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Giornata del malato, mons. Napolioni: «Samaritani gli uni degli altri»

Fare propria la tenerezza di Dio, sull’esempio e la garanzia di Maria, per diventare buoni samaritani gli uni degli altri, nella consapevolezza che, prima o poi, a turno, ognuno si troverà morente lungo la strada. Questo l’invito espresso dal vescovo Antonio Napolioni in occasione della celebrazione diocesana della Giornata mondiale del malato che, come ogni anno, è stata celebrata l’11 febbraio, nella memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes.

L’appuntamento quest’anno è stato a Bozzolo. Una scelta non casuale visto che proprio 80 anni fa, nel 1937 don Primo Mazzolari scriveva “Il Samaritano”, icona per eccellenza di chi assiste poveri e sofferenti. Un testo che, pubblicato un anno dopo per motivi di censura, sa coniugare analisi psicologica dei personaggi e rivisitazione dell’ambiente scenico: ai suoi occhi, la parabola evangelica del Samaritano è una sintesi della vita stessa. Il Samaritano diventa così storia di salvezza e ogni vicenda di redenzione si trova rappresentata in quei gesti.

 

La celebrazione in chiesa

Nel pomeriggio di sabato 11 febbraio l’appuntamento è stato nella chiesa parrocchiale di Bozzolo, proprio lì dove si trova la tomba del celebre parroco per il quale è in corso il processo di beatificazione. Alle 15.30 la recita del Rosario, a seguire la Messa presieduta dal Vescovo.

In prima fila erano presenti naturalmente gli ammalati, chi sulle carrozzine chi accompagnato dai propri familiari. Ma a garantire a tutti la possibilità di spostamento c’erano anche i volontari dell’Avulss e le dame e i barellieri dell’Unitalsi, guidati dalla presidente Maria Enrica Lambri.

Insieme al Vescovo hanno concelebrato l’Eucaristia alcuni sacerdoti, tra i quali il parroco don Giovanni Maccalli che, all’inizio della liturgia, ha porto il proprio saluto.

Sull’altare anche l’incaricato diocesano per la Pastorale della salute, don Maurizio Lucini, il vicario zonale don Luigi Pisani, don Ernesto Marciò (parroco di Cividale Spineda), don Elio Culpo (della Piccola Betania alla Badia) e don Emilio Bini (residente in paese). Ha prestato servizio all’altare il diacono permanente Eliseo Galli. Accanto al cerimoniere don Flavio Meani, il vicario don Gabriele Barbieri, che ha coordinato il gruppo dei ministranti.

 

La riflessione del Vescovo

Il Vescovo ha voluto iniziare l’omelia con l’interrogativo, provocatorio, su chi sono realmente i malati e i sani. Perché lo star bene non è solo questione di diagnosi mediche. Se la salute del corpo è certamente la prima necessità, visto che le precarietà di salute rendono l’intera vita più difficile, è però guardando all’esperienza di Lourdes che mons. Napolioni ha voluto aiutare a capire ciò che realmente fa star bene. «Non dimentichiamo che l’uomo – ha precisato il Vescovo – è fatto di corpo, mente e anima». Ognuna di queste parti può essere malata.

Quindi una riflessione sul «male inevitabile da affrontare», ma anche sull’immenso amore messo in circolo da Dio. Un male che dunque, per quanto grande, rimane comunque circondato dalla misericordia di Dio, ha ricordato il Vescovo citando S. Agostino attraverso Giovanni Paolo II.

E ha proseguito, rileggendo la pagina evangelica: «I cristiani non possono limitarsi a non uccidere. Potremmo dire che per noi il comandamento è: non ti ammalerai e non farai ammalare». Evitando le cose che fanno male al corpo, ma anche alla mente e al cuore. «Come una certa televisione, le chiacchiere, il pessimismo. E con che facilità noi possiamo contagiare gli altri di questi virus terribili, che ci rendono ancora più deboli davanti alle prove della corpo».

Quindi il messaggio di speranza, per la possibilità di guarigione di se stessi e nei confronti degli altri: «Chi di noi non conosce sante famiglie, sante storie di grandi sofferenze portate con grande dignità». E qui il ricordo personale dell’amico che da 10 anni è immobilizzato dalla Sla.

Paure e debolezze che non tolgono di sentirsi amati da Dio con la capacità di riconoscere che, comunque, la vita è bella. La certezza di essere amati che scaturisce dall’Incarnazione con Dio che «vuole che ognuno di noi sia per l’altro un riflesso della sua presenza».

Rifacendosi al messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del malato di quest’anno ha sottolineato due aspetti. Anzitutto l’esigenza che chi sta male non sia un numero (e un peso), ma una persona, con la sua storia e la propria sensibilità. Da accostare in punta di piedi, da fratelli, con la tenerezza di Dio di cui Maria è garante.

Infine il riferimento a don Mazzolari, che proprio 80 anni fa scrisse “Il Samaritano”. «Ci aiuti con la sua preghiera, e noi invochiamolo affinché prendiamo il gusto di essere gli uni samaritani degli altri, sapendo che prima o poi, a turno, siamo tutti mezzi morti lungo la strada. Ma se avremo imparato a uscire da noi stessi e a venirci incontro allora sì che la civiltà dell’amore che Paolo VI prefigurava 50 anni fa cresce in mezzo a noi». E ha concluso: «Preghiamo gli uni per gli altri, guardiamoci con benevolenza, soccorriamoci quando è necessario, ringraziamo coloro che dedicano la vita ai più deboli con la loro professionalità e la loro vocazione. Tutto mettiamo nelle mani di Dio: Maria garantisce che la tenerezza di Dio diventerà la nostra».

Al termine della Messa, animata dalla corale parrocchiale, l’omaggio alla Vergine con l’offerta del cero e dei fiori e la recita della preghiera.

Il messaggio del Papa per la Giornata

Photogallery della celebrazione

 

La visita alle strutture sanitarie

Il pomeriggio del Vescovo a Bozzolo è proseguito, dopo la Messa, con la visita ai ricoverati della casa di riposo e del presidio riabilitativo.

Prima tappa presso la “Domus Pasotelli Romani” che, gestita dalle Piccole Suore della S. Famiglia, accoglie circa un centinaio di anziani. Dopo il momento d’incontro nella sala comune, dove mons. Napolioni si è intrattenuto con i presenti, salutati personalmente e con i quali ha condiviso un momento di preghiera, prima di ricevere un gradito dono. Tra i presenti anche don Giuseppe Giussani, a lungo presidente della Fondazione Mazzolari e don Alberto Crovetti, originario della diocesi di Camerino. La visita è continuata con l’incontro con i responsabili della struttura e la visita agli anziani allettati.

Photogallery della visita alla Domus

 

Successiva tappa presso il presidio riabilitativo multifunzionale “Don Primo Mazzolari”, dell’Asst di Mantova “Carlo Poma”. Accolto dal direttore sanitario, alla presenza anche del sindaco Cinzia Nolli, il Vescovo si è quindi recato in cappella per un momento di spiritualità guidato dal gruppo della Piccola Betania alla Badia.

Poi, accompagnato dai medici e dagli operatori sanitari, oltre che da don Culpo, ha visitato i reparti, dove ha dedicato tempo e attenzioni agli oltre 70 ricoverati, alcuni incontrati durante la cena e altri nelle stanze. Nell’occasione il Vescovo ha invitato a seguire gli importanti progetti intrapresi sempre all’insegna del dialogo e nella sinergia tra Chiesa e Istituzioni, nella consapevolezza che faro per le scelte da compiere deve essere sempre la ricerca del bene comune.

Photogallery della visita all’ospedale Don Mazzolari




Dal 13 febbraio catechesi per giovani e adulti nel teatro “C. Ferrini” di Cremona

Al via il 13 febbraio a Cremona, presso il teatro “C. Ferrini” di S. Agata, in corso Garibaldi 121, le catechesi promosse dal Cammino Neocatecumenale per giovani e adulti. La proposta proseguirà ogni lunedì e giovedì sera, alle ore 21. “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e vi ristorerò” è lo slogan scelto per l’iniziativa citando il versetto 28 del capitolo 11 del Vangelo di Matteo.

Locandina




Pellegrinaggi e turismo religioso: tutte le mete 2017

Domani, lunedì 6 marzo, la diocesi di Cremona si farà pellegrina in Terra Santa con 220 cremonesi guidati dal vescovo Napolioni, ma l’ufficio di pastorale del Turismo e del tempo libero guidato da don Roberto Rota ha già in cantiere molte altre proposte per il 2017.

Tra le mete più ambite quest’anno – dato l’anniversario centenario – è il santuario mariano di Fatima, la località del Portogallo dove tra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917 la Vergine Maria è apparsa ai tre pastorelli Francesco, Giacinta e Lucia. «Una apparizione – spiega don Rota – che si pone all’interno del mistero della Chiesa, quasi un annuncio e prefigurazione di quei “tempi nuovi” che passano inesorabilmente attraverso la sofferenza del “Vescovo vestito di bianco che viene colpito a morte”, richiamo all’attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981.  Cent’anni dunque da quei giorni attraversati dal primo conflitto mondiale e per noi oggi invito alla preghiera e alla penitenza perché quel “mai più la guerra” possa diventare vero per tutti».  I pellegrinaggi saranno tre: 5-7 maggio; 11-14 giugno; 17-20 settembre.

Una seconda opportunità riguarda i cinquecento anni della Riforma protestante, con l’invito alla riscoperta del suo fautore, Martim Lutero, personaggio controverso e difficile da decifrare. «Il viaggio programmato dal 9 al 13 maggio – continua il sacerdote – ci porterà  in Germania a visitare la sua città natale di Eisleben, Erfurt, Wittemberg luogo della pubblicazione delle 95 tesi che diedero inizio alla riforma e alcune altre importanti città tedesche come Dresda e Lipsia».

Esperienza singolare sarà invece quella di un piccolo gruppo che, nel mese di Luglio, percorrerà a piedi un tratto del Cammino di Santiago, fino alla nota città della Galizia che custodisce la tomba dell’Apostolo.

L’ufficio promuove inoltre un viaggio in Messico, al Santuario di Guadalupe e nei luoghi delle antiche civiltà pre-colombiane dal 25 aprile al 5 maggio, un itinerario nelle repubbliche baltiche  dal 26 maggio al 2 giugno, un viaggio alla scoperta delle più belle cattedrali romaniche della Puglia con visite a Matera e alla Reggia di Caserta dal 18 al 22 settembre, per concludere con un itinerario nel deserto del Negeb e in alcune località archeologiche di Israele come Masada ed Ebron, dal 5 al 12 ottobre.

L’agenzia Profilotours, supporto tecnico dell’ufficio, ha predisposto tutti i programmi, scaricabili dal sito www.profilotours.it.




Il lavoro e le start up domenica a TDS

Domenica 18 febbraio alle 18.30 ritorna a Cremona l’appuntamento con “Traiettorie di sguardi” presso l’oratorio del Maristella. Cuore di questo penultimo appuntamento sarà il lavoro che sarà presentato dalla prof.ssa Patrizia Cappelletti della Facoltà di Sociologia presso l’Università Cattolica di Milano.

Il percorso TDS è rivolto ai giovani (20-30 anni) della diocesi di Cremona con lo scopo di indagare, attraverso vari linguaggi espressivi, le più significative aspettative di realizzazione dei giovani d’oggi.

Il tema scelto in questo anno è “Il Sale della Terra – Giovani, per trasmettere il gusto della vita”: il sale è ciò che da sapore, ma anche ciò che preserva dalla corruzione, ciò che aiuta a custodire, a conservare. La comunità cristiana è sale quando vive e resta fedele alle beatitudini, quando è capace di pagare di persona la fedeltà a Dio e all’uomo.

Insieme ad alcuni giovani creatori di start up – Filippo Berto (www.bertosalotti.it) e Giuseppina Brignoli (www.rigeneracremona.it) -, l’ospite Patrizia Cappelletti affronterà la tematica del lavoro cercando di rispondere alle domande: come vivere oggi lo spazio del tempo del lavoro? è possibile coniugare la realizzazione di se stessi e contribuire alla realizzazione di altri e di altro?

L’incontro del 18 febbraio parte dall’analisi che il lavoro si muove tra precarietà e desiderio di autonomia, ricerca dell’espressione del sé e compromessi continui tra aspirazioni e dato di realtà, strumentalità e senso si incrociano e si scontrano, mettendo in fibrillazione le traiettorie di persone e di gruppi sociali.

 

Brochure di Tds 2016/2017

 

Resoconto dei precedenti incontri




Domenica al Maristella incontro con frère John di Taizé

Il Sinodo diocesano dei giovani, giunto alla fase preparatoria, vive un momento di particolare intensità domenica 12 febbraio, alle 19.30 presso la chiesa del Maristella, a Cremona. Frère John, di Taizé, la comunità ecumenica francese che nel prossimo agosto sarà meta del pellegrinaggio cremonese guidato dal Vescovo, incontra i giovani della Diocesi.

L’appuntamento, promosso dall’Ufficio diocesano di pastorale giovanile, intende essere un primo approccio alla straordinaria avventura di fede che da più di 70 anni convoca giovani appartenenti alle diverse confessioni cristiane, provenienti da tutto il mondo, alla ricerca di un rinnovato dialogo con Dio e con la realtà in cui vivono.

Il programma della serata prevede la presentazione dell’identità e della proposta di Taizé, nella testimonianza di due fratelli della Comunità, una semplice condivisione della cena presso il centro parrocchiale (ogni oratorio è invitato a portare il cibo da condividere), e la preghiera secondo l’inconfondibile stile di Taizé, sostenuta dal canto e dall’ascolto profondo della Parola. A curare quest’ultima tappa dell’incontro sarà un gruppo di giovani cantori e musicisti di Crema e Cremona, amici di lunga data della Comunità interconfessionale.

L’occasione sarà preziosa anche per conoscere dettagli importanti circa il pellegrinaggio dal 6 al 13 agosto prossimi: in questo senso sarà distribuito ai presenti, e agli oratori della diocesi, un dvd contenente un messaggio del vescovo Antonio, date e riferimenti per prenotazioni e costi, materiali da poter utilizzare in Parrocchia per favorire la conoscenza e l’adesione alla proposta estiva.

Il pellegrinaggio a Taizé, nel cuore dell’estate 2017, non è una scelta casuale. È un invito particolare del Vescovo a coloro che saranno i protagonisti della stagione sinodale. «Non saremo a Taizé come turisti – ha commentato don paolo Arienti, incaricato diocesano della pastorale giovanile – ma come giovani, sacerdoti ed educatori che si pongono l’unico scopo di condividere lo spirito, il ritmo di vita di questa straordinaria esperienza di Chiesa, il sogno di un incontro tra giovani di tutto il mondo alla ricerca della fede. Un progetto che speriamo in molti, come singoli e come gruppi di oratorio, possano inserire nella propria agenda estiva».

Nei giorni scorsi, proprio in vista del pellegrinaggio di agosto e dell’incontro cremonese del 12 febbraio, don Arienti ha effettuato un sopralluogo a Taizé.

Photogallery di Taizè




Giornata del malato, l’11 febbraio Messa del Vescovo a Bozzolo

Sabato 11 febbraio, nella memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes, si celebra come ogni anno la Giornata mondiale del malato. “Stupore per quanto Dio compie:
«Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…» (Lc 1,49)” è il titolo del messaggio scritto da Papa Francesco per questa 25esima edizione che in diocesi sarà celebrata con la Messa presieduta, nel pomeriggio, dal vescovo Antonio Napolioni nella chiesa parrocchiale di Bozzolo. In vista di questo appuntamento abbiamo incontrato don Maurizio Lucini, incaricato diocesano per la Pastorale sanitaria.

 

Don Lucini, la Giornata mondiale del malato “compie” 25 anni: che cosa ha da dire oggi questa ricorrenza?

«La domanda che ci possiamo porre è: a che punto siamo nelle nostre comunità per quanto concerne una reale pastorale della salute? Dove ci hanno portati 25 anni di Giornate del malato? Alcuni anni fa nei piani pastorali si parlava di emergenza educativa. Certamente è un’emergenza ancora attuale, ma c’è un’altra emergenza che forse non è considerata abbastanza: è l’emergenza di una consolazione di chi è afflitto dalla malattia o dalla solitudine dovuta alla tarda età. Questa emergenza, a differenza della prima, è potenzialmente terreno fertile per una nuova evangelizzazione o, come si dice oggi, terreno di missione. È proprio in queste situazioni di fragilità che vengono poste domande esistenziali e si è aperti alla ricerca di senso. Quale terreno migliore per seminare e annunciare il Vangelo».

Dai dati statistici è evidente la crescita del numero degli anziani.

«Sì, il dato è sotto gli occhi di tutti. L’età media della vita si è allungata, ma con essa sono aumentate anche le patologie legate all’invecchiamento. Molti sono gli anziani con patologie croniche e quindi bisognosi di assistenza. Nella nostra diocesi sono presenti più di 50 realtà sanitarie e la maggior parte di esse sono RSA: si tratta di realtà con un bacino considerevole di persone che quotidianamente fanno i conti con le domande fondamentali della vita. Non dimentichiamo poi gli ammalati o gli anziani presenti nelle abitazioni private. A fronte di un mondo così bisognoso di vicinanza, di sete di senso e di ricerca di salute/salvezza, credo che come Chiesa non abbiamo fatto ancora una riflessione seria e profetica. Certo si è fatta un po’ di strada con l’istituzione, ad esempio, dei ministri straordinari della comunione, ma è ancora troppo poco».

Come Ufficio che cosa proponete?

«Come Ufficio già da diversi anni cerchiamo di sensibilizzare le comunità affinché si formino cristiani preparati e capaci di entrare in questa terra sacra che è il mondo della sofferenza, li abbiamo chiamati “ministri della consolazione”. Io e altri componenti dell’equipe che partecipa al progetto siamo disposti a formare e accompagnare questi “operatori di misericordia”. Mi si può contattare personalmente oppure visitare i siti internet www.diocesidicremona.it/salute oppure www.pastoralesalutecremona.it, dove è possibile trovare tutte le informazioni necessarie».

Che cosa è previsto quest’anno in diocesi per la Giornata del malato?

«Come ogni anno la Giornata si concretizza a livello diocesano in una celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo in un luogo significativo. Quest’anno sarà la parrocchia di Bozzolo per una particolare ricorrenza: gli 80 anni dalla stesura, da parte di don Primo Mazzolari, del testo “Il Samaritano”, icona per eccellenza di chi assiste poveri e sofferenti. Alle ore 15.30 è prevista la recita del Rosario condotto dall’UNITALSI e alle 16 la Messa. Gli ospiti della RSA “Domus Pasotelli” saranno accompagnati alla celebrazione dai volontari e dalle dame e barellieri dell’UNITALSI. Dopo la celebrazione il Vescovo visiterà il presidio riabilitativo multifunzionale “Don Primo Mazzolari”».

 

Messaggio del Papa per la 25° Giornata mondiale del malato




L’Unitalsi continua a puntare sui giovani

La Giornata mondiale del malato dell’11 febbraio segna una delle tappe fondamentali dell’anno associativo dell’Unitalsi che, dunque, come sempre prenderà parte alla celebrazione diocesana in programma a Bozzolo alla presenza del vescovo Antonio Napolioni.

«Parteciperanno circa cinquanta persone – precisa Maria Enrica Lambri, presidente della sottosezione cremonese dell’Unitalsi – tra dame e barellieri, pellegrini e malati. I nostri volontari aiuteranno anche gli ospiti delle strutture geriatriche della cittadina accompagnandoli in chiesa della celebrazione. È sempre un momento intenso dove le parole della Vergine Maria risuonano nel cuore “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Grandi cose ha fatto il Signore per ciascuno di noi, dobbiamo avere gli occhi dell’anima aperti per vederle e capirle».

L’anno associativo per l’Unitalsi di Cremona era iniziato il 27 novembre scorso con la celebrazione della Giornata dell’adesione. Un momento di particolare significato per i volontari che rinnovano il loro desiderio di servire i fratelli ammalati.

«Dopo il ritiro di Avvento – precisa ancora la Lambri – tenuto dall’assistente spirituale don Maurizio Lucini nella chiesa di Sant’Abbondio, dove il centro della meditazione è stato l’amare con il cuore di Maria, e la preghiera silenziosa nella Santa Casa, si è proseguito nel cammino associativo con l’assemblea annuale dei soci tenutasi domenica 29 gennaio. L’incontro è stato introdotto sempre da don Lucini che, dopo la lettura del Vangelo di Luca sulla visita di Maria a Santa Elisabetta, riprendendo anche l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium, ha focalizzato l’attenzione sulla Vergine Maria che deve essere la nostra formatrice. Nell’incontro tra lei e la cugina Elisabetta, la profezia si incontra con la parola incarnata. Anche noi possiamo identificarci in queste due donne: in Elisabetta quando portiamo nella nostra vita la profezia di Dio aprendoci agli ultimi ed in Maria quando portiamo la parola di Dio nel nostro grembo per poi condividerla con gli altri».

I soci ausiliari ed effettivi intervenuti all’assemblea di fine gennaio sono stati circa quaranta: nell’occasione è stato approvato il bilancio dell’associazione ed è stata analizzata la vita associativa prendendo in esame i vari momenti proposti dal Consiglio Direttivo.

I soci Unitalsi Cremona sono oggi circa 200: di cui 48 effettivi, 60 ausiliari, 50 pellegrini e circa 50 ammalati.

«In questi ultimi anni – continua la presidente – la nostra associazione ha cercato di coinvolgere i giovani della diocesi con proposte formative rivolte, su richiesta, agli oratori. I giovani non si sono fatti aspettare, anzi circa una quarantina ha partecipato ai pellegrinaggi a Lourdes svolgendo un servizio come volontari e mettendosi in gioco anche con un cammino spirituale. I giovani provenienti da varie parti della diocesi non si sono fatti spaventare nemmeno dalla distanza dei vari paesi e con i mezzi tecnologici a disposizione si tengono costantemente in contatto e periodicamente si incontrano per aumentare la comunione tra loro. Questo è segno che l’esperienza a Lourdes è rimasta nel loro cuore e che la Madonna ha creato tra loro un legame profondo e duraturo».

Periodicamente poi, i giovani si sono presi l’impegno di stilare un giornalino online denominato “E vidi che servire era gioia”. «Il titolo – conclude Maria Enrica – è tutto un programma. I ragazzi sono disposti a dare testimonianza di quello che hanno vissuta ad altri giovani di altri Oratori».

Già fissate le date dei pellegrinaggi: dal 12 al 15 maggio l’Unitalsi lombarda sarà al Santuario della Santa Casa di Loreto (viaggio in pullman da Cremona – iscrizioni entro il 31 marzo o ad esaurimento posti). Dal 10 al 15 settembre sarà proposta la trasferta al santuario di Lourdes con viaggio in pullman (anche attrezzato per disabili e malati), iscrizione entro il 31 luglio o ad esaurimento posti. Infine domenica 24 settembre l’associazione parteciperà al pellegrinaggio diocesano a Caravaggio, in apertura dell’anno pastorale 2017-2018. Per i giovani che aderiranno alla proposta di Loreto e Lourdes sarà rilasciata attestazione per i crediti formativi.




Il 23 febbraio al Monteverdi “Riflessi” per il progetto “Bodydidire”

Sarà presentato ufficialmente la sera di giovedì 23 febbraio al teatro Monteverdi di Cremona, in anteprima assoluta per educatori, insegnanti e operatori della pastorale giovanile, lo spettacolo “Riflessi”, realizzato all’interno di “Bodydidire”, il progetto ideato per una riflessione sui vissuti corporei connessi alla costruzione dell’identità, agli attacchi al corpo, all’alimentazione e all’utilizzo dei social media.

 

Il progetto “Bodydidire”

L’attenzione al corpo negli ultimi anni è cresciuta sempre di più nei processi educativi e istruttivi, anche se rimane una dimensione da coltivare con maggior determinazione per poter rendere il fatto educativo sempre più globale per la persona. Il corpo è sede di potenzialità e competenze, dimensione della persona che la porta ad esprimere capacità relazionali e vissuti emotivi.

Vista la crescente difficoltà degli adolescenti ad accettare la propria corporeità e degli adulti ad accompagnarli e accorgersi precocemente di segni di disagio, il progetto “Bodydidire” si propone di sostenere la riflessione sui vissuti corporei connessi alla costruzione dell’identità, agli attacchi al corpo, all’alimentazione, all’utilizzo dei social media (attenzione al rapporto corpo reale/corpo virtuale).

Capofila del progetto è il Consultorio Ucipem di Cremona, che da anni incontra, sia nella propria sede che nelle scuole e negli oratori, adolescenti, giovani e adulti sulle tematiche dell’affettività.

La realizzazione di “Bodydidire”, sostenuto dal contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona, conta inoltre sulla collaborazione della Federazione Oratori Cremonesi, che non smette di cercare proposte sempre più puntuali ed efficaci per rispondere ai tanti bisogni che arrivano dal territorio.

Sono poi partner del progetto anche l’Asst di Cremona (Azienda socio-sanitaria territoriale, cioè l’Ospedale Maggiore), la cooperativa “Gruppo Gamma“, “Il Laboratorio” (che curerà un laboratorio di danza-movimento-terapia) e la “Compagnia dei Piccoli” (che ha realizzato lo spettacolo teatrale “Riflessi”).

Il progetto “Bodydidire”, infatti, comprende diverse attività. Quali incontri in piccolo gruppo per adolescenti e adulti, cicli di conferenze, percorsi educativi ad hoc, un servizio di consulenza individuale con una nutrizionista, un servizio di consulenza psicologica e gruppi di danza-movimento-terapia.

Brochure del progetto

 

Lo spettacolo “Riflessi”

Particolarità di questo progetto è lo spettacolo teatrale “Riflessi”, che ha l’obiettivo di agganciare i ragazzi e gli adulti per le altre attività. Si tratta di una pièce teatrale nata dal desiderio di raccontare il lavoro con adolescenti e giovani degli ultimi anni.

Un gruppo di attori, psicologi e educatori hanno lavorato insieme per creare uno spettacolo rivolto agli adolescenti che possa far emergere domande e riflessioni su temi grandi come l’identità, le relazioni, la corporeità e i gesti della sessualità.

Sul palco tre attori con una serie di scene intrecciate tra loro per dare corpo a una serie di situazioni che permetteranno al pubblico di guardarsi allo specchio. In scena vi sono quindi tre ragazzi, interpretati da Elena Bellanova, Mattia Cabrini e Andrea Migliorini, che non si accontentano di una vita preconfezionata e che rischiano di viverla davvero cercando il miglior modo possibile per essere felici con gli altri. Questo li porterà ad attraversare sguardi pesanti che li incasellano e li misurano, ma anche leggeri che li accompagnano nelle decisioni e li sollevano nei momenti di difficoltà.

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«L’adolescenza a volte viene concepita come una scatola in cui tutte le differenze e i percorsi personali vengono ridotti ad un processo di crescita corporea in cui i soggetti diventano oggetti – afferma Marco Rossetti che cura la regia dello spettacolo –. Scatole troppo corte, troppo strette, troppo sicure la cui sola chiave per uscirne è la relazione con l’altro».

Usciti da queste scatole che cosa troveranno? Un gruppo di amici da guadagnarsi, un incontro d’amore, un appetito smisurato, la voglia di far rumore, un vestito da scegliere, adulti da cercare …

«Sulla scena – raccontano i tre interpreti – siamo tre ragazzi che rompono le scatole e scelgono di uscire da sé stessi per correre il rischio di crescere».

Le coreografie sono a cura di Marianna Bufano, psicoterapeuta presso il Consultorio Ucipem e insegnante di danza de “Il Laboratorio”.

I testi sono scritti dagli attori e sono frutto della collaborazione con gli operatori del Consultorio UCIPEM e della Pastorale giovanile diocesana, ma anche dal contributo di ragazzi che in forma anonima hanno scritto riflessioni, racconti, temi scolastici, pagine di diario e canzoni che hanno ispirato le diverse scene.

Lo spettacolo è stato pensato come “esportabile” perché possa incontrare il maggior numero di ragazzi presso le scuole e gli oratori che lo richiederanno.

L’anteprima per educatori, insegnanti e operatori della pastorale giovanile giovedì 23 febbraio, alle ore 20:30, al teatro Monteverdi di Cremona. Prenotazione obbligatoria scrivendo a segreteria@ucipemcremona.it.

Locandina dello spettacolo         Invito allo spettacolo del 23 febbraio




Sabato anche a Cremona torna il Banco Farmaceutico

Sabato 11 febbraio si svolgerà anche a Cremona la XVII Giornata di Raccolta del Farmaco. In 101 Province, nelle oltre 3.600 farmacie che aderiscono all’iniziativa e ne espongono la locandina, sarà possibile acquistare uno o più medicinali da banco da donare ai poveri, assistiti dai volontari di Banco Farmaceutico (anche quest’anno sono più di 14.000). I farmaci acquistati saranno consegnati direttamente agli oltre 1.600 enti assistenziali convenzionati con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus.

Durante la Giornata del 13 febbraio 2016, sono stati raccolti 353.851 farmaci, per un controvalore commerciale pari a circa 2 milioni di euro. Ne hanno beneficiato oltre 557.000 persone assistite dagli enti convenzionati. In 16 anni, la Giornata di Raccolta del Farmaco ha raccolto oltre 4.100.000 farmaci, per un controvalore commerciale di circa 24 milioni di euro.

In 3 anni, la richiesta di farmaci da parte degli enti convenzionati con Banco Farmaceutico è salita del 16%, a fronte del costante aumento degli indigenti assistiti: gli utenti complessivi, inoltre, sono cresciuti nel 2016 del 37,4% (nel 2016, gli enti sostenuti da Banco Farmaceutico hanno aiutato oltre 557mila persone, il 12% dei poveri italiani). Le difficoltà, infine, non riguardano solo i poveri: oltre 12 milioni di italiani e 5 milioni di famiglie hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per ragioni di tipo economico. E’ quanto emerge dall’ultima edizione di “Donare per curare: Povertà sanitaria e Donazione Farmaci”, il rapporto sulla povertà sanitaria realizzato da Banco Farmaceutico in collaborazione con l’Osservatorio Donazione Farmaci.

La Giornata si svolge sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, in collaborazione con Aifa, CDO Opere Sociali, Federfarma, Fofi, Federchimica Assosalute e BFResearch. L’iniziativa è realizzata con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Teva, Doc, Eg, Avvenire e TV2000.

“Invito tutti coloro che possono permettersi una spesa di pochi euro ad andare in farmacia e donare col cuore; pensando a quanti – e spesso si tratta dei nostri vicini di casa – nel nostro Paese quella spesa non possono permettersela, anche se necessaria per poter stare bene: ci sono 4,6 milioni di poveri (500mila in più dell’anno precedente) in Italia, molti dei quali non possono spendere neanche un euro per il ticket, sono privi del medico di base perché fuori da ogni contesto sociale, o sono anziani, lavoratori disoccupati, mamme sole e migranti che hanno perso tutto”, ha dichiarato Paolo Gradnik, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus.




Gemellaggio terremoto/29. Appello per il violino Riccucci

Pian di Pieca, 9 febbraio 2017

Don Luigi ed io abbiamo incontrato Adriano Campugiani, appassionato di musica, ex dipendente del Comune di San Ginesio che si occupava anche della cultura. Finalmente ho conosciuto la storia di san Ginesio: era un istrione, un mimo e musico romano che intratteneva l’Imperatore Diocleziano specialmente deridendo i riti religiosi cristiani. Proprio durante una di queste rappresentazioni, “nel dileggio del battesimo, non diversamente da Saulo sulla via di Damasco, alla parola credo fu folgorato realmente … e si professò cristiano vero davanti all’imperatore che comandò che fosse subito decollato” (Armellini Luigi Maria, “Incontro con San Genesio” Estratto da “Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche”, Ancona 2008).

Mi ha raccontato anche alcune cose interessanti circa la sezione moderna “strumenti” del Museo Civico “S. Gentili” di San Ginesio, in particolare rispetto al violino costruito nel 1838 dal maestro Alessandro Riccucci, e donato a questo museo dal prof. Enrico Fronticelli di Roma in occasione della visita alle reliquie del santo patrono dei liutai nel 1959, conservato fino al 24 agosto scorso in una bacheca del Museo. Fortuna vuole che, dal momento che il 25 agosto ricorre la festa di S. Ginesio, il violino fosse fuori perché affidato al violinista (uno dei vincitori del Concorso internazionale “Postacchini” di Fermo) che avrebbe dovuto suonarlo al concerto il giorno seguente. “Questo prestigioso strumento musicale ad arco, in luogo del classico riccio, al termine del manico, ove hanno sede i piroli per la tensione delle corde, presenta una testina zoomorfa bifronte, provvista di doppio occhiello per infilarvi la cordicella di sostegno nel caso si voglia appendere lo strumento ad una parete… Dell’espertissimo maestro liutaio di San Ginesio, la cui attività si è purtroppo spenta, non essendovi stati in loco suoi epigoni, al momento sappiamo ben poco… di lui oggi non resta alto che il suo meraviglioso violino sul cui fondo, all’interno della cassa armonica, egli applicò, com’è solito fare anche oggi qualsiasi maestro liutaio, un cartellino con la seguente iscrizione: Alessandro Riccucci, di S. Ginesio 1838, mano propria” (Armellini Luigi Maria, “Incontro con San Genesio” Estratto da “Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche”, Ancona 2008).

Questo prezioso violino necessita di essere restaurato. Sarebbe un bel gesto per la città di Stradivari accogliere questa sollecitazione e farne dono al Comune di San Ginesio. Inoltre, il Sindaco di San Ginesio attraverso il sig. Adriano, sarebbe contento di attivare una sorta di gemellaggio continuo con i liutai di Cremona per organizzare ogni anno qualche evento intorno al violino di Riccucci.

Presso il Museo Civico di San Ginesio, adesso lesionato e inagibile a causa del terremoto, sono conservati anche: un violino da studio per bambini, una viola da braccio settecentesca ed una viola da gamba cinquecentesca.

La storia lega San Ginesio e Cremona: proprio a Cremona, infatti, a Borgo Loreto c’è una chiesetta dedicata a San Ginesio in cui, dal 1946, sono conservate alcune reliquie del martire romano donate dal vescovo di Camerino, mons. Malchiodi.

Il violino è attualmente ospitato a Osimo dove, il 14 febbraio, sarà inaugurata una mostra dal titolo “Capolavori Sibillini. L’arte dei luoghi feriti dal sisma” presso Palazzo Campana.

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Nicoletta D’Oria Colonna
operatrice Caritas Cremonese

 

Speciale terremoto con il diario dei giorni precedenti