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Parte il Grest e l’estate si… anima

Il salone della Federazione Oratori cremonesi è pieno di scatoloni. Non è un trasloco, sono i materiali del Grest che dalla sede centrale vengono smistati nella rete degli oratori. Delle cinquemila magliette stampate per gli animatori ne avanzerà solo qualche decina: ci sono quelle grigie per i coordinatori con la scritta «Sono sempre i sogni a dare forma al mondo» e quelle gialle degli animatori su cui invece si legge «Adesso che ho cominciato a sognare non smetterò».

È un popolo numeroso e colorato quello degli animatori dei Grest; adolescenti dalla prima alla quarta superiore (in quinta c’è la maturità…) che anche dopo la fine della scuola scelgono di alzarsi dal letto alle 7.20 del mattino: «C’è l’aspetto magico dell’estate – osserva don Paolo Arienti, incaricato della pastorale giovanile – che viene vissuta come un tempo “liberato”, dove si accetta anche di prendersi un impegno come una scelta autonoma, da vivere a pieno. Non per nulla gli esperimenti con i “Grinv”, i gruppi invernali, non danno gli stessi risultati». Certo, per molti dedicare il tempo ad animare l’estate dei bimbi del quartiere o del paese nasce dalla voglia di stare in gruppo con i propri coetanei prima ancora che da una assunzione di responsabilità. Non per questo l’occasione è meno preziosa: «La prossimità agli adolescenti – commenta don Paolo – è forse il primo fronte educativo del Grest. Vediamo bene come l’obiettivo pedagogico si fa più urgente man mano che l’età cresce».

Così cresce anche il grado di responsabilità. Non tutti nel gruppo degli animatori hanno lo stesso compito: c’è chi partecipa all’ideazione dei progetti, chi coordina, chi prepara il campo da gioco o fa il capo–squadra. «Gli adolescenti sono nella catena educativa: non sono più bambini e non ancora educatori. Questo è molto importante anche per i più piccoli, che in loro vedono come dei fratelli maggiori. A cui però noi adulti abbiamo affidato un ruolo, a cui diamo fiducia, assumendoci anche qualche rischio». Non è però un salto nel vuoto. Durante l’anno infatti si attivano percorsi di formazioni studiati ad hoc per gli animatori con il sussidio del manuale preparato dalla commissione lombarda per fornire le competenze di base necessarie. C’è anche chi inserisce questi contenuti nel percorso catechistico in parrocchia, altri richiedono l’intervento della Federazione Oratori che mette a disposizione energie e risorse per incontri specifici negli oratori.

Conclusione di questi percorsi è il mandato: ogni oratorio ha il proprio cartellone che riassume e ricorda l’impegno di chi decide di indossare la maglia (grigia o gialla, ma tutte con disegnata una stella di Matisse) dell’animatore; ci sono anche un messaggio rivolto dal Vescovo agli adolescenti dei Grest e lo spazio dedicato alle firme: «È il loro impegno, un patto educativo – spiega don Arienti –. La sfida è quella di accompagnarli dall’entusiasmo puro alla forma del servizio, che introduce termini come abnegazione, dedizione, anche sacrificio…». Ma da dove arrivano gli oltre quattromila animatori dei Grest? Dov’erano fino ad ora? «Questa è una delle domande che ci poniamo: attiviamo solo i “fedelissimi” dell’oratorio, oppure anche quelli che si presentano solo a maggio? Qui sta alla gestione delle parrocchie, alla sensibilità di cogliere il clima di una comunità». Che nelle prime settimane d’estate pone in gioco la propria funzione non solo di accoglienza, ma anche di agenzia educativa di fronte (o al fianco) alle famiglie che mandano i propri figli: «Si tratta della fiducia guadagnata dall’oratorio in tanti anni.

Va detto che il Grest non è fatto solo dagli animatori, ma negli ultimi anni è cresciuta molto la presenza di giovani adulti, anche come educatori professionali, e di adulti. Spesso sono i genitori stessi che affiancano il don. Questo – riflette l’incaricato diocesano – per dire che al Grest non lasci il tuo bambino in mano a un quindicenne, ma lo fai entrare in una rete consolidata, con una regia, una preparazione e una tradizione educativa forte». Che guarda alla crescita di tutti. Insieme. E non la prende (solo) come un gioco, ma ne fa una questione di responsabilità. Ciascuno per la propria parte: «Abbiamo un’intera estate – si legge nella presentazione del Grest 2019 sul sito della Federazione oratori cremonesi – per scoprire che la vocazione è la bella storia della vita di ognuno».

 




Nomine, nuovi incarichi per 32 sacerdoti diocesani

Domenica 26 maggio, durante le celebrazioni, nelle parrocchie interessate, sono stati annunciati i nuovi incarichi per una trentina di sacerdoti diocesani. Essi entreranno di fatto in vigore dopo l’estate, secondo le indicazioni che verranno specificate nei singoli decreti di nomina.

«La vitalità di una Chiesa diocesana chiamata ad essere testimone e annunciatrice del Vangelo nel nostro tempo – precisa mons. Napolioni nel testo che annuncia le nuove nomine – si manifesta in vari modi. Uno dei più significativi è il mandato che presbiteri e diaconi ricevono dal Vescovo, non tanto come espressione di dipendenza gerarchica (come può avvenire all’interno di tante Istituzioni e organizzazioni), quanto come autentica missione che procede da Dio, nella sacramentalità della Chiesa una e apostolica, santa e cattolica».

E continua: «Il Vescovo è sinceramente grato ai presbiteri che manifestano, non da oggi, costante disponibilità e generosità nel servizio. È comprensibile il dispiacere del distacco da comunità che ciascuno ha cercato di guidare e servire con amore, instaurando spesso profondi rapporti di amicizia e condivisione. Ma è altrettanto fecondo il ricominciare, raccogliendo quanto altri hanno già seminato, e portando elementi di novità, nel quadro di una pastorale di comunione di cui nessuno può essere protagonista isolato».

Proseguendo poi: «Lo sviluppo delle unità pastorali e di altre forme di collaborazione modifica anche le classiche figure di responsabilità, moltiplicando il numero dei preti collaboratori di altri preti: non si tratta di sminuire qualcuno per valorizzare altri, ma di sperimentare maggiore collegialità di vita e di ministero, a beneficio di tutti. A ciò si aggiunge la diminuzione progressiva del numero e l’innalzamento graduale dell’età del nostro clero. Per cui, il comprensibile venir meno, in alcune realtà parrocchiali, della residenza di un proprio parroco è in vista di una più qualificata evangelizzazione e cura pastorale e di una crescita maggiore nella comunione tra preti.

Santa Maria del Fonte , che a Caravaggio veneriamo come patrona della nostra diocesi , ci aiuti a crescere nella comunione e guidi i nostri passi sulle vie della missione per spargere con gioia il buon seme del Vangelo».

 

Il vescovo Antonio Napolioni in data 26 maggio 2019 ha accettato le rinunce di:

Don Carlo Merisi, da collaboratore parrocchiale della parrocchia “S. Vittore martire” in Calcio per raggiunti limiti d’età. Classe 1942, originario di Casirate d’Adda, è stato ordinato il 28 giugno 1970. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Caravaggio; nel 1980 il trasferimento a Vescovato, sempre come vicario. Nel 1986 ha assunto l’incarico di parroco di Solarolo Rainerio. Dal 2004 era collaboratore parrocchiale a Calcio, incarico che ora lascia per raggiunti limiti di età, trasferendosi a Pieve d’Olmi come sacerdote residente.

 

Don Antonio Moro, da parroco di “Cristo Risorto” in Cassano d’Adda per raggiunti limiti d’età. Classe 1943, originario di Brignano Gera d’Adda, è stato ordinato il 28 giugno 1969. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a S. Bassano in Pizzighettone; nel 1976 il trasferimento a Caravaggio, sempre come vicario. Nel 1986 ha assunto l’incarico di parroco di Stagno Lombardo. Dal 1998 era parroco di Cristo Risorto in Cassano d’Adda incarico che ora lascia per raggiunti limiti di età, trasferendosi a Brignano Gera d’Adda come sacerdote residente.

 

 

Il vescovo Antonio Napolioni con decreti in data 26 maggio 2019 ha nominato:

Don Antonio Agnelli collaboratore parrocchiale delle parrocchie “Beata Vergine Lauretana e S. Genesio” (Borgo Loreto), “S. Bernardo”, “Immacolata Concezione” (Maristella) e “S. Francesco d’Assisi” (Zaist) in Cremona. Classe 1957, è stato ordinato il 19 giugno 1982 mentre risiedeva nella parrocchia di Scandolara Ripa d’Oglio. Ha iniziato il proprio ministero come vicario alla Beata Vergine di Caravaggio in Cremona; nel 1983 il trasferimento a Casalbuttano sempre come vicario. Dal 1995 al 2004 è stato parroco di Dosimo e Quistro e dal 2004 al 2017 di Corte de’ Frati. Dal 2016 è assistente spirituale delle Acli cremonesi. Dal 2017 è collaboratore parrocchiale di S. Bernardo in Cremona, incarico al quale affiancherà anche quello per le parrocchie di Borgo Loreto, Zaist e Maristella, erigenda unità pastorale. È laureato in Teologia dogmatica.

 

Don Matteo Alberti vicario parrocchiale delle parrocchie “Ss. Filippo e Giacomo apostoli” in Castelleone e “S. Martino vescovo” in Corte Madama. Classe 1985, originario di Viadana, è stato ordinato il 18 giugno 2011. Ha iniziato il proprio ministero come vicario delle parrocchie di S. Francesco d’Assisi, Immacolata Concezione e S. Bernardo. Ora mons. Napolioni l’ha scelto come nuovo vicario di Castelleone e Corte Madama in sostituzione di don Vittore Bariselli.

 

 

Don Antonio Allevi collaboratore parrocchiale della parrocchia “S. Vittore martire” in CalcioClasse 1963, originario di Brignano Gera d’Adda è stato ordinato il 19 giugno 1989. È stato vicario a S. Bassano (1999-2000), S. Ilario in Cremona (2000-2003) e Calvenzano (2003-2005). Dopo un anno di servizio fuori diocesi, nel 2006 è stato nominato parroco di Crotta d’Adda, incarico che ha mantenuto sino al 2008 affiancando anche quello di cappellano dell’ospedale di Cremona. Dal 2008 era cappellano dell’ospedale di Treviglio. Ora mons. Napolioni lo ha nominato collaboratore parrocchiale a Calcio, in sostituzione di don Carlo Merisi.

 

Don Vittore Bariselli parroco della parrocchia “Cristo Risorto” in Cassano d’Adda. Classe 1972, è stato ordinato il 21 giugno 1997, mentre risiedeva nella parrocchia di Calcio. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Bozzolo. Nel 2004 il trasferimento, sempre come vicario a Castelleone e Corte Madama. Ora mons. Napolioni lo ha scelto come nuovo parroco di Cristo Risorto in Cassano d’Adda: prende il testimone da don Antonio Moro.

 

 

Don Ottorino Baronio collaboratore parrocchiale dell’erigenda unità pastorale formata dalle parrocchie “Beata Vergine Lauretana e S. Genesio” (Borgo Loreto), “S. Bernardo”, “Immacolata Concezione” (Maristella) e “S. Francesco d’Assisi” (Zaist) in Cremona. Classe 1963, originario di Cremona (Cristo Re), è stato ordinato il 20 giugno 1987. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Bozzolo; nel 1995 il trasferimento a Viadana, sempre come vicario. Nel 2000 è stato nominato parroco di Motta Baluffi e Solarolo Monasterolo. Dal 2007 era parroco di Vicomoscano, Quattrocase, Fossa Caprara, Casalbellotto. Ora mons. Napolioni lo ha scelto come collaboratore parrocchiale di S. Bernardo, Borgo Loreto, Zaist e Maristella, erigenda unità pastorale.

 

Don Luca Bosio vicario parrocchiale della parrocchia “Spirito Santo” in Buzzoletto di Viadana, “S. Maria Assunta e S. Cristoforo”, “S. Maria Annunciata”, “Ss. Martino e Nicola” e “S. Pietro apostolo” in Viadana. Classe 1977, originario di Sospiro, è stato ordinato il 15 giugno 2002. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a S. Michele in Cremona; nel 2011 il trasferimento a Rivolta d’Adda, sempre come vicario. Ora mons. Napolioni lo ha scelto come vicario delle quattro parrocchie di Viadana e di quella di Buzzoletto, in sostituzione di don Piergiorgio Tizzi.

 

Don Giovanni Cavagnoli, già parroco di S. Francesco d’Assisi in Cremona, anche parroco della parrocchia “Immacolata Concezione” (Maristella) in CremonaClasse 1950, originario di Trigolo, è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1974. Laureato in Liturgia a Roma, ha iniziato il proprio ministero come vicario a Pomponesco, proseguendo poi, sempre come vicario, nella parrocchia di S. Imerio dal 1980 al 1991, anno in cui il vescovo Assi gli affidò la comunità di S. Bernardo come parroco. Nel 2000 il trasferimento, sempre come parroco, a Cristo Re, dove è rimasto per 16 anni. Incaricato per la Pastorale liturgica dal 1984, nel 1997 ha assunto la guida della sezione di Pastorale liturgica dell’Ufficio diocesano per il Culto divino. Inoltre, dal 1977, è insegnante in Seminario. Dal 2016 è parroco della comunità di S. Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist di Cremona. Ora mons. Napolioni gli ha affidato anche la parrocchia del Maristella, prendendo il testimone da don Pierluigi Codazzi, in vista dell’erigenda unità pastorale di S. Bernardo, Borgo Loreto, Zaist e Maristella. È direttore della Rivisita Liturgica, l’importante pubblicazione delle Edizioni Camaldoli.

 

Don Ettore Conti parroco delle parrocchie dell’erigenda unità pastorale formata dalle parrocchie “S. Pietro Martire” in Ca’ de’ Soresini, “Ss. Faustino e Giovita martiri” in Castelponzone, “Ss. Pietro e Giovanni apostoli” in Cingia de’ Botti, “S. Cataldo vescovo” in Motta Baluffi, “S. Agata” in S. Martino del Lago, “S. Maria Assunta” in Scandolara Ravara, “Ss. Pietro e Paolo” in Solarolo Monasterolo, “S. Andrea apostolo” in Vidiceto. Classe 1954, originario di Misano, è stato ordinato il 24 giugno 1978. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Caravaggio; nel 1984 il trasferimento a Robecco d’Oglio, sempre come vicario. Dal 1990 al 2004 è stato parroco di S. Michele Sette Pozzi in Malagnino e dal 1997 al 2004 amministratore parrocchiale di S. Savino. Dal 2004 era parroco di Gussola e dal 2011 anche di Torricella del Pizzo. Nel nuovo incarico pastorale affidatogli dal vescovo Napolioni, prende il testimone da don Davide Ferretti e don Gian Paolo Mauri.

 

Don Marino Secondo Dalè parroco della parrocchie “S. Procopio” in Fiesco. Classe 1969, originario della parrocchia di Cristo Re in Cremona, è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1996. Dopo essere stato vicario a Fornovo San Giovanni (1996/2001), S. Ilario in Cremona (2001/2002), il trasferimento a Cassano d’Adda dove, dopo aver ricoperto il ruolo di coordinatore della pastorale scolastica, è stato vicario nella parrocchia dell’Annunciazione. Dal 2006 era parroco di Gombito e San Latino, e dal 2017 anche di Formigara e Cornaleto. Ora mons. Napolioni l’ha scelto come nuovo parroco di Fiesco in sostituzione di don Angelo Rossi.

 

Don Angelo Valentino Ferrari collaboratore parrocchiale delle parrocchie “S. Margherita vergini e martire” in Pandino e “S. Maria Assunta e S. Sigismondo” in Rivolta d’AddaClasse 1960, originario di Brignano Gera d’Adda, è stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1984. È stato vicario a Calvenzano (1984-1990), al Cambonino a Cremona (1990-1997) e a Caravaggio (1997-1999). Nel 1999 è stato nominato parroco delle frazioni viadanesi di Casaletto Po e Bellaguarda. Dopo un’esperienza missionaria come sacerdote “fidei donum” in Brasile, dal 2005 al 2009 è stato parroco di S. Maria Annunciata al Boschetto (Cremona). Dopo un’ulteriore esperienza missionaria in Brasile, nel 2010, è stato nominato collaboratore nella parrocchia di Pomponesco, di cui è diventato parroco nell’agosto dello stesso anno. Dal 2013 era parroco di Pumenengo. Ora assumerà l’incarico di collaboratore parrocchiale a Rivolta d’Adda e Pandino, prendendo il testimone rispettivamente da don Mauro Felizietti e don Fabio Sozzi.

 

Don Gian Paolo Maccagni assistente unitario dell’Azione Cattolica della Diocesi di CremonaClasse 1958, originario di Castelleone, è stato ordinato il 19 giugno 1982. Ha iniziato il proprio ministero come vicario della parrocchia di Cristo Re, a Cremona. Nel 1997 ha svolto l’incarico di parroco della parrocchia di S. Francesco d’Assisi, nel quartiere Zaist di Cremona. Nello stesso tempo ha avuto l’incarico di vicario zonale per la città, ricoprendo il ruolo, per alcuni mesi, di amministratore delle parrocchie del Migliaro e di Picenengo. Dal 2016 era cappellano del Monastero domenicano di Cremona, incarico che lascia assumendo quello di assistente unitario dell’AC cremonese. Dal 2016 è vicario episcopale per il clero e il coordinamento della pastorale.

 

Don Enrico Maggi cappellano per il servizio alla comunità del Monastero domenicano di S. Giuseppe in Cremona e rettore della chiesa di S. SigismondoClasse 1963, originario di Sabbioneta, è stato ordinato il 9 giugno 1990. Dopo un’esperienza di quattro anni come vicario a Viadana S. Pietro, è stato inviato a Roma a perfezionare gli studi teologici e nel campo della comunicazione, conseguendo la licenza in Teologia fondamentale, il diploma in Comunicazioni sociali e la licenza in Scienze delle comunicazioni sociali. Nel 2000 il ritorno in diocesi come amministratore parrocchiale di Ca’ d’Andrea, fino al 2002, quando il vescovo Lafranconi lo ha scelto come direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali e portavoce del Vescovo e della Curia: incarico che ha mantenuto fino al 2007. Nel 2005 la nomina di parroco della comunità di S. Giuseppe nel quartiere Cambonino a Cremona; nel 2013 il trasferimento a Pizzighettone, a guida della neonata unità pastorale. Dal 2016 è tornato ad assumere la guida dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali e il coordinamento dei media diocesani. Incarichi ai quali affiancherà anche quello di cappellano del Monastero domenicano di Cremona.

 

Don Giuseppe Manzoni parroco dell’unità pastorale formata dalle parrocchie “S. Maria Nascente” in Casalbellotto, “S. Lorenzo Martire” in Fossa Caprara, “S. Giovanni evangelista” in Quattro Case, “S. Pietro apostolo” in VicomoscanoClasse 1958, originario di Caravaggio, è stato ordinato nel giugno 1985. Ha iniziato il proprio ministero pastorale a Fornovo S. Giovanni in qualità di vicario. in quegli anni ha intrapreso gli studi presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, continuando poi alla Pontificia Università Lateranense, dove ha ottenuto la licenza in Teologia Pastorale. Insegnante in Seminario dal 1999 (fino al 2003 è stato anche vicerettore ed economo), dal 1999 al 2007 è stato assistente Giovani AC e dal 2002 al 2005 assistente ecclesiastico FUCI e MEIC. Dal 2005 al 2007 ha ricoperto l’incarico di vicecancelliere di Curia e notaio del Tribunale ecclesiastico. Don Manzoni, che dal 2003 è assistente ecclesiastico AGESCI, dal 2007 era parroco delle comunità di S. Marino, Ss. Gervasio e Protasio martiri in Gadesco e Ss. Pietro e Paolo in Pieve Delmona. Ora mons. Napolioni gli ha affidato l’incarico di parroco dell’unità pastorale di Vicomoscano, Quattro Case, Fossa Caprara e Casalbellotto: prende il testimone da don Ottorino Baronio.

 

Don Michele Martinelli vicario parrocchiale della parrocchia “S. Maria Assunta e S. Sigismondo” in Rivolta d’Adda. Classe 1983, originario di Soncino, è stato ordinato sacerdote il 13 giugno 2009. Ha iniziato il proprio ministero come vicario di S. Sebastiano in Cremona, incarico che ora lascia per assumere quello di vicario a Rivolta d’Adda in sostituzione di don Luca Bosio. Assistente diocesano del settore “Giovani” dell’Azione cattolica, nel 2018 ha assunto anche l’incarico di assistente regionale dei giovani di AC.

 

Don Gian Paolo Mauri collaboratore parrocchiale dell’unità pastorale formata dalle parrocchie “Ss. Abdon e Sennen” in Casteldidone, “S. Giovanni battista” in S. Giovanni in Croce, “S. Lorenzo Martire” in S. Lorenzo Aroldo, “S. Stefano protomartire” in Solarolo Rainerio, “S. Michele” in Voltido, e incaricato del Servizio di assistenza religiosa e spirituale della Fondazione Ospedale “Giuseppe Aragona” – Istituto geriatrico e riabilitativo Onlus di San Giovanni in Croce. Classe 1941, originario di Cormons (Gorizia), è stato ordinato il 25 maggio 1985 a Verona nei religiosi camilliani. Ha iniziato il suo ministero in diocesi nel 1994 come amministratore parrocchiale di Cella Dati. Incardinato in diocesi nel 1998, dal 2002 era parroco di Cingia de’ Botti e dal 2011 anche di Vidiceto. Ora mons. Napolioni lo ha scelto come collaboratore dell’unità pastorale di S. Giovanni in Croce, Casteldidone, Voltido, Solarolo Rainerio, S. Lorenzo Aroldo prendendo il testimone da don Andrea Paroli. Inoltre svolgerà l’incarico di cappellano della Fondazione Ospedale “Giuseppe Aragona” Istituto geriatrico e riabilitativo.

 

Don Andrea Oldoni parroco della parrocchia “Ss. Pietro e Paolo apostoli” in Pumenengo. Classe 1958, originario di Misano Gera d’Adda, è stato ordinato il 19 giugno 1982. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Soresina. Nel 1996 è stato nominato parroco di Crotta d’Adda. Dal 2006 era parroco di Barbata, incarico che ora lascia per assumere la guida della comunità di Pumenengo in sostituzione di don Angelo Ferrari.

 

 

Don Davide Ottoni collaboratore parrocchiale dell’erigenda unità pastorale formata dalle parrocchie “S. Andrea apostolo” in Cornaleto, “Ss. Nazario e Celso” in Formigara, “Ss. Sisto e Liberata” in Gombito, “S. Martino vescovo” in San Bassano, “S. Cuore e S. Latino” in S. Latino, “S. Maria Annunciata” in S. Maria dei Sabbioni (Cappella Cantone)Classe 1979, originario di Torre Pallavicina, è stato ordinato l’11 giugno 2005. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Calvenzano; nel 2009 il trasferimento a Soncino come vicario della parrocchia di S. Maria Assunta e S. Giacomo apostolo e di quella di S. Pietro apostolo, insieme a quella di S. Bartolomeo apostolo in Isengo. Dal 2011 era collaboratore parrocchiale a Soresina. Ora diventa collaboratore dell’erigenda unità pastorale di Cornaleto, Formigara, S. Bassano, Gombito, S. Latino, S. Maria dei Sabbioni.

 

Don Andrea Paroli collaboratore parrocchiale delle parrocchie “Spirito Santo” in Buzzoletto di Viadana, “S. Maria Assunta e S. Cristoforo”, “S. Maria Annunciata”, “Ss. Martino e Nicola” e “S. Pietro apostolo” in ViadanaClasse 1973, originario di Casalmaggiore, è stato ordinato sacerdote il 9 giugno 2012. Ha iniziato il proprio ministero a Cremona come vicario di Sant’Abbondio. Dal 2013 era collaboratore parrocchiale delle parrocchie di S. Giovanni in Croce, Casteldidone, Voltido, Solarolo Rainerio, S. Lorenzo Aroldo. Ora mons. Napolioni lo ha scelto come collaboratore parrocchiale delle parrocchie di S. Pietro apostolo (Viadana), S. Maria Assunta e S. Cristoforo (Viadana), S. Maria Annunciata (Viadana), Ss. Martino e Nicola (Viadana) e S. Spirito (Buzzoletto di Viadana).

 

Don Antonio Dario Pezzetti parroco delle parrocchie “S. Eufemia” in Drizzona, “S. Maria Assunta” in Piadena, “Cattedra di S. Pietro in Roma” in Vho e vicario zonale della Zona pastorale IV. Classe 1960, originario di Misano Gera d’Adda, è stato ordinato sacerdote il 22 giugno 1985. Ha iniziato il proprio ministero come vicario di Antegnate. Nel 1994 ha iniziato la sua opera presso la Casa dell’accoglienza di Cremona con l’incarico di vicedirettore di cui nel 1997 è diventato direttore, assumendo anche l’incarico di vicedirettore della Caritas diocesana, ufficio che ha poi guidato a partire dal 2001, affiancando anche il ruolo di vicepresidente della Fondazione S. Facio. Dal 2008 al 2016 è stato anche responsabile del Segretariato diocesano migrantes. Lasciata la struttura di accoglienza di Cremona, assumerà l’incarico di parroco di Piadena, Vho e Drizzona, prendendo il posto di don Giuseppe Manzoni. Inoltre è stato scelto come nuovo vicario zonale della Zona pastorale IV, in sostituzione di don Davide Ferretti.

 

Don Giambattista Piacentini vicario zonale della Zona pastorale IIClasse 1960, originario di Fontanella, è stato ordinato il 23 giugno 1984. Dopo essere stato vicario a San Bernardo (1984-1990), a S. Francesco d’Assisi (1990-1994) e ad Antegnate (1994-1997), ha ricoperto il ruolo di vicerettore del Seminario Vescovile dal 1997 al 1999 ed è stato parroco a Calvatone dal 1999 al 2003. Dal 1986 ha prestato servizio presso la Curia Vescovile in ambito amministrativo, ricoprendo dal 2003 al 2016 il ruolo di segretario dell’ufficio amministrativo e dal 2016 al 2018 quello di economo diocesano. Dal 1997 al 1999 è stato assistente giovani di AC; dal 2003 era assistente diocesano di Azione Cattolica, dal 2008 incaricato diocesano Faci (Federazione nazionale del clero italiano) e dal 2018 assistente diocesano Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale). È stato inoltre, dal 2008 al 2019, presidente della Società di mutuo soccorso fra i sacerdoti della diocesi. Dal 2018 è parroco di Castelleone e Corte Madama, nonché rettore del Santuario della Beata Vergine della Misericordia.

 

Don Angelo Rossi amministratore parrocchiale delle parrocchia “Ss. Pietro e Paolo” in Barbata e cappellano responsabile del Servizio di assistenza religiosa e spirituale dell’Ospedale “Treviglio-Caravaggio” in Treviglio. Classe 1960, originario di Caravaggio, è stato ordinato il 21 giugno 1986. È stato vicario a S. Agostino in Cremona (1986-1989), Calvatone(1989-1993) e Soncino (1993-2001).Dopo essere stato parroco di Castelvisconti, nel 2004 ha assunto l’incarico di parroco in solido dell’unità pastorale di Azzanello, Barzaniga,Casalmorano, Castelvisconti e Mirabello Ciria. Dal 2009 era parroco di Fiesco. Ora mons. Napolioni l’ha scelto come amministratore parrocchiale di Barbata in sostituzione di don Andrea Oldoni e come cappellano dell’ospedale di Treviglio prendendo il testimone da don Antonio Allevi.

 

Don Roberto Rota parroco delle parrocchie “Annunciazione” in Gussola e “S. Nicolò vescovo” in Torricella del Pizzo. Classe 1959, originario della parrocchia di S. Agata in Cremona, è stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1983. Ha iniziato il proprio ministero come vicario al Boschetto, nella periferia di Cremona, dove è rimasto sino al 1991. Nel frattempo è stato impegnato in Curia: prima come addetto della Ragioneria (1984/1995), poi come cassiere (1995/2004), ricoprendo anche l’incarico di direttore della Cassa del Clero (1993/2004) e poi quello di responsabile dell’Ufficio Assistenza e pensione clero (1997/2004). Dopo essere stato collaboratore parrocchiale al Cambonino in Cremona (1999), è diventato parroco di Olmeneta (2000/2004). Segretario per il Giubileo del 2000, è stato anche incaricato diocesano FACI-Federazione nazionale del clero italiano (2001/2008) e presidente della Società di mutuo soccorso tra i sacerdoti (2007/2008). Dal 2004 era parroco di Castelverde e Castelnuovo del Zappa, dal 2017 anche di Costa S. Abramo e dal 2018 anche di Marzalengo e S. Martino in Beliseto. Ora mons. Napolioni l’ha scelto come successore di don Ettore Conti in qualità di parroco a Gussola e Torricella del Pizzo. Dal 2008 don Rota è anche incaricato diocesano del Segretariato Pellegrinaggi e dell’Ufficio per la Pastorale del turismo e dei pellegrinaggi; oltre che, dal 2012, presidente dell’agenzia turistica diocesana ProfiloTours.

 

Ruffini don Angelo parroco dell’erigenda unità pastorale formata dalle parrocchie “S. Andrea apostolo” in Cornaleto, “Ss. Nazario e Celso” in Formigara, “Ss. Sisto e Liberata” in Gombito, “S. Martino vescovo” in San Bassano, “S. Cuore e S. Latino” in S. Latino, “S. Maria Annunciata” in S. Maria dei Sabbioni (Cappella Cantone)Classe 1964, originario di Calvatone, è stato ordinato il 18 giugno 1994. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a S. Bassano; nel 1999 il trasferimento a Castelleone, sempre come vicario. Nel 2004 è stato nominato parroco di Drizzona e Voltido. Nel 2005 è diventato parroco in solido dell’unità pastorale di S. Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, Voltido, Casteldidone, S. Lorenzo Aroldo. Dal 2011 era parroco di S. Bassano e S. Maria dei Sabbioni, nel comune di Cappella Cantone. Ora mons. Napolioni gli ha affidato anche le parrocchie di Cornaleto, Formigara, Gombito e S. Latino prendendo il testimone da don Marino Dalè, in vista della nuova unità pastorale.

 

Don Pietro Samarini parroco delle parrocchie “S. Bernardo” e “Beata Vergine Lauretana e S. Genesio” (Borgo Loreto) in Cremona e moderatore della erigenda unità pastorale formata dalle parrocchie “Beata Vergine Lauretana e S. Genesio” (Borgo Loreto), “S. Bernardo”, “Immacolata Concezione” (Maristella) e “S. Francesco d’Assisi” (Zaist) in Cremona, e vicario zonale della Zona pastorale III. Classe 1956, originario di Genivolta, è stato ordinato il 20 giugno 1981. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Cremona nella parrocchia di S. Bernardo; nel 1995 il trasferimento a Vescovato sempre come vicario. Nel 1995 è stato nominato parroco di Barzaniga e Mirabello Ciria. Dal 2004 era parroco di Spinadesco. Come vicario zonale della Zona pastorale II nel 2017 è stato amministratore parrocchiale di Soncino, Isengo, Melotta e Casaletto di Sopra. Ora mons. Napolioni l’ha destinato a Cremona come parroco di S.Bernardo (in sostituzione di don Giuliano Vezzosi) e Beata Vergine Lauretana e S. Genesio (al posto di don Giuseppe Ghisolfi).Sarà moderatore della erigenda unità pastorale tra le parrocchie di S. Bernardo, Borgo Loreto, Zaist e Maristella. Inoltre mons. Napolioni l’ha scelto come nuovo vicario zonale per la Zona pastorale III: prende il testimone da don Pierluigi Codazzi.

 

Don Fabio Sozzi parroco della parrocchia “S. Martino vescovo” in Spinadesco. Classe 1976, originario di San Lorenzo Aroldo, ed è stato ordinato sacerdote il 12 giugno 2004. È stato vicario a Bozzolo (2004 – 2010), quindi il trasferimento, sempre come vicario, nella comunità di San Pietro a Viadana. Nel 2014 è diventato vicario anche delle altre parrocchie viadanesi di S. Maria Assunta e S. Cristoforo, S. Maria Annunciata e Ss. Martino e Nicola. Nel 2015 è divenuto anche vicario della comunità dello Spirito Santo in Buzzoletto, frazione di Viadana. Dal 2016 era collaboratore parrocchiale a Pandino. Ora mons. Napolioni lo ha scelto come nuovo parroco di Spinadesco in sostituzione di don Pietro Samarini.

 

Don Piergiorgio Tizzi vicario parrocchiale dell’erigenda unità pastorale formata dalle parrocchie “Beata Vergine Lauretana e S. Genesio” (Borgo Loreto), “S. Bernardo”, “Immacolata Concezione” (Maristella) e “S. Francesco d’Assisi” (Zaist) in Cremona. Classe 1978, originario di Sabbioneta, è stato ordinato il 21 giugno 2003. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Caravaggio. Dal 2009 era vicario delle parrocchie di Viadana (S. Maria Assunta e S. Cristoforo – S. Maria Annunciata – Santi Martino e Nicola e S. Pietro Apostolo) e dal 2015 anche di quella della frazione di Buzzoletto. Ora il Vescovo lo ha scelto come vicario della erigenda unità pastorale tra le parrocchie di S. Bernardo, Borgo Loreto, Zaist e Maristella in Cremona: prende il testimone da don Matteo Alberti.

 

Don Paolo Tonghini collaboratore parrocchiale dell’erigenda unità pastorale formata dalle parrocchie “S. Pietro Martire” in Ca’ de’ Soresini, “Ss. Faustino e Giovita martiri” in Castelponzone, “Ss. Pietro e Giovanni apostoli” in Cingia de’ Botti, “S. Cataldo vescovo” in Motta Baluffi, “S. Agata” in S. Martino del Lago, “S. Maria Assunta” in Scandolara Ravara, “Ss. Pietro e Paolo” in Solarolo Monasterolo, “S. Andrea apostolo” in Vidiceto. Classe 1975, originario di Piadena, è stato ordinato il 17 giugno 2000. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Covo, nel 2002 è stato trasferito a Soresina sempre come vicario. Dal 2005 ha risieduto presso la Tenda di Cristo di Rivarolo del Re. Nel 2010 è stato cappellano dell’ospedale Oglio Po. Nello stesso anno è stato nominato parroco in solido dell’unità pastorale di Bellaguarda, Buzzoletto, Casaletto Po, Pomponesco e Salina. Ora mons. Napolioni l’ha nominato collaboratore parrocchiale dell’erigenda unità pastorale Cà dè Soresini, Castelponzone, Cingia dè Botti, Motta Baluffi, S. Martino del Lago, Scandolara Ravara, Solarolo Monasterolo e Vidiceto.

 

Don Giuliano Vezzosi parroco delle parrocchie “S. Michele arcangelo” in Castelnuovo del Zappa, “S. Archelao martire” in Castelverde, “S. Abramo” in Costa S. Abramo, “S. Biagio vescovo” in Marzalengo, “S. Martino vescovo” in San Martino in Beliseto. Classe 1958, originario della parrocchia di S. Sigismondo in Cremona, è stato ordinato il 19 giugno 1982. Ha iniziato il proprio ministero come vicario di S. Stefano in Casalmaggiore; nel 1987 il trasferimento a Sesto Cremonese sempre come vicario. Nel 1995 è stato nominato parroco di S.Marino, incarico al quale dal 2003 ha affiancato anche quello di amministratore parrocchiale di Gadesco e Pieve Delmona. Dal 1993 al 2003 è stato anche incaricato diocesano per le vocazioni. Dal 2007 era parroco di S. Bernardo in Cremona. Ora mons. Napolioni gli ha affidato le cinque parrocchie del comune di Castelverde: prende il testimone da don Roberto Rota comunità di delle cinque parrocchie del comune di Castelverde.

 

Don Umberto Zanaboni collaboratore parrocchiale dell’erigenda unità pastorale formata dalle parrocchie “S. Maria Assunta” in Cella Dati, “S. Giorgio Martire” in Derovere, “Natività di S. Giovanni Battista” in Longardore, “S. Giovanni Battista” in Pugnolo, “S. Sisto Papa” in San Salvatore, “S. Siro vescovo” in Sospiro, “S. Marco evangelista” in Tidolo, pur rimanendo parroco di Cella Dati, Derovere e Pugnolo. Classe 1975, originario di Pandino, è stato ordinato il 17 giugno 2000. Ha iniziato il proprio ministero come vicario a Sabbioneta, assumendo nel 2008  l’incarico di vicario anche di Breda Cisoni, Ponteterra, Villa Pasquali.Nel 2009 il trasferimento a Caravaggio sempre come vicario. Dal 2016 era parroco di Cella Dati, Derovere e Pugnolo. In vista dell’unità pastorale delle suddette parrocchie con Sospiro, Longardore, San Salvatore e Tidolo, il Vescovo lo ha nominato collaboratore dell’unità pastorale. Don Zanaboni dallo scorso anno è anche vicepostulatore per la causa di beatificazione di don Primo Mazzolari.

 

Don Pier Altero Ziglioli collaboratore parrocchiale della parrocchia “S. Michele Vetere” in Cremona. Classe 1965, originario di Ca’ de’ Stefani, è stato ordinato presbitero il 20 giugno 1998. Ha iniziato il proprio ministero come vicario nella parrocchia cittadina di San Sebastiano. Nel 2002 la nomina ad amministratore parrocchiale di Ca’ d’Andrea. Nel 2012 il Vescovo Lafranconi l’ha scelto come nuovo parroco di Picenengo. Dal 2013 era collaboratore parrocchiale di S. Agostino in Cremona. Dal 2012 al 2017, inoltre, è stato responsabile della programmazione didattica delle scuole della Cooperativa “Cittanova”. Ora mons. Napolioni l’ha scelto come collaboratore a S. Michele in città. Dal 2017 don Ziglioli è anche assistente ecclesiastico Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti medi) e Aimc (Associazione italiana maestri cattolici).

 




Si avvicina la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali

La prossima domenica 2 giugno, solennità dell’Ascensione del Signore, è la domenica scelta dalla Chiesa per celebrare la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’unica ricorrenza annuale che il Concilio Vaticano II ha chiesto di ricordare (Decreto sugli strumenti della Comunicazione Sociale Inter Mirifica).

Come ogni anno un messaggio del Papa ha focalizzato un aspetto delicato della comunicazione, proposto alla riflessione e alla preghiera dei fedeli. Il messaggio 2019 riguarda le relazioni all’interno della comunità, che le moderne tecnologie rischiano a volte di svilire o di impoverire.

«“Siamo membra gli uni degli altri” (Ef 4,25).  Dalle social network communities alla comunità umana» è il titolo.

Una semplice proposta di animazione del Rosario, pregato in comunità, può essere l’occasione per diffondere il messaggio pontificio o di preparare anche spiritualmente la celebrazione della Giornata Mondiale.

LO SCHEMA DEL ROSARIO COMUNITARIO




«Camminiamo con Maria e con i fratelli per costruire un mondo di pace» (FOTO E AUDIO)

Il 587° anniversario dell’apparizione della Beata Vergine Maria a Caravaggio alla contadina Giannetta è stato celebrato quest’anno con una particolare solennità e partecipazione al Santuario di Santa Maria del Fonte, vista la coincidenza del 26 maggio con la VI domenica del Tempo di Pasqua. A presiedere le solenni celebrazioni il vescovo Antonio Napolioni.

 

La Messa pontificale del mattino

La Messa del mattino, alle 9.45, si apre al sacro fonte, nel luogo in cui Maria apparve, dove mons. Napolioni ha introdotto l’atto penitenziale e posto un mazzo di fiori davanti all’immagine dell’apparizione prima dell’ingresso nella Basilica gremita di fedeli in processione con il vescovo emerito Dante Lafranconi, monsignor Amedeo Ferrari, Rettore del Santuario e tutti i sacerdoti concelebranti.

«Non può essere solo una tradizione» ha detto il vescovo aprendo la sua omelia e osservando l’assemblea in preghiera. «E’ qualcosa di più profondo, di intimo, personale e identico», anche nella diversità delle storie, delle fatiche e dei percorsi di vita di ciascuno. «Perché qui – ha spiegato – c’è un’unica Madre, un’unica esperienza in quella sorgente che sgorga, in quella parola di misericordia».

Ascolta l’omelia mons. Napolioni

Nella sua riflessione monsignor Napolioni esorta a guardare alla maternità di Maria che si scopre «madre di una nuova creazione» nella Pasqua di suo Figlio e indica un modello di fraternità.

«Siamo chiamati a costruire il mondo in cui vogliamo vivere con il lavoro e la testimonianza di ogni giorno, ma anche con la partecipazione alle scelte della collettività».

Un invito alla corresponsabilità che risuona forte nel giorno in cui i cittadini italiani sono chiamati al voto per le elezioni amministrative in tanti comuni e per il rinnovo del Parlamento europeo: «Il mondo si è fatto piccolo – ha aggiunto ancora il vescovo – è molto popolato, pieno di vita e dunque di sfide e problemi, in cima ai quali c’è il bisogno della pace».

Una pace da ricercare e costruire e che richiama in particolare chi vive la fede cristiana: «Lo Spirito Santo – riflette in un altro passaggio monsignor Napolioni – genera un “grande noi”; un’unica chiesa, in unità, con le sue differenze e i suoi dibattiti, ma anche con le sue certezze: una Madre, un Salvatore, un solo Vangelo».

Così, nella memoria liturgica dell’apparizione di Maria a Caravaggio, il richiamo è a pregare la Vergine, «ma soprattutto a riprendere il cammino con lei e con i fratelli» facendo «una scelta di fraternità».

E’ questa la via indicata da Gesù e Maria per la pace. Non la pace del mondo «che si ottiene contrattando, guerreggiando o calcolando, fino al punto di affermare che ci vuole una guerra per fare la pace», ma la pace indicata dallo Spirito Santo:

la pace di chi vede sempre meno nemici, di chi ha più fiducia nel Signore e negli altri, di chi apre le porte della famiglia e della comunità, di chi va incontro, di chi perdona»

Così, concludendo il suo intervento, monsignor Napolioni chiede che la preghiera nel giorno di Santa Maria del Fonte sia una «preghiera corale. Tifiamo gli uni per gli altri. Nel cuore di Dio c’è posto per tutti. Nel mondo (se siamo attenti) c’è cibo, acqua e benessere per tutti. Basta essere più simili a Maria e a Gesù che oggi siamo venuti a pregare e ammirare».

Ascolta i ringraziamenti finali don mons. Ferrari e mons. Napolioni

Prima della Benedizione finale e della concessione dell’indulgenza plenaria, il ringraziamento del rettore del Santuario mons. Amedeo Ferrari che chiede «alle autorità di pregare per i cittadini, e ai cittadini di pregare per gli amministratori, anche per quelli che verranno eletti con il voto di oggi». Un invito a cui si aggiunge quello del Vescovo che chiede di affidare alla Madonna il nuovo inizio cui sono chiamati i sacerdoti interessati dalle nomine che giungeranno proprio nella giornata di oggi: «E’ la normale missionarietà di una Chiesa viva», spiega, comprendendo il dispiacere della comunità che salutano un sacerdote amato e la fiducia di quelle che accolgono una nuova guida, in uno «scambio di doni tra le diverse membra di un unico corpo».

Photogallery della Messa

 

La memoria dell’Apparizione nel pomeriggio

Nel pomeriggio al Santuario di Caravaggio è inziato con la recita continuata del Rosario. Dalle 14.30 la preghiera è scorsa incessante meditando i misteri della gioia, poi quelli della luce, del dolore, e infine i misteri della gloria con le decine di quest’ultima preghiera scandite dai vescovi Napolioni e Lafranconi. Intanto il Santuario ha cominciato gradualmente a riempirsi: non solo la basilica, gremita in ogni sua parte, ma anche gli spazi esterni.

Il momento atteso da tutti era la memoria dell’Apparizione: alle 16.40 l’antico racconto del prodigioso incontro tra la Vergine e Giannetta è stato proposto in forma dialogata. Ancora una volta le accorate richieste della Vergine – preghiera, penitenza, riconciliazione – hanno risuonato nelle volte della ricca basilica, così come nel cuore di tutti i presenti. Dopo il racconto, la benedizione dell’acqua e il lungo silenzio, in attesa delle 17, l’ora esatta dell’Apparizione. Un silenzio carico di attesa, durante il quale ognuno dei presenti ha potuto volgere il proprio pensiero e la propria preghiera alla Vergine.

Alle 17 in punto il suono festoso delle campane e una basilica illuminata in modo solenne hanno annunciato il momento esatto del miracoloso avvenimento. Quindi, al canto dell’Ave Maris Stella i vescovi Napolioni e Lafranconi, il rettore Ferrari, il prorettore Nisoli e altri sacerdoti del Santuario hanno percorso le navate della basilica e gli spazi esterni per aspergere i fedeli con l’acqua benedetta. Un momento atteso da tutti. Dai malati presenti in basilica nelle prime file, così come dalle famiglie che con nonni e nipoti affollavano gli spazi esterni, anche grazie a un sole caldo che sino all’ultimo ha tenuto lontano la pioggia in questa speciale giornata.

È seguito il canto dei Secondi Vespri, durante i quali il vescovo Napolioni ha invitato con forza a mettersi costantemente sotto il giudizio di Dio. Lo ha fatto ritornando sulle parole dure pronunciate da Maria a Giannetta e chiedendosi a chi fossero rivolte: «a quelli di allora, agli altri, a noi?».

«Maria ci dà appuntamento al giorno sel suo ritorno, al giorno del giudizio», ha affermato mons. Napolioni. E ha proseguito: «Se il Signore un giorno ci giudicherà, è necessario metterci tutti i giorni sotto il suo giudizio, riservare a lui il giudizio». Da qui un invito chiaro a ciascuno a non giudicare, a non guardate la pagliuzza nell’occhio dei fratelli e riconoscere che si è fragili. «Il giudizio di Dio – ha detto ancora – è necessario per ritrovare la retta via».

E poi ancora il pensiero rivolto a Maria, che viene per difenere l’uomo offrendogli la confidenza con il Figlio, «nostro fratello che ha dato la vita per noi. Solo stretti a Lui possiamo percorrere con fiducia il nostro cammino».

Intanto tutt’attorno al Santuario continuava la festa, fatta di tradizione e devozioni che la gente di Caravaggio si tramanda con orgoglio. Ma non mancavano neppure tanti fedeli giunti dal circondario, così come pure da altre zone del nord Italia, a conferma che questo santuario è un luogo amato da tanti in cui ritrovare, attraverso Maria, la fonte della vita.

Photogallery del pomeriggio al Santuario




Recuperati quattro ex voto dei santuari di Caravaggio e Ariadello

Nella giornata di giovedì 23 maggio, presso il Nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Milano, con sede nella Villa Reale di Monza, i militari dell’Arma hanno riconsegnato a don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i beni culturali ecclesiastici, quattro ex voto rubati dai santuari S. Maria del Fonte presso Caravaggio e di Ariadello, nel Soresinese, in un decennio a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso.

Gli ex voto sono stati recuperati dai carabinieri a seguito di un’operazione iniziata nel 2015. Le indagini erano iniziate casualmente: un carabiniere di Monza, anni fa, aveva notato a Milano una locandina che presentava un’esposizione privata di ex voto. L’intuito che ci potesse essere dietro qualche traffico illecito ha portato a scoprire che un collezionista milanese, prima della morte, aveva donato un ingente quantitativo di ex voto a due musei in Lombardia e Piemonte. Non è stato possibile appurare le modalità con cui il misterioso collezionista era entrato in possesso di cotanti ex voto.

Indagine e sequestro sui generis: non si tratta di opere d’arte, di oggetti d’oro o d’argento, di preziosi in senso lato, bensì di tavole di legno grezze, di piccole dimensioni, con scene di prove o disgrazie da cui il fedele era scampato invocando l’aiuto della Vergine, raffigurate con i tratti dell’arte popolare. Quadri e quadretti poi lasciati ai santuari a memoria perenne, come segno di riconoscenza per la grazia ricevuta.

Da parte delle Diocesi il grazie al lavoro silenzioso ed efficace dei carabinieri per il ritrovamento degli ex voto perduti, in quanto si salvano tracce preziose di una storia di fede, del vissuto del popolo di Dio.




S. Maria del Fonte: domenica 26 maggio a Caravaggio le solenni celebrazioni con il Vescovo

Inizierà venerdì 17 maggio, presso il Santuario Santa Maria del Fonte di Caravaggio, il cammino di avvicinamento al 587° anniversario dell’apparizione della Vergine Maria, che ricorre il 26 maggio, data dell’apparizione alla contadina Giannetta che sarà festeggiata come consueto con la presenza del Vescovo.

Locandina 2019

 

La novena

La novene, da venerdì 17 a sabato 25 maggio, sarà caratterizzata da un ricco programma che prevede, nei giorni feriali, la Messa alle 6.30 (con Supplica) e alle 16 e alle 17 il Rosario meditato e la Supplica a Maria. Il programma di domenica 19 maggio prevede, invece, alle 7 la Messa con Supplica e alle 15 il Rosario meditato e Supplica. Inoltre, a conclusione della novena, nella serata di sabato 25 maggio, alle 21, la parrocchia di Caravaggio animerà la veglia dell’Apparizione.

 

Il 26 maggio

Particolarmente intenso il programma celebrativo del giorno anniversario che quest’anno cade nella giornata di domenica.

Le prime Messe saranno alle 7 e alle 8.30 e si concluderanno entrambe con la recita della Supplica. Alle 9.45 il solenne pontificale presieduto da mons. Napolioni e che terminerà con la benedizione papale con annessa indulgenza plenaria. I canti saranno proposti dall’unione corale “Don Domenico Vecchi” diretta dal maestro Giovanni Merisio con accompagnamento all’organo da parte del maestro Roberto Grazioli. Ulteriore celebrazione eucaristica alle 11.30.

I sacerdoti che volessero concelebrare, devono segnalare la propria presenza contattando la Cancelleria del Santuario (dalle 7.30 alle 12 e dalle 14 alle 18) al numero 0363 3571 interno 9.

Alle 14.30 inizierà la recita continuata del Rosario che si protrarrà fino alle 16.40 quando ci sarà la memoria dell’Apparizione e il canto del Vespro. Anche questa solenne liturgia – che culminerà con l’aspersione dei fedeli con l’acqua del Sacro Fonte – sarà presieduta da monsignor Napolioni.

La giornata si concluderà alle 18 con la S. Messa e la supplica.

Tutte le celebrazioni potranno essere seguite in diretta audio–video sul sito internet ufficiale del Santuario, con il segnale che sarà riproposto in streaming anche dal nostro portale.

In questo giorno è sospesa la Benedizione delle persone, delle automobili e dei bambini nel pomeriggio. Sono sospese, inoltre, le Messe delle 16 e delle 17.30.

 

La solennità in diocesi il 27 maggio

Secondo le norme che regolano l’anno liturgico, le solennità che cadono nelle domeniche del tempo pasquale si spostano al lunedì successivo. A Caravaggio si manterrà per consuetudine il 26 maggio, ma la liturgia sarà comunque della domenica del tempo pasquale corrispondente, alla quale sarà aggiunto il saluto alla Vergine al termine della Messa. I vespri pomeridiani saranno della domenica, preceduti dalla tradizionale memoria dell’Apparizione.

Caravaggio, così come nelle altre parrocchie della diocesi, la liturgia propria sarà celebrata il lunedì 27.

 

Santa Maria del Fonte presso Caravaggio (solennità)

Patrona della Diocesi    Approfondimento
Messale    Lezionario    Preghiera universale
Liturgia Ore    Spartiti antifone
Litanie italiano    Litanie latino    Litanie melodia

 

La storia dell’apparizione a Giannetta nel 1432

 




Vocazioni: discernere non è semplice e trovare il coraggio di rischiare ancora meno

Non c’è gioia più grande che rischiare la vita per il Signore. Così Papa Francesco nel suo messaggio per la 56ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebrerà il 12 maggio prossimo. Rischiare la vita non ha il sapore dell’azzardo o della ricerca del pericolo, no; ha il gusto dell’intuizione di una promessa che già riesce a scorgere, come se vedesse l’Invisibile. È la vicenda di molti personaggi della Scrittura, uomini e donne che per fede hanno saputo lasciare, partire senza sapere dove precisamente la strada li avrebbe condotti, compiere imprese che mai si sarebbero immaginati; non da supereroi ma da uomini e donne decisi a giocarsi il proprio futuro nella sequela di quella profezia di vita che sempre si accompagna alla promessa di Dio.

La vocazione è così. Non è facile discernere (Messaggio per la 56ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni) ma ha sempre il colore di un invito, una voce che viene da fuori, un grido che proviene dalla realtà e che può essere riconosciuta come Parola di Dio.

Domenica, noi preghiamo per questo: perché

ciascuno si metta in ascolto delle promesse che Dio racchiude nella storia di tutti i giorni e nella vita di ognuno.

Sì, perché se esiste una promessa grande, che allarga l’orizzonte su un largo spazio di futuro e permette la scelta, l’orientamento di tutta una vita, ci sono anche promesse più feriali, nascoste nelle pieghe mai banali della quotidianità e che ne permettono la trasfigurazione.

Sono piccoli gesti di bene, di gratitudine, semplici richieste di scuse o grandi domande di perdono, passi semplici ma decisi che sanno ricucire fratture, divisioni, permettono di superare rancori incancreniti da anni; il primo passo, lo spunto, l’innesco, viene dalla realtà, dalla possibilità di riconoscere in un momento, quello opportuno capace, per opera di Dio, di rivelarne la promessa.

Se discernere non è semplice, trovare il coraggio di rischiare lo è forse ancora meno. Ed è per questo che bisogna pregare. Non con una disposizione che ‘mette il cuore in pace’ perché alla fin fine se ne preoccuperà Dio, ma perché la preghiera pone a contatto con il cuore di Gesù, in ascolto dell’Amico (Francesco, “Christus Vivit”) dona la forza – perché spinti dalla sua carità (2Cor 5,14) a concretizzare. Perché l’amore – lo sappiamo – si misura più nei fatti che nelle parole.

Pregare per le vocazioni spinge a prendersi cura a sentire sorgere, dalla passione di Gesù, anche la nostra.

Appassionarsi, rischiare la vita sul suo nome (cf. At 15,26), coltivare l’audacia di intuire proposte, di percorrere sentieri, di lasciare vecchie strade per aprirne di nuove, di rimanere aperti alla fantasia dello Spirito – purché sia la sua e non la nostra soltanto – che rende capaci di profezia, anche oggi.

Preghiamo perché nell’ascolto della Parola, i giovani in particolare ne rimangano avvinti così che ardenti della sete di Dio non smettano mai di cercarlo e con gli occhi di chi crede (cf. Francesco, Lumen Fidei, 1) riescano a scorgere quella promessa nascosta ma quanto mai reale che ha la forza di lanciarli con decisione nel compimento della loro vocazione, “come se vedessero l’Invisibile” (cf. Francesco, Evangelii Gaudium, 150).

Michele Gianola
direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni




Domenica la Giornata mondiale per le vocazioni: online i sussidi pastorali

“Il coraggio di rischiare per la promessa di Dio” è il titolo del messaggio di Papa Francesco per la 56esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che si celebra domenica 12 maggio. La chiamata di Dio non è un’ingerenza nella nostra libertà ma l’offerta di entrare in un progetto di vita, in una promessa di bene e felicità. Promessa e rischio sono i due aspetti che Papa Francesco mette in evidenza nel messaggio per la 56esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, ispirato dal brano del Vangelo sulla chiamata dei primi discepoli presso il lago di Galilea, e dai due grandi appuntamenti, da poco conclusi, il Sinodo dei vescovi e la GMG di Panamà, che hanno permesso alla Chiesa di ascoltare i giovani e i loro bisogni e provare a dare loro risposte concrete.

Il Centro diocesano vocazioni per l’occasione ripropone i sussidi di animazione e preghiera a cura del Centro Nazionale Vocazioni:

 

Sintesi del Messaggio del Papa

La chiamata di Dio non è ingerenza

Come Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni, gli apostoli pescatori, ciascuno – scrive il Pontefice –  è chiamato a confrontarsi con giornate faticose e infruttuose e con altre dove la pesca abbondante ripaga la dura fatica della notte passata in mare a sfidare il vento contrario e le onde. Ma come nella storia di ogni chiamata, ad un certo punto Dio ci regala la sorpresa di incontrarlo, la gioia che sazia la vita anche quando le reti sono vuote.

La chiamata del Signore allora non è un’ingerenza di Dio nella nostra libertà; non è una “gabbia” o un peso che ci viene caricato addosso. Al contrario, è l’iniziativa amorevole con cui Dio ci viene incontro e ci invita ad entrare in un progetto grande, del quale vuole renderci partecipi, prospettandoci l’orizzonte di un mare più ampio e di una pesca sovrabbondante.

Non restare impigliati nelle reti del non-senso

Dio non vuole – prosegue Francesco – che la nostra vita diventi prigioniera dell’ovvio, intrappolata in abitudini quotidiane e inerte di fronte a scelte che invece potrebbero darle significato. Non vuole che ci rassegniamo a vivere alla giornata spegnendo l’inquietudine interiore di cercare nuove rotte per il nostro navigare e pensando che in fondo “non c’è nulla per cui valga la pena impegnarsi con passione”.

Se qualche volta ci fa sperimentare una “pesca miracolosa”, è perché vuole farci scoprire che ognuno di noi è chiamato – in modi diversi – a qualcosa di grande, e che la vita non deve restare impigliata nelle reti del non-senso e di ciò che anestetizza il cuore. La vocazione, insomma, è un invito a non fermarci sulla riva con le reti in mano, ma a seguire Gesù lungo la strada che ha pensato per noi, per la nostra felicità e per il bene di coloro che ci stanno accanto.

Il coraggio di rischiare

Ecco però, insiste il Papa, che per abbracciare questa promessa serve il “coraggio di rischiare”, mettersi in gioco lasciando, come i discepoli sul lago, tutto ciò che ci tiene legati alla nostra piccola barca e non ci consente di scoprire il progetto di Dio: “Quando siamo posti dinanzi al vasto mare della vocazione – è il monito del Pontefice – non possiamo restare a riparare le nostre reti”. Francesco insiste soprattutto sulla chiamata alla vita cristiana che inizia col Battesimo, si sviluppa con la liturgia, la preghiera e la condivisione fraterna e presuppone l’amore verso la Chiesa, che è madre, anche quando scorgiamo sul suo volto le rughe della fragilità e del peccato, infine la testimonianza audace.

“La vita cristiana, poi – prosegue il Pontefice – trova la sua espressione in quelle scelte che, mentre danno una direzione precisa alla nostra navigazione, contribuiscono anche alla crescita del Regno di Dio nella società”. Il riferimento è a chi sceglie di sposarsi in Cristo e costruire una famiglia, ma anche alle tante vocazioni legate al mondo del lavoro, delle professioni, all’impegno nel campo della carità, della solidarietà, della responsabilità sociale e in tutto ciò che rende portatori di una promessa di bene, di amore e giustizia, fino alla scelta totale della vita consacrata.

Nell’incontro con il Signore qualcuno può sentire il fascino di una chiamata alla vita consacrata o al sacerdozio ordinato. Si tratta di una scoperta che entusiasma e al tempo stesso spaventa, sentendosi chiamati a diventare “pescatori di uomini” nella barca della Chiesa attraverso un’offerta totale di sé stessi e l’impegno di un servizio fedele al Vangelo e ai fratelli. Questa scelta comporta il rischio di lasciare tutto per seguire il Signore e di consacrarsi completamente a Lui, per diventare collaboratori della sua opera.

Non siate sordi

A chi trova resistenze interiori, a chi vive la stanchezza della speranza o si trova ad affrontare le correnti avverse della secolarizzazione dove sembra non esserci posto per Dio e per il Vangelo, Francesco propone l’esempio di Maria, simbolo perfetto della vocazione tra promessa e rischio, e in particolare ai giovani dice:

Non c’è gioia più grande di rischiare la vita per il Signore…Non siate sordi alla chiamata del Signore! Se Egli vi chiama per questa via, non tirate i remi in barca e fidatevi di Lui. Non fatevi contagiare dalla paura, che ci paralizza davanti alle alte vette che il Signore ci propone.

Il “sì” di Maria, conclude il Santo Padre, è stato il “sì” di chi vuole coinvolgersi e rischiare, di chi vuole scommettere tutto, senza altra garanzia che la certezza di sapere di essere portatrice di una promessa. Per aiutare i giovani a discernere la propria vocazione, Francesco chiede un rinnovato impegno da parte di tutta la Chiesa, sacerdoti, animatori pastorali, educatori, perché offrano occasioni di ascolto e di discernimento. Chiede, infine, una pastorale giovanile e vocazionale che aiuti la scoperta del progetto di Dio.

Cecilia Seppia (VaticanNews)




Il Vescovo ai cresimandi: «Continuate a ricercare il tesoro che avete trovato» (AUDIO E FOTO)

Il tesoro nascosto nel campo della parabola evangelica ha preso forma in modo inedito nel pomeriggio di sabato 18 maggio al palazzetto dello sport di Cremona nell’incontro tra il vescovo Antonio Napolioni e i ragazzi della Cresima. Un momento che, come ogni anno, è stato di preghiera e riflessione, e insieme di gioia e festa.

La suggestiva scenografia allestita dello staff della FOCr ha portato tutti i partecipanti in una misteriosa civiltà in stile precolombiano, la tribù Notuka, custode di un prezioso tesoro, nascosto in un sacro campo, sulle cui tracce c’erano due distratti esploratori. I pezzi dell’indispensabile mappa erano stati smarriti durante il loro viaggio ed è toccato proprio ai ragazzi presenti sugli spalti aiutarli a ricomporla come un puzzle. Sino all’inaspettata cattura dei due da parte degli indios che, subito dopo, hanno condiviso con loro il proprio tesoro, molto più prezioso di quello che i due ricercatori avrebbero mai potuto immaginare.

Qui l’inizio della veglia, animata con il canto dal coro della comunità africana, e presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, che ha ricevuto il saluto, a nome di tutti i presenti, di una catechista e una ragazza.

Ad accompagnare nella scoperta di questo misterioso tesoro sono stati proprio i sacramenti dell’Iniziazione cristiana, ognuno affiancato a una testimonianza.

La prima è stata quella di Efrem Morelli, giovane nuotatore cremasco medaglia di bronzo nei 50 metri Rana alle Paralimpiadi di Rio: un prestigioso traguardo che ha preceduto un titolo mondiale e uno europeo. La sua è stata una vera e propria storia di «rinascita» dopo l’incidente avuto nel 2000 durante una gara di motocross, in seguito al quale ha perso l’uso delle gambe. «Vi auguro – ha detto – di realizzare i vostri obiettivi, avendo sempre la forza di superare le difficoltà che potrete incontrare».

Dopo il Battesimo, l’attenzione alla Cresima con Lorenzo Antoldi, 19 anni, che ha raccontato le esperienze vissute dopo aver ricevuto questo sacramento. In particolare attraverso le proposte dell’oratorio, di Azione cattolica e Scout, con la bellezza di «collaborare con altri per fare qualcosa di bello insieme».

Dopo l’olio, il segno del pane, portato da Silvia Calcina, una giovane novizia delle Suore Adoratrici. Rivolgendosi al migliaio di ragazzi presenti sugli spalti ha ricordato il suo incontro dei cresimandi, 12 anni fa. In quell’occasione il simbolo regalato ai partecipanti fu una calamita, con l’invito a lasciarsi attirare alla vita bella che si fa con il Signore. Un auspicio realizzatosi nel volontariato presso una comunità di recupero e con l’esempio di queste suore, capaci di trovare la forza della loro missione nella preghiera davanti alla Parola e all’Eucaristia, dove sempre ci si riscopre «amati da Dio».

Spunti ripresi anche dal Vescovo che ha anzitutto voluto sottolineare la presenza nella scenografia di una fontana – segno della sorgente – e il gesto compiuto poco prima dall’atleta, quando insieme all’acqua ha posto ai piedi del Vangelo anche la sua medaglia. Poi l’invito ai ragazzi – e insieme ai loro educatori – di gridare il proprio «sì» al Signore, da rinnovare giorno dopo giorno con tanti «sì» personali, scaturiti non solo dalle dinamiche di esperienze e amicizie, ma soprattutto dal «fermarsi, fare silenzio, ascoltare» per poter imboccare la strada giusta. Vivendo l’esperienza dei due personaggi della parabola: la fortuna di aver trovato un tesoro e, insieme, la tenacia di volerlo continuamente cercare.

L’incontro si è concluso con la consegna di un ricordo per ciascuno dei grippi presenti. In linea con il tema scelto quest’anno, a ogni oratorio il Vescovo ha donato un piccolo scrigno, con all’interno la «perla preziosa». Anche a mons. Napolioni è stato offerto un ricordo: un forziere con all’interno le fotografie scattate, all’ingresso, a tutti i gruppi partecipanti. «Lo metterò sull’altare della mia cappellina – ha detto il Vescovo – e ogni tanto Gesù mi dirà: guarda questi ragazzi e abbi fiducia, perché io sono in mezzo a loro».

Accanto al Vescovo, don Arrigo Duranti, il diacono che a giugno sarà ordinato sacerdote. Anche a lui, a conclusione dell’evento, è stata lasciata la parola: «Affidate al Signore i vostri sogni», ha detto ricordando che «l’essere chiamati riguarda tutti».

L’appuntamento diocesano, preparato e guidato dai volontari della Federazione oratori cremonesi, coordinati dall’incaricato diocesano per la pastorale giovanile don Paolo Arienti, è stato impreziosito anche dalle affascinanti esibizioni del gruppo di ginnasti «Black Devils» di San Bassano e Formigara.

A chiudere il pomeriggio una gradita sorpresa: il gelato offerto a tutti i partecipanti.

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Il 18 maggio al PalaRadi l’incontro del Vescovo con i cresimandi

“Un tesoro nel tuo campo” è l’avvincente titolo dell’incontro di quest’anno tra il Vescovo e i cresimati e cresimandi. Appuntamento nel pomeriggio di sabato 18 maggio al Palazzetto dello sport di Cremona. L’evento inizierà alle 15 con un momento di animazione, mentre la celebrazione con il Vescovo è prevista dalle 15.30. 

Come di consueto occorre presentare il modulo di iscrizione presso la Federazione Oratori Cremonesi, segnalando il numero dei ragazzi e degli accompagnatori. La quota è di 2,50 euro per ragazzo, a parziale contributo dell’evento.

Come di consueto tutti gli oratori presenti riceveranno un ricordo particolare della giornata.

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