lascio più».

Passo successivo al riconoscere il Signore è essere riconoscenti per quanto si è ricevuto, compreso il dono della fede, mediato dalle persone incontrate nel proprio percorso e che, nel testimoniare il Vangelo di Gesù, lo hanno reso «quel di più di luce, verità e bellezza – ha detto mons. Napolioni – che il Padre offre a tutti i suoi figli attraverso le vie più misteriose». E ha aggiunto: «Il Battesimo di Pietro è per noi un’emozione forte a cui partecipare non da spettatori, ma da membra dello stesso corpo, che riconosce in quei gesti la gratuità del dono che abbiamo ricevuto per condividerlo, per testimoniarlo e mostrare la gioia».

Accanto a Pietro, in Italia da vent’anni, di famiglia mussulmana ma nel nostro Paese non praticante, la moglie, anche lei convertita da alcuni anni.

Accanto al Vescovo hanno concelebrato l’Eucaristia don Antonio Facchinetti, responsabile diocesano per il Catecumenato, e il parroco di Casalmaggiore don Claudio Rubagotti, con il servizio liturgico coordinato dal cerimoniere vescovile don Flavio Meani e il vicario parrocchiale don Arrigo Duranti.

Nel pomeriggio al Bosco ex Parmigiano, nella periferia di Cremona, il conferimento dei sacramenti dell’iniziazione cristiana a un’altra catecumena, Sofje.




Il ricordo di don Peternazzi rinnovando il suo invito ad aprirsi al mondo che delude aiutando a convertirsi alla solidarietà

In memoria di don Arnaldo Peternazzi, parroco emerito delle comunità di San Martino del Lago e Ca’ de’ Soresini (1987-2017), deceduto durante l’emergenza Covid-19, sabato 6 giugno è stata celebrata la Messa, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni insieme a diversi sacerdoti della diocesi.

Attorno all’altare, allestito sul sagrato della chiesa di San Martino del Lago in modo da permettere in piazza una maggiore affluenza di fedeli nel rispetto delle norme anti-Covid, hanno concelebrato don Ettore Conti, moderatore dell’unità pastorale, con i collaboratori don Marco Genzini e don Paolo Tonghini, don Antonio Censori, don Angelo Piccinelli, don Gian Paolo Mauri, don Gabriele Vago, don Luigi Mantia e don Cappellazzi.

Erano inoltre presenti il sindaco di San Martino, Dino Maglia, e di Scandolara Ravara, Roberto Oliva, oltre a Riccardo Piccioni, presidente della Fondazione “Elisabetta Germani” di Cingia de’ Botti (dove don Peternazzi è deceduto il 26 marzo scorso).

Il piazzale antistante era gremito di fedeli, che lo hanno conosciuto e apprezzato durante gli anni di ministero. E non mancavano naturalmente i rappresentanti dell’associazione “Amici del Brasile onlus”, nata su ispirazione proprio di don Peternazzi dopo l’esperienza in Brasile come missionario “fidei donum” dal 1975 al 1987. Brasile che, se pur a distanza, ha partecipato in diretta alla celebrazione.

All’inizio della celebrazione le parole di saluto e ringraziamento del sindaco Maglia, che ha narrato il dolore e lo smarrimento della comunità sopraggiunti alla notizia della perdita di «un uomo e un sacerdote presente nelle nostre vite così a lungo». Nelle parile di monsignor Napolioni quindi il richiamo al senso di vuoto provato alla notizia della morte di un uomo di fede, che deve però lasciare il posto alla certezza del compimento di una vita spesa per glorificare il nome di Dio.

Il saluto all’inizio della Messa

 

Missione e montagna, le due passioni di don Arnaldo, insieme allo studio e alla Scrittura – rilette dal Vescovo alla luce della Parola – devono essere in grado di narrare la continuità tra «la sua storia e il mistero di Dio che ora contempla in pienezza».

La riflessione del Vescovo Napolioni è stata incentrata sulle parole lasciate da don Peternazzi negli anni di permanenza presso la casa di riposo. Due gli scritti presi in considerazione da cui trarre ancora una volta una lezione di vita. «Dobbiamo aprirci al mondo che delude e aiutarlo a convertirsi alla solidarietà», scriveva citando il discorso della montagna dell’evangelista Matteo. E ancora, in un pensiero del suo libro fotografico dedicato alla sua ultima ascensione, lui che della montagna faceva il luogo per educare i giovani e incontrare Dio, scriveva che, con la morte terrena «finalmente il Signore ci darà ali di aquila».

L’omelia del vescovo Napolioni

 

 

Il ricordo dell’Associazione Amici del Brasile letto da Luca Bertini

 

Don Arnaldo Peternazzi

Don Arnaldo Peternazzi è nato a Scandolara Ravara il 2 gennaio 1934 ed è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1960. È stato vicario a Castelverde (dal 1960 al 1963) e a Mozzanica (dal 1963 al 1975).

Nel 1975 la partenza come “fidei donum” per il Brasile dove è rimasto fino al 1987. Un legame mantenuto sempre forte, tanto da portarlo a essere ispirazione per la nasciata, nel 1994, dell’Associazione Amici del Brasile onlus, che finanzia progetti di solidarietà non solo nel paese latinoamericano, ma anche nella Repubblica Democratica del Congo.

Al rientro ha assunto l’incarico di parroco di Ca’ de’ Soresini e San Martino del Lago, dove nel 2017 ha continuato a risiedere ancora un anno, prima del trasferimento presso la Fondazione “Elisabetta Germani” di Cingia de’ Botti, dove è deceduto il 26 marzo scorso.

 

Nelle parrocchie con il Vescovo le Messe in suffragio dei sacerdoti morti durante l’emergenza Covid




Il Vescovo in visita nelle case di riposo di Piadena e Cingia de’ Botti

Un pomeriggio all’insegna dell’accoglienza e dell’allegria quello trascorso dagli ospiti delle case di riposo di Piadena e Cingia de’ Botti con il vescovo Antonio Napolioni, che ha proseguito le visite alle rsa presenti sul territorio della diocesi per rinsaldare il legame che le unisce al territorio.

Il tour pomeridiano è iniziato alle 15 presso la RSA “San Vincenzo” di Piadena, dove il Vescovo è stato accolto dalla responsabile della struttura Roberta Broglia e dal presidente della Cooperativa “Il gabbiano” Giacomo Bazzoni, alla presenza del sindaco di Piadena-Drizzona Matteo Priori e del parroco don Antonio Pezzetti, accompagnato dal vicario don Paolo Fusar Imperatore.

Numerosi anziani, tutti risultati negativi al tampone, hanno accolto il Vescovo, accompagnati dagli operatori sanitari, nel cortile della struttura per un momento intenso interrotto, sul finire, dall’arrivo del temporale. «E’ una benedizione che arriva non solo dal Vescovo, ma direttamente dal cielo» ha chiosato mons. Napolioni. Il quale, alla lettura del brano di Vangelo di Anna e Simeone, gli anziani che hanno accolto Gesù al tempio, ha riflettuto su come tutti gli anziani siano segno della presenza di Cristo per il loro «essere avanti» nel capire quanto avviene nel mondo. Così come gli operatori sono segno di Gesù per loro, nello stargli vicini anche in questo periodo di prova. «Si tratta di uno scambio reciproco – ha detto il Vescovo-. Ognuno ha bisogno degli altri e ognuno è segno del nostro essere Cristo per gli altri».

La visita è proseguita con il saluto agli anziani della Fondazione Elisabetta Germani di Cingia de’ Botti dove il Vescovo è stato accolto dal presidente Riccardo Piccioni e da numerosi responsabili ed operatori della struttura, insieme al sindaco Fabio Rossi. In questo caso gli anziani hanno potuto seguire in filodiffusione il discorso del Vescovo mentre nella cappella erano presenti i sacerdoti dell’unità pastorale: il parroco e cappellano don Ettori Conti insieme ai collaboratori parrocchiali don Marco Genzini (nel consiglio di amministrazione), don Luigi Ferrai e don Paolo Tonghini.

Il pensiero è andato all’essere tutti «tempio del Signore», a partire dagli anziani che hanno «nostalgie e affetti da ricordare» sino ai medici e agli infermieri, sinonimo per eccellenza di chi svolge una professione in cui ci si prende cura anche del corpo degli altri.

«Si vive bene nel tempio della vita se riconosciamo Gesù», ha detto Mons. Napolioni. E, citando i momenti della sua ospedalizzazione per il Covid-19, ha confidato come si sentisse «un Gesù piccolo fragile crocifisso nella mani dei medici e degli infermieri, come loro erano Gesù che si prendeva cura di un malcapitato, come tutti insieme eravamo e siamo il corpo di Cristo che nel mondo soffre lotta spera ama».

Entrare in strutture come queste permette di incontrare Gesù nella quotidianità e nella prova, ma anche nella gioia dello scambio reciproco, del perdono e della pace nel cuore. Un augurio rivolto agli anziani delle RSA e a tutti gli uomini.




Prima domenica di Messe con il popolo, il Vescovo al Santuario di Caravaggio prepara la festa dell’Apparizione (Foto, Video e Download)

In vista del 588° anniversario dell’Apparizione di Maria a Giannetta, che sarà celebrato solennemente martedì 26 maggio con un fitto calendario di appuntamenti all’insegna della precauzione, il vescovo Antonio Napolioni domenica 24 maggio si è recato presso il Santuario di Santa Maria del Fonte presso Caravaggio e ha qui celebrato la Messa festiva, la prima della “fase 2”, alla presenza di numerosi fedeli distanziati e rispettosi di ogni prescrizione.

L’occasione della solennità dell’Ascensione ha coinciso con l’annuale Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, e ha permesso al Vescovo di riflettere sul valore dei mezzi di comunicazione che mai come in questo periodo hanno permesso di restare connessi anche con la vita pastorale. «Che cosa comunichiamo? – si è chiesto mons. Napolioni – Il bene, la speranza, la verità, la buona notizia? Oppure la comunicazione porta ragioni di ulteriore pessimismo e disperazione?». Aggiungendo poi, in un riferimento al luogo che lo ha accolto: «Noi non siamo fatti per chiuderci, ma per aprirci al cielo, ai fratelli, al dono di Dio. E Maria è esempio di questa apertura fiduciosa e obbediente».

Sempre in chiave di attualizzazione, partendo dalla Parola del giorno, Napolioni ha riflettuto sul tempo dell’attesa, sulle aspettative di liberazione, sulle novità del cambiamento. Come i discepoli, che avevano seguito Cristo nella speranza che fosse venuto a ricostruire il Regno di Israele distrutto dalle invasioni dell’oppressore straniero, dalle deportazioni e dalla diaspora, così anche noi oggi dobbiamo riconoscere che «Gesù non può soddisfare queste aspettative». Cristo è apparso ai discepoli allora ed è con noi ogni giorno per chiederci di vivere il nostro essere testimoni in ogni tempo, di incarnare la sua vicinanza ai poveri in spirito, agli ultimi della società, ai sofferenti. Perché «la gloria di Dio è nella vita umile, caritatevole, fraterna, gioiosa, piena di fede, di bellezza di ogni creatura umana». La gloria di Dio è nel Vangelo delle Beatitudini che in questo periodo storico trova ispirazione in tante famiglie.

«Siamo stati nel dolore, la morte c’è, la malattia è possibile e anche la miseria torna a visitare tante nostre famiglie». Incita ad una reazione attiva, positiva, propositiva il Vescovo. Ha invitato a evitare rancori verso Dio e verso gli uomini, ma a pensare che questa grande crisi sia un’opportunità per vivere il Vangelo fino in fondo, «ricevendo dal Signore la pace e la capacità di spartirla con gli altri, anche se costa».

Proprio come fece Maria, donna nella sua storia, che dopo l’ascensione del Figlio ha partecipato nel silenzio e nell’ombra alla preghiera dei discepoli. Lei, modello della Chiesa povera umile obbediente, conduce noi uomini di questo tempo a seguire il Figlio, senza vane nostalgie di una «perfetta normalità» che non tornerà e che forse non c’è mai stata. «Maria obbediente al Padre e docile allo Spirito ci prende per mano e ci riconsegna alla normalità che Dio prepara ai suoi figli» nella certezza che «non esiste esperienza difficile che non si possa vivere nella fede. Questa è la fonte della nostra gioia».

La celebrazione si è conclusa con la benedizione impartita davanti al Sacro Speco, dopo la preghiera a Santa Maria del Fonte.

Sara Pisani

 

Photogallery della celebrazione

 

 

Le celebrazioni del 26 maggio

Dopo la conclusione della Novena (lunedì 25 maggio Messe alle 6.30, alle 8.30, alle 10 e alle 16, dopo il Rosario delle 17; in serata alle 21 la veglia solenne) a caratterizzare la giornata del 26 maggio sarà un ricco programma celebrativo alla presenza del vescovo Antonio Napolioni, tutto all’esterno, presso l’altare del crocifisso, proprio per agevolare la partecipazione dei fedeli.

«In basilica – spiega il rettore monsignor Amedeo Ferrari – considerate le normative vigenti la capienza è di 200 posti. Il 26 maggio prevediamo un consistente afflusso di fedeli, ecco perché abbiamo previsto che tutti i momenti liturgici si tengano all’esterno, presso l’altare del crocifisso. Questo permetterà la partecipazione di un maggior numero di fedeli, potendo ospitare negli spazi esterni, come previsto dal protocollo Cei–Governo, fino a mille persone».

Ma non sarà l’unica novità. Il simulacro dell’Apparizione sarà portato all’ingresso della basilica, sotto il porticato, in modo che i fedeli non debbano entrare per la preghiera personale.

Proprio in vista del giorno anniversario monsignor Ferrari si è relazionato con il sindaco di Caravaggio Claudio Bolandrini e le forze dell’ordine per approntare un piano organizzativo che prevede il presidio degli accessi (con personale del Santuario e comunale), entrate e uscite separate con percorsi a senso unico in modo che i flussi di fedeli non si incrocino e il divieto di circolare liberamente sul piazzale. Obbligatorio indossare guanti e mascherina a coprire bocca e naso; ci si potrà accomodare solo sulle sedie precedentemente disposte con le necessarie distanze di sicurezza (senza possibilità di spostarle).

Altro cambiamento imposto dalle misure di sicurezza riguarda il sacramento della Penitenza che, non potendo essere celebrato nei confessionali, vedrà i sacerdoti a disposizione dei fedeli in appositi spazi approntati presso il Centro di Spiritualità.

Per quanto riguarda le celebrazioni solenni del 26 maggio le Messe saranno alle 6.30, alle 8.30, alle 10 (presieduta dal vescovo Napolioni) e alle 18.

Nel pomeriggio dalle 14.30 inizierà la recita continuata del Rosario fino alle 16.40 quando si farà memoria dell’Apparizione. Quest’ultimo momento di preghiera (cui seguirà alle 17 il canto dei Vespri presieduti dal vescovo Napolioni) sarà proposto in diretta televisiva su Cremona1 (canale 80 del digitale terrestre) e sui canali web della Diocesi.

 

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Materiali liturgici per la solennità del 26 maggio
Informazioni in breve sulla solennità di Santa Maria del Fonte, patrona della Diocesi
Approfondimento
Messale    Lezionario    Preghiera universale
Liturgia Ore    Spartiti antifone
Litanie italiano    Litanie latino    Litanie melodia

Melodia delle Lodi

Melodia dei Vespri

 

Visita il sito internet del Santuario di Caravaggio



L’Unità pastorale “Monsignor Barosi” si prepara a riaprire le Messe alle comunità

Tutto pronto alla ripartenza anche per l’unità pastorale Monsignor Barosi che comprende le parrocchie di Solarolo Rainerio, Casteldidone, Voltido, San Lorenzo Aroldo e San Giovanni in Croce.

Il parroco don Diego Pallavicini ha descritto dettagliatamente, in un video pubblicato sul sito dell’Unità Pastorale, i comportamenti da tenere all’atto della partecipazione alla S. Messa (come sedersi nei posti indicati, evitare lo scambio della pace e restare sempre con la mascherina eccetto all’atto di ricevere l’Eucaristia) e come il Consiglio dell’Unità Pastorale ha pensato di gestire l’afflusso dei fedeli.

È stato infatti calcolato il numero massimo di persone che ogni chiesa potrà contenere rispettando le norme sul distanziamento. A Solarolo la capienza massima sarà di 66 persone, Casteldidone 72, Voltido 40, S. Lorenzo 20 presso la Cappella allestita, San Giovanni in Croce 130.

In particolare don Pallavicini si è soffermato sulla realtà di San Giovanni che, per il maggior numero di abitanti, necessiterà di un trattamento particolare. È stato pensato di suddividere il paese in due zone (guardando a via Matteotti zona est verso la chiesa e zona ovest verso Solarolo) che potranno alternativamente partecipare alla S. Messa prefestiva del sabato pomeriggio o a quella festiva della domenica mattina.

Tutte le S. Messe (feriali e festive) saranno trasmesse in diretta sulla WebTV dell’Unità Pastorale, così come il S. Rosario, che si terrà ogni sera alle ore 21 a distanza. Unica eccezione sarà il S. Rosario celebrato e trasmesso il giovedì sera dalla chiesa di San Giovanni Evangelista in San Giovanni in Croce, aperto alla partecipazione dei fedeli.
Anche il sacramento della riconciliazione potrà riprendere sempre nel rispetto della normativa e verrà celebrato nelle sagrestie che si prestano al compito per la loro ampiezza e ariosità.

Sul sito dell’Unità Pastorale è pubblicato il calendario dettagliato con gli orari delle Messe.




A Bozzolo si celebrerà la Messa sotto i tendoni nel campo dell’oratorio

Anche la Parrocchia di Bozzolo si appresta ad accogliere il ritorno del popolo di Dio durante le celebrazioni eucaristiche nella cosiddetta fase 2. «I fedeli potranno accedere alle S. Messe rispettando le norme previste sul distanziamento, entrando in chiesa solo se muniti di mascherina e guanti, sedendo ove indicato dagli adesivi posti sui banchi, utilizzando due porte diverse per entrata e uscita» spiega il parroco don Luigi Pisani.

Da segnalare la disponibilità del gruppo Scout locale, che metterà a disposizione due capi scout che controllino gli accessi ed evitino che entrino persone in sovrannumero.

«Gli orari delle Messe sono rimasti quelli precedenti alla chiusura Covid (ore 8 presso la Trinità numero massimo 60 posti e ore 9 presso S. Pietro numero massimo 100 posti) a cui si aggiunge una celebrazione domenicale che si terrà presso il campo dell’oratorio di S. Pietro alle ore 10.30, sfruttando lo spazio aperto sotto i tendoni delle nostre sagre e permettendo così anche a 150 persone di avere libero accesso».

Per gestire il flusso dei fedeli ed evitare assembramenti, il parroco invita le famiglie con bambini che frequentano le classi 1^, 2^ e 3^ della scuola primaria a partecipare alla Messa delle ore 9 e alle famiglie con bambini delle ultime classi della scuola primaria e della scuola secondaria di partecipare alla Messa delle ore 10.30.




La festa della mamma con la Messa del Vescovo al Santuario della Madonna della Misericordia

Nuova tappa del pellegrinaggio nei luoghi della devozione mariana per il vescovo Antonio Napolioni, che domenica 10 maggio ha presieduto l’Eucaristia al Santuario della Beata Vergine della Misericordia di Castelleone, proprio alla vigilia dell’annuale festa che celebra le quattro apparizioni della Madonna a Domenica Zanenga, avvenute tra l’11 e il 14 maggio 1511.

I santuari sono «luoghi vuoti – ha introdotto il Vescovo – ma desiderati, attesi e guardati come punto di riferimento di un popolo che soffre e si rimette in cammino». Lo stesso cammino percorso da Maria che ha incontrato Gesù e al suo fianco ha esercitato la sua maternità, in silenziosa fiducia.

Nella festa che per tradizione viene dedicata a tutte le mamme, il vescovo Napolioni ha speso parole importanti sul ruolo della madre di Cristo, come facilitatrice in quel percorso, talvolta doloroso e faticoso, che è la vita umana.

«Ciò che sta a cuore a Maria è che noi crediamo in Gesù» come a colui che è più grande di ogni turbamento e che offre la sua forza per trasformare ogni turbamento in scoperta.

«Lui assume il nostro turbamento – ha aggiunto mons. Napolioni – prendendo su di sé il peccato, il travaglio, i dolori psicologici e fisici di ogni uomo e diventando l’uomo dei dolori».

Gesù, che «nell’obbedienza e nella comunione con il Padre» rivela Dio a ogni uomo e consegna all’umanità di oggi, turbata per quanto sta accadendo, il Padre e la via per raggiungerlo, si manifesta quale «punto di incontro con il Padre, vita di Dio che può riempire la vita umana».

La Messa, che si è conclusa con la preghiera di affidamento a Maria, ha visto la presenza del parroco di Castelleone e rettore del Santuario, don Giambattista Piacentini, e del custode, don Renato Onida.

Al suo arrivo il Vescovo è stato accolto sulla strada da un insolito saluto dei parrocchiani di Corte Madama, frazione di Castelleone, che lo hanno voluto ringraziare della sua presenza con uno striscione appeso al cavalcavia firmato da “i fiui e le fiule de la Curt”. Saluto al quale lo stesso Vescovo ha rivolto un pensiero gioioso a fine celebrazione.

 

Lunedì 11 maggio il vescovo Napolioni sarà nuovamente al Santuario di Castelleone: alle 11 presiederà, sempre in forma riservata, l’Eucaristia solenne nell’anniversario delle apparizioni. La celebrazione in diretta sui canali web diocesani.

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Castelleone, domenica e lunedì in diretta le Messe dal Santuario