Per la prima volta una coppia alla guida dell’ufficio famiglia

Intervista a Roberto Dainesi e Maria Grazia Antonioli, appartenenti alla parrocchia cittadina di Cristo Re
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Tra le principali novità del nuovo assetto della Curia voluto dal vescovo Napolioni spicca la scelta di affidare l’ufficio diocesano di pastorale familiare non a un sacerdote, ma a una coppia di sposi. Si tratta di Roberto Dainesi e Maria Grazia Antonioli, che opereranno in sinergia con don Enrico Trevisi, nominato responsabile del coordinamento del tavolo “Comunità educante, famiglia di famiglie”. Abbiamo incontrato i coniugi Dainesi per un’intervista.

Roberto ha 56 anni e Maria Grazia 52. Sono sposati dal 1990 e hanno due figlie: Marta di 25 anni e Maria Irene di 20. Roberto è agronomo e lavora come funzionario di Regione Lombardia. Maria Grazia è medico e dirige il Consultorio UCIPEM di Cremona. Vivono nella parrocchia cittadina di Cristo Re, dove collaborano nella pastorale familiare e catechistica. Sono, inoltre, coppia animatrice dei percorsi in preparazione al matrimonio.

Voi siete la prima coppia di sposi incaricata per la Pastorale familiare: come avete accolto questa nomina?
«Stupore e percezione di inadeguatezza è quello che subito abbiamo provato di fronte a questa responsabilità. Al di là del fatto che fosse stato chiesto a noi, eravamo però contenti che nella pastorale familiare venisse coinvolta in modo più esplicito anche l’esperienza laicale della coppia. Il Concilio ha orientato la Chiesa a percepirsi sempre più come popolo in cui il ruolo del laicato che si integra con le altre componenti ecclesiali è una ricchezza fondamentale: ci è sembrato un bel segno in questa direzione. Siamo poi molto fiduciosi perché non siamo soli, ma inseriti in una comunione più grande».

Secondo voi perché il Vescovo ha voluto proprio due sposi per svolgere questo incarico?
«I Padri Sinodali hanno sottolineato che le famiglie cristiane, per la grazia del sacramento nuziale, sono i principali soggetti della pastorale familiare e il Papa nella Amoris Laetitia ripetutamente sottolinea la ricchezza della vocazione matrimoniale per la società e per la Chiesa. Il Vescovo, quindi, si è posto in questa ottica ecclesiale, così come altre diocesi hanno fatto, e ci ha chiesto, in quanto sposi, di collaborare nell’annunciare la bellezza del matrimonio percorrendo le strade della quotidianità della vita familiare».

Quale credete possa essere il vostro contributo “specifico di famiglia” che potrete mettere a disposizione di questa nuova sfida?
«Forse proprio la normalità dell’essere famiglia, dello sperimentare la ricchezza e allo stesso tempo la fatica del vivere il matrimonio e tutte le sfide di cui parla la Amoris Laetitia. Pur riconoscendo le profonde capacità pastorali e di attenzione concreta alle famiglie di tanti sacerdoti conosciuti, riteniamo che una coppia possa condividere in modo più significativo il linguaggio di chi vive la stessa esperienza umana e di fede».

Il lavoro certo non mancherà. Potrete contare sul supporto del coordinatore del vostro Tavolo pastorale, don Enrico Trevisi, e dei collaboratori dell’Ufficio. Pensate anche ad altre figure che vi potranno aiutare?
«La famiglia è fondata su dinamiche relazionali, su una comunione: questo speriamo ci aiuti nel coltivare relazioni positive con quante più persone possibile. È abbastanza naturale che, oltre al rapporto con il Vescovo e con don Enrico, si lavori in collaborazione con gli altri Uffici di Curia. L’Iniziazione cristiana vede come fondamentale il coinvolgimento dei genitori, i giovani accompagnati dalla pastorale giovanile sono i nostri figli, molte famiglie hanno bisogno dell’attenzione caritativa della Chiesa… Questi sono solo alcuni esempi che mettono in luce quanto sia fondamentale vivere quella comunione ecclesiale a cui si è chiamati e, quindi, collaborare con le altre realtà diocesane. Poi strada facendo ci faremo senz’altro aiutare da operatori esperti nelle problematiche familiari e, soprattutto, da altre famiglie! Gli incontri che faremo da settembre nelle zone pastorali ci aiuteranno a conoscere coppie e sacerdoti con cui collaborare».

Guardiamo al nuovo anno pastorale: quali saranno gli aspetti prioritari su cui lavorare?
«Nelle linee pastorali della Diocesi è dato un significativo rilievo a vari ambiti in cui saremo coinvolti al fine di porre attenzione alla famiglia e di far diventare Parrocchie e Diocesi “famiglia di famiglie”: dai percorsi in preparazione al matrimonio, al sostegno ai gruppi di famiglie, all’accompagnamento a famiglie con situazioni particolari… Il primo obiettivo che ci diamo è quello di conoscere le realtà delle varie zone, di incontrare i sacerdoti e le coppie che hanno ruoli di coordinamento per cogliere la ricchezza di tutto quanto già c’è e per capire se ci sono esigenze particolari cui rispondere. Varie persone ci hanno già contattato per raccontarci esperienze che come famiglie stanno vivendo e già abbiamo l’impressione che ci sia tanto bene che sta crescendo».

C’è già in prospettiva qualche iniziativa concreta?
«Stiamo organizzando il percorso residenziale per coppie a Folgaria, che speriamo anche quest’anno possa essere occasione di crescita per un buon gruppo di sposi. La proposta ricalca quella degli scorsi anni con tre fine settimana e tematiche volte ad approfondire la vita matrimoniale dal punto di vista biblico sacramentale, psicologico, sociologico e pastorale. Ad ottobre si organizzerà un incontro formativo per tutte le coppie che in diocesi accompagnano i fidanzati e a fine marzo incontreremo tutte le coppie che in quest’anno parteciperanno ai percorsi verso il matrimonio. Sarà momento di riflessione, confronto, preghiera e festa. Ci si rende poi disponibili per organizzare incontri di presentazione della Amoris Laetitia nelle zone e nelle parrocchie. Si coordineranno le veglie per la Vita nei tre punti della diocesi. Altre iniziative nasceranno poi man mano in risposta ad esigenze che sorgeranno».

Sul territorio ci sono realtà che operano per la famiglia: pensiamo, solo per fare alcuni esempio, ai consultori di Cremona, Viadana e Caravaggio, l’associazione Famiglia Buona Novella, l’associazione Famiglie numerose, il Movimento per la vita, il Centro di aiuto alla vita, i centri d’ascolto parrocchiali … Come vi approccerete con queste realtà?
«Ogni realtà è portatrice di ricchezze importanti per le famiglie. Cercheremo dunque innanzitutto di conoscerci e di dialogare per collaborare in un modo sempre più concreto per il bene delle famiglie. L’idea è quella di proseguire con incontri periodici con tutti i rappresentanti di associazioni, movimenti e gruppi per approfondire temi e proporre iniziative in collaborazione con le zone pastorali. Vi sono anche realtà territoriali non diocesane che in vario modo si prendono cura della famiglia e con le quali sarà importante entrare in contatto: pensiamo ai Comuni, all’ASST, a realtà del terzo settore che attraverso la mia attività presso il Consultorio UCIPEM di Cremona ho già avuto modo di incontrare e quindi sarò un po’ facilitata».

Prendete il testimone da don Giuseppe Nevi che, dopo la licenza in Teologia del matrimonio e della famiglia, ha guidato l’Ufficio per 14 anni e con il suo lavoro ha avvicinato tante famiglie. Un’eredità importante…
«Senz’altro una preparazione e un impegno appassionato in questi anni. Speriamo di poter far crescere tutto quanto di bello ha iniziato».

Come volete salutare le famiglie e le parrocchie che nei prossimi mesi inizierete a incontrare?
«Riecheggiando la Amoris Laetitia potremmo dire a noi stessi e alle altre famiglie: “Camminiamo famiglie, continuiamo a camminare!”. Siamo chiamati a un amore sempre più grande e con la Grazia di Dio e insieme potremo farlo crescere e annunciarlo, pur consapevoli dei nostri limiti e delle nostre fragilità. Speriamo di incontrarci presto».