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Csi, sabato l’assemblea di apertura dell’annata sportiva

Importante appuntamento di inizio anno per il Centro Sportivo Italiano che nel pomeriggio di sabato 9 settembre, a partire dalle 14.45, nel salone Bonomelli del Centro pastorale diocesano di Cremona, vedrà radunarsi presidenti, dirigenti, allenatori e atleti per l’assemblea di apertura dell’annata sportiva 2017/2018. Sarà l’occasione per incontrare le Commissioni sportive e discutere delle varie problematiche legate alle singole attività, oltre che informare delle principali novità della nuova stagione sportiva.

“Con il C.S.I. sei protagonista ogni giorno” è il titolo dell’assemblea che, dopo la registrazione partecipanti, alle 15 entrerà nel vivo con l’apertura dei lavori e la premiazione dei campionati nazionali. Alle 15.30 spazio quindi alla presentazione delle attività per il 2017/2018 e, a seguire, quella delle attività delle diverse discipline, per settore.




Lo sprint finale nel restyling della chiesa di Salina

I lavori nella chiesa di Sant’Antonio Abate in Salina continuano a passo incalzante e sono ormai giunti al risultato finale.

Come già avrete apprezzato i lavori esterni sono conclusi e la nostra attenzione si è negli ultimi mesi focalizzata sul restauro conservativo degli ambienti interni.

La Chiesa, appariva completamente annerita da nero fumo, polvere e corpi estranei che ne alteravano le cromie di finitura, già piuttosto scure in origine.

I lavori sono iniziati nel mese di luglio ed hanno interessato sia la parte bassa della Chiesa che le volte delle navate.

Nella parte bassa, a livello del pavimento a salire, è stato rimosso l’intonaco che presentava la tipica alterazione dovuta all’umidità di risalita ed è stato applicato intonaco deumidificante specifico per tali problematiche e compatibile con il restauro conservativo.

Si è proceduto con la pulizia della navata centrale da polveri ed annerimenti ed al ripristino delle crepe che apparivano nella zona in prossimità della facciata; stesso processo ha riguardato anche le cornici modanate.

Successivamente, è stata eseguita pulitura della volta decorata a finto cassettone della zona transetto (unico residuo decorativo pittorico rimasto dopo l’intervento degli anni ’70), dove è apparsa, sui fondi, una coloritura in verde completa di ombre di proiezione che, in accordo con la soprintendenza si è proceduto a restaurare.

Abbiamo riportato alla luce, il dipinto absidale del Cristo e delle figure dei Santi attraverso la pulitura, il lavaggio puntuale, la stuccatura di crepe e buchi con successivo ritocco pittorico e fissaggio protettivo finale.

I lavori sono stati seguiti sia per la progettazione che per la Direzione Lavori dall’Architetto Roberta Rossi con la collaborazione dell’Architetto iunior Paolo Martelli e sono stati eseguiti dall’impresa EUROCOSTRUZIONI SRL di Muraca Leonardo e dal Restauratore Andrea Cremaschi, il tutto sempre sotto l’occhio vigile della Soprintendenza per i beni architettonici di Brescia.

Fondamentale la presenza e lo sguardo attento di quei parrocchiani che si sono presi a cuore questa avventura, sentendo la chiesa da sistemare proprio come se si trattasse della propria dimora. Preziosissime le tante braccia che alla bisogna si sono rese disponibili anche per le incombenze più semplici e umili.




“Un cammino condiviso nell’umiltà”: don Claudio Anselmi parroco di sei comunità

“Un cammino condiviso nell’umiltà”, questo il motto che don Claudio Anselmi ha scelto nell’intraprendere la sua nuova avventura pastorale che lo vede parroco di ben sei parrocchie: Dosimo, Persico, Quistro, Gadesco, Pieve Delmona e San Marino. Dovrà imparare a conoscere il nome di tutte le famiglie, così come lo stesso Papa gli ha suggerito il 20 giugno scorso nella sua visita a Bozzolo sulla tomba di don Mazzolari. Potrà farlo a cominciare da domenica 10 settembre, quando è previsto il suo insediamento.

 

Programma dell’insediamento

La celebrazione di ingresso, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, è in programma la mattina di domenica 10 settembre, con la Messa delle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Persico (Persico Dosimo – CR). La liturgia come consuetudine sarà preceduta, alle 10.15, sul sagrato, dal saluto da parte del primo cittadino: il sindaco di Persico Dosimo, Fabrizio Superti. Al termine della celebrazione la festa proseguirà in oratorio dove a tutti sarà offerto un aperitivo.

 

Gli eventi preparatori

Diversi gli appuntamenti in programma durante la settimana per preparare l’ingresso del nuovo parroco. Mercoledì 6 settembre nella chiesa di Pieve Delmona don Roberto Pasetti ha guidato la riflessione sul tema “Essere Comunità in cammino. La Chiesa è comunione”. Venerdì 8 settembre, alle 21, appuntamento invece nella chiesa parrocchiale di Dosimo su “Essere Comunità in cammino. La Chiesa comunità in preghiera” con don Umberto Zanaboni. A caratterizzare entrambe le serate un momento di adorazione con la possibilità di accostarsi al sacramento della Riconciliazione.

 

Profilo del nuovo parroco

Don Claudio Anselmi è nato a Derovere il 4 novembre 1958. Conseguita la laurea in Economia e Commercio all’Università di Parma, è entrato in Seminario e il 21 giugno 1986 è stato ordinato sacerdote.

Ha iniziato il suo ministero come vicario nella parrocchia Ss. Fabiano e Sebastiano a Cremona (1986/1988). È stato poi assistente ACR (1988/1991), vicario a S. Abbondio (1991/1997) e collaboratore parrocchiale al Cambonino (1997/1999).

Insegnante di religione al liceo scientifico “Aselli” di Cremona dal 1991, nel 2002 ha ricoperto l’incarico di vicedirettore dell’Ufficio di Pastorale scolastica, di cui l’anno successivo ha preso la guida (dirigendolo sino allo scorso anno). Negli stessi anni ha ricoperto l’incarico di responsabile dell’Ufficio per l’Insegnamento della religione cattolica (sino al 2017).

Coordinatore della coop. Cittanova per le scuole cattoliche della Diocesi dal 1996 al 2007, è stato assistente di varie associazioni legate al mondo della sucola: a livello diocesano per ADASM-FISM – Associazione Diocesana Asili e Scuole Materne (dal 2003) e UCIIM – Unione Cattolica Italiana Insegnanti Scuola Secondaria (dal 2005); a livello regionale per A.I.M.C. – Associazione Italiana Maestri Cattolici (dal 2007).

Docente incaricato presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Crema-Cremona-Lodi, dal 1999 era collaboratore parrocchiale a S. Abbondio.

Ora mons. Napolioni l’ha nominato parroco delle comunità di Persico, Dosimo, Quistro, Gadesco, Pieve Delmona e San Marino, affiancandogli come collaboratore parrocchiale don Massimo Macalli.

 

 

Saluto di don Anselmi

Forte della benedizione di Papa Francesco, pellegrino a Bozzolo sulla tomba di don Primo Mazzolari, Parroco d’Italia, del 20 giugno scorso, consolato dai suoi occhi di Padre e Pastore incrociati in uno sguardo carico di affetto e di incoraggiamento, vengo a Voi, cari fratelli in Cristo, come Parroco.

Nel mio saluto al Papa – “Santità, neo parroco di sei parrocchie” – ho cercato conferme; nella sua risposta – Devi conoscere il nome di tutte le famiglie” – ho trovato il mandato: tra la gente, per le strade, con le famiglie!

Subito la nomina a Parroco di sei parrocchie, del Vescovo Antonio, mi è apparsa meno pesante e ardita, quasi illuminata! Oltre i sei campanili e le sette chiese che mi sono affidate, ho visto le Persone della comunità cristiana e civile: volti, storie, tristezze, angosce, gioie, speranze … desiderio di verità, bontà, bellezza. La stretta di mano del Papa, inattesa di fronte al mio timido braccio teso, si è rivelata squisita attenzione, gratuita e intelligente, di Chi è chiamato a guidare la Chiesa con fermezza e tenerezza.

In questa personale esperienza di vita umana e sacerdotale, che supera l’accidentalità e rivela Provvidenza, mi è caro fondare il mio nuovo ministero di servizio sacerdotale: Parroco di Persico, Dosimo, Quistro, Gadesco, Pieve Delmona, San Marino.

Per Voi sono parroco, con Voi sono cristiano. Vengo cristiano tra cristiani.

Nella vita umana ho spesso sperimentato la Presenza di Dio, nella vita cristiana la forza della sua Grazia, nella vita sacerdotale la Provvidenza del suo Amore.

Citando Sant’Agostino, chiedo: “Sorreggetemi però anche voi in modo che, portiamo l’un l’altro i nostri pesi e così adempiere la legge di Cristo. Se egli non condivide il nostro peso, ne restiamo schiacciati, se egli non porta noi, finiamo per morire! Se mi dà tremore l’essere per voi, mi consola il fatto di essere con voi”.

Per Voi sono parroco, con Voi sono cristiano; quel nome è segno di incarico ricevuto, questo della grazia; parroco è occasione di pericolo, cristiano di salvezza!

Quasi trovandomi in alto mare, sballottato dalla tempesta dell’attività pastorale che mi spetta, Vi ricordo che siamo stati redenti dal sangue di Cristo e con la serenità di questo pensiero iniziamo, all’insegna del motto che intendo adottare, concordi itinere in humilitate con un cammino condiviso nell’umiltà questo nuovo tratto di strada insieme, trovando riposo alla fatica del servizio al Vangelo, nella Misericordia di Dio che ci è comune: dono di Dio a tutti.

Sento di riuscire a servire meglio la nostra Comunità più per il fatto di essere cristiano che di essere parroco!

Così, cari Parrocchiani, già esortandovi, indico non accogliete invano la grazia di Dio che è Tenerezza. Rendete fecondo il mio ministero. Voi siete il campo di Dio!

All’esterno accogliete chi pianta e chi irriga: il Prete; all’interno, colui che dà il crescere: Gesù Cristo.

Il vostro parroco
don Claudio Anselmi




L’inaugurazione del sagrato

Il 3 settembre 2016 l’inaugurazione del sagrato. Si è trattato di una breve manifestazione pubblica che ha visto i presenti darsi appuntamento intorno alle 19 nel piazzale del cimitero, da dove è partito il corteo animato dal corpo bandistico “Grossi”; quindi, sulla piazza riqualificata, il discorso del sindaco Giovanni Cavatorta e la benedizione da parte del parroco don Davide Barili. Al taglio del nastro è stato invitato anche il sindaco di Pomponesco Pino Baruffaldi, in quanto il paese ricade in parte nei confini municipali pomponescani.

 

Le parole di circostanza di don Davide Barili

Inauguriamo oggi questo sagrato abbellito dai lavori che stanno riportando una dignità alla chiesa di Salina. Lavori questi già conclusi all’esterno mentre all’interno sono nel pieno del loro svolgimento.

Ringrazio il sindaco di Viadana Giovanni Cavatorta e il sindaco di Pomponesco Giuseppe Baruffaldi della loro presenza e dell’indirizzo di saluto che poi ci rivolgeranno.

Ringrazio la signora Doriana Rossi, comandante della polizia locale. Sottolineo la presenza del Sig. Giorgio Penazzi che, sindaco a Viadana, mi accolse parroco a Salina nel 2011, promettendo alla comunità il rifacimento della piazza.

La piazza di un paese è un luogo significativo ma la presenza della chiesa fa di una piazza un sagrato, accrescendone il valore, pratico e simbolico.

Salina aveva un giornale parrocchiale che fu chiamato appunto “Il Sagrato”; questo giornale c’è ancora ed è diventato il giornale dell’Unità Pastorale di cui Salina fa parte ora con Pomponesco, Casaletto e Bellaguarda. Questo giornale esce a Pasqua e Natale, le feste principali dei cristiani, e raccoglie le idee e le notizie più importanti delle comunità proprio come fa la piazza della chiesa.

Il Sagrato è luogo di incontro, luogo della festa, luogo della memoria, luogo di riferimento.

Luogo di riferimento: quando c’è da dare una indicazione stradale, a Salina facilmente si parte dalla piazza per avviare la spiegazione. Così penso che nella vita di una comunità, qualora ci fosse un po’ di disorientamento, sia necessario partire da qui: dalla piazza e dalla chiesa per trovare la rotta, per affrontare le nuove questioni che sempre la vita ti offre, per trovare coraggio, per trovare la via e per evitare dannosi estremismi e radicalizzazioni.

Luogo della memoria: il rifacimento della piazza ha valorizzato il monumento che benediciamo due volte l’anno, in prossimità del 25 aprile e il 4 novembre. E’ il ricordo dei caduti e del sacrificio di tante persone che hanno dato la vita per noi. Hanno i medesimi cognomi di tanti di voi perché sono i morti delle nostre famiglie. Ma quale luogo più indicato per fare memoria della nostra storia! Qui! Davanti alla chiesa dove la domenica si celebra il memoriale, il ricordo efficace e attualizzante dell’avvenimento che ha cambiato per davvero la storia dell’uomo: la passione e la resurrezione di Cristo! Sul sagrato iniziamo, la veglia Pasquale, con la benedizione del fuoco e la processione dietro al cero pasquale.

Luogo della festa: solo la pioggia impedisce quelle due chiacchere che volentieri ci si scambia la domenica dopo la messa. E’ segno di una gioia che si vuole condividere e portare dal tempio alle nostre case e il sagrato ne rappresenta il tramite, il passaggio.

Luogo di incontro e confronto: in tempi recenti, c’era solo un piccolo rialzo, un gradino appena accennato. Era l’unico posto per sedersi: Salina non aveva i ragazzi del muretto perché… non c’era il muretto. Ora il muretto: possa essere segno della disponibilità all’accoglienza; le persone hanno bisogno di incontrarsi, di vedersi, di misurarsi. La piazza sia segno di questo. Sia una piazza vissuta e non distratta, un luogo dove ci si ferma e non una linea ad alta velocità.

Al centro della piazza è stata rinnovata la croce che aveva voluto a suo tempo don Gianni. E con don Gianni ricordiamo tutti i sacerdoti che hanno preceduto Don Maurizio e me qui a Salina. Il prete possiamo considerarlo come il primo custode della piazza della chiesa?

Questa croce ci ricordi sempre il senso cristiano della piazza. Abbiamone sempre il massimo rispetto. Qui molti di voi hanno attraversato questa piazza in braccio alla propria mamma il giorno del battesimo, qui molti di voi si sono affacciati con la propria moglie o il proprio marito dopo che il Signore aveva benedetto le loro nozze… qui quasi tutti abbiamo accompagnato un amico, un parente per l’ultimo saluto.

È un grande gesto quello che tra breve compiremo: consegnare alla comunità e alla nuove generazioni un luogo che non è esagerato definire sacro, un sagrato, appunto, per ciò che rappresenta, per le memorie che porta con sé e per il luogo sacro di cui costituisce ora un degno accesso.

Dobbiamo esserne fieri! Grazie al Signore che ci ha permesso di fare tutto questo. Grazie a tutti voi. Grazie a tutti coloro che senza tante parole ne curano la manutenzione. Grazie a tutti coloro che ne hanno curato il rifacimento. Grazie!




Il cantiere della chiesa di Salina

Nel mese di Agosto 2015 ha avuto avvio il cantiere per il restauro della Chiesa Parrocchiale di sant’Antonio Abate in Salina, dopo un lungo iter burocratico che ha consentito l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Brescia Cremona e Mantova e del Comune di Viadana.

I tecnici incaricati, Architetto Roberta Rossi e Architetto Junior Paolo Martelli, hanno gestito e collaborato con l’impresa incaricata ai lavori di restauro, EuroCostruzioni, affinché fosse realizzato al meglio e nei tempi previsti il crono_programma comprendente le lavorazioni approvate per il recupero.

I lavori hanno avuto inizio con la Rimozione dell’intonaco esterno fino a un metro circa di altezza corrispondente alla zoccolatura. Nelle rimanenti porzioni di facciata sono stati eseguiti interventi puntuali di rimozione intonaco limitati alle zone ove lo stesso appariva deteriorato. In seguito si è proceduto con ripristino a reintegrazione delle parti rimosse con calce idraulica naturale in spessore tale da rispettare l’attuale complanarità della facciata. Tutta la facciata è stata pulita con acqua vaporizzata;

I lavori hanno previsto la pulitura del paramento murario in mattoni a vista (retro della Chiesa) mediante spazzolatura, spruzzatura di aria compressa e impiego localizzato di spugne e acqua nebulizzata. Infine anche in tale parte della Chiesa si è provveduto alla stesura dell’intonaco a base di calce naturale.

In alcune zone della facciata un restauratore abilitato ha eseguito saggi che hanno evidenziato il colore rosa esclusion fatta per le paraste ed gli elementi decorativi in colore avorio.

In accordo con la Soprintendenza sono state concordate le tonalità più fedeli all’originale e si è provveduto al tinteggio completo della Chiesa.

I lavori di Restauro hanno pure interessato la ristrutturazione delle coperture con l’inserimento dell’ondulina sottocoppo in modo da rendere il più duratura possibile la struttura del manto.

Il progetto di recupero ha comportato pure la riapertura di due finestre nelle navate laterali. Operazione svolta con con massima cura per le murature originali, recuperando gli sguinci come originariamente presenti e la posa di nuovi bancali in materiale, dimensione e sagoma uguale a quelli presenti nelle finestre già in essere.

I lavori di restauro dell’impresa si sono svolti in parallelo con quelli del Restauratore Cremaschi Andrea che si è occupato della pulitura delle due statue presenti sulla facciata principale e del recupero dell’ostensorio.

Le due statue raffiguranti le figure dei Santi sono state realizzate in marmo bianco scultoreo (marmo diCarrara), in blocco unico con lavorazione a tuttotondo.

Il risultato finale è visibilmente gradevole e le statue appaiono oggi curate e decisamente meglio definite risaltando i pieni e i vuoti del materiale nella sua integrità.

Il restauratore si è occupato infine del restauro dell’ostensorio. Il ripristino è stato possibile grazie alla documentazione storica fotografica che ha funto da guida nella ricostruzione dello stesso.

La decorazione a rilievo rappresenta un ostensorio sorretto dalle nuvole e racchiuso in una cornice modanata a rilievo di forma ellittica, realizzato in stucco a base di sabbia e calce idraulica.

Lo stato di conservazione era pessimo, gli intonaci di fondo erano in parte caduti e sollevati dal paramento murario, lo stelo dell’ostensorio era mancante, caduto probabilmente durante un temporale, lasciando comunque una traccia sull’intonaco che ci ha permesso la ricostruzione. La base dello stelo era presente ma interamente staccata dal fondo. Vi erano parti mancanti anche nella raggiera superiore.

L’aspetto complessivo era di estrema precarietà, pericolante e pericoloso.

La cornice circostante ad andamento ellittico risultava in discrete condizioni.

Le opere di restauro e ricostruzione sono state eseguite interamente a mano; la ricostruzione delle parti mancanti nella raggiera superiore. Il tutto poi è stato completato con un tinteggio a calce.

Il Restauratore in accordo con i tecnici incaricati e con la Soprintendenza ha già eseguito saggi negli intonaci interni alla Chiesa onde rintracciare le stratigrafie storiche e le coloriture originarie.




Una mano per la scuola: raccolta solidale della Caritas all’IperCoop di Cremona

Anche quest’anno Caritas Cremonese, in collaborazione con l’IperCoop di Cremona, propone l’iniziativa di solidarietà “Una mano per la scuola”. Da giovedì 7 a sabato 9 settembre facendo la spesa al supermercato si potranno aiutare le famiglie più bisognose, sostenendole nell’acquisto di materiale scolastico da donare ai loro figli.

Nella galleria del centro commerciale, infatti, sarà presente uno stand della Caritas diocesana, dove alcuni volontari raccoglieranno i materiali che vorranno essere donati dopo una spesa fatta con un’attenzione anche alla solidarietà.

La modalità è molto semplice: i volontari all’ingresso del supermercato illustreranno l’iniziativa consegnando ai clienti interessati una apposita borsina che, al termine della spesa, potrà essere riconsegnata con il materiale donato.

I prodotti richiesti riguardano in particolare materiale di cancelleria: dai quaderni alle biro, dai pennarelli ai pastelli, dalle gomme alle colle; e ancora forbici e temperini; senza dimenticare album da disegno e copertine per i quaderni.

Il progetto “Una mano per la scuola” è promosso da Coop Lombardia insieme all’Istituto italiano della donazione: per il quinto anno consecutivo a settembre andare al supermercato diventa l’occasione per aiutare concretamente le famiglie più bisognose donando ai loro figli prodotti per lo studio.

«Il materiale raccolto all’IperCoop, grazie alla disponibilità di Coop Lombardia – spiegano gli operatori di Caritas Cremonese – sarà distribuito, così come quello giunto a noi attraverso altri canali, fino a esaurimento scorte dal nostro Centro d’Ascolto dopo apposita valutazione della reale situazioni di necessità. Oltre alle famiglie che già sono seguite, possono far richiesta tutti coloro che faticano a rispondere alle necessità dei propri figli».

Come sempre il materiale scolastico potrà essere consegnato, oltre che ai volontari presenti all’IperCoop, anche direttamente negli uffici della Caritas diocesana, in via Stenico 2/B (e-mail caritas@diocesidicremona.it; tel. 0372-35063).

Locandina dell’iniziativa

Photogallery delle prime giornate di raccolta




CSI, aperta la nuova annata sportiva

Nel pomeriggio di sabato 9 settembre nel salone Bonomelli del Centro pastorale diocesano di Cremona si è svolta l’assemblea di apertura dell’annata sportiva 2017/2018 del CSI di Cremona. L’apertura dell’annata sportiva è sempre una preziosa occasione per condividere tra Comitato provinciale CSI, presidenti, dirigenti e allenatori alcune linee guida da porre in “premessa” ai vari impegni tecnico-agonistici.

Non è mancato il saluto a distanza del Vescovo Antonio che si è unito al “buon lavoro” che il Comitato provinciale ha rivolto a tutti.

Ad introdurre al primo momento valoriale dell’assemblea CSI 2017-2018 sono state due immagini, rispettivamente evocative di due attitudini che stanno molto a cuore allo sport targato CSI: un gruppo di ragazzi reduci da una vittoria in TIM Cup e un nuotatore spagnolo senior che ai recenti campionati di categoria si è rifiutato di tuffarsi dopo la negazione del minuto di silenzio per l’attentato a Barcellona. Sulla scorta di queste due provocazioni l’assemblea inaugurale CSI ha avuto modo di riflettere sul “meglio” che quotidianamente un numero elevatissimo di volontari adulti e giovani pongono in essere (nel “campo” delle relazioni con i più giovani, dentro e fuori gli oratori); e sulla coerenza che il fatto educativo – una chiamata vera e propria ad onorare l’umano – richiede nelle svariate decisioni che un’attività sportiva di servizio richiede.

Un terzo elemento di riflessione è provenuto dall’apertura di un piccolo testo, consigliato a tutti, del filosofo sudcoreano Chul Han, nella convinzione che i grandi pensieri e le alte riflessioni – se sono autentiche ed appassionate – si possono rispecchiare nella vita concreta degli uomini e delle donne di oggi. Ed ecco la denuncia di Han: “Oggi l’Altro non esiste più”, sostituito dalla caccia frenetica dell’Uguale, proiezione del sé narcisistico che piega tutto e tutti alla velocità della comunicazione ed al consumismo anche degli affetti. Educare secondo la matrice del CSI significa allora anche benedire e cogliere l’Altro come mistero e come dono, come segno della presenza del Signore nella vita di chi si pone a servizio e fa del suo tempo libero un tempo sempre più liberato dalle scorie dell’egoismo e del potere deteriore. Ecco che anche quest’anno a dirigenti ed allenatori è stato consigliato di leggere qualcosa, di veloce, ma non di banale, come l’”Espulsione dell’Altro” che Han ha da poco pubblicato anche in Italia per i tipi di Nottetempo. Ora alle suggestioni e alle riflessioni subentrano, non per sostituzione, ma per quotidiano e perfettibile inveramento, i volti e le scelte degli adulti che partecipano al respiro formativo del CSI.

don Paolo Arienti
consulente ecclesiastico provinciale CSI Cremona

 

Resoconto dell’attività svolta dal CSI di Cremona nell’annata sportiva 2016/17

 

L’assemblea di apertura dell’annata sportiva 2017/2018 del CSI di Cremona – dal titolo “Con il C.S.I. sei protagonista ogni giorno” – è stata caratterizzata anche dalla premiazione dei campionati nazionali.

Campionati Nazionali – Finali Nazionali
Cesenatico, 24-28 giugno 2017 (Cat. Allievi, Juniores)
Ha partecipato la squadra di calcio a 5 juniores della Società Polisportiva Torrazzo Malagnino conquistando il titolo nazionale.
Atleti:
– Donnarumma Lorenzo Gianni
– Katia Riccardo
– Kouassi Georges Henry
– Palma Marco
– Sanneh Saja
– Sououdi Jallal
– Touete Wetty Ange
– Trovati Lorenzo
– Vicardi Alex
– Yaba Yannic Andre Braiane
Dirigenti:
– Galli Graziano
– Hatem Omar
– Vicardi Massimo

 

17° Campionato Nazionale di Tennis Tavolo
Nocera Inferiore, 11-14 maggio 2017
Hanno partecipato 1 atleta della società Dinamo Zaist e 1 atleta della società Corona, conquistando 1 oro e 1 argento nella categoria Doppio Giovani, 1 bronzo nella categoria Juniores e 1 bronzo nella categoria Seniores.
Campione Nazionale: Marra Denis (Società Dinamo Zaist) categoria Doppio Giovani

 

 

Campionato Provinciale Pallavolo Integrata 2016/17
1^ squadra classificata: Gli Amici di Emmy e Chiara

 

Arbitri di Pallavolo Integrata Trofeo delle Regioni
– Corelli Antonietta
– Domaneschi Samuele
– Lana Mario
– Alebardi Emanuele
– Mazzolari Giuseppe (responsabile commissione pallavolo)

 




Don Berta, una missione vissuta con coraggio e generosità

Nel pomeriggio di mercoledì  6 settembre, nella chiesa di San Vittore, parrocchia di Castelleone, si è celebrata la Messa in suffragio di don Attilio Berta, vicario a san Vittore dal 1965 al 1971, deceduto il 3 settembre a Mogi das Cruzes (Brasile), dove il sacerdote cremonese era missionario “fidei donum”.

La liturgia è stata presieduta dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, con la partecipazione del clero della parrocchia di Castelleone, di sacerdoti che vi hanno esercitato il loro ministero e di alcuni altri presbiteri che hanno collaborato con don Attilio nella missione in Brasile.

La piccola chiesa di san Vittore era gremita da molti fedeli che hanno conosciuto don Attilio negli anni di ministero nella frazione castelleonese, dove già dimostrava un notevole dinamismo pastorale con l’attività dell’oratorio, dell’asilo, del doposcuola, del catechismo, con la sistemazione della chiesa, senza scordare il suo impegno con i chierichetti dell’intera parrocchia.

All’inizio della celebrazione Il Vescovo ha ricordato di aver potuto conoscere personalmente don Attilio, lo scorso luglio, nel suo viaggio in Brasile per visitare le comunità cristiane guidate da sacerdoti cremonesi “fidei donum”. Mons. Antonio ha detto di essere rimasto colpito dal coraggio e dalla generosità con cui don Attilio viveva la propria missione, nonostante l’età avanzata.

Nell’omelia il Vescovo, commentando il Vangelo di Luca, ha collegato la scelta di don Attilio alle parole che Gesù rivolge alle persone che vorrebbero trattenerlo, dopo aver operato guarigioni miracolose: «È necessario – dice il Signore – che io porti la buona notizia del regno di Dio anche ad altre città». Anche don Attilio, dopo aver tanto insistito presso i superiori, ottenne finalmente il permesso di recarsi in missione fuori dall’Italia: non perché in Italia, nella diocesi cremonese non fosse necessario diffondere la Buona Novella, ma perché sentiva il bisogno di portarla anche ad altri fratelli.

Come afferma san Paolo nella lettera ai Colossesi, don Attilio è stato apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio e ha portato l’annuncio della parola ai fratelli, pur nelle difficoltà e nei contrasti, fondando la sua vita sulla speranza che ci attende nei Cieli, la certezza del Regno di Dio. Questa forte speranza ha permesso a don Attilio di costruire il santuario di Maria Madre del Divino Amore, di spendersi nell’attività educativa, di aver il Vangelo come guida per difendere i più deboli, i poveri.

Per mons. Napolioni bisogna ringraziare per il dono di don Attilio, essere felici della sua missione – in caso contrario sarebbe tradire la sua memoria – e come lui pregare come recita il salmo “Come olivo verdeggiante nella casa di Dio, confido nella fedeltà di Dio in eterno e per sempre. Voglio renderti grazie in eterno per quanto hai operato”.

Prima della benedizione finale una parrocchiana di San Vittore ha rivolto un saluto e un ringraziamento a don Attilio, leggendo anche un brano dei suoi auguri natalizi del 2016, a dimostrazione del forte legame che ancora esisteva tra il sacerdote e la sua piccola comunità cremonese.

Un’altra celebrazione in suffragio di don Berta è in programma  a Soncino, suo paese d’origine, la sera di martedì 3 ottobre alle 20.30 nella chiesa di S. Giacomo. La Messa, a un mese dalla scomparsa, è promossa dall’Ufficio missionario diocesano in sinergia con la Parrocchia di Soncino.

 

Le esequie a Mogi das Cruzes




Celebrati i funerali di don Attilio Berta a Mogi das Cruzes, dove è stato sepolto

In tanti nel pomeriggio di lunedì 4 settembre, a Mogi das Cruzes (Brasile), hanno voluto dare l’estremo saluto a don Attilio Berta, il sacerdote “fidei donum” originario di Soncino, in Brasile dagli anni Settanta, deceduto domenica 3 settembre a 86 anni dopo un ricovero in ospedale per continuare la sua lotta contro una grave malattia.

I funerali sono stati presieduti da dom Pedro Luiz Stringhini, vescovo di Mogi das Cruzes (diocesi in cui operava don Berta) alla presenza di numerosi sacerdoti e tantissimi fedeli che hanno gremito il santuario di Maria Madre del Divino Amore costruito proprio da don Berta, che qui ha dato vita anche a un’importante opera educativa oltre che a una società di vita apostolica.

Il vescovo Stringhini (italo-brasiliano di terza generazione la cui famiglia è originaria di S. Giovanni in Croce) ha ricordato con affetto il missionario cremonese, ringraziando Dio «per la grandiosa vita di don Attilio, dedicata alla Chiesa particolare di Mogi das Cruzes». Parole di ringraziamento le ha volute rivolgere anche alla Diocesi di Cremona che ha generosamente condiviso il ministero sacerdotale di don Berta, inviandolo in Brasile come “fidei donum”.

Accanto a mons. Stringhini anche il cremonese mons. Emilio Pignoli (vescovo emerito di Campo Limpo), don Ezio Bellini (insegnante a Mogi das Cruzes) e don Emilio Bellani (parroco a Salvador de Bahia). Proprio quest’ultimo ha tracciato la figura di don Attilio quando era vicario a Castelleone portando anche il saluto e le condoglianze del vescovo Napolioni.

La salma di don Attilio Berta, al termine dei funerali, è stata trasportata nel locale cimitero dove il sacerdote cremonese è stato sepolto.

Photogallery dei funerali a Mogi das Cruzes

 

La Messa di suffragio con il Vescovo Napolioni a Castelleone

 

 

Biografia di don Attilio Berta

Don Attilio Berta è nato a Visano (Bs) il 24 marzo 1931. Originario della parrocchia di Soncino, è stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1958. Dopo aver iniziato il suo ministero presbiterale come vicario a Pandino, nel 1965 il trasferimento a Castelleone, sempre come vicario, operando in particolare presso la chiesa di S. Vittore.

All’inizio degli anni ’70, maturata la scelta di farsi “fidei donum”, partì per il Brasile.

La sua missione si è svolta in particolare a Mogi das Cruzes dove nel 1986 diede vita a un’importante realtà di accoglienza per minori. Attualmente disseminata in varie strutture della città, dall’80ina di bambini allora accolti oggi ne segue ben 700, suddivisi tra scuole d’infanzia, elementari e medie. Una 70ina le persone che trovano lavoro in questa grande opera: insegnanti, assistenti e cuoche. Parte degli stipendi degli operatori è pagato con l’importante sovvenzione garantita dal Governo, mentre per la sussistenza dei piccoli una gran parte la gioca la Provvidenza. In modo significato quanto viene donato (in particolare generi alimentari per sfamare i ragazzi) è posto ai piedi dell’altare del Santuario.

L’opera di don Berta ha permesso di salvare moltissimi bambini dalla strada. Ragazzi destinati alla prigione (proprio perché vivevano per strada) e a rischio di violenze, torture e persino della vita, visto che in passato venivano gettati nel fiume.

Don Berta ha dato vita anche a una società di vita apostolica intitolata a “Maria Madre del Divino Amore”. Proprio la donazione di una delle consacrate ha permesso la realizzazione della prima struttura di accoglienza, oggi diventata casa di formazione per i consacrati: 4 gli uomini, 40 le donne, presenti anche nel Mato Grosso.

Tra i benefattori che hanno reso possibile tutto questo anche molti giapponesi, presenti sul territorio con una consistente comunità formatasi con gli esuli della seconda guerra mondiale.

Lo scorso luglio il vescovo Napolioni aveva avuto modo di conoscere da vicino l’operato di don Attilio Berta nel corso del viaggio in Brasile alla scoperta delle missioni dei “fidei donum” cremonesi.

In foto da sinistra: don Attilio Berta, il vescovo Napolioni e dom Pedro Luiz Stringhini

Resoconto della visita in Brasile ai “fidei donum” cremonesi (luglio 2017)

 




Domenica pomeriggio a Brignano l’ingresso di don Giuseppe Ferri

Nella seconda domenica di insediamento dei nuovi parroci, l’appuntamento pomeridiano è in agenda a Brignano Gera d’Adda (Bg) con l’ingresso di don Giuseppe Ferri. Classe 1953, originario di Calvenzano, lascia la parrocchie dei Ss. Giacomo e Agostino e di S. Pietro al Po a Cremona dove per tre anni è stato collaboratore parrocchiale.»

 

Programma dell’insediamento

La celebrazione di ingresso è in programma nel pomeriggio di domenica 10 settembre. La processione dei concelebranti partirà alle 15.45 dal Convento per giungere sul sagrato della chiesa parrocchiale, dove il nuovo parroco riceverà il saluto del sindaco Beatrice Bolandrini. Quindi, alle 16, avrà inizio la Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. Al termine della celebrazione il rinfresco organizzato in oratorio sarà l’occasione per salutare il nuovo parroco.

 

Gli eventi preparatori

Dopo il saluto a don Luciano Manenti domenica 3 settembre, la Parrocchia di S. Maria Assunta in Brignano Gera d’Adda ha iniziato a prepararsi all’arrivo del nuovo parroco. Lunedì 4 settembre, nell’ambito della Festa dell’oratorio #chiAmati, la comunità ha partecipato a una serata di preghiera, soffermandosi in particolare su alcune domande poste come riflessione dal vicario don Francesco Fontana: quali le aspettative? che cosa si può chiedere al Signore per il nuovo parroco? che cosa chiedere invece per la comunità? Interessanti e positive le riflessioni emerse, che saranno consegnate al futuro parroco.

 

Profilo del nuovo parroco

Don Giuseppe Ferri è nato a Calvenzano (Bg) il 20 settembre 1953 ed è stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1978. È stato vicerettore del collegio Gregorio XIV a Cremona (1978/1980), vicario della comunità S. Maria Immacolata e S. Zeno a Cassano d’Adda (1980/1995) e parroco di Trigolo (1995/2014).

Laureato in Scienze religiose presso l’Istituto superiore di scienze religiose delle diocesi di Cremona-Crema-Lodi, don Ferri dal 2002 è direttore nazionale del Segretariato Scholae cantorum. È stato anche presidente dell’associazione Marc’Antonio Ingegneri e direttore della Scuola diocesana di musica sacra “D. Caifa”.

Da tre anni era collaboratore parrocchiale nelle Parrocchie dei Ss. Giacomo e Agostino e di S. Pietro al Po in Cremona.

Ora mons. Napolioni l’ha chiamato a guidare la comnità di Brignano Gera d’Adda sostituendo don don Luciano Manenti che, per motivi d’età, ha lasciato l’incarico diventano collaboratore parrocchiale a Vailate.

 

Saluto di don Ferri

L’avvicendamento dei preti, si sa, è un evento naturale e fisiologico, un cambio generazionale, ma è anche un evento di fede e di vita ecclesiale che coinvolge sacerdoti e parrocchiani. Cambiano i parroci, ma le comunità cristiane restano; un prete va e un prete viene, ma il Signore rimane ed è sempre lo stesso. Cambia solo il palcoscenico dove il vero regista resta il Signore che prosegue la sua opera di salvezza e che mantiene la sua promessa:”Io sarò sempre con voi”.

Così pure ogni cambiamento costringe tutti ad una riflessione, sia chi parte, chi resta e chi arriva e se gli anni, le abitudini, la quotidianità sembrano pretendere dei diritti acquisiti, nella vita ecclesiale le cose non stanno così: un prete oggi non può mai dirsi “sistemato”, ma sa che deve restare aperto alle tante esigenze della Chiesa e del Vescovo che, responsabile di tutta la Diocesi, deve provvedere ai bisogni pastorali di tutte le parrocchie.

La sostituzione degli uomini è quindi per sua natura garanzia di continuità di guida e di crescita. Anzi, l’avvicendamento spesso fa bene ad un parroco e fa bene ai parrocchiani ed è una delle espressioni più interessanti della vita che si rinnova. Ciascun sacerdote, poi, lascia la sua impronta nella Chiesa, con le sue caratteristiche personali e con i doni che gli sono propri. C’è il prete più preparato nella predicazione, quello più attento al confessionale, chi più sensibile ai malati e agli anziani, chi più in ascolto dei giovani, chi più capace di contemplazione e di preghiera, chi più appassionato di studio e di ricerca, chi più capace amministrativamente. Tutti comunque dicono la molteplicità e la varietà della presenza del Signore. Dietro i tanti volti dell’uomo occorre saper vedere il volto di Cristo, misteriosamente presente a continuare la proposta della Verità e della Grazia.

È con questo spirito che ho accolto la proposta del Vescovo di diventare vostro parroco e mentre lo ringrazio per il bene che mi vuole, per la stima e la fiducia, voglio assicurarvi da subito che vengo a Brignano molto volentieri e con entusiasmo, con il desiderio sincero di spendermi generosamente a servizio di questa comunità. Certo, ogni cambiamento richiede le sue fatiche: è un ricominciare da capo, è sempre una incognita, si riparte tutti da zero, ci si deve rimettere in gioco, far conoscere, riallacciare relazioni, amicizie, bisogna guadagnarsi nuovamente la fiducia e la stima. Insomma, si arriva a volte in parrocchia come  extracomunitari, bisognosi di accoglienza e comprensione, ma faccio conto sulla vostra bontà e sulla vostra collaborazione, mentre io metto a disposizione i miei quasi quarant’anni di esperienza sacerdotale.

In altre parole vorrei far passare il messaggio “io per voi e voi per me”, in una reciproca espressione di dono, nonostante i limiti e le povertà.

Vorrei salutare prima di tutto don Luciano che vi è stato parroco per quasi vent’anni; per me è stato amico e insegnante in seminario. Lo ringrazio per tutto quello che mi fa trovare già pronto e per i consigli che vorrà darmi. Saluto con affetto e stima il vicario don Francesco che so dotato di creatività e di ottimismo. Sarà il primo diretto collaboratore. Affronteremo insieme con pazienza reciproca le fatiche pastorali, i progetti e le numerose sfide di oggi, sulle quali sappiamo tutti non si può più né fingere né soprassedere.

Desidero poi estendere un saluto a tutti i sacerdoti brignanesi  e ai loro familiari, perché so che questa è sempre stata una terra feconda di vocazioni, generosa e buona. Uno sguardo preferenziale anche alla giovanissima comunità delle suore del Focolare della Madre, bella testimonianza di fede e di slancio evangelico.

Un rispettoso saluto e un augurio a quanti sono impegnati nelle realtà civili per la promozione del bene di tutti i cittadini, ai volontari, ai giovani e agli animatori dell’oratorio, ai catechisti, agli insegnanti e agli alunni, agli ospiti e agli operatori sanitari della casa di riposo, ai malati nelle case o in ospedale, ai membri dei consigli pastorale e amministrativo, alle diverse associazioni. Insomma, il mio sguardo vuole estendersi ovunque scorre la vita, fin negli ambienti che ancora non conosco e che mi scuso di non citare, ma che sarà mia premura avvicinare.

Infine un caro saluto a tutti indistintamente. Con i tempi che cambiano anche i laici devono ritornare al centro della comunità cristiana. Anche qui, non soltanto per una banale ragione di necessità “i laici servono”, ma semplicemente perché sono la parrocchia.

Sicuramente dovrete concedermi il tempo di  mettermi in ascolto delle tante voci per farne una sinfonia, perché siamo tutti testimoni che oggi viviamo un momento difficile per la fede e la morale, nell’era galoppante delle grandi trasformazioni, non più delle attese ma delle pretese, nello stesso tempo del facile disimpegno. E’ il tempo del consumismo e della crisi, dei nuovi lineamenti familiari, dell’appannarsi dei valori cristiani, delle frammentazioni sociali, della scarsa tenuta educativa, della fede fragile, della carità pigra, dei rimodellamenti culturali, delle increspature inquietanti e confuse. E’ aumentato si il lavoro pastorale, mentre è diminuita la quantità e la qualità dei cristiani, ma oggi dobbiamo convincerci che occorre puntare più sul profondo che sul vasto e come ci insegna Papa Francesco dobbiamo mettere al primo posto  l’amore di Dio con il compito di aprire le porte non di sprangarle, di accogliere e non di respingere, di infondere fiducia non di rinfacciare gli sbagli, di rendere testimonianza della nostra fede, accogliendo anche coloro che la fede l’ hanno abbandonata. Mi sono ormai fatto l’idea che per fare il parroco occorre sì l’intelligenza, ma soprattutto il cuore.

Nei prossimi giorni, mesi, anni, a Dio piacendo,  ci sarà tempo per altre parole e soprattutto per i fatti.

Per ora vi chiedo di camminare insieme come si fa in una famiglia e di pregare anche per me, perché la Madonna Assunta, venerata qui come patrona di questa Comunità, accompagni il  nuovo tratto di strada che insieme stiamo per iniziare.

Vi abbraccio uno ad uno e vi benedico nel Signore.

Don Giuseppe