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Chiesa “nuova” a Salina: «Un invito a riunirci per accogliere la Parola»

«E’ bella!». Non ha avuto dubbi, il vescovo Antonio Napolioni, nel giudicare, nella serata di mercoledì 6 settembre, la chiesa di Salina, rimessa a nuovo dopo una serie di interventi di restauro. «Ma più bella ancora – ha subito aggiunto mons. Antonio – sarà la Messa, che ci accingiamo a celebrare, e nel corso della quale pregheremo per poter vivere sempre meglio quella dimensione di popolo e di assemblea che caratterizza la Chiesa».

I lavori sono consistiti nella ripresa di perimetro, facciata (comprese le due statue in marmo), campanile e interni dell’edificio sacro. La chiesa di S. Antonio, costruita nel 1719 probabilmente su disegno di Pier Antonio Maggi, è stata completamente ritinteggiata; ed è stato restaurato inoltre l’affresco absidale realizzato nel 1960 dal cremonese Mario Busini. L’intervento, progettato dagli architetti Roberta Rossi e Junior Paolo Martelli, è stato condotto dall’impresa Muraca, mentre il restauro dell’abside è stato affidato ad Andrea Cremaschi. L’opera è stata finanziata dalla parrocchia con l’accensione di un mutuo.

L’inaugurazione si è inserita nella festa dell’oratorio.

La Messa è stata concelebrata dal parroco moderatore, don Davide Barili, con il parroco in solido don Paolo Tonghini, il collaboratore don Maurizio Germiniasi e diversi altri sacerdoti del circondario. La liturgia è stata animata dalla corale dell’Unità pastorale di Pomponesco, Salina, Bellaguarda e Casaletto Po. Oltre a numerosi fedeli, sono intervenuti anche i sindaci di Viadana, Giovanni Cavatorta, e Pomponesco, Pino Baruffaldi, (il paese è infatti amministrativamente diviso tra le due municipalità).

In apertura, don Davide ha ringraziato i benefattori, e ribadito l’impegno, «dopo avere sistemato i muri, a costruire sempre più una chiesa di persone».

Concetti ripresi e approfonditi dal Vescovo nell’omelia. «La parola “chiesa” – ha spiegato mons. Napolioni – indica un popolo riunito; ed ogni singolo edificio riunisce solo una porzione del popolo di Dio. La chiesa pulita, ridipinta, luminosa e rinfrescata, deve essere dunque un invito a riunirci per accogliere la Parola. Papa Francesco propone ogni giorno una riforma, volta a rendere la Chiesa sempre più bella ed accogliente; bella non perché si specchia in se stessa, ma perché sa guardare ad una realtà più grande, pur essendo fatta di uomini che possono sbagliare e peccare».

Con riferimento alle letture del giorno, il vescovo Antonio ha ricordato come la Chiesa sia nata quando Gesù, “uscendo” dalla sinagoga, è entrato nelle case della gente, per guarire, pregare e parlare di Dio, fino a consegnarsi al Padre e agli uomini: «La chiesa, la Messa, sono pertanto ciò che ci mette in contatto con Gesù vivo: in questo modo il Signore abita la nostra comunità. E una parrocchia bella non è quella che organizza un Grest o una sagra fantastici; ma quella in cui Cristo vive nei suoi fedeli, con i suoi sentimenti di fede, speranza e carità. Facciamo dunque la nostra parte, affinché l’appuntamento con la venuta finale di Cristo ci veda pronti ed uniti».

Mons. Antonio ha colto l’occasione per invitare i parrocchiani a sostenere don Davide, chiamato al delicato ruolo di vicario della Zona pastorale V dopo la recente rimodulazione degli ambiti territoriali.

Al termine della celebrazione, il vescovo si è unito alla corale per il canto di congedo alla “Madonna nera”.

Tutti si sono quindi spostati in oratorio per un momento conviviale in amicizia.

 

 

 

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