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Profilotours: le proposte di viaggi culturali e pellegrinaggi per il prossimo anno pastorale

Anche quest’anno l’agenzia Profilotours, accanto alle iniziative diocesane, propone diversi spunti per intraprendere un viaggio, per dare forma alla vostra voglia di scoprire Paesi nuovi, incontrare tradizioni, culture e sapori diversi.

I tour organizzati, di gruppo, sono ormai diventati un po’ la nostra “specialità” e, se ancora non avete le idee chiare circa la meta, ecco le nostre proposte, anche in collaborazione con gruppi già precostituiti a cui è possibile aggregarsi e così, incontrare gente nuova, nuovi compagni di viaggio.

Per il mese di agosto, dalla seconda quindicina, troverete:

Tour della Germania con Berlino, dal 17 al 22 agosto

Viaggio alla scoperta della cosmopolita ed effervescente Berlino, che, della caduta del Muro, ha visto un cambiamento ad una velocità impressionante, grazie alle opere di architetti dai nomi importanti. Si visiterà inoltre Monaco di Baviera, Norimberga, Dresda e Wurzburg.

 

La Spagna del Nord, dal 17 al 25 agosto

Si potranno ammirare le città-gioiello di cui la Spagna del Nord è ricca: Burgos, Leon, Salamanca, Oviedo, Astorga, Bilbao e Saragozza e naturalmente Santiago de Compostela, fulcro di questo itinerario e luogo di arrivo del celebre “Cammino di Santiago”, tra i più antichi percorsi di pellegrinaggio in Europa.

 

 

La Grecia Classica e le Meteore, dal 23 al 30 agosto

Dopo una traversata notturna con traghetto, il viaggio parte dal magnifico paesaggio delle Meteore e dei monasteri bizantini costruiti sulle rocce, sino a raggiungere la capitale Atene, per toccare da vicino il famoso Partenone, il Museo dell’Acropoli, il quartiere caratteristico della Plaka e poi, Corinto, Micene, Nauplia, Epidauro e Olimpia. Una mini-crociera dal Pireo alle Isole di Egina, Poros e Hydra regalerà una splendida giornata di sole e bel mare!

Anche i mesi di settembre e ottobre sono ideali per la scelta di un viaggio, sia perché si può godere ancora in pieno le giornate luminose, sia perché sono periodi un po’ meno affollati di turisti. Le proposte per voi sono le seguenti:

La Puglia con Matera e la Reggia di Caserta, dal 18 al 23 settembre

Con questo viaggio andrete alla scoperta del grande patrimonio artistico, culturale e naturale che la regione Puglia custodisce, specificatamente il “romanico pugliese”: le cattedrali di Barletta, di Bitonto, di Bari e la basilica di San Nicola. L’itinerario porta a Molfetta, legata alla memoria di don Tonino Bello e a Ruvo, costruita sotto il dominio normanno, a Trani, suggestiva città marinara con le sue piccole case bianche e la magnifica cattedrale in posizione isolata e dominante sul mare. Sul percorso per raggiungere Matera, si trova Castel del Monte, concepito da Federico II di Svevia come una anomala fortezza dalla mole ottagonale. Le meraviglie non terminano qui, perché cuore di questo viaggio è sicuramente Matera, una delle più antiche città italiane, meglio nota come “città dei Sassi”, ossia i nuclei abitativi più antichi al mondo che nel 1993 vennero riconosciuti come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La strada del rientro vede come tappa la scenografica Reggia di Caserta, meravigliosa opera di Vanvitelli, anch’essa Patrimonio Unesco e la città di Anagni.

Monza e la Villa Reale, sabato 30 settembre

Escursione in giornata per la visita di Monza, per la visita al Duomo la cui fondazione è legata alla longobarda Regina Teodolinda con un pregevole ciclo di affreschi ad opera dei fratelli Zavattari, della cappella che custodisce la celeberrima Corona Ferrea. Si visiterà inoltre il Museo ed il Tesoro del Duomo, che conserva un’inestimabile patrimonio di oreficerie, sculture e dipinti di diverse epoche. Si avrà modo di ammirare la Villa Reale, anch’essa da poco restaurata, voluta dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria nel 1777 per il figlio Ferdinando d’Asburgo, governatore Generale della Lombardia. In seguito divenne residenza del vicerè del Regno d’Italia.

Pellegrinaggio a Fatima, dal 9 al 12 ottobre

In occasione del Centenario delle Apparizioni della Vergine (avvenute nel 1917) ai Tre Pastorelli, proponiamo un pellegrinaggio ove sarà possibile partecipare alle celebrazioni nel Santuario mariano, sempre accompagnati da una Guida Spirituale e con la possibilità di una breve visita anche a Lisbona, la capitale portoghese.

Per la stessa occasione, proponiamo dal 10 al 14 settembre e dal 14 al 18 ottobre, una variante del programma di vista a Fatima, abbinandolo ad un’estensione a Santiago de Compostela. Come i pellegrini medievali, avrete la possibilità di compiere a piedi il tragitto dal Monte della Gioia sino alla Cattedrale di San Giacomo (sono circa 3 – 4 km), dove si venera la tomba dell’apostolo Giacomo il Maggiore.

La Via dell’Incenso e Gerusalemme, dal 16 al 23 ottobre

La “via dell’Incenso” era una tratta carovaniera che collegava l’estremità della Penisola arabica (l’Oman e lo Yemen) con il Mediterraneo, in uso fin dall’epoca dei romani per il trasporto di essenze profumate, spezie, oro, argento ecc, provenienti dall’India e dall’Estremo Oriente. In questo interessante viaggio, si visiteranno le quattro città nabatee di Haluza, Mamshit, Avdat e Shivta, insieme alle altre fortezze e ai paesaggi agricoli del deserto del Negev, che si trovavano proprio lungo questa rotta. Tappe d’obbligo restano naturalmente il Mar Morto, la roccaforte erodiana di Masada, Hebron, città dei Patriarchi, Betlemme con la Basilica della Natività e la città santa di Gerusalemme.

I dettagli di ogni viaggio sono disponibili in agenzia, a Cremona, in piazza S.A.M. Zaccaria n. 2, che potrete anche contattare telefonicamente al numero 0372.460592 oppure via mail all’indirizzo info@profilotours.it. o consultare il sito profilotours.it




L’UNITALSI invita a Caravaggio i sacerdoti anziani o malati della Lombardia

 

La Seziona Lombarda dell’UNITALSI, per la terza volta negli ultimi anni, desidera riunire i sacerdoti ammalati e/o anziani delle diocesi lombarde per un momento di amicizia e di preghiera insieme ai vescovi lombardi. L’incontro è in programma il 21 settembre presso il Santuario di Caravaggio, dove negli stessi giorni presso sono in programma i lavori della Conferenza Episcopale Lombarda.

Scheda di prenotazione

Per la partecipazione è necessario compilare la scheda qui sopra riportata e farla pervenire alla segreteria dell’Unitalsi di Cremona o all’ufficio di Pastorale della Salute.

Tutte le informazioni contattando via mail l’Unitalsi (cremona@unitalsilombarda.it) o l’Ufficio di Pastorale della Salute (malu_lm@libero.it ).

 




Venerdì 18 agosto a La Pace il Tokyo Centre Ensemble

Venerdì 18 agosto, alle ore 10, nel magnifico parco della casa di riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di Cremona, straordinario appuntamento con la prestigiosa orchestra giovanile Tokyo Centre Ensemble, che terrà la prova generale del programma con il quale si esibirà in serata nella splendida cornice di Palazzo Trecchi nell’ambito del Cremona Summer Festival.

L’evento si è reso possibile grazie alla fattiva collaborazione della signora Tae Semba di Tokyo unitamente a Confartigianato Imprese Cremona ed in particolare del presidente del Gruppo Liutaio Stefano Trabucchi.

L’orchestra Tokyo Centre Ensemble è stata fondata dai maestri Naoki Matsui e Yasuyo Matsui nel 2014. I maestri Matsui seguono da più di vent’anni il metodo Suzuki, un sistema educativo universalmente noto per formare agli strumenti ad arco i bambini fin dalla più tenera età.

L’idea fondamentale del metodo Suzuki è quella di sviluppare non solo l’aspetto musicale del bambino e dello studente, ma anche e soprattutto la sua crescita umana, culturale e intellettuale attraverso lo studio della musica in un contesto di relazioni generazionali e cosmopolite.

Il metodo Suzuki, è nato negli anni ’90 del secolo scorso negli Stati Uniti, e da allora ha conosciuto un successo crescente, sviluppandosi in numerosissimi paesi di tutto il mondo. L’orchestra Tokyo Centre Ensemble ne è un esempio di assoluto prestigio, tanto da meritarsi inviti in sedi internazionali.

E proprio nello spirito e nelle finalità che informano il metodo che i componenti del Tokyo Centre Ensemble hanno chiesto di effettuare la prova generale del concerto in una casa di cura per anziani, come volontà di far partecipi persone che, altrimenti, non potrebbero assistere ad un evento musicale di rilievo.

Grande attesa pertanto nella casa di riposo di via Massarotti. Per l’occasione l’ingresso è libero a tutti quanti vorranno fruire di questo insolito e gradito evento che fa onore all’Ensemble che lo ha proposto.

 

Il programma del concerto:

Mozart: Eine Kleine Nacthmusik

Veracini: Concerto Sonata  (Largo e staccato / Allegro)

Bach: Concerto per due violini (Vivace)

Vivaldi: Concerto in mi minore

Brani celebri di musica popolare della tradizione internazionale e giapponese.




Il Cammino di Santiago: riflessioni al ritorno.

Il cammino di Santiago è diventato un richiamo ormai per tanti, soprattutto durante i mesi estivi quando, ragazzi e adulti decidono di intraprendere, a piedi o in bici, il lungo percorso che da Roncisvalle, seguendo il cosiddetto cammino francese, conduce, in 790 kilometri, a Santiago de Composela. Meno frequentato è il cammino antico che segue la costa atlantica e passa da Oviedo o quello portoghese che parte la Lisbona. I pellegrini spagnoli invece percorrono una strada che attraversa diagonalmente la penisola, da Siviglia a Santiago in 1040 kilometri.

Questi alcuni dei cammini, ma quali le motivazioni per il cammino verso Santiago?

Senza pretendere di entrare nel cuore più intimo di ogni persona e tanto meno di permettermi giudizi, è tuttavia evidente che per tanti è un bel percorso di trekking che fa tendenza.

Già nel 2015 i vescovi delle Diocesi spagnole e francesi del cammino avevano pubblicato una lettera pastorale congiunta, intitolata: “Il cammino di Santiago: ricerca e incontro”. Il dato che muoveva la riflessione era che il 70% delle persone che fanno il Cammino non hanno motivi religiosi, ma sono mossi da un vago desiderio di ricerca di senso e di novità nella vita.

Come fare allora affinchè il Cammino di Santiago ritorni ad essere quello per cui è nato? Come fare per intercettare quelle domande di senso che sono nel cuore profondo di ogni persona, superando le apparenze di una semplice esperienza esteriore?

Sono le domande che anch’io mi sono fatto lo scorso mese di giugno mentre attraversavo, con tre amici, le mesetas e i boschi di un tratto del cammino francese da Leon, fino alla meta: un’esperienza bella, fatta di silenzio e di preghiera, di dialogo e di confronto.

Il cammino di Santiago nasce tra il primo e il secondo millennio e porta a questo lembo estremo della Galizia per venerare la tomba dell’Apostolo Giacomo il maggiore, figlio di Zebedeo, fratello di Giovanni, ricordati come “i figli del tuono”. Lo troviamo tra il gruppo ristretto dei discepoli prediletti, testimone della trasfigurazione e chiamato a vegliare nel orto degli ulivi: per lui e per il fratello, la madre aveva chiesto al Maestro un posto di privilegio nel Regno.

Da quanto leggiamo nel libro degli Atti degli Apostoli, Giacomo è il primo dei Dodici a donare la vita per il maestro, ucciso per ordine di Erode, intorno alla Pasqua del 44 d.c.

Avvolte nella leggenda ma accolte dalla tradizione, fin dal VI secolo, sono invece le vicende legate alla presenza di Giacomo in Spagna: una prima volta a predicare il Vangelo con pochi risultati: solo due diventeranno cristiani e lo seguiranno, nonostante le assicurazioni della Vergine Maria che, apparendo a Saragozza su di un pilastrello (Pilar) gli garantiva “un popolo numeroso”; e una seconda volta, con la traslazione del corpo fino in Galiza, in un sepolcro di cui ben presto si perderanno le tracce, riscoperto dall’eremita Pelagio e dal Vescovo Teodomiro che sposterà la sede della Diocesi da Iria Flavia fino sul luogo dove dal sec XI sorgerà la cattedrale del Vescovo Diego Gelmirez, splendida meta del pellegrinaggio, che in massima parte, ancora oggi vediamo.

Chi dunque andava a Santiago lo faceva per motivazioni di fede, di una fede non avulsa dalla vita, ma incarnata nel quotidiano: lungo il Cammino ci si incontrava, si pregava, si partecipava all’Eucaristia.

Per questo è legittima la preoccupazione dei Vescovi spagnoli e francesi, affinchè anche oggi si riscoprano e vivano le dimensioni più autentiche del pellegrinaggio giacobeo. Si sono incontrati anche quest’anno l’11 e il 12 luglio e hanno reso nota una nuova lettera pastorale dal tema “Accoglienza e ospitalità sul cammino di Santiago”. L’ospitalità e l’accoglienza sono due cardini del vero pellegrinaggio, contrassegnati da “segni esteriori”, ma anche dallo sforzo di offrire opportunità che aiutino la ricerca spirituale. Così pure lo stile “fraterno e gioioso nell’accogliere” chi arriva, senza distinzione e la disponibilità nel “mettersi in ascolto profondo” e nel saper rispondere alle domande su Dio, la fede e San Giacomo, per contribuire al cammino di ricerca del pellegrino., e far ritornare l’esperienza del pellegrinaggio “luogo privilegiato d’incontro tra il cuore di Dio alla ricerca dell’uomo, e quello dell’uomo a cui manca l’essenziale”.




Gemellaggio terremoto/45. “Diamoci una mano” il progetto di solidarietà e vacanza nei luoghi del terremoto

Dal 31 luglio al 21 agosto alcune parrocchie e gruppi di giovani della diocesi di Cremona saranno protagoniste di un progetto che le chiamerà ad essere fisicamente presenti nei luoghi del terremoto e che sono già stati oggetto del gemellaggio che ha legato la nostra diocesi con quella di Camerino.

Bozzolo, Castelverde, Pandino e un gruppo di giovani afferenti a Drum Bum di Cremona saranno infatti presenti e attivi nei luoghi martoriati dalle scosse per attività di animazione, di incontro con realtà locali, di scambio di esperienza e di consegna di pacchi di aiuto per le famiglie ancora in difficoltà.

Il progetto coordinato da Caritas Cremonese, che fin dagli inizi del sisma si era attivata ed era presente attivamente in aiuto alle popolazioni, dalla Federazione Oratori Cremonesi che ha pensato e proposto agli oratori questo progetto volto a sensibilizzare i nostri giovani verso quelle terre che ancora oggi, nonostante i media siano un po’ meno interessati, sono ancora soggette a scosse ed hanno ancora bisogno di aiuto.

Questo aiuta concretamente le realtà produttive, economiche e turistiche locali. Saranno inoltre coinvolti in alcune attività ludiche nei Grest di Pian della Pieca e di San Severino.

In particolare una ventina di ragazzi di Bozzolo, che sarà alloggiato a Scopoli dal 31 luglio al 5 agosto, sarà impegnato in attività di animazione ludica per i bambini delle parrocchie di Pian di Pieca e San Severino. Saranno di supporto anche all’animazione liturgica, curando i canti di alcune celebrazioni, nella parrocchia di San Liberato.

Da Castelverde una quarantina di ragazzi che dal 6 al 13 agosto saranno anch’essi impegnati in attività di animazione rivolte ai bambini nelle parrocchie di Pian della Pieca e di San Severino e in particolari animando alcuni pomeriggi per gli anziani della parrocchia di Pian della Pieca.

Una decina di ragazzi di Pandino dal 14 al 21 agosto saranno impegnati nelle attività del Grest a Pian della Pieca e nella consueta attività di animazione a San Severino.

Il folto gruppo Drum Bum, una trentina, composto da famiglie con bambini, accogliendo l’invito degli amici marchigiani, hanno organizzato le loro “vacanze solidali” nei luoghi colpiti dal tremendo sisma.

Questi ultimi due gruppi, vivranno il loro ferragosto in un clima decisamente originale e solidale con le popolazioni del luogo.

Caratterizzerà la “missione cremonese” la maglia degli animatori dei Grest appositamente predisposta per questo gemellaggio. Naturalmente insieme a i tanti materiali utile ai giochi, alle attività e laboratori, che la Federazione Oratori Cremonese, metterà a disposizione di tutti i volontari che si alterneranno nel prossimo mese in cui la parola Grest risuonerà nelle giornate di quelle zone marchigiane che ci sono ormai familiari.

Il 31 luglio e 1° agosto Nicoletta D’Oria Colonna, operatrice Caritas e responsabile del progetto, insieme a Don Antonio Pezzetti (direttore di Caritas Cremonese) e don Paolo Arienti (incaricato diocesano della Pastorale giovanile e presidente FOCr) saranno nelle Marche per “inaugurare” l’esperienza.




Avvisi dalla Curia Diocesana

Da sabato 29 luglio al 16 agosto 2017 la Curia Diocesana, in Piazza S. A. M. Zaccaria a Cremona, resterà chiusa per le ferie estive. La riapertura è prevista giovedì 17 agosto. Dalla stessa data sono attivi nella nuova sede, presso il Centro Pastorale in via S. Antonio del Fuoco, gli Uffici pastorali della Diocesi.

I servizi della Caritas diocesana e della casa dell’Accoglienza resteranno attivi.

Restano presso Palazzo Vescovile – con i consueti orari di apertura – i servizi amministrativi, la Cancelleria, l’Ufficio del Vicario Generale, del Vicario per la Pastorale ed il Clero, del Delegato per la Vita Consacrata e la sede del Tribunale Ecclesiastico diocesano.

Dal 17 agosto sarà possibile per le Parrocchie ritirare – presso Palazzo Vescovile – copie stampate del programma pastorale diocesano 2017/18, con le indicazioni del Vescovo, le attività concordate nelle quattro Aree Pastorali degli Uffici diocesani, con il relativo calendario settembre 2017 / agosto 2018.

Restano invariati i numeri telefonici diretti degli Uffici diocesani e della Federazione Oratori Cremonesi, così come il numero del centralino della Curia diocesana (0372.495.011), da cui sarà possibile avere informazioni sull’operatività degli Uffici e la reperibilità degli incaricati.




I nuovi spazi della Federazione Oratori

La Federazione Oratori Cremonesi ha cambiato sede e già è attiva. Insieme a gran parte degli Uffici Pastorali della Diocesi, ha trovato nuovi funzionali ambienti presso la struttura del Centro Pastorale di via S. Antonio del Fuoco a Cremona, trasferendosi dalla precedente sede del chiostro e della chiesa del Foppone, che sarà destinata ad altro utilizzo. Pochi metri di distanza… ma trasloco abbastanza impegnativo. I servizi della segreteria sono già in grado di accogliere le necessità di Parrocchie ed Oratori, e presto verrà completata anche l’area che ospita il Responsabile e i più stretti collaboratori. Un capiente salone sarà riservato, nel corso dell’anno, ad ospitare attività di formazione di operatori ed educatori. L’area espositiva dei materiali è già operativa. Anche una nuova area seminterrata è stata adibita allo stoccaggio ed archiviazione dei numerosi materiali prodotti dalle varie attività.

Il servizio della Federazione Oratori, dopo l’intenso lavoro dedicato come ogni anno a supportare le attività dei Grest diocesani, sarà sospeso per le ferie estive dal 29 luglio al 20 agosto 2017. Dal 21 al 25 agosto l’apertura sarà solo dalle 9 alle 12. L’orario pieno riprenderà il 28 agosto 2017.




Anche una delegazione diocesana alla 48a Settimana Sociale di Cagliari

Il tema del lavoro, analizzato sotto i diversi punti di vista, come quello della denuncia, del lavoro che non c’è, del lavoro nero, della disoccupazione, delle ecomafie e delle agro-mafie o del problema del caporalato, sarà al centro della 48esima Settimana Sociale, in agenda a Cagliari dal 26 al 28 ottobre. Un appuntamento che vedrà la partecipazione anche di una delegazione diocesana, formata dal vescovo Antonio Napolioni, dal prof. Fabio Antoldi (docente dell’Università Cattolica e membro della Commissione diocesana di Pastorale sociale e del lavoro), e da Lorenzo Pini, un giovane universitario di Cremona.

“Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo e solidale” è il titolo della Settimana Sociale di Cagliari: al centro della riflessione, dunque, un tema cruciale per la vita del Paese. Con l’obiettivo di mettere sul tavolo le attese della gente, naturalmente con una particolare attenzione al territorio che ospiterà la Settimana, non scelto a caso. “Di fronte a noi – ha precisato mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale della CEI per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace – non abbiamo una riflessione teorica, ma i drammi della gente, da chi non ha un lavoro a chi subisce il ricatto dello sfruttamento e del lavoro nero, o piange la perdita di una persona cara a causa dell’inquinamento o di un incidente sul lavoro”. Insieme alla denuncia, però, troverà spazio anche il racconto di “tante buone pratiche, espressione dei territori”, per giungere infine a “proposte concrete per il mondo economico, sindacale, politico”.

L’appuntamento non vuole perciò essere “un convegno come tanti”, ma “tappa di un percorso, già cominciato nei mesi precedenti e destinato a continuare”. E la Settimana sociale, per rispettare la consegna della concretezza, “non vuole parlare di numeri, ma di persone, di vite concrete, di speranze e delusioni, di dignità e solidarietà”, proponendo “all’intera società italiana una direzione di marcia per contribuire a trovare una strada” che porti fuori “dalla crisi in cui versa da troppi anni”, secondo quei quattro “registri comunicativi” già presentati nella “Lettera d’invito” alla Settimana sociale: denuncia, ascolto e narrazione, buone pratiche, proposta.

Per i lavori – cui parteciperanno circa 1.200 persone provenienti da tutt’Italia – è stato scelto un “metodo sinodale”, che sta animando anche il cammino preparatorio. In questa ottica a fine marzo sono state pubblicate le “Linee di preparazione” in vista di questo importante appuntamento ecclesiale.

Linee di preparazione alla 48ª Settimana Sociale

 

Ulteriori prospettive in diocesi

La 48esima Settimana Sociale di Cagliari è solo il primo appuntamento in agenda per l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro, diretto da Sante Mussetola, che comunque, nella seconda parte dell’anno pastorale, intende promuovere occasioni di formazione specifica proprio a partire dalle tematiche sviluppate a Cagliari in un più ampia proposta di formazione di base per adulti a livello di zone pastorali.

Tra gli appuntamenti ormai consolidati, anche per il prossimo anno pastorale, vi sarà il consueto incontro del Vescovo con i rappresentanti del mondo della politica, dell’economia e del sociale. Già fissata la data: il 3 dicembre, nella prima domenica di Avvento; ancora da definire, invece, la location, che si vorrebbe legare alla figura di don Primo Mazzolari.

Martedì 1° maggio si svolgerà quindi la Messa per il mondo del lavoro presso un’attività produttiva del territorio diocesano.

Sempre nel mese di maggio si vorrebbe dare seguito all’iniziativa “Spazio comune del vangelo”: gli incontri saranno focalizzate sul tema missionario a partire dai capitoli 9 e 10 del Vangelo di Matteo, scelti come tema di fondo dell’anno pastorale.

Altre iniziative potranno essere programmate, in sinergia con l’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale del lavoro, nelle zone pastorali o nelle singole parrocchie con la realizzazione di iniziative locali nel quadro del programma pastorale dell’anno.




Fervono i preparativi per Taizè

Si avvicina l’esperienza estiva a Taizé che il Vescovo Antonio ha inteso proporre ai giovani della Diocesi, nel solco del cammino sinodale in corso. Dal 6 al 13 agosto prossimi saranno 70 i partecipanti a questo singolare “pellegrinaggio di fiducia”, da tanti anni convocato sulle colline della Borgogna, in Francia. Una comunità monastica, nata dall’intuizione ecumenica di Frère Roger, che continua ad attrarre giovani di tutto il mondo alle sorgenti del Vangelo.

La settimana di permanenza del gruppo cremonese seguirà i ritmi della normale vita di Taizé: tre momenti di preghiera ogni giorno – nell’armonioso stile cantato che ha fatto conoscere Taizé in tutte le confessioni cristiane –, monenti di condivisione e scambio a piccoli gruppi di differenti nazionalità e lingua, semplicità di vita e spirito di amicizia aperto all’incontro.

La partenza è fissata nel primo mattino del 6 agosto, un pullman e diversi mezzi privati. La prima tappa del pellegrinaggio sarà nella Cattedrale di Susa, dove alle 11,30 il gruppo celebrerà l’Eucaristia presieduta dal Vescovo Antonio. Dopo la pausa pranzo, il viaggio riprenderà attraversando il territorio francese, fino all’arrivo a Taizé previsto nel pomeriggio. L’accoglienza nella grande e affollata tendopoli – organizzata dalla comunità dei monaci e da volontari – consentirà ai partecipanti di installare le tende ed iniziare l’intensa esperienza.

Oltre a mons. Napolioni altri 6 sacerdoti accompagneranno i piccoli gruppi provenienti da diverse realtà parrocchiali.

 

 

 

 

 

Nella settimana di permanenza sono previsti alcuni momenti che il Vescovo ha voluto come prosecuzione degli ascolti sinodali attuati in Diocesi negli scorsi mesi. Il clima spirituale in cui i giovani gradualmente si immergeranno certamente aiuterà a porsi in ascolto reciproco e della voce dello Spirito.




Le prime impressioni di mons. Napolioni al ritorno dal Brasile

Hanno fatto rientro in queste ore dal Brasile il vescovo Antonio e la piccola rappresentanza della Diocesi in viaggio dal 9 al 19 luglio nella vita delle comunità cristiane guidate dei missionari fidei donum cremonesi.

Mons. Napolioni con don Maurizio Ghilardi (responsaabile del Centro Missionario diocesano), don Davide Ferretti (che si è fermato in diocesi di Goiania) e l’avvocato  Paolo Mirri (Comunione e Liberazione) hanno fatto visita a don Attilio Berta e a don Ezio Bellini (a San Paolo del Brasile), a don Emilio Bellani (a Salvador de Bahia) e a don Giancarlo Regazzetti a Quijingue (diocesi di Serrinha).
Sulla via del ritorno, don Ghilardi ha posto al Vescovo alcune domande per un primo bilancio “a caldo” dell’esperienza vissuta in Brasile, segno e inizio di un nuovo percorso per la nostra Chiesa diocesana, chiamata a essere missionaria nelle nostre comunità parrocchiali, ma anche generatrice di nuove occasioni di servizio a favore di Chiese sorelle nel mondo.

Partendo dai primi giorni, dal nostro arrivo a Mogi das Cruzes, cosa ha potuto notare di interessante?
«Il motivo principale della visita è certamente l’incontro con i nostri sacerdoti e quindi raccogliere il contesto ecclesiale e umano in cui si sono inseriti. Ho ammirato quanto sono apprezzati per le opere realizzate ma anche per lo stile della loro presenza nella diversità delle storie di ciascuno. Questa è la prima impressione, senza la pretesa di avere compreso la complessità di un Paese immenso come il Brasile».

Delle esperienze di don Attilio Berta e di don Ezio Bellini che cosa si sente di sottolineare?
«Don Attilio e don Ezio hanno contribuito allo strutturarsi della Diocesi con ruoli diversi a fianco della gente e dei Vescovi in Cattedrale, in Curia e nelle opere sociali, nella formazione dei sacerdoti e dei laici. Questo ci ricorda come la missione non sia soltanto un servizio immediato alle povertà e all’annuncio del Vangelo a chi non lo conosce, ma sia anche l’aiutare una Chiesa a divenire autonoma, a crescere come espressione della presenza di Dio in quel territorio. Ho notato grande intelligenza nei nostri sacerdoti nel saper cogliere gli spazi giusti, a volte anche senza risparmiare provocazioni e stimoli scomodi a consuetudini e interessi di qualcuno. Ho ascoltato con attenzione i racconti soprattutto di don Attilio, che vive una stagione di fragilità, ma anche di amicizia spirituale con persone che hanno apprezzato la sua creatività».

Abbiamo incontrato la realtà di don Giancarlo Regazzetti in un momento particolare della sua vita dal punto di vista della salute. E abbiamo potuto conoscere il suo Vescovo. Di questa esperienza che cosa l’ha colpita?
«Don Giancarlo Regazzetti è tornato in Brasile l’anno scorso, si è inserito in una nuova Diocesi, al servizio di ottanta comunità dell’entroterra – realtà difficilmente raggiungibili che chiedono uno spirito di sacrificio notevole – e ha dato subito testimonianza della sua radicalità evangelica. Forse pagandone anche un prezzo in termini di salute, che ora chiede una sosta e di ritrovare le energie per il futuro».

LA FAVELA DI SALVADOR BAHIA OCCASIONE DI INCONTRI

Della realtà di Salvador de Bahia, e della favela nella quale opera don Emilio Bellani, quale sintesi può fare?
«La prima impressione è legata alla potenza della vita: qui c’è tanta vita, e dove c’è tanta vita c’è anche tanta sofferenza, voglia di riscatto, tanta presenza di giovani e tante sfide da raccogliere. Tuttavia con una sproporzione di forze che sorprende: nel dialogo avuto con l’Arcivescovo e il Vescovo Ausiliare colpisce sapere che qui ci sono meno sacerdoti che a Cremona per una popolazione dieci volte più numerosa. Qui si realizza un meticciato di afro-americani,  indios, italiani, tedeschi, europei… un mondo in miniatura che esplode nella sua complessità e che richiama anche a noi che viviamo in Italia la necessità di fare i conti con il mondo. I due slogan che in Diocesi ci accompagneranno mi sono tornati in mente particolarmante vivi: “Un mondo di vangelo” e “Perchè ci sia vita in abbondanza per tutti”. A Cremona li abbiamo scelti per introdurre una riorganizzazione pastorale che non può essere soltanto viziata dalle nostre preoccupazioni di difenderci e conservare, ma che ci esorta a diventare davvero missionari. Non posso non ricordare con grande piacere la testimonianza che abbiamo ricevuto da tutti i nostri sacerdoti, anche da don Emilio Bellani, che ha ereditato una parrocchia ben impostata, con una chiesa bella e moderna, che sembra stridere tra le baracche della favela, ma che in realtà è un grande segno di speranza per tutta questa comunità di 30mila fedeli. Persone tentate, provocate e divise dalla presenza di chiese evangeliche, di sette e di ogni tipo di offerta religiosa anche sincretista. Dentro le contraddizioni un grande segno di speranza e di comunione ecclesiale di cui i nostri sacerdoti sono protagonisti. Il Movimento di Comunione e Liberazione è certamente la fucina da cui don Emilio e prima di lui altri sacerdoti hanno attivato questa coscienza missionaria. Ora – conclude mons. Napolioni – vedremo come accompagnare questa esperienza perchè non solo il Movimento, ma anche la Chiesa diocesana ne senta la corresponsabilità».

UN’ESPERIENZA CHE LA NOSTRA DIOCESI DEVE CONOSCERE

Nella favela di Salvador de Bahia dove opera don Bellani la comunità ha testimoniato grande affetto verso i nostri sacerdoti e corrispondenza nell’impegno di preghiera e di servizio sociale. «Abbiamo assistito al torneo dei ragazzi – racconta il Vescovo – a una serata con i giovani, addirittura a uno splendido concerto di un’orchestra giovanile che ha attirato persone che vivono in case poverissime, protagoniste di una momento di alto livello culturale. Insomma tutto un servizo all’uomo che è vissuto nel segno del Vangelo, che riempie di consolazione come le tante testimonianze di volontariato, di solidarietà – anche nascoste – che non si immagina di incontrare in realtà degradate agli occhi di chi è abituato a ben altri contesti».

Da un’esperienza particolare come quella missionaria in Brasile escono stimoli importanti anche per la nostra realtà diocesana, come sottolinea il vescovo Antonio: «Sarà importante in questo anno, che a Cremona avrà un’impronta particolarmente missionaria, capire come i tanti sacerdoti, laici, religiosi e religiose – nei decenni partiti per il mondo e che ora non riusciamo altrettanto a garantire – chiedano comunque a noi un rinnovamento perchè questo dono della fede cresce solo mettendolo a disposizione dei fratelli. Diceva S. Giovanni Paolo II: “La fede si rafforza solo donandola”. Questa estroversione della nostra Chiesa va rigenerata continuamente».
Mons. Napolioni anticipa quindi che non mancheranno occasioni, stimoli e  progetti da elaborare insieme, ascoltando ulteriormente l’esperienza di chi è partito e tornato. Non solo: possono essere anche realizzati cantieri di fraternità e scambio fra Chiese anche di breve durata, per qualche mese, per un campo di lavoro, per un’esperienza giovanile… proseguendo rispetto a iniziative già avviate, ma anche moltiplicandole perchè anche la nostra pastorale ordinaria sia aperta a questo mondo nel quale il vangelo è ben presente. Un mondo da riscoprire anche da noi come motore di un cambiamento che fatichiamo a realizzare da soli.

Anche l’incontro con i giovani della parrocchia di don Bellani – un incontro messo in parallelo con la realtà del Sinodo dei giovani della nostra diocesi – diventa un’esperienza da non dimenticare in diocesi di Cremona, come evidenzia il Vescovo: «In Brasile c’è la giovinezza del mondo in termini quantitativi perchè è impressionante vedere il numero di bambini, ragazzi e giovani nelle scuole, lungo le strade, che chiedono ai loro coetanei di aprire gli occhi, di non invecchiare precocemente. Un dialogo tra le realtà giovanili del mondo è stato avviato da tempo, attraverso le giornate mondiali della gioventù ad esempio. Non si tratta di creare ulteriori eventi ma di utilizzare quei canali di comunicazione che i giovani, con la tecnologia, conoscono meglio di noi e che permettono occasioni di incontro, scambio, “sogno” – come dice papa Francesco – dei quali abbiamo bisogno. Questo ci ricorda di non vivere il Sinodo dei giovani ripiegati su noi stessi, ma con le antenne ben alzate su ciò che accade anche a opera dello Spirito Santo in tutti i continenti».

 

Photogallery dell’ultimo giorno (17 luglio)

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